da ilpuntosalute | 8 Lug, 2016 | Moda
Sono forti, veloci e allenati. Chiacchierati, invidiati, ammirati e contesi. Scendono in campo con la maglia nero-azzurra o con quella da trasferta: bianca con le due strisce centrali nerazzurre.
Sono stilosi ed eleganti invece con le divise istituzionali: abito in tessuto birdseye, giacca monopetto tre bottoni con stemma tono su tono e la classica camicia button down in oxford leggero nella variante bianca, cravatta regimental e scarpe in vitello nero Oxford wingtip realizzate a mano, tutto firmato Brooks Brothers.
Lo storico brand newyorkese di abbigliamento ha un contratto di partnership quadriennale con l’Inter, per il quale realizzerà le divise istituzionali per i giocatori della prima squadra e per i dirigenti del club.
In occasione di Milano Moda Uomo e dell’uscita del CHI E’ CHI del Calcio e dello sport, Cristiana Schieppati ha consegnato a Luca Gastaldi CEO EMEA Brooks Brothers e Javier Zanetti, vice Presidente dell’Inter, il CHI E’ CHI AWARD FASHION & FOOTBALL. Un riconoscimento all’unione tra il mondo della moda e quello del calcio e alle sinergie che nascono da questa collaborazione.
Dal 2014 a Javier Zanetti è stata conferita la Presidenza onoraria del Premio Gentleman. Il libro nasce per festeggiare i vent’anni dalla nascita del Premio Gentleman Fair Play Awards. Oggi il CHI È CHI AWARD FASHION & FOOTBALL.
Tanti premi e mi fa piacere, vuol dire che qualcosa di buono ho lasciato e mi auguro di poter continuare ancora.
La stoffa del campione è anche questa di Brooks Brothers?
Per noi è importantissimo, perché siamo sempre eleganti e fa piacere vestire con questo marchio.
Dicono che sei tra i miglior campioni perché metti il cuore nelle cose che fai…
Sempre cuore, passione. Per me l’Inter vuol dire tanto.
Che cosa vuol dire per lei l’Inter?
Vuol dire la mia vita perché sono arrivato qui in Italia quando ero molto giovane, qui ho costruito la mia famiglia, ho tre bambini italiani tutti interisti. L’Inter è una grande famiglia e per me farne parte è un grande orgoglio.
Cosa significa avere la fascia di capitano?
È una grande responsabilità. È sicuramente un grande orgoglio e per me rappresentare l’Inter è sempre stata una cosa bella e lo continuo a pensare. Anche se non scendo più in campo cerco di trasmetterlo dal di fuori.
Voi siete dei modelli di stile, ma anche di vita. Che cosa significa?
Significa che è una bellissima responsabilità, però credo che dobbiamo trasmettere tanti valori in questi momenti.
Nel 2001 con tua moglie Paula costituite la Fondazione P.U.P.I. (Por Un Piberìo Integrado). Create, in Argentina, uno spazio dove i bambini socialmente più svantaggiati e diversamente abili ricevono, fin dalla prima infanzia, l’attenzione e l’istruzione necessarie. E da lì la vostra vita si sviluppa attorno alla beneficienza.
Insieme alla mia famiglia organizziamo tanti eventi, per noi P.U.P.I. significa tantissimo, fa parte della nostra vita. È importante poter aiutare tanti bambini nella loro crescita, per il loro futuro.
L’ultimo successo con P.U.P.I.?
L’evento che abbiamo condiviso con la fondazione Bocelli, la serata con Bocelli è stato un successo enorme. È sempre un piacere.
C’è un giovane che reputi possa essere Zanetti del futuro?
Mio figlio più piccolo.
Qual è la squadra che ti piace di più in questi europei?
A me piace tanto la Germania.
Fondata nel 1818, Brooks Brothers è stata la prima azienda a offrire abbigliamento prêt-à-porter e ha continuato a farlo introducendo prodotti diventati iconici, tra cui: i tessuti seersucker e madras, le camicie non-iron con l’originalissimo collo button-down. Quasi due secoli più tardi, Brooks Brothers è orgogliosa di difendere le stesse tradizioni e i valori che la rendono il marchio perfetto per le donne e gli uomini di tutte le generazioni. Dalla sua fondazione a New York, che risale a 198 anni fa, Brooks Brothers è diventato un marchio leggendario a livello internazionale, mantenendo comunque il suo impegno costante per proporre un servizio, una qualità, uno stile e un valore di livello eccezionale.
da ilpuntosalute | 6 Lug, 2016 | Informazioni mediche
Uno studio svedese su 30 mila donne conferma che l’esposizione al sole regala fino a 2 anni in più, inoltre fa bene a ossa e cuore. Questi i risultati di un imponente studio prospettico svedese, recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Internal Medicine. L’estate è già iniziata e per molti anche le vacanze. Dai dermatologi italiani alcune chiare indicazioni, in base agli ultimi studi scientifici, sui potenziali benefici del sole, ma anche preziosi consigli per non abusarne.
“Lo studio iniziato nel 1990 ha coinvolto circa 30 mila donne svedesi di età compresa tra i 25 e i 64 anni – spiega il Professor Girolomoni, Direttore della Dermatologia di Verona e presidente Società Italiana di Dermatologia – ed ha dimostrato in modo chiaro che evitare il sole fa male. Le donne che si espongono al sole, infatti, hanno un rischio minore di eventi cardiovascolari (infarto, ictus) e sopravvivono più a lungo, 0.6-2.1 anni in più per la precisione. Non solo, esporsi al sole compensa gli effetti dannosi del fumo di sigaretta. Il fatto che esporsi al sole fa bene è senz’altro da mettere in rapporto con il fatto che la pelle esposta al sole produce maggiori quantità di vitamina D”.
Ma la vitamina D non è l’unica sostanza benefica prodotta dalla pelle dopo esposizione al sole. Le cellule della pelle producono beta endorfine che sono responsabili del senso di piacere e appagamento e forse pure della dipendenza che diverse persone provano nell’esporsi al sole o ai raggi ultravioletti artificiali. La pelle stimolata dal sole rilascia pure ossido nitrico che è in grado di abbassare la pressione arteriosa e in effetti le persone con ipertensione moderata che si espongono ai raggi ultravioletti migliorano la loro ipertensione.
L’altro lato della medaglia è che l’esposizione eccessiva al sole favorisce l’invecchiamento cutaneo e lo sviluppo di tumori della cute come epiteliomi o melanomi.
Quindi come comportarsi? “Tutto dipende dalle caratteristiche della propria pelle – spiega Girolomoni – gli individui di carnagione scura che non si scottano al sole possono esporsi tranquillamente senza problemi. Gli individui di carnagione chiara che si scottano facilmente devono fare più attenzione, esponendosi con cautela”.
Come bilanciare questi due opposti fenomeni?
Capita spesso nella vita di doversi bilanciare tra effetti opposti. Un esempio per tutti il cibo. Troppo fa male, ma poco fa peggio. “Nel caso della esposizione al sole esiste una soluzione. Infatti gran parte degli effetti benefici del sole dipendono dalla produzione di vitamina D nella pelle. Quindi basta assicurarsi che i livelli di vitamina D nel sangue siano nella norma. Se sono troppo bassi bisogna assumere vitamina D3. La vitamina D, oltre al ruolo principale di preservare la mineralizzazione dell’osso, e prevenire l’osteoporosi, esercita anche funzioni extra-scheletriche inclusa quella di regolare le risposte immunitarie, proteggere dalle infezioni e ridurre il rischio cardiovascolare. Esistono a questo proposito numerosi studi che confermano che la carenza di vitamina D è inversamente correlata con la mortalità per eventi cardiovascolari e per cancro, e che la assunzione di vitamina D3 riduce globalmente la mortalità”.
Ecco cinque semplici suggerimenti, da tenere a mente:
1) Evitare le ore di massima irradiazione, tra le 11 e le 14, ed esporsi al sole in modo graduale, dando la possibilità alla pelle di difendersi attraverso l’abbronzatura, ed usare creme protettive adeguate.
2) Soprattutto nei bambini è fondamentale evitare le ustioni solari, che costituiscono il principale fattore di rischio per il melanoma. Il melanoma insorge a distanza di decenni dalle ustioni solari.
3) Usare creme solari con fattore di protezione superiore a 30, meglio se 50, rinnovando l’applicazione dopo 2 ore o anche prima se si fanno bagni. Usarle in quantità adeguata. Anche le creme a cosiddetta protezione totale, in realtà proteggono solo parzialmente.
4) Ricordarsi che le creme solari non servono per stare più a lungo al sole, ma per starci in modo più corretto. Anche le magliette colorate possono costituire un ottimo filtro solare.
5) Considerare con il proprio medico l’assunzione regolare di vitamina D, soprattutto nei mesi autunnali e invernali.
Per maggiori informazioni: http://www.sidemast.org/
da ilpuntosalute | 4 Lug, 2016 | Nutrizione
Nel XIII secolo, Marco Polo descriveva la spezia d’oro raccontando i suoi viaggi in Cina, mentre i monaci buddisti la utilizzavano come spezia, colorante, cosmetico o rimedio medico naturale, tant’è vero che la medicina ayurvedica la contempla tra le piante curative per i benefici che apporta all’organismo. Parliamo della curcuma (o zafferano delle indie).
La curcuma è un potente antiossidante che contrasta gli effetti negativi dei radicali liberi su: pelle, fegato, stomaco e intestino, favorendo le funzionalità digestive e articolari. Con le sue proprietà benefiche, la spezia indiana combatte lo stress ossidativo del cervello, riducendo le problematiche di salute causate dall’avanzare dell’età. Molto di ciò che mangiamo è necessario per il cervello e molti nutrienti sono importanti per mantenerlo in condizioni funzionali. Uno di questi alimenti è la curcuma da cui si estrae la Curcumina, il componente biologicamente attivo della pianta.
Dall’omonimo principio attivo nasce Curcumina Redox, l’integratore naturale con estratti ricavati dallo zafferano delle indie e commercializzato da Solgar. L’assunzione di una singola perla con l’acqua durante i pasti dona beneficio al corpo, grazie, anche, alla tecnologia produttiva unica ed esclusiva che consente alla curcumina di essere facilmente assimilata dall’organismo. Mimando le naturali fasi digestive che permettono l’assorbimento dei composti lipofili, l’integratore naturale rilascia la curcumina direttamente a livello della parete intestinale per un massimo assorbimento. La spezia dorata va assunta sotto controllo medico solo in caso di calcoli biliari o di occlusione delle vie biliari, inoltre, Curcumina Redox non contiene zucchero, sale, amido, lievito, frumento, soia, derivati del latte, conservanti, coloranti e aromi artificiali.
Con oltre 60 anni di esperienza, l’azienda ha messo appunto diverse formule e originali integratori. Advanced Omega D3, Artiglio del Diavolo, Fieno greco, Fito Tè Verde, Spirulina e Bromelina Plus sono alcuni dei prodotti realizzati dal brand.
Bromelina Plus è un integratore alimentare ricavato dal gambo fresco dell’ananas che contiene enzimi proteolitici.
L’estratto di gambo d’ananas è indicato per favorire la funzione digestiva, sostenere il drenaggio dei liquidi corporei e la funzionalità del microcircolo per alleviare la sensazione di gambe pesanti e contrastare gli i tanto odiati inestetismi della cellulite.
Integratori naturali, una sana e corretta alimentazione e una spezia dorata con origini millenarie consentono di mantenere l’intero organismo in salute. Ovviamente senza trascurare una regolare attività sportiva.
