UN BENESSERE VULCANICO NEL CUORE DELLA PIANURA PADANA

UN BENESSERE VULCANICO NEL CUORE DELLA PIANURA PADANA

Tra  Padova,  Venezia,  Rovigo  e Vicenza, emergono un gruppo di colline di origine vulcanica: i Colli Euganei. Dalle Piccole Dolomiti, e a 1800 metri, hanno origine le acque termali che scendono a oltre 3000 metri sotto il livello del suolo e riemergono nel Bacino Euganeo. Sono definite acque minerali salso-bromo-iodiche ipertermali, ideali per trattamenti alle vie respiratorie, e per problemi vascolari e cutanei.
Il bacino dei  Colli Euganei  offre tutto ciò che il turista moderno, appesantito dallo stress della vita quotidiana cerca: una vacanza sana e rilassante. A Montegrotto, piccolo centro termale nel cuore dei Colli Euganei, vi è un luogo in cui è possibile beneficiare degli effetti termali e respirare aria familiare. Si tratta dell’Hotel Petrarca il più antico della città, dal 1974 di proprietà della famiglia Pastorello. In origine era presente una sola piscina termale ma, grazie alle opere di bonifica dei Pastorello, ora ce ne sono sette.

Dalle acque del Bacino Euganeo si ricava anche il Fango termale, composto di una parte solida, l’argilla, e una liquida, l’acqua ipertermale salso-bromo-iodica. La melma é sottoposta a un processo di maturazione che favorisce lo sviluppo di una flora di microrganismi con elevato potere antinfiammatorio e antiossidante, ideale per la protezione cellulare, per la riduzione dei livelli sierici di iterleuchina-1 e per i markers di riparazione cartilaginea.

All’Hotel Petrarca, oltre ai bagni nelle acque termali e ai fanghi, vi sono da tre anni le cure nelle “Grotte di Sale”, ambienti ipoallergenici interamente ricoperti di cloruro di sodio. Al loro interno é micronizzato del sale iodato, la cui azione benefica agisce nel tratto respiratorio ottenendo una profonda detersione, fluidificazione ed espulsione del muco. La cura é indicata per chi soffre di allergie, asma, infiammazioni cutanee, fibrosi cistica, artrosi, stati di stress e per la preparazione atletica. Una sessione di quaranta minuti equivale a tre giorni di mare, ed é consigliato un ciclo di sei giorni da ripetere annualmente.
L’Hotel Petrarca é uno dei pochi centri in Italia in cui si pratica la terapia craniosacrale. Una procedura biodinamica effettuata attraverso delicate manipolazioni del cranio. Lo scopo finale del trattamento è quello di ristabilire l’equilibrio fisiologico dell’organismo umano.
Il centro Termale Petrarca offre ai propri ospiti un pacchetto di cure che comprende la fisioterapia strumentale, terapie orientali, trattamenti estetici accompagnati da consulenza medico estetica gratuita. Nel periodo estivo gli esperti del centro consigliano alle clienti bendaggi anticellulite e peeling corpo, per affrontare il sole, la spiaggia e il caldo più leggeri e purificati. Si prosegue poi con il circuito Vital Center composto di Bagno di Vapore calidarium, sauna e biosauna, docce emozionali, paradiso d’acqua e spruzzi acquiferi Yin Yang.
Per la cura del corpo è importante anche l’alimentazione per questo il Ristorante dell’Hotel, oltre a proporre una vasta scelta di pietanze internazionali, offre anche dei menu speciali per chi ha particolari esigenze dovute ad allergie, intolleranze, celiachia o per chi segue un’alimentazione Vegana o Vegetariana.
L’Hotel Petrarca organizza per gli ospiti un programma di eventi: il martedì, aperitivo di benvenuto, il mercoledì, la festa Hawaiana con menu tipico e lo staff vestito a tema, il giovedì ballo, il venerdì, serata veneziana con menu a base di pesce servito da camerieri-gondolieri, e infine il sabato nuovamente ballo.
Un elenco di esperienze, cure e familiarità che ha fatto sì che l’Hotel Petrarca e gli altri due Hotel della famiglia Pastorello fossero scelti per ospitare i giocatori dell’UEFA REGIONS’ CUP 2013. I giocatori delle squadre amatoriali, provenienti da tutta Europa hanno in questo modo potuto godere dei benefici termali tra una partita e l’altra. Le regioni e nazioni interessate sono state: Veneto (ITA), Eastern Region (NIR), Quarachala (AZE), Keleti Régió (HUN), Isloch (BLR), Selección Catalana (ESP), Olimp Moscow (RUS) Yugoiztochen Region (BUL).
Importante ricordare che la stagione invernale è ideale per le cure termali,  e se durante il giorno manca il tempo nessun problema: dalle 19,00 alle 23,00 l’Hotel Petrarca offre l’ingresso ridotto a chi vuole dimenticare una brutta giornata, o semplicemente rilassarsi e riposare in vista del nuovo giorno che verrà.

Elena Fabbri e Clementina Speranza

CURARSI A -170° CON LA CRIOSAUNA

CURARSI A -170° CON LA CRIOSAUNA

“Il freddo, un prezioso alleato -170°, un consumo pari a 900 calorie in una seduta di tre minuti” è quel che si legge sul banner della Criosauna allo stand ‘TTSPORT’ durante Rimini Wellness 2013, nel colorato, festoso, rumoroso e dinamico evento che si svolge con cadenza annuale presso il centro fieristico di Rimini.

Si tratta di un trattamento eseguito tramite la criostimolazione corporea a temperature molto basse (-160°). La durata è di tre minuti, all’interno di capsule simili a docce solari. Questa pratica è nata alla fine degli anni ’70, in Giappone, come strumento per la cura di stati ansiosi e depressivi. In seguito sono stati riscontrati molteplici benefici fisici per il recupero da infortuni e per il trattamento delle infiammazioni. La criosauna interessa il consumo calorico ed è uno strumento molto valido in ambito sportivo e per la cura di alcune patologie dermatologiche.

