da ilpuntosalute | 27 Mar, 2013 | Nutrizione
Prezioso frutto dell’inverno, è figlio delle brume autunnali della campagna veneta. Può essere bianco o bianco crema con il lembo delle foglie rosso intenso, ha sapore dolce o amarognolo ed è croccante. C’è quello rosso di Treviso Tardivo, quello variegato di Castelfranco IGP e quello rosso di Treviso Precoce. Si tratta del Radicchio che, tra l’altro, è un ottimo rimedio anti-invecchiamento.
Da recenti studi svolti all’Università di Urbino sembra che il radicchio rosso contenga molte più sostanze antiossidanti rispetto ad alimenti più famosi per questa proprietà, come mirtilli e uva passa; grazie a tale caratteristica il radicchio rosso ha la proprietà di rallentare l’invecchiamento cellulare e di prevenire l’insorgere di alcuni tipi di tumore, soprattutto a livello intestinale. Non solo. Anche la pelle trae benefici dalla presenza di sostanze antiossidanti, mantenendosi giovane più a lungo; gli antiossidanti, inoltre, contrastano, artrite e reumatismi. Il radicchio, indicato per chi ha problemi cutanei (foruncoli, piaghe), ha un contenuto calorico basso (per il 92-94% é composto di acqua) ed é ricco di vitamina A, B1 e B2.
Altri benefici di questo ortaggio sono innanzitutto le proprietà depurative: grazie all’alto contenuto di acqua, alla presenza di fibre e principi amari, il radicchio favorisce la digestione e il buon funzionamento dell’intestino. Il basso apporto calorico lo rende molto indicato anche per le diete e i regimi alimentari controllati. Il calcio e il ferro presenti in esso, poi, sono in grado di favorire il metabolismo delle ossa rendendole più forti; gli antociani presenti nel radicchio rosso hanno proprietà preventive nei confronti delle malattie cardiovascolari, mentre, il triptofano, apporta benefici al sistema nervoso contrastando i disturbi legati all’insonnia.
Il radicchio rosso di Treviso IGP svela il suo lato beaty in una tisana e diventa l’ingrediente perfetto per un profumatissimo infuso dalle spiccate proprietà salutistiche. L’assoluta novità nasce grazie al progetto “Radicchio Rosso di Treviso IGP – Il Gusto lungo le Rotte delle Repubbliche Marinare” e grazie alla ricerca per una “Nuova Cucina Mediterranea”.
Gli chef del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana (Unascom-Confcommercio) si sono sbizzarriti nella caccia a soluzioni innovative con cui interpretare le due famose cicorie, tanto belle da essere chiamate il “Fiore d’Inverno” e la “Rosa di Castelfranco”, e lo chef Nicola Dinato del ristorante Feva di Castelfranco Veneto è riuscito nel difficile intento. È nato così un infuso, la cui ricetta resta segreta, dove non manca, come richiesto dal progetto, un tocco esotico con il litchi. Si tratta di una tisana perfetta per chi voglia rilassarsi o un dopo pasto. La tisana al radicchio e tutti i risultati delle sperimentazioni che gli chef trevigiani hanno avviato con le due famose cicorie, il cui marchio europeo d’origine IGP (Indicazione Geografica Protetta) è tutelato dal Consorzio promotore dell’intero progetto, saranno riuniti e presentati sul mercato sotto il marchio FIORI D’INVERNO, di proprietà del Consorzio.
La preziosa cicoria è tutelata dal 1996 dal Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco. La zona di produzione comprende i territori di 24 Comuni a cavallo tra le province di Treviso, Venezia e Padova.
Il Consorzio – così come espressamente previsto dallo statuto – ha funzione di tutela, di promozione, di valorizzazione, di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alla denominazione IGP. Il Consorzio valorizza e tutela tre Indicazioni Geografiche Protette: il radicchio rosso di Treviso tardivo IGP, il radicchio rosso di Treviso precoce IGP e il radicchio variegato di Castelfranco IGP.
#5Blogger, un gruppo di autori italiani di blog, collegati al mondo del fumetto, della sceneggiatura, della comunicazione e della grafica, attraverso i loro viaggi condivideranno con i lettori le loro scoperte ed esperienze, rendendole ‘social’ in tempo reale.
I loro canali di comunicazione sono ovviamente i loro blog, ma anche le loro pagine facebook, twitter e instagram dove è possibile trovare commenti, foto, illustrazioni e storie a fumetti legati a questa nuova esperienza ‘trevigiana’.
Potremo seguirli attraverso i canali social è l’hastag #5blogger e #radicchiorossoTV.
Daniele Bonomo
http://www.gud.it
Roberto Recchioni
http://www.prontoallaresa.blogspot.com
Paolo Campana
http://www.bloggokin.it
Mauro Uzzeo
http://www.nontistavocercando.it
Andrea Longhi
http://inkontheroad.blogspot.it/
Paolo Campana
www.bloggokin.it
Radicchio Rosso di Treviso Tardivo.
Il tempo per raccogliere il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo è a novembre, dopo almeno due brinate. È necessario infatti che la preziosa cicoria sia avvolta dal gelo per almeno due volte, così stabilisce il disciplinare di produzione IGP, perché il processo vegetazionale della pianta venga bloccato.
Il principe dei radicchi non arriva direttamente dal campo alla tavola, ma ha bisogno di lasciare la terra e immergersi nell’acqua per alcune settimane prima di raggiungere la croccantezza e il gusto che lo contraddistinguono: quando viene raccolto è ancora verde e sarebbe immangiabile tanto è amaro. Portato nelle aziende agricole, con sapienza antica, lascia la terra per bagnarsi nell’acqua pura delle risorgive che, proprio in questi territori tra Treviso, Padova e Venezia, riemergono dalle falde profonde.
Ecco il procedimento. Le piante vengono prelevate dal solco, toilettate e raccolte in mazzi di circa 30 radicchi con relativa radice e pane di terra. I mazzi sono poi collocati in vasche di cemento dove scorre dell’acqua con una temperatura costante non inferiore ai 10-12 °C che non deve mai bagnare le foglie. Le piante vengono quindi ricoperte con uno strato di 8-10 cm di paglia o di foglie o di stocchi di mais trinciati e coperte perché restino al buio per circa 15 giorni. Questo consente loro di “rifiorire” anche in piena stagione invernale. È grazie a questa cura sapiente che nasce il cuore dalle tipiche foglie rosso vinoso con nervatura centrale dal bianco quasi candido.
Radicchio Rosso di Treviso IGP – Precoce.
Passata la grande calura estiva, nei campi, le verdi foglie del radicchio vengono dolcemente raggruppate e legate per permettere che il cuore, “al buio”, sviluppi nuove foglie che, a partire dal mese di settembre, si mostreranno di colore rosso intenso.