Simone Lucci
Solgar è stata fondata nel 1947 a New York e si è sempre dedicata alla ricerca e alla produzione di integratori alimentari, di nutraceutici, vitamine, minerali e aminoacidi di altissima qualità. L’azienda offre ai consumatori una gamma di oltre 450 referenze attraverso una rete di 70 filiali in tutto il mondo. Solgar Italia Multinutrient S.p.A. ormai da 25 anni.
Fin dal 1947, il brand ha adottato l’etichetta dorata come emblema di serietà, rigore, garanzia di integrità e qualità di ogni ingrediente.
Nel 1978 è stato fondato nel Maryland USA il Nutritional Research Centre che ha introdotto nel mercato novità destinate ad aprire nuovi orizzonti, quali il primo multinutriente con vitamine, aminoacidi e minerali chelati secondo la procedura brevettata Albion® e le prime capsule vegetali al mondo. Per decenni considerata la “compagnia degli antiossidanti”, Solgar si è distinta per la l’ampia gamma e la produzione di antiossidanti d’avanguardia.
Fondamentale in ambito fitoterapico la scelta di utilizzare estratti erbali standardizzati che garantiscono una quantità di costituenti attivi costante e l’utilizzo di una speciale miscela di antiossidanti che assicura qualità e stabilità dei costituenti attivi.
Solgar Italia Multinutrient S.p.A. opera sulla penisola da 25 anni e si distingue per l’attenzione alla divulgazione culturale e scientifica e alla didattica negli ambiti dell’integrazione nutrizionale e della fitoterapia e di recente con CNM Italia esprime valore culturale nell’area della Nutrizione con l’accademia Nutritional and Nutraceutical Consultant. Organizza numerosi Seminari di aggiornamento tenuti da Relatori esperti di Medicina integrativa, Fitoterapia e Discipline del Benessere che sono riconosciuti dagli Operatori del settore come eventi di rilievo per approfondire tematiche specifiche e in particolare volti ad individuare suggerimenti integrativi mirati.
da ilpuntosalute | 1 Lug, 2016 | Informazioni mediche
Il carcinoma polmonare è la neoplasia più diffusa nel mondo. In Italia sono 41 mila ogni anno le nuove diagnosi. Le terapie a bersaglio molecolare, tarate sul tipo di tumore, rappresentano la frontiera più avanzata in fatto di trattamenti, miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita.
Da oggi, i pazienti con adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione EGFR in terapia con farmaci biologici possono usufruire di un canale digitale diretto per mettersi in contatto con il medico e aggiornarlo sulla gestione della terapia: a offrirlo, l’innovativo servizio IPM (Improving Patient Management). Un contatto semplice e immediato per segnalare al medico gli effetti collaterali.
Un’app e una piattaforma sul web per creare un filo diretto tra medico e paziente; una serie di domande pre-impostate per facilitare la descrizione del problema; la possibilità di segnalare in tempo reale al medico gli eventi avversi e i problemi di adesione alla terapia. La piattaforma IPM consiste in un sistema multicanale, con un’app disponibile per i dispositivi mobili iOS e Android, smartphone e tablet, scaricabile da App Store e Google Play, e una piattaforma online sempre accessibile da web browser. Gli obiettivi del servizio sono rivolti a migliorare la qualità di vita del paziente attraverso una rapida gestione degli eventi avversi e l’aderenza ai trattamenti con la precoce e tempestiva segnalazione e gestione delle tossicità da inibitori delle tirosinchinasi.
Le terapie biologiche a somministrazione orale hanno rivoluzionato in modo radicale la sopravvivenza, la qualità di vita e lo stesso modo di curare i pazienti. I farmaci biologici colpiscono in modo mirato il bersaglio molecolare bloccando, nel caso dell’adenocarcinoma non a piccole cellule con mutazione EGFR, il fattore di crescita attraverso la tirosinchinasi, portando ad un aumento della sopravvivenza in questo sottogruppo di pazienti. Questi farmaci possono essere ritirati presso il Centro di cura e assunti a domicilio dal paziente e questo vantaggio, diradando la frequenza dei contatti con lo specialista, potrebbe rappresentare un problema dal punto di vista del monitoraggio degli effetti collaterali con tutti i rischi connessi, dall’interruzione arbitraria delle terapie al peggioramento della qualità di vita. Ed è qui che arriva in aiuto la tecnologia.
“Mentre nell’era della chemioterapia questi pazienti erano sottoposti a controlli piuttosto frequenti, con le terapie orali gli accessi in ospedale si riducono questo comporta che la segnalazione degli eventi avversi non sia adeguata e di conseguenza la gravità della tossicità legata ai farmaci inibitori delle tirosinchinasi (EGFR-TKI) orali può essere trascurata – dichiara Filippo de Marinis, Direttore dell’Oncologia Toracica all’IRCCS Istituto Europeo di Oncologia di Milano –. La possibilità di avere a disposizione un sistema applicativo, da utilizzare in modo semplice con uno smartphone o dal computer, è vantaggioso per il paziente e per il medico. È sufficiente che il paziente invii un messaggio e una foto per avere un consulto e un intervento efficace”.
Il tumore al polmone
I polmoni sono due organi simmetrici, spugnosi, posti nel torace. La loro funzione è quella di trasferire l’ossigeno respirato al circolo sanguigno e depurarlo dell’anidride carbonica prodotta dall’organismo.
Il tumore del polmone compromette questa funzione in quanto provoca una crescita incontrollata di determinate cellule (quelle che costituiscono bronchi, bronchioli e alveoli) che possono costituire una massa che ostruisce il corretto flusso dell’aria, oppure provocare emorragie polmonari o bronchiali.
Non esiste un solo tipo di tumore del polmone bensì diverse tipologie di malattia a seconda del tipo di cellula da cui originano.
I bronchi, i bronchioli e gli alveoli polmonari sono ricoperti da un sottile strato di tessuto detto epitelio. Il 95% dei tumori al polmone origina proprio dall’epitelio e viene chiamato carcinoma broncògeno (ovvero originato dai bronchi). Nel restante 5% dei casi l’origine può essere a livello di tessuti diversi che compongono il polmone, per esempio i tessuti nervoso ed endocrino (in questo caso si parla di carcinoide polmonare di origine neuroendocrina) o linfatico (in questo caso si tratta di un linfoma polmonare).
Le diverse forme di tumore al polmone
Le due forme principali sono il carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) e il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). La forma più comune è quella non a piccole cellule che rappresenta circa l’85% dei casi di tumore al polmone.
Tra i tumori non a piccole cellule (NSCLC) troviamo:
- il carcinoma spinocellulare (detto anche squamocellulare) che rappresenta il 25-30% dei tumori broncògeni e nasce nelle vie aeree di medio-grosso calibro. Spesso è localizzato al centro del polmone in una delle principali vie respiratorie (il bronco sinistro o destro). È provocato dalla trasformazione neoplastica dell’epitelio bronchiale; molto spesso insorge in zone sottoposte cronicamente a radiazioni solari;
- l’adenocarcinoma, che si presenta in circa il 30% dei casi e si localizza in sede più periferica, cioè a livello dei bronchi di calibro minore. È il tumore polmonare più frequente tra chi non ha mai fumato e talvolta è dovuto alla presenza di cicatrici polmonari (per esempio per vecchie infezioni tubercolari o per pleuriti). Si sviluppa da un particolare tipo di cellula che produce il muco (catarro), che riveste le vie aeree. Un sottotipo è rappresentato dall’adenocarcinoma bronchioloalveolare che deriva dalle cellule che tappezzano gli alveoli e che tende a diffondersi lungo le vie aeree. L’adenocarcinoma è la forma più comune di cancro del polmone NSCLC;
- il carcinoma a grandi cellule, meno frequente dei precedenti (10-15% dei casi), che deriva anch’esso dalle vie aeree più piccole. Le cellule appaiono grandi e rotonde se analizzate con un microscopio e i tumori tendono ad essere più grandi di 2,5-4 centimetri.
Fattori di rischio
- Il fumo è associato con l’80% dei casi di tumore al polmone.
- Per quanto riguarda il fumo passivo, vi è un aumento del 20% della probabilità di sviluppare il tumore al polmone nei coniugi di fumatori.
- Episodi in famiglia di tumore al polmone.
- L’esposizione ad amianto e al gas radon.
- L’inquinamento atmosferico urbano e domestico (in particolare nelle case poco ventilate in cui vengono regolarmente bruciati i combustibili del carbone, del legno o di altri solidi) sono stati collegati con un aumento di rischio di tumore al polmone.
I sintomi
I sintomi più comuni del tumore al polmone non sempre si manifestano con chiarezza e possono essere comuni ad altre malattie. Ciò significa che i sintomi sono a volte trascurati, e questo è uno dei motivi per i quali molti pazienti si recano dal medico solo nella fase avanzata della malattia. Tuttavia, i sintomi più comuni del cancro al polmone sono:
- Mancanza di respiro e/o affanno.
- Tosse cronica e/o ripetuti attacchi di bronchite.
- Raucedine della voce, dolore toracico.
- Perdita di peso e di appetito senza una ragione apparente.
I farmaci biologici
I farmaci biologici rappresentano oggi la frontiera più avanzata nello sviluppo di terapie personalizzate contro patologie gravi come i tumori. Questi farmaci vengono studiati a tavolino dai ricercatori e tarati in base alle esigenze del paziente. Si tratta di farmaci creati con tecniche di ingegneria genetica, integrando scienze naturali e scienze ingegneristiche.
Non più un composto generico ma un farmaco “target”, che mira a colpire una determinata molecola ed opera solo in una precisa zona dell’organismo: i vantaggi rispetto alle cure tradizionali sono notevoli perché aumentano l’efficacia della terapia e riducono, nel contempo, gli effetti indesiderati.
I farmaci biologici sono prodotti a partire da anticorpi o proteine presenti nell’organismo umano che vengono modificate in laboratorio. Di solito si tratta di “riprogrammare” anticorpi (ma non soltanto) in modo tale da renderli attivi soltanto su un determinato bersaglio. L’obiettivo è quello di raggiungere le cellule o le strutture malate, agendo direttamente su queste senza danneggiare le cellule sane. Per ottenere tale traguardo si è pensato di usare le difese del nostro organismo, e cioè gli anticorpi, modificandoli in modo tale da renderli capaci di riconoscere come aggressori le strutture malate (cellule tumorali) o le proteine coinvolte nel processo patologico.
Il farmaco risulta quindi meno aggressivo, meno tossico di quelli sintetici, e più facile da sopportare per il paziente. Sono indispensabili quando il paziente non trova giovamento nelle terapie tradizionali o non può ricorrervi e permettono al paziente di vivere in modo attivo nella società.
Dal momento che le terapie biologiche agiscono in maniera selettiva sui processi di crescita del tumore, possono essere potenzialmente più efficaci di altri tipi di trattamento (come la chemioterapia e radioterapia) e meno tossiche per le cellule sane. Esistono diversi tipi di terapia biologica per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule. Nelle diverse fasi della malattia, queste possono essere somministrate in monoterapia o in combinazione con altre terapie.
da ilpuntosalute | 1 Lug, 2016 | Benessere
Polveri di diamante e rubino, caviale, placenta botanica, veleno d’ape, bagno alla birra e massaggio con serpenti sono alcune follie di bellezza delle star internazionali che appaiono sempre radiose e con un fisico in perfetta forma che non sembra temere gli effetti del tempo.
Ai segreti di bellezza più innovativi si aggiunge, anche, la grappaterapia, una proposta per coloro che vogliono concedersi una fuga dalla routine e godersi un’esperienza esclusiva e davvero indimenticabile a Villa Prato. Una residenza settecentesca trasformata dalla famiglia Berta, proprietari delle omonime distillerie, in un’esclusiva oasi di relax e di benessere nel cuore di Mombaruzzo, in provincia di Asti.