Il web è ricco di bibliografia scientifica che elenca le qualità della criostimolazione e molti sono gli sportivi, di ogni nazionalità, che usano questo trattamento: l’inglese Mo Farah (oro nei 5,000 m e nei 10,000 m alle Olimpiadi di Londra 2012), Frank Ribery (stella della Bayern Monaco e della nazionale francese), l’atleta giamaicano Usain Bolt, l’americano Steve Nash, stella della NBA, la squadra di calcio inglese del Bolton Wonders e di quella rumena del Clouj.

A Treviglio, il primo centro Italiano: il Krioplanet, di Massimo De Nardi un giovane imprenditore laureato in scienze motorie.

Massimo De Nardi, da sempre interessato alle fasi di recupero del corpo post allenamento, approfondisce l’argomento nella sua tesi di specializzazione. Per lo sviluppo della ricerca, ha collaborato con il professor Giuseppe Banfi, Direttore scientifico dell’Istituto Galeazzi di Milano, e  con il professore La Torre, membro della commissione giochi olimpici del CONI. Lo studio considera gli effetti post allenamento di immersioni in acque fredde e calde alternate, di una squadra giovanile di calcio. Il risultato è stato pubblicato da riviste del settore, tra cui “Minerva Medica” e “Scienza e Sport”. Durante i festeggiamenti post laurea, una fortunata coincidenza ha voluto che Massimo De Nardi venisse a contatto con un medico in procinto di aprire un poliambulatorio fornito di Criocamera e Criosauna. Dopo aver lavorato lì per un certo periodo, De Nardi ha poi aperto il suo istituto.

Krioplanet è partner del giro d’Italia: il 22 Maggio alla tappa partita da Caravaggio, è presente nell’area hospitality, dove gli atleti a fine gara possono eseguire il trattamento. L’idea nasce dal Tour de France: durante la manifestazione francese, infatti era stato allestito un camper mobile con  una Criosauna per gli atleti giunti al traguardo.

La criostimolazione non si rivolge soltanto agli sportivi e, in quasi trent’anni di studi scientifici e di applicazioni in tutto il mondo, non sono state riscontrate controindicazioni fisiche. L’unico fattore cui si deve prestare attenzione è il luogo in cui è collocata: tramite un rilevatore è opportuno monitorare il livello di ossigeno presente nella camera si stoccaggio perché l’azoto liquido diventato gassoso può modificare il valore in sicurezza della quantità di “O” ed essere pericoloso per l’operatore.

Il trattamento costituisce un potente antinfiammatorio naturale. Ottimi risultati sono stati dimostrati nel trattamento di artrite, artrosi, tendinite e tendinopatie. “Una giovane donna, affetta da artrite reumatoide ha riacquistato la mobilità della mano dopo quindici sedute – riferisce Massimo De Nardi -. Uno studio, effettuato su un campione di dodici tennisti professionisti nel circuito ATP, ha confermato l’effetto antinfiammatorio e, soprattutto, la costanza della forza mantenuta tra uno sforzo e l’altro. Altri dati confortanti sono rilevati nei livelli del profilo lipidico”.

Oltre ai benefici medici-sportivi c’è anche uno spazio per l’estetica. La pelle diventa più luminosa e compatta per un processo sistematico e naturale: il cervello percepisce il freddo come un avviso di pericolo, raccoglie il segnale e, di risposta, invia una reazione fisica al corpo che, sotto questo stimolo, favorisce lo sviluppo di nuove cellule. In un tessuto danneggiato o malato come quello affetto di psoriasi, il meccanismo di protezione dal freddo crea uno strato epidermico rigenerato e rinnovato. “Dopo dodici sedute di crio, un diciottenne con seri problemi di acne ha migliorato la pelle di volto e spalle”, precisa il giovane imprenditore.

Altri casi? “Un cinquantenne, sportivo a livello agonistico ora alla quarantacinquesima seduta, ha riscontrato sia benessere fisico che  miglioramento nelle prestazioni atletiche. Sono migliorati l’umore, la qualità del sonno, la pressione sanguigna e si è riscontrato anche un visibile ringiovanimento cutaneo.

Un giovane con psoriasi inversa (una forma localizzata a giunture, natiche, inguine, orecchie, attaccatura dei capelli e ombelico), dopo aver provato inutilmente tutto ciò che era sul mercato nazionale e internazionale, oggi può sedersi senza difficoltà, cosa che non gli era concessa prima di iniziare il trattamento con la criostimolazione”, conclude De Nardi.

                                              Elena Fabbri e Clementina Speranza

CONOSCIAMO I LASER COL DOTTOR DEDOLA

CONOSCIAMO I LASER COL DOTTOR DEDOLA

Un difetto dell’anima non può essere corretto, ma un difetto del corpo, se corretto, può migliorare l’anima, scriveva così Jean Cocteau. A riprendere il concetto è oggi il Dottor Diego Dedola, Medico Chirurgo, Specialista in Chirugia Generale Medicina Estetica e Laser Estetici, che ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Genova nel 2003 e ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Medico Chirurgo nella stessa Università nel 2004. Adesso lavora a Milano, Genova, Savona e Torino.

Chiediamo al dottor Dedola di spiegarci gli effetti e l’impiego dei diversi tipi di laser.

Laser per l’epilazione.
Con i laser medicali, in una zona di 1 cm², in cui ci sono circa 20 bulbi piliferi, per arrivare a un risultato del 95% sono necessarie circa 4-6 sedute, con una frequenza tra i 25 e 40 gg., che muta in relazione alla zona da trattare. Si possono trattare tutte le zone (volto, corpo, arti) e tutti i peli (chiari, scuri, sottili e spessi) tranne quelli bianchi, perché il laser non li riconosce.
Definirla depilazione definitiva ritengo sia impreciso, perché non vengono eliminati tutti i peli, ma circa il 95%. È corretto, invece, parlare di depilazione permanente, anche se in alcuni casi può esservi una ricomparsa dei peli. Ad esempio, a una donna di 40 anni che effettua un ciclo di depilazione per cui bastano 4-5 sedute, al momento della menopausa (53-55anni), possono ripresentarsi i peli nelle zone trattate. Ciò non significa che il laser non abbia funzionato ma che la variazione ormonale ha favorito la crescita.
Per l’epilazione si usa un Laser medicale che può essere utilizzato solo da  medici (dermatologo, chirurgo plastico, chirurgo generale). La luce pulsata non è paragonabile a quelle di 2° e 3° livello, che hanno costi inferiori ma non producono risultati o possono provocare danni. Rivolgersi a medici altamente specializzati anziché a centri estetici garantisce una sicurezza del risultato e quasi inesistenti danni collaterali; ovviamente, però, si affronteranno costi maggiori.
Si consideri che gli operatori abbinano alla conoscenza della teoria un lungo periodo di pratica: i tempi di apprendimento per un laserista sono di 3-4 anni.
Il laser funziona bene fino al fototipo 4-5 (magrebino, siciliano) poi non più, perché il target della luce del laser è la melanina che sta all’interno del bulbo pilifero. Il fatto che il laser però riconosca la melanina anche nella cute può causare ipopigmentazioni nelle persone scure di pelle. Sta all’operatore esperto operare su un fototipo max 5 e diminuire la potenza erogata, procedimento che richiederà qualche seduta in più.