Toilettato e lavato, il Radicchio Rosso di Treviso Precoce si presenta di buona croccantezza, moderatamente amaro, adatto a molteplici usi, sia cotto che crudo. Le sue foglie, dal sapore leggermente amarognolo e dalla consistenza mediamente croccante, sono caratterizzate da una nervatura principale molto accentuata di colore bianco, che si dirama in molte piccole penninervie nel rosso intenso del lembo fogliare notevolmente sviluppato.
Radicchio Variegato di Castelfranco IGP.
Ottobre segna l’arrivo sul mercato del Radicchio Variegato di Castelfranco. Il suo colore bianco crema, la variegatura della foglia e la sua forma lo rendono uno dei radicchi più ammirati. Bello di aspetto, delicato al palato, il Radicchio Variegato di Castelfranco aspetta paziente il momento della sua celebrazione, contento di soddisfare, per il momento, il palato dei gourmet più attenti. Le foglie hanno un sapore che va dal dolce al gradevole amarognolo molto delicato, il colore è bianco-crema con variegature distribuite in modo equilibrato su tutta la pagina fogliare di tinte diverse, dal viola chiaro al rosso violaceo e al rosso vivo. Il cespo, è bello di forma e splendido nei colori, ha un diametro minimo di 15 cm. Partendo dalla base, si ha un giro di foglie piatte, poi un secondo giro di foglie un po’ più sollevato, un terzo giro ancora più inclinato e così via, fino ad arrivare al cuore, evitando la presenza di grumulo. Lunghezza massima del fittone: 4 cm, il diametro è proporzionale alle dimensioni del cespo stesso. Le foglie sono spesse, con bordo frastagliato e con superficie del lembo ondulata, di forma rotondeggiante.
Clementina Speranza
Per le ricette potete visitare l’apposita sezione del sito del Consorzio www.radicchioditreviso.it
da ilpuntosalute | 20 Feb, 2013 | Nutrizione
Per la categoria tè vince SanThé di Sant’Anna. Si tratta di un tè freddo arrivato da poco sugli scaffali dei supermercati che i consumatori italiani hanno già eletto Prodotto dell’Anno 2013.
La fresca novità si avvale dell’Acqua Sant’Anna e non utilizza polveri solubili ma il sistema dell’infusione delle foglie in acqua calda, secondo il metodo tradizionale della classica bevanda preparata a casa, aggiungendo poi vero succo di limone e pesca. Le foglie, di elevata qualità, raccolte e selezionate nei giardini di tè dello Sri Lanka, garantiscono un profilo organolettico costante e l’assenza di contaminanti, anche perché, prima del loro utilizzo, viene verificata l’assenza di pesticidi e di metalli pesanti. L’azienda utilizza estratti concentrati di tè ma per l’infusione si parte sempre e solo dalle foglie. Il prodotto finale contiene quindi un quantitativo elevato di polifenoli, gli antiossidanti naturali presenti nelle foglie di tè che il processo di infusione consente di preservare.
Particolarmente indicato per le persone attente al profilo salutistico degli alimenti è SanThé al tè verde. Con un contenuto nettamente inferiore di zuccheri, e di conseguenza un apporto calorico inferiore ai SanThé aromatizzati al limone e alla pesca, ha un contenuto di polifenoli decisamente più elevato in quanto viene prodotto utilizzando foglie di thè non fermentato (tè verde). Il processo di fermentazione che porta le foglie di tè dal verde all’oloong al tè nero riduce infatti il contenuto di polifenoli presenti nella foglia.
“Mi sono dedicato personalmente allo sviluppo del nuovo prodotto e dei differenti gusti. Siamo molto
soddisfatti per questo riconoscimento che viene direttamente dai consumatori: è proprio a loro che pensiamo quando concepiamo un nuovo prodotto”, precisa Alberto Bertone A.D. e Presidente di Acqua Sant’Anna. Il tema del benessere è da sempre un cavallo di battaglia del brand, grazie anche alle straordinarie caratteristiche organolettiche dell’acqua che sgorga dai monti sovrastanti Vinadio, dove ha sede lo stabilimento produttivo.
“Il marchio Sant’Anna oggi vanta una clientela fedele, ma non per questo meno esigente – spiega l’imprenditore – . Abbiamo studiato a fondo il mercato e abbiamo scoperto che il tè freddo, soprattutto nel formato monoporzione in bicchiere, è molto utilizzato dalle mamme per la merenda dei bambini. Mamme e bambini sono da sempre un target importante per noi; Sant’Anna, tra l’altro, è stata una delle prime acque minerali a ricevere l’autorizzazione ministeriale per l’alimentazione dei neonati. Per questo abbiamo pensato di soddisfare anche questa esigenza di consumo proponendo un prodotto alternativo, accurato e di alta qualità. E come sempre siamo partiti dal prodotto, non dai numeri che può fare”.
Per dolcificare SanThé l’azienda ha scelto di utilizzare solo zucchero “vero”. Ha escluso edulcoranti quali l’acesulfame o l’aspartame che, da un lato, consentirebbero la riduzione dell’apporto calorico del prodotto ma dall’altro non sono consigliati nella dieta del bambino e delle donne in gravidanza: l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione ne sconsiglia l’uso fino al terzo anno di età e durante la gravidanza e l’allattamento, e raccomandata cautela per i bambini di età superiore ai tre anni.
SanThé, il nome del nuovo prodotto, richiama anche la parola “santé” che per i francesi significa salute.
E allora, salute!
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 4 Feb, 2013 | Benessere
ARPwave è un sistema sviluppato in America da Denis Thompson e Jay Schroeder. Si tratta di un apparecchio di elettrostimolazione neuromuscolare ad alta frequenza che favorisce e accelera il superamento di problematiche muscolari e articolari acute e croniche, migliora in modo evidente la performance atletica e previene infortuni e dolori dovuti alla pratica sportiva o alla normale vita quotidiana.
Già usato da atleti di football americano, NBA, golf, atletica e baseball e da squadre professionistiche di calcio di serie A anche italiane, ARP viene proposto pure a un pubblico più vasto, a Milano, presso il Centro Medico Ambrosiano in cui opera la fisioterapista tedesca Stephanie Dietrich.
ARP agisce sui muscoli, in che modo? E quando si può utilizzare?
Con ARP si interviene su problemi articolari, affrontandoli a livello muscolare.