La grappaterapia è un trattamento di bellezza eseguito con cosmetici ricavati della distillazione dell’uva, un frutto dalla proprietà antiossidanti. Le vinacce sono ricche di polifenoli e di flavonoidi che aiutano a contrastare l’invecchiamento cellulare, purificare la pelle, tonificare la microcircolazione periferica, idratare e donare nutrizione proteica, lipidica, vitaminica e minerale. Bagni, fanghi, massaggi, creme e impacchi che rendono la pelle splendente, in salute e con un aspetto più luminoso e levigato grazie alle riconosciute proprietà rigeneranti e idratanti degli acini e dell’olio di vinacciolo.
I particolari trattamenti proposti a base di grappaterapia sono:
- il trattamento viso alla vinaccia Berta che svolge un’azione antinfiammatoria e di contrasto dei radicali liberi, rallentando, così, i processi di invecchiamento;
- il peeling corpo antiossidante ai Vinaccioli & Zucchero, un delicato trattamento esfoliante e antiossidante che favorisce il rinnovamento cellulare e rallenta il processo di invecchiamento cutaneo;
- il fango avvolgente corpo alla vinaccia, un impacco totale che ha un’azione antiossidante, drenate e snellente;
- il massaggio al cuoio capelluto che rinforza i capelli e dona un effetto rilassante a tutto il corpo, allentando la tensione nervosa;
- il trattamento mani con crema alla vinaccia e paraffina, emolliente e idratante. Una piccola sauna di calore rende la pelle soffice e priva di imperfezioni. La paraffina è un’alleata preziosa per la bellezza delle mani: idrata l’epidermide e la rende morbidissima al tatto;
- il trattamento piedi con crema alla vinaccia e paraffina, ammorbidente, lenitivo e idratante;
- il massaggio rilassante all’uva e olio di vinaccioli con olio derivato dalle vinacce Berta.
Una vera e propria terapia innovativa dai principi attivi esclusivamente naturali forniti nella storica villa con sei suite dotate di ogni confort, e 800 metri quadri di relais de charme immersi nelle silenziose colline piemontesi, e nel profumo di piante aromatiche.
La residenza, oltre alla grappaterapia, offre l’esperienze: della sauna, del bagno turco, della fontana del ghiaccio, del percorso Kneipp, dell’idromassaggio, della palestra e della piscina termale per donare un’energia positiva e rigenerante. Le grotte sotterranee dell’oasi ospitano l’aromaterapia, un’avventura sensoriale che trae origine dai profumi ricavati dagli oli essenziali, dalle spezie e dagli aromi dei pregiati distillati di casa Berta.
La famiglia Berta propone, anche, altre attrazioni. Nella storica distilleria a Casalotto di Mombaruzzo è possibile degustare i distillati, le grappe d’invecchiamento e il tradizionale amaretto morbido di Mombaruzzo. In questo piccolo angolo di Piemonte si può, anche, visitare: il Museo degli alambicchi e bottiglie d’epoca e la Fondazione per SoloPerGian, che ospita le opere di Elisi per il Sociale, realizzate dai ragazzi con disabilità psico-intellettive e relazionali della cooperativa milanese Fraternità e Amicizia Onlus.
In un ambiente mozzafiato e immerso nel verde è possibile ritrovare il benessere con nuovi trattamenti di bellezza nati della distillazione dell’uva.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 29 Giu, 2016 | Arte e Design
Una manciata di quinoa, una spolverata di curry, un pizzico di cumino, sale rosa dell’Himalaya quanto basta e per guarnire polvere di barbabietola e foglie di carciofo essiccate. Questi non sono gli ingredienti per cucinare uno sfizioso manicaretto, bensì alcuni alimenti utilizzati dall’artista fiorentina Licia Fusai per realizzare i suoi quadri ispirati al mondo della natura, un’idea innovativa nata osservando le opere dell’arte informale di Alberto Burri, un pittore italiano dal linguaggio polimaterico in quanto si vale dell’impiego di più materiali estranei, e noto per gli accostamenti insoliti su tela, fino a giungere a un’autentica e violenta espressività.
Gli ingredienti naturali utilizzati da Licia Fusai provengono da diverse parti del mondo. “Sale, riso, cereali, pistacchi, farina di mais, barbabietola in polvere e molti altri nutrienti sono originari dell’Italia, mentre le spezie derivano dell’India e dell’Africa, luoghi in cui le erbe aromatiche sono sfruttate per contrastare e combattere le epidemie gastrointestinali – precisa Licia Fusai –. Oggi, le culture medio orientali e africane si sono molto diffuse, e le spezie sono facilmente reperibili nei negozi sotto casa, soprattutto curcuma, cardamomo, curry, pepe e cannella, la spezia che meglio mi rappresenta”.
Il pepe è l’ingrediente che la pittrice predilige utilizzare. “Rosa, verde, bianco e nero, il più consumato in cucina, sono le varietà che utilizzo”, precisa l’artista. Licia Fusai seleziona i nutrienti da stendere sulle tele in base al periodo e all’umore, per dar vita a soggetti figurativi o astratti dalle nuance sgargianti e dai profumi inebrianti. “Nelle mie opere pittoriche ricreo i miei stati d’animo e trasmetto il calore africano e orientale che si respira nei magici mercati egizi, turchi e marocchini che ho visitato – riferisce Fusai –. Nonostante ciò, per vivere e ricreare l’emozione di un tramonto nei toni del rosso, il colore che amo in tutte le sue sfumature, non occorre necessariamente osservarlo in luoghi lontani”.
Tutte le opere sono incentrate sul cromatismo degli ingredienti, dove il colore non è mai dato da pennellate di pittura, ma dagli stessi alimenti fissati con delle resine non naturali che lasciano inalterato l’aspetto del quadro, e lo proteggono dal degrado originato dalla luce, del sole o dall’aria.
La passione per la pittura di Licia Fusai è nata a seguito di un grave incidente automobilistico che ha costretto l’artista a un lungo periodo di riabilitazione. Durante la fase di recupero, la pittrice si è avvicinata alla dieta macrobiotica, apprezzando: i benefici dell’alimentazione e l’intensità dei colori dei vari ingredienti.
Il binomio cibo e arte ha permesso all’artista di collaborare con la storica Pasticceria Cucchi, un legame nato un anno fa che sottolinea l’intreccio creativo tra gli originali alimenti e le diverse espressioni artistiche.
In occasione dell’inaugurazione della personale Sapori su tela, in esposizione alla Galleria Immaginaria, è stato possibile degustare le nuove proposte culinarie al sale piccante, che la storica Pasticceria Cucchi ha creato con la linea di sali speziati DeChillico. Le prelibate squisitezze richiamano l’esclusiva collezione di opere realizzate con elementi speziati, dal pepe al peperoncino, al sale marino e himalayano, ai semi di soia e di girasole.
La passione per il mondo dell’arte e l’attrazione verso la buona cucina hanno permesso alla pittrice di dar vita a dipinti fantasiosi e originali, vere opere d’arte che rappresentano un gioioso inno alla natura.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 27 Giu, 2016 | Sport
Il velista oceanico Thomas Coville è uno dei maggiori sportivi della navigazione in solitaria. Dedizione, allenamento e talento hanno permesso allo sportivo francese di conquistare numerosi successi, tra cui:
7 giri del mondo (3 in solitaria e 4 con il team),
7 record in solitaria,
4 record in team,
9 viaggi a Cape Horn,
15 traversate transatlantiche,
defender al Jules Verne Trophy 1997 e 2010,
vincitore del Volvo Ocean Race 2011-2012,
secondo classificato a “The Transat” 2004,
secondo classificato Transat Jacques Vabre 2015,
terzo classificato al Route du Rhum 2006 e 2010.
Nel maggio 2016 in occasione della gara The Transat Bakerly, Thomas Coville ha attraversato l’oceano Atlantico con il suo trimarano Sodebo Ultim di 31 metri, raggiungendo New York nove ore dopo il vincitore, Francois Gabart. Tale competizione è solo l’inizio del training per affrontare la grande sfida di Ottobre che consiste nel battere il record di navigazione in solitaria intorno al mondo e diventare, così, il più veloce navigatore a circumnavigare la terra.
In questi anni ti sei impegnato per diventare il più veloce velista in solitaria nella navigazione intorno al mondo. Quando hai iniziato l’allenamento per battere il record e quanto tempo dedichi agli esercizi?
Ho iniziato ad allenarmi un anno fa. Amo essere in gara con le altre barche e con gli skipper. Come ogni sportivo, runner, sprinter o ciclista, il mio sogno è fare qualcosa che nessuno è mai riuscito a fare prima, e il mio obiettivo è battere il record di navigazione in solitaria intorno al mondo, una grande sfida, sia mentale che fisica. La cosa più importante è sentirsi bene e sicuri. Non dimentichiamo che la vela è uno sport molto tecnico e devo conoscere perfettamente ogni dettaglio della mia barca, come comportarmi e affrontare qualunque situazione.
Raccontaci del tuo allenamento. Ti alleni solo o con un coach?
Mi alleno duramente con un coach cinque giorni a settimana. Gli altri due giorni sono dedicati allo stretching e al riposo. L’allenamento è diviso in diverse fasi. La prima fase è dedicata a lunghi percorsi di corsa e in bici. La seconda è finalizzata alla muscolatura, con fitness, surf, windsurf o kayak. Con il mio team Transat Bakerly, ho praticato, anche, tre mesi di training specifico in barca. Un’esperienza partita da Portsmouth, che ha rappresentato un test per tutti noi. Tre mesi prima di iniziare la sfida, mi dedico alla preparazione mentale, allo stretching e a diventare più forte possibile.
Come ti alleni mentalmente alla sfida?
È un mix tra esperienza e allenamento. Devo accettare il fatto che non tutto sarà come l’ho programmato. È importante essere preparati a tutto ciò che può capitare. La capacità di adattarsi è uno dei punti fondamentali dell’allenamento. In passato mi sono allenato da solo, basandomi sulle mie sensazioni ed esperienze, questa volta lavoro con un coach, una donna neozelandese, che mi aiuta ad affrontare le tensioni, le paure, e a correggere gli errori. In questa fase si ha assolutamente bisogno di qualcuno per migliorare.
Qual è il tuo regime alimentare e come fai con il sonno?
È importante sapere quando è il momento di dormire e come addormentarsi, imparando differenti metodi e trucchi. In media, dormo 3 ore e mezza o 4 al giorno, in sessioni da 25 minuti e tale metodo funziona solo se riesco ad addormentarmi nel giro di 4-5 minuti. Tutto dipende dalle condizioni meteorologiche e dal livello di sforzo, quando la barca va a 40 nodi devo essere in grado di dormire e contemporaneamente pensare alla prossima manovra. Per quanto riguarda il cibo, ho bisogno mediamente di 3500 calorie al giorno, se fa molto freddo arrivo a 5000. Sul Sodebo Ultim abbiamo un erogatore per l’acqua e la sua qualità è molto importante in viaggio. Non è come andare sulla luna, ma ci si avvicina.
Helly Hansen ti sponsorizza. Quanto conta per te l’attrezzatura?