Il laser vascolare elimina gli  inestetismi vascolari del volto, del tronco e degli arti inferiori. È specialistico per vene, capillari, angiomi, teleangectasie.
Elimina i capillari perché “vede” l’emoglobina e la denatura. Il sangue, da rosso vivo, diventa marrone scuro perché i macrofagi, le cellule spazzine vanno a mangiarsi la meta-emoglobina denaturata e la depositano nella milza, in modo che sia poi espulsa attraverso le vie urinarie.
Sono necessari 40 giorni per vedere i risultati sulla zona trattata, la cute sarà arrossata e sarà necessaria una terapia antibiotico atopica. Tutto si risolve in un mese circa.

Laser per l’eliminazione lentigo solari o lentigo senili. Si tratta delle classiche macchie su volto, collo e mani che di solito compaiono dopo i 40 anni a causa dall’invecchiamento, delle lampade ultraviolette edella prolungata foto esposizione. Si utilizza la luce pulsata e sono necessarie 2 sedute, a distanza di 30 giorni una dall’altra. La cute nuova sarà di una gradazione cromatica leggermente più chiara, si consiglia per questo di utilizzare la protezione 50 sulle zone trattate e di esporsi al sole almeno dopo 2 mesi dal trattamento.

Il Laser vascolare utilizza lo stesso macchinario del laser per l’epilazione, vengono però usati 2 manipoli diversi, con 2 fonti diverse, uno utilizza la luce pulsata (IPL), l’altro Nd –Yag cambiando parametri settati  e filtri.

Il laser per la lassità cutanea ripristina la tonicità cutanea stimolando la sintesi di elastina e collagene.

Si possono utilizzare diversi laser: infrarosso frazionato, il thermage o la radiofrequenza quadripolare che stimola in profondità il collagene e lo fa salire in superficie.

L’infrarosso frazionato
L’effetto termico del manipolo non produce surriscaldamento o bruciore cutaneo in quanto è accompagnato da un sistema di raffreddamento per contatto che garantisce il massimo comfort al paziente.
Questa apparecchiatura agisce sul derma profondo (livello ipodermico): una volta posizionata sulla cute, crea una propagazione termica di luce infrarossa frazionata volta a denaturare e contrarre le molecole di collagene.
Attraverso questi processi è possibile rimodellare le zone caratterizzate da lassità, perdita di elasticità e tono cutaneo conseguenza dell’invecchiamento e della forza di gravità.
Il trattamento ha una durata variabile, che dipende dall’estensione dell’area trattata.
Per un risultato ottimale sono necessarie da 5 a 6 sedute, a circa 30 giorni l’una dall’altra.

Il Thermage è un apparecchio a radiofrequenza monopolare, denominato ThermaCool Tc System™  e approvato dall’americana FDA (Food and Drug Administration). Emette un flusso di calore controllato stimolando i fibroblasti a produrre collagene. Grazie a questa sollecitazione, le fibre “si accorciano” e la pelle “risale”, con un visibile effetto rassodante. Il tutto in una sola seduta.
Il risultato è visibile, in media, a circa 45 giorni dall’applicazione. E può migliorare con gradualità sino a sei – otto mesi dalla procedura, mantenendosi in genere per 24-30 mesi. La durata degli effetti dipende  da diversi fattori soggettivi: età, condizioni della pelle, spessore del derma e del connettivo, tendenza al cedimento delle fasce muscolari,  proprietà delle proteine elastiche e del collagene, esposizione al sole, variazioni di peso, stress ossidativo, quantità e qualità delle ore di riposo, alimentazione. Trascorso questo periodo, i tessuti tornano lentamente alle condizioni iniziali. Lo Specialista può allora procedere  con una nuova seduta di Thermage, senza alcun rischio, e così via per i successivi anni.
Dopo la seduta, può verificarsi, seppur molto di rado, un modesto arrossamento della pelle, destinato a scomparire in poche ore. Ancora più rara la comparsa di un edema intorno alla mandibola, che può durare 2/3 giorni  e scompare senza lasciar traccia. A fine trattamento, è possibile riprendere le proprie attività quotidiane, truccarsi, esporsi ai raggi solari o sottoporsi  a una seduta di lampada abbronzante UVA.

La radiofrequenza quadripolare è una tecnologia piuttosto recente per il ringiovanimento e per ottenere un effetto lifting del viso. Si percepirà un leggero calore sulla pelle perché utilizza l’effetto delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza che agiscono direttamente nel derma.
Le onde generate con la radiofrequenza producono energia termica che scalda i filamenti del collagene (responsabile dell’elasticità della pelle) i quali si contraggono restituendo l’effetto tensorio di lifting.
I risultati sono temporanei, con il tempo tutto torna come prima, effettuando altre sedute per stimolare la produzione di collagene gli effetti, però, dureranno più a lungo.
Solitamente per ottenere risultati ottimali è necessaria una serie di 3-5 trattamenti. La radiofrequenza viene utilizzata per la riduzione di rughe sottili, borse sotto gli occhi, zampe di gallina, occhiaie, cicatrici da acne e gli altri segni che lo scorrere del tempo provoca sul viso.