Può essere utilizzato per la preparazione atletica, per esempio presciistica per rafforzare il quadricipite, in modo da rendere il ginocchio più stabile ed evitare distorsioni, contusioni e possibili fratture. Si impiega sia nella riabilitazione postoperatoria sia per prevenire alcuni interventi chirurgici. In caso di distorsione articolare, serve a rinforzare la muscolatura per stabilizzare l’articolazione. Se si soffre di artrosi, meniscopatia o postumi da intervento artroscopico al ginocchio, si rinforza il quadricipite per stabilizzare il ginocchio.
In caso di epicondilite (un’infiammazione del tendine al gomito) si utilizza per stabilizzare e rafforzare i flessori della mano.
ARP può essere impiegato anche in caso di cattiva circolazione, o quando è necessario un incremento del flusso sanguigno, per esempio dopo uno strappo muscolare, o nel caso di pazienti che abbiano subito un trauma cui il medico consiglia di non muoversi.
In caso di strappo muscolare, che può avvenire quando il muscolo è stanco o impreparato a sostenere uno sforzo, sono utili un incremento del flusso sanguigno e un rinforzo muscolare.
Se si ha una contrattura muscolare è indicato prima un periodo di riposo con eventuale terapia passiva per aumentare il flusso sanguigno. Successivamente si riprende con il movimento, l’allungamento e il rinforzo muscolare.
Si utilizza ARP come terapia passiva in caso di tempi ridotti per il recupero dopo un intervento chirurgico, in caso di un edema significativo o di immobilizzazione.
Come funziona?
Quando ARP provoca la contrazione del muscolo, il paziente lo deve allungare (lavoro eccentrico). Quando la macchina fa piegare il muscolo, il paziente lo deve estendere. Quando la macchina lo fa estendere, il paziente lo deve piegare (direzione opposta). Se la mano va in flessione bisogna andare in estensione…
Si dice che consente di evitare alcuni interventi chirurgici, cosa s’intende?
Molti pazienti ricorrono a un intervento chirurgico per risolvere il dolore. Se riusciamo a eliminare il dolore con un ciclo di terapia, possiamo quindi prevenire o rimandare l´intervento chirurgico. Questo non vale ovviamente per tutte le patologie e soprattutto non intende mettere in discussione la pratica chirurgica. In tanti casi gli interventi sono necessari.
Faccio un esempio. Sto trattando una paziente che aveva molto dolore a causa di una patologia al menisco e avrebbe dovuto mettere la protesi al ginocchio perchè non ha più la cartilagine. Abbiamo fatto 5 sedute, si è rafforzato il quadricipite e il dolore all’articolazione è diminuito notevolmente, la paziente quindi ha deciso di evitare l’intervento.
È possibile utilizzare ARP sin dalla fase acuta?
Si può utilizzare da subito, basta modificare l’intensità della macchina e capire a che livello si trova il paziente. Prendiamo come esempio la distorsione della caviglia, notiamo che di solito dopo il trauma appare subito un gonfiore che impedisce il movimento. Con ARP possiamo fare il trattamento in acqua, inizialmente senza movimenti, poi quando scompare l’edema si potrà procedere con i movimenti.
Con quali altre tecniche fisioterapiche o strumenti si può integrare?
Con tecniche della kinesiterapia. Si possono aggiungere altre terapie strumentali, senza alcun rischio. Si possono trattare inizialmente le articolazioni con il laser per eliminare l’infiammazione e intervenire poi con ARP per rafforzare la muscolatura.
Per chi è controindicato?
Per i portatori di defibrillatori, pacemaker, o persone affette da tumori, per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.
È indicato anche in patologie neurologiche?
Per utilizzare ARP è necessario essere in condizioni di equilibrio neurologico (neurological balance).
Quante sedute si consigliano?
Con ARP siamo in grado di accelerare il processo di recupero, quindi sono necessarie meno sedute rispetto a una terapia convenzionale. I pazienti vedranno risultati già nel primo trattamento. Nella prima seduta, che dura un poco più delle altre, si fa una valutazione iniziale. Le sedute successive sono di circa 20-30 minuti. La durata di un ciclo è stabilita in base ai sintomi e all´adattabilità individuale.
30 minuti di trattamento con ARP sostituiscono un’ora e mezza di palestra. Come allenamento si può fare 3-4 volte la settimana, come trattamento dopo traumi e infortuni, dipende dal paziente e dalla patologia.
Quali differenze ci sono rispetto agli altri elettrostimolatori?
La potenza, il numero delle contrazioni, che arrivano a un massimo di 500 al secondo. La possibilità di cambiare la polarità e di fare il trattamento in acqua a mani e piedi, dove le articolazioni sono molto piccole.
Di solito un muscolo sollecitato da un elettrostimolatore tradizionale ha una contrazione, seguita da una fase di rilassamento. Il muscolo lavora e si rilassa, lavora e si riposa. ARP, invece, viene utilizzato in movimento (tranne in caso di immobilizzazione). Per fare un esempio, quando si ha un crampo alla gamba, la prima cosa che si fa è provare a liberarsi del crampo estendendo la gamba per diminuire il dolore e far lavorare bene il muscolo. Utilizzando ARP noi provochiamo una contrazione muscolare e poi estendiamo il muscolo, facendolo lavorare in modo eccentrico (il muscolo si lascia vincere dal carico, allungandosi). Il carico in questo caso equivale a una contrazione.
Serve un corso per poterlo usare?
I corsi si tengono presso ARP Company. In Italia ci sono trainer specializzati che effettuano corsi riservati a medici, fisioterapisti e massofisioterapisti.
Tre le fasi…
Prima, si fa il warming up (riscaldamento) con una polarità normale tra positivo e negativo.
Seconda fase, si cambia la polarità così il muscolo risulta più trattato.
La terza fase è quella del rilassamento.
Si può fare sulla cyclette o camminando con la macchina accesa inserendo il programma del rilassamento, per far riposare il muscolo, per aumentare la circolazione, per evitare il dolori che seguono a un’attività sportiva. I giocatori, dopo una partita, fanno il cooling down e di notte possono seguire questo programma e dormire con la macchina accesa.
Stephanie Dietrich, nata a Lipsia, è una giovane fisioterapista abilitata a praticare il trattamento ARP. Laureata a Dresda e a Senftenberg alla facoltà di Fisioterapia, con una tesi sull’indagine della qualità della vita dei pazienti con artrosi, la Dietrich si è specializzata nella terapia per le malattie della schiena, con competenze in particolare nella riabilitazione per le patologie della colonna vertebrale e programmi di ginnastica posturale. Si è inoltre specializzata in linfodrenaggio a Lipsia.