Prepararsi per un viaggio intorno al mondo è estremamente impegnativo: ogni dettaglio è importante. La scelta dell’abbigliamento sportivo è fondamentale sia per la performance che per la sicurezza. Starò in barca circa due mesi e i vestiti sono come una seconda pelle, inoltre l’attrezzatura sportiva deve essere adatta a tutte le condizioni climatiche e metereologiche. A volte deve essere impermeabile, altre volte traspirante e calda, soprattutto proteggere dal sole. Quando scelgo l’attrezzatura per un viaggio intorno al mondo voglio prima provarla, devo essere sicuro al 100% di ciò che indosso. Ci sono molti brand che anno capi protettivi, adatti per un viaggio intorno al mondo, ma io scelgo Helly Hansen perché garantisce la protezione, realizzano capi molto tecnici. Negli ultimi 10 anni, ho costantemente aiutato il marchio a migliorarli.
da ilpuntosalute | 14 Giu, 2016 | Informazioni mediche
Il tono della voce è pacato. Le frasi che pronuncia fanno riflettere. Sentirla parlare dona un senso di serenità. Lei è Barbara Fabbroni, psicologa, psicoterapeuta, analista Transazionale. Ha insegnato nella Scuola di Specializzazione post laurea a indirizzo Analitico Transazionale Centro Logos. Svolge la sua attività per bambini, coppie e adulti in individuale e di gruppo. Ha scritto numerosi saggi e articoli scientifici.
Da anni affianca alla pratica clinica la scrittura. Nel 2015 pubblica il suo primo romanzo rosa: L’Amore, forse.
“Una mia paziente, concluso il percorso di terapia, mi porta un regalo. Con sorpresa vedo che è un romanzo. Curiosa, scopro che la protagonista le somiglia tantissimo. Così comprendo che la narrativa rosa può essere un crocevia importante per uscire fuori da esperienze di dolore. È un po’ come dar vita a una possibilità ulteriore – racconta Barbara Fabbroni –. Per questo ho deciso di scrivere un libro che non è un romanzo autobiografico né l’esperienza di una mia paziente. È semplicemente la storia di una donna con l’immenso bisogno di essere amata e di amare, di credere nell’amore e di viverlo nel suo quotidiano”.
Barbara Fabbroni insegna ad amare e ad amarsi. Amare e amarsi, imparare ad allenare il proprio cuore per conoscersi nel profondo per molti non è affatto semplice. Richiede sforzi, tenacia e una notevole consapevolezza di sé. Spesso l’impresa sembra troppo ardua per una persona sola. Ecco allora che scende in campo il Love coach, l’allenatore del cuore.
In Love coach, il suo nuovo romanzo, Barbara Fabbroni affronta il tema difficile dell’amore attraverso la figura del Love Coach. Una figura particolare e al tempo stesso entusiasmante. Non un guru ma un esperto di sentimenti e comportamenti. Il Love Coach offre sostegno alle persone in difficoltà aiutandole a comprendere fino in fondo quali siano le loro risorse, portandole a scoprire se stesse in modo da migliorare in maniera significativa ed evidente le proprie relazioni e la propria vita sentimentale.
Il Love coach, ci mostra l’autrice, aiuta a superare una relazione finita o lo scarso successo in amore, insegna come gestire le emozioni e come comunicarle agli altri, interviene per cercare di risolvere i problemi di coppia ma, soprattutto, insegna alle persone ad amarsi e quindi ad amare. Non ci si rivolge al Love coach solo per un amore finito o in crisi ma anche per migliorare il rapporto con se stessi, per diventare più consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza, delle proprie fragilità e delle proprie aspirazioni.
Il Love coach, ci dice Barbara Fabbroni nel suo romanzo, non è un terapeuta ma un aiuto concreto per riuscire a sviluppare le proprie potenzialità, soprattutto nel campo dei sentimenti, insegna a superare il disagio con un atteggiamento più consapevole, e aiuta a migliorare l’autostima. Perché solo amandosi si può amare davvero.
Barbara Fabbroni è psicologa, psicoterapeuta, analista Transazionale Clinico. Ha insegnato nella Scuola di Specializzazione post laurea a indirizzo Analitico Transazionale Centro Logos. Svolge la sua attività terapeutica con bambini, coppie e adulti, in individuale e di gruppo.
Ha scritto numerosi saggi e articoli scientifici.
Pubblica con la Casa Editrice EUR (Roma). Tra i suoi saggi: Amore e Dualità: psicopatologia della coppia e Vittima-Persecutore: il mondo dello Stalker.
Nel 2011, per la EUR, dirige la Collana: “Nel cuore dei bambini” di cui fanno parte alcuni suoi saggi, tra i quali: I bambini e la Rabbia; I bambini e la Paura. Nello stesso anno e per la stessa casa editrice pubblica anche delle fiabe terapeutiche: Piccolina e Volavola; Babina la bambina birichina.
Nel 2012, insieme a Maurizio Martucci, sempre per la EUR, fonda la Collana “Analisi Transazionale” per cui pubblica, tra l’altro: Solitudine. Il bambino smarrito, con il quale vince, nel 2013, il Premio Cesare Pavese per la saggistica e che è finalista al Premio Carver 2013.
Nel 2014 vince il Premio Tagete per la saggistica con Stati dell’Io Fetali, finalista al Premio Nabokov 2014.
Nel 2015 pubblica il suo primo romanzo: L’Amore, forse.
Nel 2016 assume l’incarico di direttrice per le Edizioni Pink. Dopo il successo del suo primo romanzo L’amore, forse, Barbara Fabbroni si prenderà cura delle pubblicazioni che promuovono e incoraggiano la narrativa e la poesia “rosa” della casa editrice.
Le Edizioni Pink sono un prodotto al femminile, dove le protagoniste sono donne in tutte le declinazioni e le esperienze che la vita può proporre nel suo percorso. Quella promossa dalla collana è una letteratura facile ma al tempo stesso intelligente, profonda e intrisa di significati.
da ilpuntosalute | 13 Giu, 2016 | Bio
Il più grande orologio d’Europa nel nuovo terminal Eurostar della stazione St. Pancras di Londra è in alluminio, il materiale scelto per la famosa torcia simbolo dei Giochi Olimpici 2008 è l’alluminio e per la preparazione di un buon caffè serve la corretta alchimia tra l’impiego della miscela arabica migliore, l’utilizzo di tazzine in ceramica o porcellana e il contatto della miscela con l’alluminio.
Alluminio: un metallo con molteplici usi e vite, in quanto si tratta di un materiale riciclabile e l’Italia è al primo posto in Europa con oltre 895mila tonnellate di rottami riciclati. Nel 2015, la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio in Italia sono positivi e a dimostrare questi risultati è il CIAL (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio).
Un anno favorevole in tendenza con il passato, grazie al:
- recupero di 200 tonnellate di alluminio, il 75,5% dell’immesso nel mercato,
- recupero energetico di 700 tonnellate (quota di imballaggio sottile che va al termovalorizzatore),
- riciclo di 500 tonnellate di imballaggi, pari al 69,9% dell’immesso sul mercato (66.500 ton). Il riciclo del metallo ha evitato emissioni serra pari a 345mila tonnellate di CO2 con un conseguente risparmi energetico di oltre 148mila tonnellate equivalenti in petrolio.
Un traguardo raggiunto attraverso la collaborazione dei cittadini e agli accordi stipulati fra CIAL e gli enti locali di riferimento.
A oggi, sono 6.607 i Comuni italiani dove si svolge la raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio (l’82% del totale) con il coinvolgimento di circa 52,6 milioni di abitanti (l’88,5% della popolazione italiana). 203 imprese consorziate, 224 piattaforme e 11 fonderie su tutto il territorio nazionale sostengono e garantiscono la raccolta, il trattamento, il riciclo e il recupero dell’alluminio.
La totalità dell’alluminio prodotto in Italia proviene dal riciclo, un risultato favorevole ottenuto dall’impegno e dalla sensibilizzazione dei cittadini, delle città e delle aziende per vivere in un ambiente migliore e sano.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 10 Giu, 2016 | Sport
Regina delle Dolomiti, regina del glamour e regina degli sport outdoor invernali ed estivi, Cortina d’Ampezzo è da sempre considerata una delle mete più esclusive e lussuose del Veneto, e sede delle più famose gare internazionali, come i Giochi Olimpici Invernali del ’56 e nel 2021 ospiterà il Mondiale di sci alpino.
Qui vi riportiamo la notizia rilasciata dall’ufficio stampa FISI.
Cortina ce l’ha fatta. Il Consiglio Fis, riunito a Cancun (Mex), ha votato positivamente affidando all’Italia il Mondiale di sci alpino 2021. L’assegnazione del Mondiale a Cortina d’Ampezzo è stata annunciata pochi minuti fa dal Presidente della Federazione internazionale dello sci (Fis), Gianfranco Kasper.
Dopo cinque candidature, la Fis ha valutato con favore il progetto predisposto dalla Fondazione Cortina 2021 e dalla Federazione Italiana Sport Invernali e con l’unanimità dei voti favorevoli (17 su 17, per alzata di mano) ha ufficialmente consegnato nelle mani della FISI e della località ampezzana l’organizzazione della rassegna iridata del febbraio 2021.
Il Mondiale di Cortina seguirà quello di St. Moritz del 2017 e quello di Are, in Svezia, del 2019, e arriverà giusto un anno prima dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino.
Grande soddisfazione è stata espressa da parte di tutti i componenti della delegazione al congresso messicano: Flavio Roda, Presidente della Fisi, era tra i votanti in quanto componente del Consiglio Fis, ma è stato anche il primo firmatario dell’hosting contract, il contratto per il Mondiale che la Fis sottopone ai vincitori. “È un momento di grande gioia e che ci ripaga di tutto il lavoro fatto negli anni e nei mesi passati – afferma Flavio Roda –. Ringrazio di cuore il Governo italiano, a partire dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dal Sottosegretario alla Presidenza, Luca Lotti, che ci hanno sempre sostenuto durante l’avvicinamento a questo congresso, così come ringrazio il Coni e il suo Presidente, Giovanni Malagò. Desidero complimentarmi con la Fondazione Cortina 2021 e con il suo Presidente, Riccardo Donadon, per la professionalità e la dedizione con cui hanno affrontato questi ultimi mesi della candidatura. Fondamentale anche l’apporto della Regione Veneto e del Presidente Luca Zaia, e la collaborazione con il Comune di Cortina d’Ampezzo e con la Provincia di Belluno”.
È una vittoria per tutte le realtà sportive e imprenditoriali ampezzane, che hanno ora una chance importante da utilizzare per proiettare Cortina verso il futuro. Una vittoria, anche, per l’Italia sportiva e non solo. Un grande evento internazionale sulle montagne italiane e dovrà essere l’opportunità per un rilancio complessivo del Paese.
“Cortina ha raggiunto un obiettivo straordinario, costruito con tenacia, capacità e passione – dichiara Giovanni Malagò, Presidente del Coni –. I Mondiali di sci rappresentano uno spot di rara efficacia per promuovere l’eccellenza del nostro Paese e per certificare la credibilità e il ruolo preminente rivestito dallo sport italiano a livello internazionale. Questa assegnazione premia l’eccellente lavoro di squadra svolto da CONI, FISI, Governo e Comune, grazie a una sinergia proficua che rappresenta lo schema vincente da seguire per coronare un altro sogno fantastico, chiamato Roma 2024. Cortina, prima città olimpica italiana della storia, potrebbe essere tra l’altro teatro di un grande evento destinato a fare da preludio a una nuova emozione a cinque cerchi, come quando passò il testimone alla Capitale per i Giochi Estivi del 1960 dopo aver ospitato quelli Invernali del 1956”
Felicissimo anche Riccardo Donadon, che ha condotto in porto il sogno che Cortina coltivava da molti anni. “Ha vinto la nostra visione – dichiara Donadon –. Un progetto concreto che vede al centro lo sport, gli atleti, i giovani e il territorio. Abbiamo collaborato fattivamente con la Federazione italiana e con la Fis, riuscendo a soddisfare tutte le richieste che ci sono state sottoposte per ottenere un grande Mondiale. Quello del 2021 dovrà essere un Mondiale tecnologico e ecosostenibile, che serva da volano per la montagna italiana, per la sua cultura e per rilanciare la tradizione del made in Italy. È un successo che condividiamo con i cittadini di Cortina e con tutto il territorio veneto, e che ci spinge ora a lavorare con maggiore impegno per dare forma al sogno che abbiamo fortemente voluto diventasse realtà”.