Il Laser CO2 frazionato attenua rughe, cicatrici postacneiche e postraumatiche, cheloidi, smagliature.
Va a levigare e a creare dei microtraumi superficiali sull’epidermide e sul derma. Crea ponti tra cute traumatizzata e cute sana e favorisce così un ricambio cellulare.
Nel caso di cicatrice da acne, riesce a levigare e ripristinare il tessuto.
Nel caso delle smagliature, riesce a restringerle e a livellarle. Se la smagliatura è molto vecchia e la pelle presenta molto collagene si può ottenere un buon livellamento. Altri elementi che influiscono nel risultato dipendono da:
idratazione della cute
quantità di tessuto adiposo
esposizione alla luce nel corso degli anni
alimentazione
attività fisica svolta nel corso degli anni
grasso e lassità.

Più grasso c’è e meno risponde la macchina.
Per quanto riguarda le smagliature non ci sono dati certi. Non si può dire che si cancellino, ma si possono attenuare del 40-50%.

Laser chirurgico CO2. È un laser ablativo e fa le veci dell’elettro bisturi perché è più preciso e non occorrono poi punti di sutura. Asporta lesioni verrucose, condilomi, nevi e fibromi cutanei (penduli e molli), senza esiti cicatriziali.

Laser a luce pulsata o il laser frazionato, sono utilizzati per il Fotoringiovanimento cutaneo. Si tratta di stimolazioni della cute non ablative, non invasive e senza sanguinamento. Le cellule vengono stimolate in maniera più rapida al ricambio cellulare. Le sedute vanno ripetute ogni 2 mesi per il laser frazionato, e ogni 15 giorni per il fotoringionavimento laser a luce pulsata.

d.dedola@newmedinstitute.it
Phone : +39 334 2466 861

UN SISTEMA AMERICANO, UNA FISIOTERAPISTA TEDESCA E UN CENTRO ITALIANO

UN SISTEMA AMERICANO, UNA FISIOTERAPISTA TEDESCA E UN CENTRO ITALIANO

ARPwave  è un sistema sviluppato in America da Denis Thompson e Jay Schroeder.  Si tratta di un apparecchio di elettrostimolazione neuromuscolare ad alta frequenza che favorisce e accelera il superamento di problematiche muscolari e articolari acute e croniche, migliora in modo evidente la performance atletica e previene infortuni e dolori dovuti alla pratica sportiva o alla normale vita quotidiana.
Già usato da atleti di football americano, NBA, golf, atletica e baseball e da squadre professionistiche di calcio di serie A anche italiane, ARP viene proposto pure a un pubblico più vasto, a Milano, presso il Centro Medico Ambrosiano in cui opera la fisioterapista tedesca Stephanie Dietrich.

ARP agisce sui muscoli, in che modo? E quando si può utilizzare?
Con ARP si interviene su problemi articolari, affrontandoli a livello muscolare.
Può essere utilizzato per la preparazione atletica, per esempio presciistica per rafforzare il quadricipite, in modo da rendere il ginocchio più stabile ed evitare distorsioni, contusioni e possibili fratture. Si impiega sia nella riabilitazione postoperatoria sia per prevenire alcuni interventi chirurgici. In caso di distorsione articolare, serve a rinforzare la muscolatura per stabilizzare l’articolazione. Se si soffre di artrosimeniscopatia o postumi da intervento artroscopico al ginocchio, si rinforza il quadricipite per stabilizzare il ginocchio.
In caso di epicondilite (un’infiammazione del tendine al gomito) si  utilizza per stabilizzare e rafforzare i flessori della mano.
ARP può essere impiegato anche in caso di cattiva circolazione, o quando è necessario un incremento del flusso sanguigno, per esempio dopo uno strappo muscolare, o nel caso di pazienti che abbiano subito un trauma cui il medico consiglia di non muoversi.
In caso di strappo muscolare, che può avvenire quando il muscolo è stanco o impreparato a sostenere uno sforzo, sono utili un incremento del flusso sanguigno e un rinforzo muscolare.
Se si ha una contrattura muscolare è indicato prima un periodo di riposo con eventuale terapia passiva per aumentare il flusso sanguigno. Successivamente si riprende con il movimento, l’allungamento e il rinforzo muscolare.
Si utilizza ARP come terapia passiva in caso di tempi ridotti per il recupero dopo un intervento chirurgico, in caso di un edema significativo o di immobilizzazione.

Come funziona?
Quando ARP provoca la contrazione del muscolo, il paziente lo deve allungare (lavoro eccentrico). Quando la macchina fa piegare il muscolo, il paziente lo deve estendere. Quando la macchina lo fa estendere, il paziente lo deve piegare (direzione opposta). Se la mano va in flessione bisogna andare in estensione…

Si dice che consente di evitare alcuni interventi chirurgici, cosa s’intende?
Molti pazienti ricorrono a un intervento chirurgico per risolvere il dolore. Se riusciamo a eliminare il dolore con un ciclo di terapia, possiamo quindi prevenire o rimandare l´intervento chirurgico. Questo non vale ovviamente per tutte le patologie e soprattutto non intende mettere in discussione la pratica chirurgica. In tanti casi gli interventi sono necessari.
Faccio un esempio. Sto trattando una paziente che aveva molto dolore a causa di una patologia al menisco e avrebbe dovuto mettere la protesi al ginocchio perchè non ha più la cartilagine. Abbiamo fatto 5 sedute, si è rafforzato il quadricipite e il dolore all’articolazione è diminuito notevolmente, la paziente quindi ha deciso di evitare l’intervento.

È possibile utilizzare ARP sin dalla fase acuta?
Si può utilizzare da subito, basta modificare l’intensità della macchina e capire a che livello si trova il paziente. Prendiamo come esempio la distorsione della caviglia, notiamo che di solito dopo il trauma appare subito un gonfiore che impedisce il movimento. Con ARP possiamo fare il trattamento in acqua, inizialmente senza movimenti, poi quando scompare l’edema si potrà procedere con i movimenti.

Con quali altre tecniche fisioterapiche o strumenti si può integrare?
Con tecniche della kinesiterapia. Si possono aggiungere altre terapie strumentali, senza alcun rischio. Si possono trattare inizialmente le articolazioni con il laser per eliminare l’infiammazione e intervenire poi con ARP per rafforzare la muscolatura.

Per chi è controindicato?
Per i portatori di defibrillatori, pacemaker, o persone affette da tumori, per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.

È indicato anche in patologie neurologiche?
Per utilizzare ARP è necessario essere in condizioni di equilibrio neurologico (neurological balance).