Dopo aver svolto la propria attività in Germania (terapia di malattie ortopedico-chirurgiche e disturbi circolatori e polmonari e applicazioni nelle principali terapie riabilitative e post-operatorie), Stephanie Dietrich, si specializzata in ARP con il preparatore della Nazionale di Calcio olandese e collabora ora con il Centro Medico Ambrosiano.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 28 Gen, 2013 | Nutrizione
C’è quella per chi ha la pressione alta, per chi fa sport, per chi soffre di calcoli. Può essere liscia, gassata o effervescente. Si parla di sua maestà l’acqua. La bevanda principe, la più sana, un nutriente essenziale che non produce calorie. Ma le acque non sono tutte uguali, le caratteristiche e le proprietà dipendono dalla fonte e dai sali minerali.
Il punto di vista dell’esperto.
“L’acqua rappresenta circa il 60% del peso corporeo. Tutti i giorni è normale perdere liquidi, anche in modo impercettibile, con il respiro, e poi con il sudore e naturalmente con la diuresi e con le feci – spiega il Dott Giuseppe Marinari, specialista in chirurgia generale e specialista in scienza dell’alimentazione. Responsabile dell’UOF di Chirurgia dell’Obesità presso Humanitas Gavazzeni di Bergamo –. Non è sano essere in bilancio negativo di acqua: ne possono risentire l’apparato cardiocircolatorio (la pressione arteriosa in caso di “poca acqua” nel corpo umano sarà bassa, con senso di stanchezza e vertigini), la funzione renale (specie negli anziani e nelle persone che assumono terapie croniche una ridotta diuresi può essere molto pericolosa) e anche quella intestinale, dove poca acqua vorrà dire stitichezza.
Detto questo, il consiglio è quello di bere almeno un litro, un litro e mezzo di acqua al giorno. L’acqua va assunta in quantità minore solo in alcuni casi, ad esempio se si soffre di scompenso cardiaco, di cirrosi epatica o se si è in emodialisi, tutte condizioni di salute particolari e in cui il malato è avvisato della necessità di limitare i liquidi.
Se si è in buona salute l’importante è bere acqua batteriologicamente pura: cioè ‘pulita’, senza germi. Le differenze fra acqua e acqua, se si sta bene, contano poco. Se non si hanno esigenze di salute particolari l’acqua non è terapeutica né fonte di danno, può essere al massimo più buona o più sgradevole al gusto. È giusto ricordare che la qualità dell’acqua di rubinetto in Italia è di solito buona o molto buona: è il gusto che a volte lascia a desiderare, in parte per le caratteristiche minerali dell’acqua, in parte perché per esigenze igieniche l’acqua dei nostri acquedotti subisce trattamenti che a volte ne modificano il sapore. Da qui nasce il grande mercato dell’acqua in bottiglia, dove noi italiani siamo primi per consumo rispetto ai paesi vicini, e il cui vantaggio è quello di potere controllare cosa stiamo per bere”.
E allora quale acqua comprare? “Il mio primo consiglio sarebbe quello di seguire il principio del chilometro zero: quindi acqua proveniente da fonti vicine al nostro luogo di residenza. Dopo avere controllato la sede della fonte, è bene poi leggere l’etichetta. I parametri cui dobbiamo fare attenzione sono: il residuo fisso, la composizione minerale specifica (non tutte le acque però la riportano) e i nitrati.
Il residuo fisso viene calcolato a 180 gradi e indica la quantità di sali disciolti in un litro d’acqua. In base a questo fattore le acque vengono divise in 4 categorie.
– Minimamente mineralizzate: con residuo fisso non superiore a 50 mg/l.
– Oligominerale: con residuo fisso non superiore a 500 mg/l.
– Mediominerale: con residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l.
– Ricca di sali minerali: con residuo fisso superiore a 1500 mg/l.
In linea generale le acque con pochi minerali vengono percepite come più leggere, mentre le acque con più minerali sembrano quasi salate e meno dissetanti.
Le acque ricche di sali hanno un lieve effetto lassativo. Per chi soffra di ipertensione arteriosa sono indicate le acque povere di sodio e genericamente le oligominerali o meglio le minimamente mineralizzate.
Durante l’esercizio fisico e la sudorazione intensa, soprattutto negli sport di lunga durata, si possono verificare importanti perdite di sali (sodio e cloruro): per questo si consiglia acqua minerale che contenga una buona quantità di sali minerali e si raccomanda di bere in abbondanza anche il giorno successivo alla gara.
Alcune acque sono particolarmente ricche di un sale minerale specifico. In questo caso nell’etichetta può essere riportata una particolare dicitura per sottolineare.
Abbiamo quindi:
l’acqua contenente bicarbonato (con contenuto di bicarbonato superiore a 600 mg/l) indicata nell’ipersecrezione gastrica (cioè in chi soffra di gastrite), nelle patologie renali e in chi pratica sport;
l’acqua solfata (con contenuto di solfati superiore a 200 mg/l), lievemente lassativa, indicata in caso di insufficienza digestiva e nella sindrome del colon irritabile;
l’acqua calcica (con contenuto di calcio superiore a 150 mg/l), indicata nella crescita, in gravidanza, in menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione;
l’acqua ferruginosa, o contenente ferro, utile per i vegetariani e per i soggetti con un fabbisogno elevato di ferro: lattanti, adolescenti, sportivi e donne in gravidanza.
I nitrati che possono a volte raggiungere le falde acquifere sono pericolosi solo se superano determinate concentrazioni. Normalmente devono mantenersi sotto i 45 mg/l ma nelle acque minerali destinate ai neonati non devono superare i 10 mg/l.
Quindi l’etichetta ci fa conoscere le caratteristiche dell’acqua contenuta nella bottiglia, ci parla anche del suo gusto, e ci dice se è la più indicata per noi o no”.
Il commento dell’imprenditore
“Nelle etichette spesso sono segnalati troppi elementi, e questo può confondere le idee al consumatore. Ci si sofferma su alcuni elementi, che non sono realmente importanti, mentre le informazioni più rilevanti sono in caratteri piccoli in fondo all’etichetta – afferma Alberto Bertone, AD e Presidente di Acqua Sant’Anna–. Spesso il consumatore acquista di fretta, leggendo poco e facendosi attrarre dalle immagini o da numeri ben evidenziati sulla confezione. Per semplificare la lettura dell’etichetta, Sant’Anna dà la possibilità al consumatore di partecipare a un ‘corso’ abbreviato sulle caratteristiche delle acque minerali in commercio, sempre online http://www.santanna.it/it/pubblicita_comp/corso_abbreviato.html ). Qui è spiegato, ad esempio, che la presenza nell’acqua di nitrati è frutto di una modificazione dell’ambiente indotta dall’uomo: eccessiva concimazione del suolo con fertilizzanti chimici, forte concentrazione di capi di bestiame in piccoli appezzamenti, dispersione nel sottosuolo degli scarichi civili o industriali. In breve: inquinamento in prossimità della sorgente. Si parla del sodio, fondamentale per il buon equilibrio del metabolismo idrico dell’organismo che, se assunto in eccesso, trattiene acqua all’interno dei tessuti e blocca il corretto scambio di liquidi tra la cellula e l’esterno, provocando ritenzione idrica. O, ancora, del residuo fisso, parametro fondamentale per determinare la leggerezza di un’acqua minerale, che consiste nella quantità di sostanze inorganiche presenti ed è normalmente espresso in milligrammi per litro. Il residuo fisso di Sant’Anna è pari a 22,3 milligrammi: ecco perché è molto leggera.