FISI Ufficio Stampa
da ilpuntosalute | 9 Giu, 2016 | Dermocosmesi
L’estate è vicina. Dopo i lunghi mesi invernali e le improvvise piogge primaverili, arriva il momento di prepararsi ai caldi raggi del sole. Le vacanze sono spesso sinonimo di tintarella e di briosi momenti da trascorrere in spiaggia con i capelli al vento, ma spesso a contatto con la salsedine. Per una chioma sana e una pelle dorata è importante, quindi, scegliere i prodotti corretti per prevenire e scongiurare i problemi provocati dal sole.
TINTARELLA IN SICUREZZA: L’AIUTO ARRIVA DAI PETALI DI GIRASOLE E DALLA LIQUIRIZIA DI CALABRIA
È scientificamente provato che i danni alla pelle non si fermano immediatamente dopo l’esposizione solare, ma continuano per alcune ore. Bottega Verde ha, così, realizzato una nuova linea di prodotti che continuano a proteggere la cute anche successivamente le ore trascorse al sole, inserendo nei solari ingredienti attivi solitamente utilizzati esclusivamente nei prodotti dopo sole, che forniscono un’azione protettiva 24 ore su 24.
Petali di Girasole e Liquirizia di Calabria sono gli estratti che caratterizzano la linea SOL PROTEZIONE+, cosmetici dalla texture super leggera e realizzati in collaborazione con AmbrosiaLab srl – Università di Ferrara. I Petali di Girasole proteggono e intensificano il colore dell’abbronzatura, grazie alle loro proprietà fotoluminescenti, mentre la Liquirizia di Calabria è il principio attivo che protegge e ripara la pelle dai danni del sole anche dopo l’esposizione. A sostenere la teoria ci sono diversi studi, tra cui una ricerca tedesca pubblicata sulla rivista Experimental Dermatology: l’estratto della radice, ricca di polifenoli, rafforza il sistema difensivo della cute e svolge un’azione antiossidante e protettiva.
La linea è composta da 5 referenze: SOL PROTEZIONE+ Latte spray SPF30, SOL PROTEZIONE+ Latte spray SPF50, SOL PROTEZIONE Siero viso protezione multi attiva SPF50, SOL PROTEZIONE+ Doposole multi attivo e SOL PROTEZIONE+ Trattamento viso doposole multi attivo. Cosmetici con azioni antiossidante, protettive, riparatrici e lenitive.
CAPELLI SANI E LUMINOSI CON LIME E OLIO DI COCCO
Se proteggere la pelle dai raggi UV è un’azione scontata, la cura dei capelli, a volte, viene meno considerata. L’eccessiva esposizione solare rende i capelli secchi, opachi, crespi e con una conseguente perdita di vitalità.
Estratto di Lime e olio di Cocco sono gli ingredienti dell’esclusiva linea SOL CAPELLI di Bottega Verde che permette di donare brillantezza, vitalità e luminosità alla capigliatura danneggiata dai raggi del sole. Tre i cosmetici di SOL CAPELLI: Shampoo rigenerante illuminante, Crema balsamo e Siero di definizione – onde morbide “effetto mare”.
Lo shampoo è adatto a tutti i tipi di chiome e ottimo per i lavaggi frequenti. Il prodotto deterge con delicatezza, donando nuova vitalità alla capigliatura e una sensazione di rigenerante morbidezza, soprattutto dopo una giornata di sole, mare, piscina. La speciale formula, con latte di Cocco ed estratto di Lime, districa istantaneamente i capelli, accentua la brillantezza e aiuta a eliminare sale, sabbia e cloro.
Successivamente al lavaggio, per nutrire, restituire setosità e brillantezza ai capelli danneggiati e difficili da gestire, la ricca miscela di estratto di Lime e olio di Cocco, emolliente, nutriente e anti-crespo, aiuta a eliminare la fastidiosa sensazione di secchezza e lo stress provocato dal sole.
Per ottenere in pochi gesti un risultato mosso sorprendente, il brand ha studiato un siero professionale che sublima la chioma e regala una capigliatura morbida, naturale e dall’effetto mare. La speciale formula vanta un innovativo effetto memoria che ripristina la luminosità e il mosso naturale dei capelli. La texture ricca e nello stesso tempo leggera avvolge i capelli proteggendoli senza appesantirli.
I cosmetici naturali Bottega Verde consentono quindi, agli amanti delle spiagge bianche e dei mari cristallini, di prevenire i danni provocati dal sole a cute e a capelli. Non vi resta che lasciarvi baciare dal sole in totale tranquillità e relax.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 7 Giu, 2016 | Nutrizione
Dal colore limpido e cristallino, l’acqua oligominerale Valverde è tra le più leggere, in quanto è ricavata da una sorgente naturale di frattura che scaturisce dalla roccia granitica viva nei pressi dell’Alpe Argnaccia, in provincia di Vercelli. Il basso residuo fisso (38,2 mg/l) conferisce alla bevanda la denominazione di minimamente mineralizzata. Il suo Ph di 6.6 moderatamente basso contribuisce a neutralizzare l’acidità gastrica, favorendo la digestione, e il ridotto contenuto di sodio (3,5 mg\l) la rende ideale per chi soffre d’ipertensione e deve combattere la ritenzione idrica.
Naturale, frizzante e leggermente frizzante sono le tre varianti. La purezza batteriologica e le sue caratteristiche organolettiche fanno di Valverde un’ottima acqua da tavola perché grazie al ridotto contenuto di minerali, esalta le caratteristiche di cibi e vini, conservando in bocca gusti, componenti e aromi.
- Valverde naturale è perfetta in abbinamento a piatti delicati, antipasti di pesce, pesce al vapore, formaggi freschi e dessert.
- Valverde frizzante presenta una bolla media dalla persistenza lieve e si abbina ai primi con salse di verdure o pesce, prosciutto di Parma, scampi e formaggi dalla media stagionatura.
L’acqua è imbottigliata anche in 4 differenti formati: 25 cl, 50 cl, 75 cl, 100 cl. L’imbottigliamento è effettuato nella sede di Quarona Sesia (VC) nella regione Zacconale, circa 500 metri in linea d’aria dalla sorgente.
L’acqua quando emunta è convogliata all’interno di tubazioni in acciaio inossidabile, dove per caduta con un salto di quasi 200 metri raggiunge direttamente l’azienda.
Una volta imbottigliata, la semplice purezza dell’acqua si trasforma in raffinato oggetto di design, grazie alla bottiglia ideata dall’architetto e designer Matteo Thun: stile essenziale, elegante e vetro chiaro. Un look decisamente moderno che rappresenta un punto di incontro tra passato e futuro, e che unisce la funzionalità del prodotto con l’emozione estetica.
“Nella creazione della bottiglia io e i miei collaboratori ci siamo fatti guidare da Italo Calvino con le sue Lezioni americane intitolate Leggerezza, Rapidità, Precisione, Molteplicità, Durabilità, Leggibilità – riferisce Matteo Thun –. L’etichetta principale metallizzata e il collarino sono realizzati con colori decisi, insoliti e d’impatto per questo tipo di prodotto”.
La totale trasparenza del vetro si coniuga perfettamente con la scelta di 3 differenti colori delle etichette che identificano i 3 diversi gusti disponibili. Le etichette turchese, fucsia e verde acido conferiscono al prodotto un aspetto moderno e distintivo, impreziosito da giochi di trasparenza che rendono visibili la doppia etichetta.
E proprio questo stile unico gli ha permesso di ottenere la medaglia di bronzo al Water Innovation Awards 2008, ambito premio per il mondo delle acque minerali, nella categoria Best bottle in glass, e di essere presentata da FineWaters all’esposizione internazionale Tastings New York.
La bevanda è stata scelta dai migliori showroom milanesi che ogni anno, in occasione del Salone del Mobile, espongono la bottiglia di Valverde insieme alle loro più importanti creazioni di design.
Da sempre, Valverde dimostra la sua vicinanza al mondo del design, della moda, dell’arte e dell’alta ristorazione. L’azienda, infatti, ha richiesto agli studenti del Triennio in Graphic Design and Art Direction di NABA (Nuova Accademia di Belle Arti Milano) di creare delle bottiglie Special Edition da 250 ml. Il progetto grafico reinterpreta con nuovo stile l’iconica bottiglia di Matteo Thun.
Sei progetti e un totale di dodici bottiglie, una frizzante e una naturale per ciascuna grafica, è il risultato del concept creativo realizzato da nove giovani menti e dedicato a un pubblico ricercato, attento al gusto e alla forma. La città di Milano, il raffinato pizzo bianco e nero, il mazzo di tulipani, l’Art Noveau, lo stile Decò e uno slogan breve e incisivo che rimanda al concetto di acqua sono i temi d’ispirazione dei sei progetti vincitori, che rispondono in modo innovativo ed evocativo alle indicazioni guida dell’azienda.
Valverde è, inoltre, vicina al mondo dell’alta cucina e partner di alcune organizzazioni del settore come il Master della Cucina Italiana, un percorso formativo di alta specializzazione che vede la partecipazione dei migliori chef, professionisti di gastronomia, pasticceria e sommellerie. Valverde collabora con l’Associazione Montenapoleone di Milano legandosi a importanti progetti come la kermesse gastronomica Gusto al Quadrato del 2015, una collaborazione che prosegue per tutto il 2016.
L’acqua Valverde racchiude in sé: equilibrio, leggerezza e purezza. Qualità fondamentali per il benessere dell’organismo.
Simone Lucci
Spumador è stata fondata nel 1888 grazie all’intuizione imprenditoriale della famiglia Verga. Spumador, con sede amministrativa e legale a Caslino al Piano (Como), si occupa di produrre e imbottigliare softdrink e acque minerali grazie al suo forte know-how, all’attenzione alla qualità e all’ampia gamma di servizi che offre alla Distribuzione Moderna e ai clienti industriali. Spumador presenta un portafoglio prodotti che include acque minerali, bevande gassate, tè, bevande sportive energetiche e succhi di frutta. L’azienda opera in Italia con 21 linee di imbottigliamento e più di 400 dipendenti. Lo stabilimento è entrato a far parte del Gruppo Refresco a partire da aprile 2011.
da ilpuntosalute | 7 Giu, 2016 | Informazioni mediche
Nonostante l’aspettativa di vita sia aumentata, l’età in cui sopraggiunge la menopausa naturale non è cambiata significativamente negli ultimi anni. Oggi una donna trascorre circa 30 anni, ovvero quasi un terzo della sua vita, in post-menopausa. Molte donne considerano questa tappa come la manifestazione concreta dell’invecchiamento, altre come l’inizio di una nuova epoca della loro esistenza: in ogni caso le donne in menopausa rappresentano oggi il gruppo sociale più numeroso anche in considerazione della maggiore longevità femminile.
Diversi e personali i vissuti e i bisogni nell’esperienza della menopausa fra le donne italiane: molto variabile la percezione dei sintomi e la capacità di affrontare questo delicato “passaggio” della vita di una donna.