Quante sedute si consigliano?
Con ARP siamo in grado di accelerare il processo di recupero, quindi sono necessarie meno sedute rispetto a una terapia convenzionale. I pazienti vedranno risultati già nel primo trattamento. Nella prima seduta, che dura un poco più delle altre, si fa una valutazione iniziale. Le sedute successive  sono di circa 20-30 minuti. La durata di un ciclo è stabilita in base ai sintomi e all´adattabilità individuale.
30 minuti di trattamento con ARP sostituiscono un’ora e mezza di palestra. Come allenamento si può fare 3-4 volte la settimana, come trattamento dopo traumi e infortuni, dipende dal paziente e dalla patologia.

Quali differenze ci sono rispetto agli altri elettrostimolatori?
La potenza, il numero delle contrazioni, che arrivano a un massimo di 500 al secondo. La possibilità di cambiare la polarità e di fare il trattamento in acqua a mani e piedi, dove le articolazioni sono molto piccole.
Di solito un muscolo sollecitato da un elettrostimolatore tradizionale ha una contrazione, seguita da una fase di rilassamento. Il muscolo lavora e si rilassa, lavora e si riposa. ARP, invece, viene utilizzato in movimento (tranne in caso di immobilizzazione). Per fare un esempio, quando si ha un crampo alla gamba, la prima cosa che si fa è provare a liberarsi del crampo estendendo la gamba per diminuire il dolore e far lavorare bene il muscolo. Utilizzando ARP noi provochiamo una contrazione muscolare e poi estendiamo il muscolo, facendolo lavorare in modo eccentrico (il muscolo si lascia vincere dal carico, allungandosi). Il carico in questo caso equivale a una contrazione.

Serve un corso per poterlo usare?
I corsi si tengono presso ARP Company. In Italia ci sono trainer specializzati che effettuano corsi riservati a medici, fisioterapisti e massofisioterapisti.

Tre le fasi…
Prima, si fa il warming up (riscaldamento) con una polarità normale tra positivo e negativo.
Seconda fase, si cambia la polarità così il muscolo risulta più trattato.
La terza fase è quella del rilassamento.
Si può fare sulla cyclette o camminando con la macchina accesa inserendo il programma del rilassamento, per far riposare il muscolo, per aumentare la circolazione, per evitare il dolori che seguono a un’attività sportiva. I giocatori, dopo una partita, fanno il cooling down e di notte possono seguire questo programma e dormire con la macchina accesa.

Stephanie Dietrich, nata a Lipsia, è una giovane fisioterapista abilitata a praticare il trattamento ARP. Laureata a Dresda e a Senftenberg alla facoltà di Fisioterapia, con una tesi sull’indagine della qualità della vita dei pazienti con artrosi, la Dietrich si è specializzata nella terapia per le malattie della schiena, con competenze in particolare nella riabilitazione per le patologie della colonna vertebrale e programmi di ginnastica posturale. Si è inoltre specializzata in linfodrenaggio a Lipsia. 
Dopo aver svolto la propria attività in Germania (terapia di malattie ortopedico-chirurgiche e disturbi circolatori e polmonari e applicazioni nelle principali terapie riabilitative e post-operatorie), Stephanie Dietrich, si specializzata in ARP con il preparatore della Nazionale di Calcio olandese e collabora ora con il Centro Medico Ambrosiano. 

                                                                             Clementina Speranza

IL TRUCCO SEMIPERMANENTE IN TUTTA SICUREZZA

IL TRUCCO SEMIPERMANENTE IN TUTTA SICUREZZA

È come dipingere, e ciò che conta sono la passione e l’esperienza. Questo il pensiero di Liliana Simonedermopigmentatrice e punto di riferimento a Roma e Milano per il trucco semipermanente. “La tecnica consiste nel fare penetrare con un piccolo ago il pigmento nella parte superficiale della pelle; non è un tatuaggio vero e proprio (si usano macchine, aghi e prodotti diversi) perché il colore, in questo caso, non giunge agli strati profondi del derma – spiega Liliana Simone -. In pratica, un contorno labbra, un tratto di eyeliner, piccoli nei, sopracciglia più folte disegnate pelo per pelo o con una sfumatura, che non vanno via con lo struccante né si devono disegnare ogni mattina. Il risultato è un trucco duraturo ma non definitivo, da rinnovare periodicamente in base a nuove esigenze. Nel tempo, infatti, l’intensità del colore tende a sbiadire naturalmente. Dura in media 12 mesi, ma anche di più, a seconda della pelle”.

Liliana, conosciuta come Lilly, apprende questa tecnica da colei che l’ha inventata: la francese Carole Franch. “Nel 1983 frequentavo i suoi corsi, non c’erano ancora le macchinette e si faceva tutto a mano. Si presentava, poi, la documentazione di 20 lavori, ma solo se si superava l’esame la scuola rilasciava attestato e prodotti per esercitare”.

Oggi, invece, sono tante le aziende produttrici di pigmenti che organizzano corsi di pochi giorni. “È sempre troppo poco il tempo che si dedica all’insegnamento del trucco permanente – afferma Lilly Simone –. Spesso chi si avvicina e frequenta i corsi lo fa per passione, ma non è detto che sia effettivamente portato: è necessario che sia seguito e controllato da una persona esperta. Nelle scuole di estetica, invece, il numero di ore dedicato alla tecnica del trucco semipermanente è maggiore. In alcune di queste i ragazzi sono seguiti con molta attenzione e, anche a corso terminato, possono tornare per gli aggiornamenti o per migliorarsi.

In Italia, però, questo lavoro necessiterebbe di un maggiore controllo: spesso si esercita a casa o in strutture prive di specifica certificazione ASL, sprovviste di regolare licenza e idoneità igienico-sanitaria”.

Lilly Simone da trent’anni collabora con Aldo Coppola a Roma e Milano. In passato lavorava con la Clinica Villa Borghese di Roma e con l’Istituto Image Medical SPA di Milano dove coadiuvava i medici. Sì perché, ad esempio, in casi di mastectomia si “ricostruisce” l’areola e si ridisegna anche il capezzolo, e per attenuare cicatrici o smagliature si utilizza un pigmento che si avvicini al colore della pelle circostante. In caso di alopecia o diradamento, poi, si sfuma il pigmento nella zona interessata usando varie tecniche.