Sopratutto – conclude Bertone – per le acque indicate per l’alimentazione dei neonati sarebbe necessario aumentare i controlli. A leggere le varie etichette sembrerebbe che tutte le acque siano adatte anche per i più piccoli, cosa che in effetti non è vera”.
Premi e riconoscimenti di Acqua Sant’Anna
• Pubblicazione nel rapporto Eurispes Eccellenza 2007 tra i 100 casi dell’Italia che funziona
• Premio Capital Sviluppo del Business 2006/2007
• Brands Award al marchio Acqua Sant’Anna (2006 – 2007 – 2008)
• Sant’Anna nelle prime posizioni della classifica ICM dei marchi più dinamici (2007 e 2008)
• Premio Tecnologia & Passione 2007 per l’innovazione
• Premio Ernst & Young – L’Imprenditore dell’Anno (2007)
• Premio Odisseo – Unione Industriali Torino (2008)
• Pubblicazione nel libro “Grand’Italia” de Il Sole 24 Ore (2008)
• Superbrands Award da Cool Brands Council – Categoria CARING: MOTIVAZIONE Sant’Anna viene incontro ai miei bisogni Research International 2008
• Premio Sodalitas Social Award 2009 Sant’Anna Biobottle – Categoria Innovazione di Prodotto Responsabile.
• Premio Marketing Oggi Award 2009 Sant’Anna Biobottle- Categoria Marketing Mix\Miglior Packaging
• 2010: Palma d’Argento dell’Associazione Assisi Pax International – Motivazione: per la sua intensa laboriosità ed efficienza di imprenditore affermato e non solo in Italia, per il dinamismo, la perseveranza e la facilità di comunicazione e per le strategie altamente innovative.
• Premio Ernst & Young – L’Imprenditore dell’Anno (2010) Categoria Food & Beverage
• Premio Impresa Ambiente 2011 – Menzione Speciale Categoria Miglior Prodotto a Sant’Anna BioBottle
• Premio Codacons 2011 – Amico del Consumatore
• Premio Natura a Sant’Anna Bio Bottle – categoria bevande per l’infanzia
• Premio Prodotto dell’Anno 2013 a SanThé Sant’Anna
da ilpuntosalute | 28 Gen, 2013 | Informazioni mediche
A.R.P. è l’acronimo di Accelerated Recovery and Performance. È un apparecchio per l’elettrostimolazione muscolare, dalle dimensioni ridotte di una valigetta, che agisce in sinergia con il corpo. Si tratta di un sistema all’avanguardia, già diffuso negli Stati Uniti, che permette:
– di ridurre il tempo di recupero in caso di traumi muscolari,
– di curarsi a seguito di incidenti articolari rafforzando e tonificando la muscolatura
– e di rimodellare il fisico.
La tecnologia ARPwawe, finora appannaggio di una ristretta cerchia di strutture sportive professionistiche, viene adesso proposta dal Centro Medico Ambrosiano anche a un pubblico più vasto, per un utilizzo terapeutico, riabilitativo ed estetico.
Si occupa della terapia Stephanie Dietrich una fisioterapista tedesca che si è specializzata sotto la guida del preparatore della Nazionale di Calcio olandese e ha scelto di svolgere la propria attività in Italia. La Dietrich segue precisi protocolli, sulla scia di quanto già sperimentato dai campioni statunitensi e italiani, soprattutto nelle società sportive (in Italia A.R.P. è utilizzato dalla Nazionale di Calcio e dalle principali squadre di serie A), sia per il recupero rapido dopo traumi muscolari (se ne è avvalso, ad esempio, il Capitano della Nazionale Chiellini agli Europei) sia per il potenziamento muscolare.
Indicazione elettiva del Sistema ARPwave è la lesione muscolare: si consideri che uno stiramento di II grado può essere recuperato in soli 3 giorni, permettendo così all’atleta di tornare rapidamente alla pratica sportiva. Oltre all’aspetto terapeutico, e quindi a un recupero veloce e sicuro, A.R.P. permette il miglioramento di forza, range di movimento e flessibilità, evitando così il pericolo di recidive. Quindi può essere utilizzato non solo a scopo riabilitativo, ma anche per migliorare la performance atletica dato che, tramite la particolare tecnologia innovativa che permette 500 contrazioni al secondo (rispetto alle normali 200), aumenta la capacità del muscolo di assorbire e sviluppare forza, favorisce l’allungamento dello stesso e migliora la velocità e la precisione del gesto atletico.
A.R.P., già usato da atleti e squadre professionistiche di calcio di serie A, di football americano, di NBA, golf, atletica e baseball, offre un valido supporto per la performance e il miglioramento della qualità della vita. Grazie alla tecnologia ARPwave molti atleti hanno evitato interventi chirurgici, ridotto il periodo di tempo lontano dal campo e migliorato le loro prestazioni.
ARP e le sue applicazioni:
prevenzione (tonificazione muscolare per prevenire infortuni e algie dovuti all’attività sportiva o alla normale vita quotidiana, aumento circolazione sanguigna, preparazione a interventi, atrofia muscolare, ginnastica-sport, ecc.);
trattamento (riabilitazione post-chirurgica, ricostruzione dei legamenti, distorsione-contusione, osteoartrite-artrosi, fratture, dolori cronici, epicondilite, mal di schiena, tendiniti, instabilità articolare, lesioni del menisco, ecc.);
allenamento (miglioramento della performance atletica, rafforzamento, riscaldamento muscolare, defaticamento, ripresa dopo inattività motoria, rilassamento, post-traumatico).