Ogni donna la vive la menopausa in modo diverso,quattro le grandi tipologie di donne: chi vive e accetta la menopausa con serenità (le “Serene”), e a fronte di sintomi percepiti come non così disturbanti tende ad aspettare che si risolvano da soli; chi si rassegna a un evento inesorabile (le “Rassegnate”) che influisce fortemente sulla percezione di sé e sulla qualità della vita, ma accetta passivamente anche sintomi e disturbi molto fastidiosi; chi vive nella nostalgia dell’adolescenza (le “EterneRagazze”) e vive con paura questa fase della vita, segnale dell’invecchiamento e della perdita della femminilità e della bellezza (“l’inizio della fine” del proprio essere donna) e vivendo con difficoltà anche i piccoli sintomi e intervenendo precocemente per gestirli; chi, infine, combatte (le “Performanti”) contro un fastidio che interferisce in modo importante con la propria vita e le proprie attività e cerca attivamente soluzioni per risolvere e recuperare la performance abituale.
Molteplici e particolarmente rilevanti i sintomi che interferiscono con tutte le dimensioni del vivere: le vampate di calore (55% delle donne ne soffre ed è il sintomo più fastidioso) che mettono in difficoltà nelle relazioni sociali, l’aumento di peso (ne ha esperienza il 40%) che influisce sull’immagine di sé e sulla propria femminilità, l’impatto sul sonno (31%), gli effetti negativi sull’umore (23%), le problematiche legate alla sessualità (secchezza vaginale 29%, calo del desiderio 29%, difficoltà nei rapporti sessuali 11%).
Le over 50 sono dunqueaccomunate dal timore per i sintomi della menopausa, che possono compromettere la qualità della vita a breve, medio e lungo termine. A dirlo è la ricerca “Le donne e la menopausa” condotta da GfK Italia i cui risultati sono stati presentati in occasione del 17° World Congress della Società Internazionale di Ginecologia Endocrinologica – ISGE.
Uno dei maggiori fattori che riducono la compliance all’utilizzo della Terapia Ormonale Sostitutiva è rappresentato dall’intolleranza al progestinico. Adesso, per le donne per le quali la terapia contenente progestinico non è appropriata arriva in Italia un nuovo farmaco a base di una combinazione di estrogeni coniugati e bazedoxifene, il primo di una classe di farmaci, la TSEC, TissueSelectiveEstrogenComplex o Complesso Estrogenico Tessuto-Selettivo, in grado di contrastare in modo efficace i più fastidiosi sintomi menopausali: vampate di calore, sudorazioni notturne e qualità del sonno. Problemi che, secondo l’indagine, compromettono il benessere fisico ma anche la sfera sessuale e la vita di relazione.
Il farmaco è un’associazione tra un modulatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERM), il bazedoxifene, ed estrogeni naturali. Il vantaggio è duplice: con gli estrogeni il farmaco mantiene i benefici della terapia ormonale e con bazedoxifene riduce il rischio di iperplasia endometriale.
“Si tratta di un’importante innovazione terapeutica efficace nel contrastare i sintomi correlati alla carenza di estrogeni, indicata per le donne con utero per le quali la terapia progestinica non è appropriata – afferma Andrea Riccardo Genazzani, Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Pisa e Presidente ISGE (International Society of GynecologicalEndocrinology) -. Si tratta di una combinazione di estrogeni coniugati e bazedoxifene. Quindi una terapia ormonale senza progestinico. Gli estrogeni coniugati rimpiazzano la mancata produzione estrogenica nelle donne in menopausa e alleviano i sintomi menopausali. Poiché gli estrogeni promuovono la crescita dell’endometrio, i loro effetti, se non contrastati, aumentano il rischio di iperplasia e cancro dell’endometrio.Da qui la necessità dell’aggiunta di bazedoxifene, che agisce come antagonista del recettore degli estrogeni nell’utero, riducendo notevolmente il rischio indotto dagli estrogeni di iperplasia endometriale in donne non isterectomizzate. Infatti, il bazedoxifene è un modulatore selettivo del recettore degli estrogeni che, a seconda dei tessuti nei quali tali recettori sono espressi, può o agire da antagonista dei recettori (effetti inibenti), come nel tessuto mammario ed endometriale, o agire da agonista su altri tessuti, con un effetto stimolante sui recettori)”.
Da tempo viene utilizzata la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) a base di estrogeni e progestinici per tenere sotto controllo e mitigare gli effetti menopausali. Tuttavia il suo profilo di sicurezza e la tollerabilità sono ancora in discussione e secondo quanto emerge dalla ricerca, i motivi per cui non viene usata sono principalmente due: alcune donne non vogliono assumere ormoni e sono contrarie all’utilizzo di farmaci per i sintomi della menopausa, considerata un evento naturale che deve essere accettato.
COS’È LA MENOPAUSA?
La menopausa è l’assenza permanente delle mestruazioni legata alla mancata produzione di ormoni da parte delle ovaie. Viene dichiarata dopo 12 mesi consecutivi dall’ultima mestruazione non imputabili a nessun’altra evidente causa patologica o fisiologica. Nei 5-8 anni che precedono la menopausa il patrimonio follicolare si esaurisce e l’ovaio subisce un lento declino, divenendo sempre più piccolo e atrofico.
La menopausa può essere naturale, o fisiologica, e artificiale, indotta da qualsiasi evento che porta a distruzione il tessuto ovarico (interventi chirurgici, chemioterapia, malattie endocrine). La menopausa fisiologica si presenta intorno ai 50 anni con un intervallo di normalità tra i 45 e i 57 anni. Nei paesi occidentali la menopausa arriva in media attorno ai 51 anni. Fattori ereditari, etnici, comportamentali, pubertà tardiva, gravidanze e lunghezza del ciclo mestruale possono influenzare l’esordio della menopausa che può distinguersi in: precoce quando inizia prima dei 40 anni, prematura se inizia prima dei 45 anni e tardiva dopo i 53 anni.
LE FASI
Esistono rilevanti differenze individuali nell’esordio e nella durata delle fasi che caratterizzano la menopausa: il ciclo può cessare improvvisamente o modificarsi in modo graduale, anche nel corso di anni.
Peri-menopausa
I primi segni dell’approssimarsi della menopausa si manifestano spesso anni prima dell’ultima mestruazione. Questa fase di transizione viene definita peri-menopausa. Può durare sei o più anni e termina un anno dopo l’ultima mestruazione. I cambiamenti e i disturbi perimenopausali sono legati alla variazione dei livelli ormonali. Durante la peri-menopausa, i livelli di estrogeno continuano a diminuire, ma in modo non prevedibile. Temporaneamente possono persino essere più elevati rispetto agli anni precedenti. Le alterazioni del ciclo mestruale, le vampate di calore, la secchezza vaginale, i disturbi del sonno e gli sbalzi d’umore sono manifestazioni tipiche e frequenti della peri-menopausa.
Durante questa fase la donna ha ancora la possibilità di restare incinta, anche se la fertilità è complessivamente estremamente ridotta.
Pre-menopausa
Con questo nome si indicano quella fase della peri-menopausa che copre i 2 anni che precedono la menopausa, in questa fase i livelli di estrogeni calano in modo progressivo fino ad arrivare all’assenza di ovulazione.
Post-menopausa
La post-menopausa è il periodo che inizia a partire dall’ultima mestruazione, con ulteriore calo di estrogeni.
I SINTOMI
La menopausa è associata a una sintomatologia che può variare nel tempo di frequenza, intensità e natura. I sintomi a breve termine, se non trattati, possono tuttavia avere delle conseguenze a lungo termine e di valenza patologica, come ad esempio l’osteoporosi.
A seconda dell’epoca di comparsa i sintomi vengono classificati in:
acuti, quando compaiono i primi mesi dopo la menopausa (vampate di calore, insonnia, variazioni del peso corporeo);
intermedi, che si manifestano entro i primi 2-3 anni (disturbi urogenitali, invecchiamento della pelle);
cronici o tardivi, che si manifestano anche a molti anni di distanza. La frequenza e la gravità della sintomatologia sono molto variabili e soggettive.
I SINTOMI PIÙ FREQUENTI SONO:
Alterazioni del ciclo
Con l’approssimarsi della peri-menopausa si possono verificare alterazioni del ciclo in termini di frequenza e intensità delle mestruazioni. Soltanto poche donne riferiscono la brusca interruzione delle mestruazioni da un giorno all’altro. La maggior parte di esse riferisce irregolarità del ciclo mestruale, dovuta alla produzione irregolare di ormoni nelle ovaie. Per lo più i cicli diventano più brevi, quindi le mestruazioni compaiono più spesso rispetto ai consueti 28 giorni. Tuttavia le mestruazioni possono essere più brevi o più lunghe, più o meno intense del solito. Con il passare del tempo, le mestruazioni “saltano” spesso, ossia scompaiono per determinati periodi, per poi riprendere regolarmente. Per la maggior parte delle donne in stato perimenopausale, le variazioni del ciclo sono naturali e non sempre richiedono un trattamento. Non tutte le alterazioni del ciclo mestruale nelle donne sono però riconducibili all’approssimarsi della menopausa. Per questo è importante che un ginecologo valuti la natura delle alterazioni del ciclo mestruale, per escludere altre possibili cause.
Vampate di calore
Si tratta di ondate di calore improvvise, transitorie e fortemente soggettive dovute a vasodilatazione cutanea del volto e del torace, seguite da intensa sudorazione e senso di freddo. Le vampate di calore notturne possono interferire con il sonno, anche se non sono intense al punto da risvegliare la donna. I disturbi del sonno possono causare stanchezza e affaticamento, che a loro volta possono essere motivo di irritabilità (umore depresso, irascibilità, permalosità). Il ginecologo deve escludere altre eventuali cause per le vampate di calore, soprattutto se la menopausa non sembra essere la causa probabile o se sono presenti anche altri sintomi atipici della menopausa. Nella maggior parte delle donne le vampate di calore durano da 3 a 5 anni. Alcune donne non hanno mai vampate di calore o le hanno soltanto per pochi mesi, mentre altre ne soffrono per anni.
Cambiamenti del tono dell’umore
Le donne che in menopausa vivono stati d’animo depressivi hanno spesso sofferto di variazioni d’umore di tipo depressivo anche in passato, ad esempio nel quadro della sindrome premestruale. Se il cambiamento dello stile di vita e le proprie risorse non bastano a influire positivamente sui disturbi di natura psichica, può essere utile un trattamento farmacologico (TOS).
Disturbi del sistema urogenitale e della sfera sessuale
Secchezza vaginale legata alla riduzione dello spessore dei tessuti di rivestimento della vagina e a una ridotta funzionalità delle ghiandole vaginali che rendono meno elastici i tessuti e più difficoltosi e dolorosi i rapporti; incontinenza urinaria e urgenza della minzione per indebolimento dei muscoli pelvici; riduzione del desiderio.
Aumento di peso
Molte donne aumentano di peso dopo i quaranta o cinquant’anni. L’aumento di peso è associato all’invecchiamento, allo stile di vita e ai cambiamenti ormonali della menopausa, ovvero al calo di estrogeni, che comporta diminuzione della massa muscolare e riduce il metabolismo basale e il fabbisogno calorico. La massa adiposa aumenta soprattutto a livello addominale e questo comporta, oltre ad un problema di natura estetica, anche un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di sindrome metabolica.
Alterazioni dello scheletro
Con osteoporosi dovuta a diminuzione di massa ossea indotta dal deficit estrogenico peculiare della menopausa. Il 40% delle donne dopo la menopausa subisce una frattura.
Disturbi del sonno
Colpiscono tra il 40% e il 60% delle donne. L’insonnia è un sintomo correlato al calo degli estrogeni che regolano il ritmo sonno-veglia.