Prima di sottoporsi al trucco semipermanente bisogna assicurarsi però che tutti i materiali siano monouso e che i colori siano accompagnati da certificazione. Eventuali reazioni allergiche possono essere prevenute con  un test: basta fare un puntino per vedere come reagisce la pelle.

                                                                Clementina Speranza

UN PIZZICO DI ORIENTE A MILANO

UN PIZZICO DI ORIENTE A MILANO

La musica di sottofondo è orientale, così come le ceramiche. Tappeti berberi, arazzi uzbeki e zelij arredano una magica oasi di relax e benessere. Questo all’ Hammam della Rosa,  il primo bagno turco tradizionale di Milano, che da poco ha compiuto 11 anni. Come nei più antichi hammam mediorientali e magrebini, uomini e donne hanno la possibilità di vivere il rituale del hammam e ritrovare la gioia di dedicarsi del tempo.

Il Percorso della Rosa è quello del bagno turco tradizionale, che ha inizio nel tepidarium: una grande sala calda e leggermente umida, con sedili di marmo riscaldati, fontane ornate di mosaici e zampilli d’acqua. Qui ci si cosparge il corpo con il sapone nero prima di accedere al calidarium, una stanza satura di vapore la cui temperatura media è di 45°. Il calore, che ha un effetto tonico e rilassante al tempo stesso, agisce anche sulla pressione arteriosa. Favorisce la sudorazione e permette l’eliminazione delle tossine, rendendo così la pelle più luminosa e pulita. La sosta nel calidarium (beit el sakhin) è soggettiva, ognuno può restare quanto desidera rinfrescandosi o spostandosi nel tepidarium (westya) per qualche minuto per poi ritornare al bagno di vapore.

A seguire, i trattamenti tradizionali del hammam: il massaggio esfoliante con il tipico guanto ruvido kassa, seguito dal massaggio di sapone con l’autentico sapone di Aleppo e dal lavaggio di corpo e capelli con esclusivi prodotti fitobiologici a marchio Hammam della Rosa.

“I nostri prodotti sono completamente naturali, privi di sostanze chimiche o conservanti. Per i trattamenti, tipici dell’hammam tradizionale, si utilizzano olio d’argan e latte d’asina – spiega Stefania Scarpa, fondatrice di Hammam della Rosa -. Per le profumazioni ci ispiriamo alle essenze delle antiche tradizioni arabe. I prodotti della linea cosmetica sono disponibili in commercio per ricreare a casa propria, la magia del rituale del Hammam e prolungare, giorno dopo giorno, gli effetti benefici dei trattamenti”.

Il frigidarium (beit el barid), vasca tiepida a effetto tonificante può essere raggiunto dopo i trattamenti di pulizia della pelle.

L’ultima sosta del percorso, senza limiti di tempo, è nella sala relax dove è possibile degustare, prima di rituffarsi nel trambusto cittadino, tè alla menta, frutta, e la sontuosa pasticceria araba.

In pausa pranzo, o per l’aperitivo, la sala Cafè è a disposizione dei soci con stuzzichini arabi dolci e salati, tè alla menta e bevande aromatizzate.  Su prenotazione, inoltre, si può provare il massaggio Ammà di 15 o 25 minuti, una digitopressione distensiva a schiena, spalle, collo, braccia e mani, restando comodamente adagiati su tappeti e cuscini.

Aperto alle donne dal martedì alla domenica, l’Hammam della Rosa, inaugura nel 2004 un secondo spazio attiguo, inizialmente soltanto maschile e adesso dedicato quotidianamente anche a romantici percorsi in coppia.

                                                                              Clementina Speranza

Nel cuore di Milano per dimenticare la città

Nel cuore di Milano per dimenticare la città

Avreste mai pensato di fare una rigenerante sauna all’interno di un tram? Oggi è possibile da QC Termemilano che propone il Tram del Benessere Misura. La prima biosauna al mondo nella vettura della storica Carrelli fedelmente restaurata, dalle panche ai caratteristici finestrini, dalla volta del tetto a doghe di legno fino al classico pavimento a righe. Un grosso braciere al centro della carrozza. Si tratta di una “sauna soft” rispetto alla sauna classica “finlandese”. Le temperature, infatti, non superano i 70° e l’umidità è superiore al 35%.

QC Termemilano è un ampio complesso in stile Liberty di oltre 2500 mq che propone percorsi multisensoriali: oltre trenta differenti pratiche benessere e 5 Sale Relax.

Cascate a intensità differenziata, docce nebulizzate, vasche idromassaggio con musica subacquea, hammam… per poi rilassarsi in apposite sale studiate con cura, ognuna dedicata a un elemento. Nella stanza Acqua, comodi materassi ad acqua e immagini di onde proiettate sul soffitto. Nella stanza Terra, i suoni che popolano la natura e materassini in lattice sopra un manto di erba sintetica. Nella stanza Aria, soffici lettini sospesi come nuvole, e nella stanza Fuoco una fiamma protetta che riscalda e avvolge come un abbraccio. E poi il Teatro delle meraviglie: una sala in cui si può scegliere il genere musicale da ascoltare in cuffia, mentre ci si rilassa sdraiati con le gambe sollevate.

Il complesso QC Termemilano è un’oasi del benessere nel cuore di Milano, aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 23.00, mese di agosto compreso, per rigenerarsi e rinfrescarsi senza lasciare la città.

Immerso nel verde del Giardino Spagnolo, con le grandi vasche idrominerali e l’ampio solarium all’interno delle mura cinquecentesche erette da Ferrante Gonzaga, il benessere di QC Termemilano coinvolge anche il gusto: con un light buffet e l’Aperiterme, che a Milano, patria dell’happy hour, non poteva mancare. Lo speciale aperitivo è proposto tutti i giorni dalle 18.30. Nel buffet? Prodotti tipici della Valtellina e della Valsassina, prodotti da forno accompagnati da centrifugati di frutta e verdura, e da un buon bicchiere di bollicine.

Il Centro Massaggi, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 21.00, completa l’offerta di benessere. Si potrà scegliere ogni dettaglio: musica, aromi, essenze, luci, candele, prodotti (Olio di mandorle dolci, Olio d’argan, Baume aromatique, Cioccolato bianco).