A seconda delle patologie valutate, i trattamenti con A.R.P. richiedono in media dalle 10 alle 20 sedute di 20-30 minuti ciascuna, con frequenza da 1 a 2 sedute al giorno, da 2 a 5 volte la settimana. Il costo per seduta è di € 80.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 18 Gen, 2013 | Benessere
È come dipingere, e ciò che conta sono la passione e l’esperienza. Questo il pensiero di Liliana Simone, dermopigmentatrice e punto di riferimento a Roma e Milano per il trucco semipermanente. “La tecnica consiste nel fare penetrare con un piccolo ago il pigmento nella parte superficiale della pelle; non è un tatuaggio vero e proprio (si usano macchine, aghi e prodotti diversi) perché il colore, in questo caso, non giunge agli strati profondi del derma – spiega Liliana Simone -. In pratica, un contorno labbra, un tratto di eyeliner, piccoli nei, sopracciglia più folte disegnate pelo per pelo o con una sfumatura, che non vanno via con lo struccante né si devono disegnare ogni mattina. Il risultato è un trucco duraturo ma non definitivo, da rinnovare periodicamente in base a nuove esigenze. Nel tempo, infatti, l’intensità del colore tende a sbiadire naturalmente. Dura in media 12 mesi, ma anche di più, a seconda della pelle”.
Liliana, conosciuta come Lilly, apprende questa tecnica da colei che l’ha inventata: la francese Carole Franch. “Nel 1983 frequentavo i suoi corsi, non c’erano ancora le macchinette e si faceva tutto a mano. Si presentava, poi, la documentazione di 20 lavori, ma solo se si superava l’esame la scuola rilasciava attestato e prodotti per esercitare”.
Oggi, invece, sono tante le aziende produttrici di pigmenti che organizzano corsi di pochi giorni. “È sempre troppo poco il tempo che si dedica all’insegnamento del trucco permanente – afferma Lilly Simone –. Spesso chi si avvicina e frequenta i corsi lo fa per passione, ma non è detto che sia effettivamente portato: è necessario che sia seguito e controllato da una persona esperta. Nelle scuole di estetica, invece, il numero di ore dedicato alla tecnica del trucco semipermanente è maggiore. In alcune di queste i ragazzi sono seguiti con molta attenzione e, anche a corso terminato, possono tornare per gli aggiornamenti o per migliorarsi.
In Italia, però, questo lavoro necessiterebbe di un maggiore controllo: spesso si esercita a casa o in strutture prive di specifica certificazione ASL, sprovviste di regolare licenza e idoneità igienico-sanitaria”.
Lilly Simone da trent’anni collabora con Aldo Coppola a Roma e Milano. In passato lavorava con la Clinica Villa Borghese di Roma e con l’Istituto Image Medical SPA di Milano dove coadiuvava i medici. Sì perché, ad esempio, in casi di mastectomia si “ricostruisce” l’areola e si ridisegna anche il capezzolo, e per attenuare cicatrici o smagliature si utilizza un pigmento che si avvicini al colore della pelle circostante. In caso di alopecia o diradamento, poi, si sfuma il pigmento nella zona interessata usando varie tecniche.
Prima di sottoporsi al trucco semipermanente bisogna assicurarsi però che tutti i materiali siano monouso e che i colori siano accompagnati da certificazione. Eventuali reazioni allergiche possono essere prevenute con un test: basta fare un puntino per vedere come reagisce la pelle.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 15 Gen, 2013 | Benessere
La musica di sottofondo è orientale, così come le ceramiche. Tappeti berberi, arazzi uzbeki e zelij arredano una magica oasi di relax e benessere. Questo all’ Hammam della Rosa, il primo bagno turco tradizionale di Milano, che da poco ha compiuto 11 anni. Come nei più antichi hammam mediorientali e magrebini, uomini e donne hanno la possibilità di vivere il rituale del hammam e ritrovare la gioia di dedicarsi del tempo.
Il Percorso della Rosa è quello del bagno turco tradizionale, che ha inizio nel tepidarium: una grande sala calda e leggermente umida, con sedili di marmo riscaldati, fontane ornate di mosaici e zampilli d’acqua. Qui ci si cosparge il corpo con il sapone nero prima di accedere al calidarium, una stanza satura di vapore la cui temperatura media è di 45°. Il calore, che ha un effetto tonico e rilassante al tempo stesso, agisce anche sulla pressione arteriosa. Favorisce la sudorazione e permette l’eliminazione delle tossine, rendendo così la pelle più luminosa e pulita. La sosta nel calidarium (beit el sakhin) è soggettiva, ognuno può restare quanto desidera rinfrescandosi o spostandosi nel tepidarium (westya) per qualche minuto per poi ritornare al bagno di vapore.
A seguire, i trattamenti tradizionali del hammam: il massaggio esfoliante con il tipico guanto ruvido kassa, seguito dal massaggio di sapone con l’autentico sapone di Aleppo e dal lavaggio di corpo e capelli con esclusivi prodotti fitobiologici a marchio Hammam della Rosa.
“I nostri prodotti sono completamente naturali, privi di sostanze chimiche o conservanti. Per i trattamenti, tipici dell’hammam tradizionale, si utilizzano olio d’argan e latte d’asina – spiega Stefania Scarpa, fondatrice di Hammam della Rosa -. Per le profumazioni ci ispiriamo alle essenze delle antiche tradizioni arabe. I prodotti della linea cosmetica sono disponibili in commercio per ricreare a casa propria, la magia del rituale del Hammam e prolungare, giorno dopo giorno, gli effetti benefici dei trattamenti”.
Il frigidarium (beit el barid), vasca tiepida a effetto tonificante può essere raggiunto dopo i trattamenti di pulizia della pelle.
L’ultima sosta del percorso, senza limiti di tempo, è nella sala relax dove è possibile degustare, prima di rituffarsi nel trambusto cittadino, tè alla menta, frutta, e la sontuosa pasticceria araba.
In pausa pranzo, o per l’aperitivo, la sala Cafè è a disposizione dei soci con stuzzichini arabi dolci e salati, tè alla menta e bevande aromatizzate. Su prenotazione, inoltre, si può provare il massaggio Ammà di 15 o 25 minuti, una digitopressione distensiva a schiena, spalle, collo, braccia e mani, restando comodamente adagiati su tappeti e cuscini.
Aperto alle donne dal martedì alla domenica, l’Hammam della Rosa, inaugura nel 2004 un secondo spazio attiguo, inizialmente soltanto maschile e adesso dedicato quotidianamente anche a romantici percorsi in coppia.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 26 Nov, 2012 | Dermocosmesi
Protagonista è l’acqua termale della sorgente Cassiodora di Bormio. È lei la regina. Limpida, disintossicante, rigenerante, rilassante, antistress, è lei che con le sue proprietà antinfiammatorie dona sollievo. Indicata anche per le pelli sensibili, ipersensibili e allergiche, viene utilizzata per i bagni termali e per la linea di cosmetici: QC Terme Cosmetics.