Alterazioni della cute
L’invecchiamento della pelle è legato alla riduzione del collagene, dovuta alla carenza di estrogeni e dell’elasticità, mentre aumentano le rughe, le alterazioni della pigmentazione e la secchezza. Il fumo e i raggi solari aumentano tale effetto e dovrebbero pertanto essere evitati.
da ilpuntosalute | 1 Giu, 2016 | No profit
Il teatro come mezzo per regalare fiducia in sé stessi e a chi non ha mai pensato di meritarla: è il fulcro dell’iniziativa sostenuta dal brand veneto Franklin&Marshall (F&M) e lanciata dall’associazione napoletana i Maestri di Strada, onlus impegnata nella lotta alla dispersione scolastica nei quartieri di Barra, Ponticelli e San Giovanni di Napoli.
Per donare un riscatto ai ragazzi sfiduciati dall’ambiente circostante, Maestri di Strada ha deciso di mettere in scena l’opera Lisistrata, una commedia di Aristofane che possiede un forte valore ideologico, che tratta di pacifismo e diffonde un messaggio di condivisione. L’azienda d’abbigliamento appoggia il progetto finanziando la realizzazione dei costumi teatrali indossati dai giovani.
“Franklin&Marshall ha una divisione interna al marketing che si occupa di Corporate Social Responsibility – precisa Francesco Costantino Ciampa, Corporate Social Responsibility Manager . La collaborazione con la onlus napoletana nasce dalla mia passione per il teatro e dalla volontà di aiutare le persone in difficoltà”.
Franklin&Marshall non è nuovo a sostenere iniziative solidali. “Prima dei Maestri di Strada, ci siamo legati ai Briganti di Librino, squadra di rugby catanese, per donare quattro borse di studio ai ragazzi più meritevoli”, riferisce Francesco Costantino Ciampa. I Briganti si allenano presso il campo San Teodoro, uno stadio mai inaugurato letteralmente strappato all’incuria e all’abbandono. Attraverso lo sport, i giocatori coltivano i semi della legalità e imparano il rispetto delle regole in campo e fuori. Regole messe in pratica, anche, durante la partita amichevole tra gli under 16 dei Briganti di Librino e il C.U.S. Verona Rugby.
In passato con l’iniziativa Franklin For Africa, il brand ha avviato un programma di aiuti a supporto dei Salesiani in Etiopia attraverso la commercializzazione una T-shirt. Il ricavato della vendita è stato devoluto in beneficienza per diffondere un messaggio di speranza e crescita, per un futuro perseguibile attraverso il lavoro, lo studio, lo sport, la competizione e il gioco.
Il marchio veronese ha appoggiato, anche, la campagna Fill the Cup del WFP. Il nome dell’iniziativa deriva dalle tazze di plastica, che sono ampiamente usate per servire il porridge o altro cibo fornito dal WFP alle scuole dei Paesi in via di sviluppo. L’alimentazione scolastica è una potente rete di protezione sociale per i bambini e le loro famiglie, in quanto migliora le condizioni di vita e rappresenta un investimento nel capitale umano dal punto di vista nutrizionale, della salute, dell’istruzione e dell’uguaglianza dei sessi.
Franklin&Marshall dimostra come alcuni marchi della moda, da alcuni ritenuto un effimero mondo, si occupano anche di beneficienza con lo scopo di sensibilizzare il pubblico su differenti temi sociali e con la volontà di fare del bene ai giovani in situazioni difficili.
Simone Lucci
Franklin&Marshall è un’azienda di abbigliamento italiana con sede a Montorio, frazione di Verona. Il brand nasce nel 1999 da un’intuizione di Giuseppe Albarelli e Andrea Pensiero e ha una forte connotazione vintage legata al mondo dei college americani. Tutta la maglieria di F&M è rigorosamente Made in Italy, in linea con l’etica lavorativa che contraddistingue l’azienda fin dai suoi primi giorni di vita. Oggi F&M offre una vasta gamma di articoli che comprende t-shirts, polo, felpe, maglie di lana, bermuda e altro ancora e che unisce i colori e le linee tipiche dell’abbigliamento sportivo e casual.
Maestri di Strada è un’associazione nata nel 2009 grazie alla forza d’animo di Cesare Moroni, un maestro elementare che ha deciso di non escludere nessuno dalla scuola, attraverso una cura educativa che si basa sulla mobilitazione delle risorse dei ragazzi e sulla reciprocità delle relazioni.
da ilpuntosalute | 27 Mag, 2016 | Arte e Design
Il fiore (flower in inglese) è l’elemento naturale che a livello metaforico rappresenta il bambino. Maria Montessori è una delle più grandi pedagogiste del nostro Paese e la prima donna a laurearsi in medicina in Italia. Dalla sintesi delle due parole nasce Flowerssori, la linea di arredi e spazi 100% ecologici di ispirazione montessoriana che aiutano e stimolano la crescita cognitiva dei bambini.
I mobili sono realizzati esclusivamente con legni certificati PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), e con le colle con il più basso contenuto di formaldeide. Nessuna plastica, nessun metallo, solo natura. Ambienti e arredi armonici, ricchi di elementi naturali che offrono spunti interessanti per la crescita dei più piccoli, in quanto sono disegnati sull’ergonomia e la sensorialità del bambino.
All’azienda sono stati attribuiti due importanti riconoscimenti, uno nel campo della pedagogia, poiché la linea Flowerssori è certificata Montessori, e il secondo nel campo del design con la vincita del premio ADI DESIGN INDEX 2013.
La libreria Jump, la piccola sedia Flowerssori, il lettino Montessori, il tavolino/sgabello Flowerssori e il Kit Pappa Felicemente sono alcune proposte multifunzionali, flessibili, regolabili e dinamiche ideate da un gruppo di architetti e dal promotore dell’iniziativa, nato a Chiaravalle, città natale di Maria Montessori.
Il brand vanta, anche, importanti collaborazioni. Il Kit Pappa Felicemente, completato dal suo vassoio, è un set in porcellana creato con la giovanissima designer Miriam Gardelli, lo chef stellato di fama internazionale Mauro Uliassi e Artex – Scenari di Innovazione. Un progetto che sottolinea il forte legame tra il cibo e i bambini.
Ricerca intellettuale, fantasia e design hanno permesso a Flowerssori di realizzare arredi che scommettono sul futuro, ovvero i bambini.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 16 Mag, 2016 | Bio
Ricerca, studi tecnologici e certificazioni di categoria sono gli importanti elementi che originano un sacchetto in carta riciclata per la raccolta differenziata.
Si chiama Sumus® ed è il secchetto realizzato con carta riciclata post consumo proveniente al 100% dalla raccolta differenziata. È totalmente biodegradabile e compostabile, caratteristica che ha permesso al brand di rientrare negli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (GPP) ai sensi del Decreto Ministeriale 203 del 2003.
Studiato e brevettato per contenere il rifiuto umido, l’involucro ecologico elimina i classici disagi della raccolta casalinga come odori sgradevoli e la possibilità di rottura con conseguente perdita di liquidi maleodoranti. Il sacchetto risulta resistente perché è creato con fondo multistrato, fondello di rinforzo mobile interno e alettatura della parte superiore, il tutto assemblato a Padova con colle e inchiostri attenti all’ambiente.
Se l’involucro che respira viene inserito in una pattumiera adeguatamente areata, i vantaggi si moltiplicano perché quando il rifiuto organico è sufficientemente ossigenato si attiva subito il processo di compostaggio, esattamente come avviene in natura. Gli scarti contenuti nel cestino si scaldano e l’acqua evapora, anziché filtrare trascinando con sé batteri e cattivi odori, a differenza di un rifiuto organico che all’interno di un contenitore chiuso e anaerobico fermenta e rilascia i liquidi maleodoranti.
Lo scopo dell’azienda Sumus Italia Srl è di estendere l’impiego dei materiali biodegradabili e compostabili anche agli involucri non ancora riciclabili, diminuendo l’utilizzo di materiali che non possono essere differenziati e recuperati per evitare il fenomeno della desertificazione.
Simone Lucci
La carta che respira è un’idea nata da Davide Lolli, fondatore e Amministratore Delegato dell’azienda Sumus Italia Srl. Nel 2013, l’azienda rischia la chiusura per il forte aumento dei debiti contratti, così l’imprenditore decide di convocare i fornitori strategici e li convince a diventare suoi soci, fondando una nuova società: la Sumus Italia Srl. Con il piano di rilancio tra aprile e giugno 2013 l’azienda riparte con una serie di nuovi progetti e nuove idee:
- il personale “diretto” passa da 3 a 7 unità,
- il fatturato passa da 1 milione del 2013 a 3,5 milioni nel 2015 con una previsione 2016 di oltre 4 milioni,
- la gamma dei prodotti passa da 3 a oltre 20 referenze,
- consegue brevetti europei e certificazioni ambientali che permettono di differenziare il prodotto SUMUS dalla concorrenza,
- si inserisce in nuovi segmenti di mercato come la raccolta differenziata della carta,
- iniziano le esportazioni in Francia e Austria.
da ilpuntosalute | 13 Mag, 2016 | No profit
Il personaggio televisivo Raffello Tonon e Margherita Zanatta, attrice e conduttrice televisiva, presentano la terza edizione di Infant Charity Award con il sostegno di Ana Laura Ribas, una delle madrine di Infant Charity, già presente nelle precedenti edizioni.
L’evento ha lo scopo di premiare ogni anno le associazioni benefiche che si sono distinte per il loro lavoro con i bambini. Quest’anno due appuntamenti. Cena di gala lunedì il 16 maggio, a Palazzo Parigi, durante la quale verranno annunciate le nominations si 6 categorie di diverse associazioni e per ogni categoria resteranno in gara 3 associazioni. Nel corso della serata “Missione: Cuori Felici” si alterneranno sul palco i comici italiani: Katia Follesa, Angelo Pisani e Paolo Casiraghi. Per l’occasione, i tre comici diventano gli esclusivi battitori d’asta di tre pezzi, al momento assolutamente top secret, che permettono di supportare il nobile progetto.
Oltre alle associazioni no profit, nelle nominations rientrano, anche, personaggi del mondo dello sport dello spettacolo e naturalmente i migliori medici italiani. Le precedenti edizioni hanno visto protagonisti: Ezio
Greggio, Martina Colombari, Giampaolo Pazzini, Alex Zanardi, Menaye Donkor Muntari e Ezio De Caro.
I vincitori saranno selezionati e premiati da una giuria di giornalisti in una seconda serata di gala nel corso della prossima settimana della moda di settembre.
La scelta è ricaduta proprio sulla fashion week milanese perché Infant Charity coinvolge media e anche personaggi provenienti dal mondo moda, settore da sempre legato alla beneficenza.
I fondi raccolti durante le due serate sono devoluti alla onlus IL CUORE DI GIAMPY, associazione no profit a favore dei bambini cardiopatici e delle loro famiglie. Nel 2016, Il CUORE DI GAMPY inaugura un nuovo progetto a sostegno dell’iniziativa Cuori in emergenza, per sostenere gli interventi chirurgici dei piccoli cardiopatici che vivono nelle zone del mondo meno sviluppate.
Simone Lucci
Leggi anche: UNA SERATA DI GALA A SOSTEGNO DELL’INFANZIA
da ilpuntosalute | 11 Mag, 2016 | Sport
Oro Olimpico a Londra nel 2012, vincitore di un Grande Slam e campione britannico sono i risultati ottenuti dal tennista Andy Murray, secondo solo a Novak Djokovic nel ranking mondiale dell’ATP (Association of Tennis Professionals).
Dal 2009, lo sportivo è testimonial della charity Malaria No More UK a sostegno della lotta contro la malaria, un impegno ribadito durante gli Internazionali BNL d’Italia a Roma. In occasione del principale torneo professionistico italiano, il campione rinnova l’invito all’Italia e al mondo a contribuire al Fondo Globale, il più grande finanziatore mondiale di programmi per combattere e sconfiggere malaria, tubercolosi e AIDS.