E per finire? Un tuffo nelle creme della linea QC Terme Cosmetics contenenti le acque termali della sorgente Cassiodora di Bormio, all’interno dei vari dispenser a disposizione dei clienti negli spogliatoi.

QC Termemilano nasce da un’iniziativa promossa da ATM, proprietaria del complesso novecentesco, e sviluppata da QC Terme, gruppo guidato da Andrea e Saverio Quadrio Curzio, attivi da tempo nel settore termale, che gestiscono altri  angoli di paradiso: i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi di Bormio, le Terme di Pré Saint Didier ai piedi del Monte Bianco in Valle d’Aosta e QC Termetorino.

Clementina Speranza

Prodotti e metodi naturali vincono un premio e sconfiggono lo stress

Prodotti e metodi naturali vincono un premio e sconfiggono lo stress

A ricevere il premio è Aquae Calidae, un angolo di relax a Milano, nel cuore della città più frenetica d’Italia. Aquae Calidae, infatti, è stata eletta Migliore Urban Spa d’Italia agli Italian Spa Awards 2011.
Aquae Calidae vuole donare bellezza attraverso la liberazione della forza vitale e dell’energia interiore che ognuno di noi possiede neutralizzando lo stress quotidiano.
Il Centro mette a disposizione dei clienti locali dove le temperature e l’umidità, favorendo la negativizzazione dell’aria, rendono più facile il rilassamento.
Nel TEPIDARIUM, dalle panche al pavimento, alle pareti, tutto è piacevolmente riscaldato per favorire il più completo relax. Unici suoni percepibili: quello dell’acqua e le voci sommesse dei clienti.
In un altro ambiente vi è la presenza costante di un TRACTATOR, un’assistente che si prende cura degli ospiti e li prepara al passaggio a un ambiente più caldo aspergendoli e massaggiandoli con una soluzione di acqua madre (acqua marina raccolta nelle saline) che dona iodio e sali  minerali alle cellule. A questa si aggiungono gocce di oli essenziali per favorire la penetrazione del finissimo sale che verrà poi cosparso sul corpo. “La temperatura del CALIDARIUM non è mai superiore ai 45° – spiega Lucia Russi  -, questo perchè avendo cosparso la pelle con prodotti salini saranno sale  e vapore a favorire la sudorazione, più del calore. In questo modo la pressione non si abbassa eccessivamente e non ci sono limiti di tempo per la sosta nell’ambiente. La sosta più lunga in calidarium permette di detossinare (l’eliminazione delle tossine attraverso i pori) di più, con una sudorazione più lunga e costante; e consente al vapore di pulire bene tutte le vie respiratorie e regolare il respiro aumentando la capacità polmonare. Una vera manna per gli asmatici”.
All’uscita, oltre all’impatto con una temperatura ambientale molto meno calda, si troverà una cornucopia che produce una cascata di ghiaccio costante (FRIGIDARIUM).
Lo sfregamento del corpo con manciate di ghiaccio favorisce un’immediata vasocostrizione che, seguendo alla vasodilatazione provocata dal caldo-umido del Calidarium, impegna i vasi sanguigni in un efficace esercizio che contribuisce ad aumentare l’elasticità delle pareti.
Essenziale per il benessere e il rilassamento è il fatto che, in tutto questo percorso, la Direzione offre solo suggerimenti: ciascuno può sentirsi libero di stabilire tempi e modalità d’uso dei locali adattandoli a se stesso e alle sensazioni che man mano prova.
Aquae Calidae nasce nel 2004, dalla visione della Dottoressa Lucia Russi che, dopo oltre 30 anni dedicati alla professione medica, ha sentito il bisogno di creare un rifugio in grado di unire benessere e ospitalità, in cui prevenire le malattie attraverso la pratica millenaria del Salus per Aquam.
Tutti i trattamenti proposti – spiega Lucia Russi – vengono effettuati con prodotti naturali, per la maggior parte già in uso nell’antica Roma.

Thalasso Terapia
Per i trattamenti Thalasso terapici si utilizzano Aqua MarisSali e Limo delle Terme di Margherita di Savoia.
Nelle saline di Margherita di Savoia, le saline più grandi d’Europa, i condottieri dell’antica Roma curavano le ferite di guerra grazie alle proprietà cicatrizzanti, drenanti e antinfiammatorie di Aqua Maris e Limo.
I prodotti in questione, oltre a essere ricchi degli oligoelementi e sali minerali tipici di tutti i prodotti termali, contengono anche un protozoo, la Dunaliella Salina, che dona all’acqua il suo caratteristico colore rosato e stimola la produzione di betacarotene.
L’Aqua Maris (acqua madre) è l’acqua dell’ultima vasca nel processo di estrazione del sale. Porta questo nome proprio perché è l’acqua che genera il sale. È altamente salina e ricchissima di oligoelementi che la rendono molto drenante, ma allo stesso tempo idratante e nutriente.
Il limo è il fango che si forma sul fondo delle vasche delle saline, anch’esso altamente salino, ha proprietà drenanti, antinfiammatorie e riattivanti della microcircolazione.

Il latte d’asina
Ancora oggi viene esaltata la bellezza di Poppea, che si affidava alle straordinarie proprietà nutrienti del latte d’asina.
Sappiamo poi che Cleopatra portava con sé, ovunque andasse, un seguito di 80 asine per non rinunciare mai ai bagni nel loro latte.
È proprio ispirandosi a queste donne dalla bellezza leggendaria che viene proposta una linea di prodotti per la cura di viso e corpo a base di latte d’asina a marchio Aquae Calidae.
Si tratta di prodotti utilizzati sia per i trattamenti viso e corpo in Spa, sia come linea vendita per la cura quotidiana, in modo da avere la pelle sempre morbida ed elastica.
Gli acidi grassi contenuti nel latte d’asina ripristinano e proteggono le membrane delle cellule cutanee e svolgono un’efficace azione antiossidante. Il complesso multivitaminico A, B, C, E blocca e allontana i cataboliti del metabolismo cellulare della cute e stimola un’azione epitelio-protettrice.
Il Lisozima, un enzima dotato di proprietà antibatteriche, attenua gli stati infiammatori della cute e del cuoio capelluto.
Si tratta di prodotti indicati per tutti i tipi di pelle e particolarmente adatti alla cura di epidermidi sensibili e di soggetti allergici. Il latte d’asina viene infatti anche utilizzato in campo alimentare per soggetti allergici o intolleranti al latte vaccino oltre che per individui a stretto regime dietetico, dato che ha un bassissimo contenuto lipidico.