Gli ingredienti sono tutti di origine naturale al 100%, in formulazioni di ultima generazione, a base rigorosamente fitocosmetica, ed è affidato a vetro e legno, materiali interamente riciclabili, il compito di custodirli. Grazie ai suoi sali minerali, l’acqua sella sorgente Cassiodora possiede un effetto booster, potenziato dalle cellule staminali di Buddleja, Pianta delle farfalle che adorna i Giardini Spagnoli dei Centri QC Termemilano. Vitamine, Omega 3, oli ed estratti di origine vegetale arricchiscono ulteriormente la formulazione. La linea comprende creme Corpo Tonificante, Viso e Contorno Occhi. Per godere dei benefici del sole in totale sicurezza sono poi nati i Solari Idratanti con fattore di protezione SPF 30-15, particolarmente efficaci grazie ai principi benefici dell’acqua termale. I cosmetici non contengono né parabeni, né petrolati, sono pensati sia per uomo che per donna, e nascono dall’idea del Gruppo QC Terme. L’intera filiera, dai principi attivi al pack, è seguita e controllata dai laboratori CD di Provaglio d’Iseo (BS), che realizzano prodotti per uso professionale. L’acquisto dei prodotti QC Terme Cosmetics è possibile solo nei centri termali e sul sito www.qcterme.it
Da un’altitudine variabile dai 1280 ai 1420 metri s.l.m, le acque termali di Bormio, scaturiscono da 9 sorgenti situate sulle pendici di dolomia del monte Reit all’interno del Parco Monumentale dei Bagni di Bormio, in Valtellina. www.bagnidibormio.it/it/hotel_terme_parco_termale.htm
Le acque minerali, tra le pochissime calde dell’area a sud delle Alpi, sgorgano a una temperatura tra i 37° e i 43° C, che varia in funzione delle stagioni: più calde in inverno, perché il terreno gelato non consente le infiltrazioni delle acque pluviali, a temperatura variabile in estate, in rapporto alle precipitazioni atmosferiche.
Il Gruppo QC Terme è guidato da Andrea e Saverio Quadrio Curzio, attivi da tempo nel settore termale, che gestiscono: i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi di Bormio, le Terme di Pré Saint Didier ai piedi del Monte Bianco in Valle d’Aosta, QC Termetorino e QC Termemilano.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 13 Nov, 2012 | Nutrizione
È facile che la donna, dopo i 30 anni, presenti un quadro ormonale disomogeneo e un aumento di peso nei punti critici. Zuccari ha ascoltato le sue clienti con attenzione, per conoscerne desideri, necessità e stili di vita, e ha formulato re-code® Platinum, un nuovo integratore alimentare. Il pacchetto drenante “anti-gonfiore” si attiva su gambe e addome e il risultato è visibile in pochi giorni: la presenza di 2 potenti anti-età come collagene e papaya bio-fermentata, produce un’azione elasticizzante e anti-ossidante e mantiene la pelle giovane e il corpo tonico. Infine, l’esclusivo brevetto 3nergy rimodella la silhouette armonizzando il quadro ormonale attraverso tre elementi: i fitoestrogeni, i fermenti lattici tindalizzati e la florizina.
I fitoestrogeni sono ormoni vegetali, presenti in piccole quantità in piante come: carote, finocchio, liquirizia, patate, mele, salvia, legumi, cereali, soia etc. Gli isoflavoni, fitoestrogeni con la struttura simile a quella degli ormoni femminili, e per questo sono i più adatti a riportare l’equilibrio ormonale.
I fermenti lattici predispongono l’intestino ad accogliere meglio gli isoflavoni. La quantità di fermenti lattici prodotta autonomamente, infatti, non sempre è sufficiente per una corretta assimilazione dei fitoestrogeni.
La florizina è una molecola presente nella buccia della mela. Ha il compito è potenziare l’assorbimento dei fitoestrogeni a livello intestinale, grazie alla sua natura “intelligente” che le permette di “ritagliare” i fitoestrogeni rendendoli adatti ai loro recettori.
Il rivoluzionario trattamento è disponibile in farmacia, parafarmacia ed erboristeria. È prodotto da Zuccari, un’azienda che opera a livello europeo nel settore della salute e della cosmesi naturale, fondata a Trento nel 1994 dal lungimirante Stefano Sala.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 12 Nov, 2012 | Nutrizione
L’alimentazione contemporanea appare ricca, ma spesso dietro il suo aspetto vivace si nasconde un carattere più povero. Colture intensive, manipolazione genetica e lavorazioni industriali hanno reso la nostra dieta quotidiana inadeguata alle esigenze dell’organismo. Anche le più semplici lavorazioni industriali depauperano gli alimenti: la pastorizzazione, ad esempio, abbatte la carica batterica ma priva il prodotto della sua naturale attività, mentre la raffinazione separa gli elementi nutritivi dal resto dell’alimento.
Lo scopo di queste lavorazioni è di saziare in tempi contenuti il maggior numero di consumatori, saziare però non significa nutrire. Frutta e verdura di ogni tipo si trovano tutto l’anno, anche fuori stagione, ma il loro valore nutrizionale è misero perché non crescono secondo i ritmi della natura e non hanno il tempo di assorbire le sostanze nutritive dal terreno, che a sua volta è sempre più sfruttato e impoverito. Questi prodotti, refrigerati e trasportati in tutto il mondo, resi appetibili attraverso trattamenti aggressivi, vengono poi consumati troppo acerbi o troppo maturi.
I trattamenti anti-parassitari, inoltre, rendono le piante sempre più forti e resistenti all’attacco di batteri e parassiti i quali, a loro volta, si fortificano e richiedono l’utilizzo di prodotti sempre più aggressivi e nocivi.
L’ultima tendenza del benessere? Gli Alimenti Funzionali. Hanno già conquistato gli Stati Uniti e i Paesi più avanzati dell’Europa dove sono conosciuti come Functional Food e rappresentano una risposta efficace per il consumatore che voglia alimentarsi con qualità.
Si tratta di alimenti già ricchi in origine di particolari attivi, lavorati attentamente per preservarne l’apporto benefico e talvolta completati con l’aggiunta di vitamine, che risultano gustosi, salutari e di facilissima assunzione in qualunque luogo e momento della giornata. In Italia la Functional Food Division di Zuccari, azienda trentina guidata da Stefano Sala, si avvale delle attente analisi del mercato e delle abitudini dei consumatori e lancia, in farmacia ed erboristeria, i primi Functional Food.