“La malaria uccide un bambino ogni due minuti – afferma Andy Murray –. Negli ultimi anni si sono fatti progressi senza precedenti. Tra il 2000 e il 2015, le morti per malaria nei bambini si sono dimezzate, salvando, così, oltre 6 milioni di vite, l’equivalente delle popolazioni di Roma, Milano e Napoli messe assieme”.
Il crescente impegno economico ha fornito più prevenzione, diagnosi migliori e cura della malattia. “La raccolta di fondi consente di continuare l’ambizioso progetto e perpetrare i progressi tanto faticosamente ottenuti, senza permettere che la situazione di peggiori – riferisce il campione –. Entro il 2020 con l’impegno dell’Italia e del resto del mondo, il Fondo Globale può raddoppiare gli investimenti e salvare la vita di molte persone, soprattutto bambini in Africa, l’area maggiormente colpita”.
Analizzare e imparare dal passato è fondamentale. “Quando i fondi sono stati ridotti o bloccati, in molti Paesi si è assistito al ritorno ancora più aggressivo della malattia – precisa Murray –. Non possiamo fermarci o lasciarci sfuggire delle occasioni quando le vite e il futuro di così tante persone sono in pericolo. Spero che tutte le nazioni, Italia compresa, rinnoveranno nei prossimi mesi l’impegno con il Fondo Globale”.
Per vincere nello sport occorrono dedizione, strategia e perseveranza, qualità fondamentali, anche, per ottenere enormi progressi nella lotta contro la malaria che è possibile prevenire attraverso una terapia salvavita che costa meno di un caffè. Debellare la malattia è un obiettivo raggiungibile perché nessun bambino deve morire a causa della puntura di una zanzara.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 6 Mag, 2016 | Nutrizione
Il miele ha una storia antichissima. Le prime api compaiono da 50 a 25 milioni di anni fa e dopo numerosi studi si pensava di aver scoperto tutto sull’importanza del prezioso insetto e dei molteplici benefici dell’antico alimento nutraceutico. Non è così, infatti lo straordinario prodotto continua a stupire perché i polifenoli contenuti nel miele riducono il danno al DNA indotto dai pesticidi. È questo l’ultimo importante risultato emerso da uno studio diretto da Renata Alleva con il supporto di Conapi, il Consorzio che riunisce oltre 600 apicoltori in tutta Italia.
“Siamo soddisfatti di aver sostenuto la ricerca perché rappresenta un’ulteriore prova dell’importanza delle api per la nostra vita e per il nostro pianeta – dichiara Diego Pagani, presidente Conapi –. Le api sono responsabili di almeno 70 delle 100 principali colture agricole, e fondamentali per il mantenimento della biodiversità e della ricchezza alimentare”.
La qualità dell’ambiente e dei prodotti alimentari è importante nel determinare lo stato di salute dell’uomo. È possibile affermare che gran parte delle patologie comuni hanno una causa riconducibile a una esposizione ambientale, dove la tipologia di alimenti e la modalità con cui vengono prodotti possono fare la differenza.
Nell’agricoltura intensiva, i pesticidi sono ampiamente utilizzati, provocando la perdita della biodiversità e l’estinzione di specie indispensabili per la sopravvivenza dell’uomo. Un esempio è la moria delle api causata dell’utilizzo di fitofarmaci, che sono tossici anche per l’uomo. L’esposizione cronica a tali prodotti è stata associata a patologie metaboliche, endocrine, neurogenerative e tumorali.
“La ricerca ha stabilito che una dieta ricca di polifenoli protegge l’organismo da alcune patologie – afferma Diego Pagani –. Il miele è un elemento eccellente perché i polifenoli al suo interno riducono i danni al DNA indotti dai pesticidi”. Il miele, infatti, svolge azioni antinfiammatorie, antimicrobiche, lenitive, lassative, nutrienti, depurative, mineralizza le ossa e previene i tumori. A conferire al nettare degli dei la funzione nutraceutica sono: gli acidi fenolici, i flavonoidi, gli enzimi, i carotenoidi, gli acidi organici, gli amminoacidi, le proteine, l’α- tocoferolo e le vitamine.
Nella prima fase dello studio, sono state analizzate quattro varietà di miele acacia, castagno, bosco e arancio. Ciascuna tipologia è stata scelta per il contenuto polifenolico e per il potere antiossidante. Il miele di bosco è risultato il più ricco in polifenoli e con il più alto potere antiossidante, pertanto è stato selezionato e testato su un modello cellulare. L’esposizione delle cellule a due pesticidi, comunemente usati in agricoltura convenzionale, clorpirifos e glifosate, induceva la formazione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS), riduzione dell’attività di riparazione con conseguente formazione di lesioni al DNA. Si è osservato che, l’aggiunta di polifenoli estratti dal miele inibisce la formazione di ROS, attiva i sistemi di riparazione e ripara il danno al DNA.
Sulla base dei risultati ottenuti, l’effetto del miele è stato studiato su una popolazione esposta a pesticidi residente in Val di Non, in prossimità di aree agricole a coltivazione intensiva di mele. In differenti periodi dell’anno, i soggetti presentavano elevati livelli di residui urinari di clorpirifos e una diminuzione dell’attività di riparazione del DNA, caratteristiche visibili sia nei periodi di bassa che di alta esposizione. L’assunzione per 10 giorni del miele di bosco biologico ha determinato un aumento dell’attività di riparazione con conseguente riduzione del danno.
Anche in condizioni ambientali sfavorevoli, lo studio dimostra che l’alimentazione può essere d’aiuto a contrastare i danni indotti dall’ambiente e in dosi corrette il miele risulta un dolcificante naturale con un effetto salutare superiore rispetto ad altri zuccheri.
Consumare miele rappresenta un toccasana per il nostro benessere e in futuro chissà quali altri segreti ci svelerà.
Simone Lucci
Conapi nasce nel 1979 a Monterenzio, in provincia di Bologna, come Cooperativa Apistica Valle dell’Idice. Un progetto realizzato da 9 giovani che hanno deciso di avvicinarsi all’affascinante mondo dell’apicoltura. Nel 1985, l’associazione si unisce ad altre 6 cooperative e fonda il Consorzio Nazionale Apicoltori, la più importante cooperativa di apicoltori in Italia e una delle più importanti nel mondo. Gli apicoltori di Conapi sono coltivatori di biodiversità e lavorano insieme alle api, creando le condizioni che permettono agli insetti di produrre mieli, pollini e prodotti apistici buoni e puliti. La Cooperativa rappresenta un modello completo di filiera del miele: dalla scelta dei territori, alla produzione in apiario, fino al confezionamento e alla commercializzazione del prodotto finito. Sono oltre 600 gli apicoltori e più di 75 mila gli alveari in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, da cui provengono mediamente oltre 2.500 tonnellate di miele.
leggi anche: UN MIELE DELIZIOSO E ATTENTO ALL’AMBIENTE
da ilpuntosalute | 4 Mag, 2016 | Vino
La cantina è Ciacci Piccolomini d’Aragona.
Rosso di Montalcino 2014, Rosso di Montalcino Rossofonte 2014, Brunello di Montalcino 2011, Brunello Vigna di Pianrosso Riserva S. Caterina d’oro 2010, Brunello di Montalcino Vigna di Pianrosso 1999: questi i vini in degustazione al ristorante Vun del Park Hyatt Milano.
Lui è Luca Gardini, si definisce “romagnolo verace” ed è il mattatore della serata e l’eclettico comunicatore dell’anima dei vini. Miglior Sommelier d’Italia nel 2004, Miglior sommelier d’Europa nel 2009 e Ambasciatore del metodo classico italiano in qualità di vincitore del premio Ferrari nel marzo del 2009.
Aveva ventinove anni ed era sommelier presso il Ristorante Cracco di Milano quando si è aggiudicato, al teatro Bella Artes di Santo Domingo, il titolo di “Miglior sommelier del Mondo 2010”, premio assegnato nel corso della serata finale del concorso promosso dalla WSA (Worldwide Sommelier Association).
Luca Gardini è stato iniziato ai segreti del vino dal padre Roberto (anche lui insignito del titolo Miglior Sommelier d’Italia, nell’edizione del 1993).
Luca Gardini non parla mai male dei vini, se non gli piacciono, piuttosto sta zitto. “Dietro a una bottiglia c’è lavoro, fatica, tanto investimento. Preferisco andare dal produttore e dirglielo di persona, aiutarlo a migliorare.
Ho grande memoria olfattiva. E istinto: un vino lo capisci nei primi 30 secondi, quelli che ci stanno a pensare tre ore brancolano. Poi ci vuole fortuna. Riconoscere alla cieca è la mia specialità, e la sfida mi piace. Quindi sono molto forte, anche se qualche volta sbaglio”.
Cosa mi dici in 30 secondi del Brunello?
Esemplare unico, coinvolge. Un po’ come una donna, vedi subito se è fatta per te. La chimica, la reazione. Quando assaggio il Brunello di Ciacci è amore a prima vista, pulizia, estremo rigore, estrema finezza, estrema territorialità. È come quando vedi una bella donna per la prima volta e dici: questa donna mi stimola, mi emoziona! Così come il Brunello che ti invoglia, che crea il desiderio, ti spinge ad andare su quel bicchiere. Questo è importante nel mondo del vino: la voglia di versarlo, berlo e interpretarlo.
Se il vino fosse donna, il Brunello che donna sarebbe?
Sarebbe quella donna che devono ancora inventare.
Chi produce il Brunello lo considera un’opera d’arte, come lo considera Luca Gardini? E se fosse un’opera d’arte, per te quale opera d’arte sarebbe?
L’arte è soggettiva. C’è a chi predilige uno stile, chi un altro. Il Brunello ha un grande stile, è un’opera d’arte unica e immensa, come La Gioconda.
Hai detto: “Io ho inventato abbinamenti tra cibi e sakè, tè, cocktail di frutta. Ma i pregiudizi e le fissazioni son cazzate: non ci sono vini che non stanno bene col carciofo o col cioccolato? Un’eresia. E il vino rosso col pesce è una gran cosa: provi delle ostriche crude col Pinot nero a 10-12 gradi”. Quale abbinamento, invece, stravagante consigli con il Brunello?
L’abbinamento perfetto non c’è. Il migliore bisogna crearlo, per esempio con una bella donna, il mare, il tramonto, due ostriche crude un Pinot nero o un Brunello di questa tipologia e con un corpo di grande eleganza. Per un abbinamento stravagante vedo il Brunello con un brodetto di pesce, una zuppa di pesce gustata con i piedi nel mare. Io mi emoziono con un grande Brunello e una grande zuppa di pesce. Sono originale come il Brunello! Ognuno poi ha il suo gusto personale, ognuno ha il suo palato e va rispettato, ognuno ha il suo prototipo di abbinamento.
E la temperatura del vino? Il Pinot nero lo consigliavi a 10/12 gradi, il Brunello?
Il Brunello a 15°.
Cos’è cambiato per te dopo aver vinto il Campionato del Mondo dei Sommelier?
Niente. Ho capito che le associazioni non contano niente.
Oggi di cosa ti occupi?
Dei miei 3 figli prima di tutto, delle mie amicizie, degli amici che hanno creduto in me sempre.
Quali sono i principi che guidano il tuo lavoro?
Apprezzo la gente che ama il vino per quello che è: la cosa più bella del mondo. Ognuno ha il proprio palato e va rispettato, quindi io cerco di non regolarmi solo su me stesso ma di considerare i gusti degli altri. Nel giudicare ci vuole rispetto anche perché dietro a un bicchiere di vino ci sono persone che vi si sono dedicate con sacrificio, amore e passione. Sono contro chi fa il “fenomeno”, il “professore”, perché uno deve bere quello che gli va di bere e quello che può bere.
Clementina Speranza