Altri prodotti Termali:

“Ci avvaliamo della collaborazione con Girzi Line, azienda cosmetica che basa la sua produzione sulle acque e i fanghi termali estratti a Boario Terme – afferma Lucia Russi -. Sono prodotti adatti a tutti, anche ai soggetti ipertiroidei, su cui non si può lavorare in thalasso terapia.
Di questa linea sono da segnalare i fanghi massaggiabili, in una formulazione esclusiva e d’avanguardia che rivoluziona i trattamenti a base di fango: non dovremo più applicare il fango e lasciarlo in posa per poi sciacquarlo, ma potremo massaggiarlo sul corpo per tutta la durata del trattamento fino al totale assorbimento.
In questo modo potremo potenziare gli effetti dei principi attivi contenuti nel fango con il massaggio e far sì che il fango continui la sua azione remineralizzante anche nelle ore successive al trattamento”.

                                                                           Clementina Speranza

BIORIVITALIZZAZIONE

BIORIVITALIZZAZIONE

Le sostanze contenute nel nostro sangue vanno a stimolare i processi di riparazione. Studiando il processo di cicatrizzazione legato all’azione delle piastrine sui traumi della cute è nata l’idea della Biorivitalizzazione con PRP (Platelet-Rich Plasma) sia per il viso che per il bulbo pilifero.
“In natura, il PRP è una fonte di fattori di crescita che stimolano lo sviluppo dell’osso e dei tessuti molli (cute, sottocute, tessuti miofasciali) del nostro organismo, migliorando la risposta ai danni biologici e favorendo la guarigione delle ferite. Innestato nella zona da trattare, il PRP accelera la proliferazione cellulare (specie delle staminali), favorendo i processi riparativi e la rivascolarizzazione di pelle e cuoio capelluto, oltre alla sintesi di collagene. Il tutto senza effetti collaterali, trattandosi di una sostanza naturale, derivata dall’organismo del paziente”, afferma la Dottoressa Stefania Grecoesperta in Medicina Estetica, Omeopatia, Omotossicologia e Medicine Integrate all’Ospedale San Raffaele di Milano.
Il PRP può essere utilizzato per rigenerare e, dunque ringiovanire, non solo la pelle di viso, collo, décolleté e mani, ma anche di addome e gambe. Una volta ottenuta la soluzione, lo specialista la inietta sottocute con microiniezioni distanti circa 1-2 cm l’una dall’altra.
Si ottiene subito un leggero “effetto filler” nelle zone interessate, ma i risultati più evidenti si manifestano nell’arco di un mese circa. Grazie alla stimolazione delle cellule del collagene ed elastina, la pelle appare più turgida, luminosa e compatta.
Questa tecnica, altrettanto promettente per contrastare la caduta dei capelli, costituisce valida alternativa alle tradizionali terapie mediche anti-caduta che prevedono il ricorso a farmaci (per esempio la finasteride) dai molti effetti collaterali.
Il principio della PRP HT (Platelet Rich Plasma Hair Therapy) è sempre lo stesso: i fattori di crescita presenti nelle piastrine sono in grado di stimolare l’attività delle cellule staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o in sofferenza.
È indicata in tutti gli stadi dell’alopecia androgenetica, sia maschile (interessa l’85% degli uomini) sia femminile (colpisce il 50% delle donne in menopausa e un elevato numero di donne in età fertile). La PRP HT viene inoltre impiegata con successo nei casi di alopecia areata a chiazze e nei soggetti già sottoposti ad autotrapianto di bulbi del follicolo pilifero, per favorirne un più rapido attecchimento e stimolare la crescita di eventuali bulbi silenti, migliorando il risultato chirurgico.

La seduta e i risultati
Si tratta di una metodica ambulatoriale che richiede circa 30-45 minuti. Non servono particolari analisi preparatorie, ma è sempre meglio effettuare un esame del sangue, specie se si hanno problemi di coagulazione o di funzionalità epatica.
“La seduta inizia con il prelievo di 60-70 ml di sangue venoso – spiega la Dottoressa Greco -. Le provette vengono immesse in una centrifuga che, in pochi minuti, separa le componenti del sangue e permette di ottenere una massa gelatinosa, il plasma ricco di piastrine (PRP), fonte di fattori di crescita”.
Due i metodi per l’applicazione: con la siringa o con un rullo composto da aghi che provocano tanti microfori superficiali. “Preferisco utilizzare la siringa perché il siero PRP viene iniettato in profondità, al livello del derma e si ha la certezza che non venga disperso in superficie – continua la Dottoressa Greco -. Quando si agisce sul cuoio capelluto, dopo aver anestetizzato la zona da trattare, lo specialista inietta la soluzione ottenuta, per poi procedere al massaggio che ne favorisce la distribuzione. Non è richiesta convalescenza: il paziente può riprendere immediatamente le attività abituali. I primi risultati cominciano a comparire dopo circa 1-2 mesi dalla prima seduta. Nei casi di diradamenti più seri il trattamento si ripete dopo 2-3 mesi. In generale, per il mantenimento basta un ‘richiamo’ una volta l’anno”.
L’iter per il viso e le altre parti del corpo è il medesimo. “Possiamo parlare di trattamento curativo, perché serve a rinnovare il tourn over delle cellule e a migliorare la texture della pelle, ma i risultati non sono immediati come con filler, botulino o laser –  chiarisce la Dottoressa Greco -. A questa terapia si può associare la biorivitalizzazione con acido ialuronico, con vitamine e proteine per idratare, nutrire in profondità e potenziare l’effetto curativo del trattamento PRP. Queste sostanze iniettate nel derma stimolano fisiologicamente la produzione di collagene e acido ialuronico che con il tempo (cronoaging) e con il fotodanneggiamento (fotoaging) e che già dopo i 30 anni cominciano a ridursi quantitativamente”.

Clementina Speranza

Dottoressa  Stefania Greco
stefania.greco@hotmail.com
+39 340 3048985