Si chiamano Super Arancia® e Super Ananas®, sono integratori alimentari racchiusi per comodità in stick-pack si sciolgono in 100 ml d’acqua e possono essere consumati ogni mattina a colazione, proprio come una spremuta di frutta fresca, della quale hanno tutto il sapore. Con un solo semplice gesto si appaga il gusto e si introduce un nutrimento che pur valutando la stessa carica vitaminica del frutto fresco è disponibile in ogni mese dell’anno senza alcuna diminuzione della qualità. La piacevolezza di un succo di frutta, senza zuccheri aggiunti, ma sucralosio, il dolcificante a zero calorie, e senza la pastorizzazione che distrugge i principi attivi tremolabili. Niente OGM, niente glutine né altri allergeni, basso il contenuto di carboidrati.
Le arance, si sa, sono ricche di vitamina C, ogni stick-pack di Super Arancia® contiene:
500mg di vitamina C, pari al contenuto medio 6 arance, ovvero il 625% della RDA; l’esclusivo mix TR3chinacea® con 3 varietà di Echinacea (Echinacea Angustifolia, Echinacea Pallida Britton e Purpurea Moench); 22,5mg di zinco, pari al 225% della RDA, essenziale per riportare in equilibrio il sistema immunitario e affrontare le quattro stagioni con le difese necessarie.
Il frutto fresco dell’ananas ha riconosciute proprietà digestive e snellenti: aiuta a combattere ritenzione e accumuli sottocutanei localizzati, contrasta gonfiore e pesantezza. L’ananas fresco, però, viene di rado introdotto nella dieta quotidiana perché poco pratico e di difficile reperibilità.
Ogni stick-pack di Super Ananas® contiene un’elevata quantità di Bromelina bio-attiva (l’enzima naturalmente presente nel frutto fresco) ed è pari a un quarto di ananas.
La RDA (Recommended Daily Allowance), cioè la dose giornaliera consigliata, indica la quantità di vitamine e sali minerali che una persona dovrebbe assumere per soddisfare il proprio fabbisogno minimo giornaliero. Va sottolineato che la RDA è diversa a seconda dell’età e del genere (maschile o femminile), e varia a seconda delle condizioni climatiche, delle differenti abitudini alimentari e di altri fattori ancora. La RDA che si trova sulle confezioni dei vari prodotti si riferisce a una donna adulta in buono stato di salute, moderatamente attiva e che consuma 2000 kcal al giorno.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 16 Ott, 2012 | Benessere
Avreste mai pensato di fare una rigenerante sauna all’interno di un tram? Oggi è possibile da QC Termemilano che propone il Tram del Benessere Misura. La prima biosauna al mondo nella vettura della storica Carrelli fedelmente restaurata, dalle panche ai caratteristici finestrini, dalla volta del tetto a doghe di legno fino al classico pavimento a righe. Un grosso braciere al centro della carrozza. Si tratta di una “sauna soft” rispetto alla sauna classica “finlandese”. Le temperature, infatti, non superano i 70° e l’umidità è superiore al 35%.
QC Termemilano è un ampio complesso in stile Liberty di oltre 2500 mq che propone percorsi multisensoriali: oltre trenta differenti pratiche benessere e 5 Sale Relax.
Cascate a intensità differenziata, docce nebulizzate, vasche idromassaggio con musica subacquea, hammam… per poi rilassarsi in apposite sale studiate con cura, ognuna dedicata a un elemento. Nella stanza Acqua, comodi materassi ad acqua e immagini di onde proiettate sul soffitto. Nella stanza Terra, i suoni che popolano la natura e materassini in lattice sopra un manto di erba sintetica. Nella stanza Aria, soffici lettini sospesi come nuvole, e nella stanza Fuoco una fiamma protetta che riscalda e avvolge come un abbraccio. E poi il Teatro delle meraviglie: una sala in cui si può scegliere il genere musicale da ascoltare in cuffia, mentre ci si rilassa sdraiati con le gambe sollevate.
Il complesso QC Termemilano è un’oasi del benessere nel cuore di Milano, aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 23.00, mese di agosto compreso, per rigenerarsi e rinfrescarsi senza lasciare la città.
Immerso nel verde del Giardino Spagnolo, con le grandi vasche idrominerali e l’ampio solarium all’interno delle mura cinquecentesche erette da Ferrante Gonzaga, il benessere di QC Termemilano coinvolge anche il gusto: con un light buffet e l’Aperiterme, che a Milano, patria dell’happy hour, non poteva mancare. Lo speciale aperitivo è proposto tutti i giorni dalle 18.30. Nel buffet? Prodotti tipici della Valtellina e della Valsassina, prodotti da forno accompagnati da centrifugati di frutta e verdura, e da un buon bicchiere di bollicine.
Il Centro Massaggi, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 21.00, completa l’offerta di benessere. Si potrà scegliere ogni dettaglio: musica, aromi, essenze, luci, candele, prodotti (Olio di mandorle dolci, Olio d’argan, Baume aromatique, Cioccolato bianco).
E per finire? Un tuffo nelle creme della linea QC Terme Cosmetics contenenti le acque termali della sorgente Cassiodora di Bormio, all’interno dei vari dispenser a disposizione dei clienti negli spogliatoi.
QC Termemilano nasce da un’iniziativa promossa da ATM, proprietaria del complesso novecentesco, e sviluppata da QC Terme, gruppo guidato da Andrea e Saverio Quadrio Curzio, attivi da tempo nel settore termale, che gestiscono altri angoli di paradiso: i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi di Bormio, le Terme di Pré Saint Didier ai piedi del Monte Bianco in Valle d’Aosta e QC Termetorino.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 16 Ott, 2012 | Dermocosmesi
Nel 1973 Georges Delbard, uno dei più prestigiosi coltivatori di rose del mondo, dopo numerosi tentativi di ibridazione che hanno portato alla creazione di 20 mila roseti, ottiene la rosa Absolue, poi battezzata Rosa Lancôme. La Rosa Lancôme nasce dall’alchimia fra una rosa magenta e una rosa malva, esibisce un vibrante color fucsia, è più forte e più resistente delle altre rose, e dimostra una capacità di adattamento fuori dal comune.
Coltivata dal suo creatore nella regione dei Castelli della Loira, in campo aperto e per una sola stagione all’anno, la Rosa Lancôme ha una produzione annua di poche migliaia di esemplari.
Anche le piante posseggono cellule staminali, dotate di un potere impensato. Partendo da questo concetto, nel 1988 Lancôme crea un Laboratorio dedicato alle cellule staminali vegetali e, dopo dieci anni di ricerca, riesce a coltivare e moltiplicare all’infinito le staminali della Rosa Lancôme attraverso un procedimento biotecnologico esclusivo chiamato Fermogenesi™. Da tale processo prende vita ABSOLUE L’EXTRAIT,lieve profumazione alla rosa e delicato color perlaceo. Ogni vasetto di elisir contiene oltre 2 milioni di cellule staminali estratte dalla Rosa Lancôme, capaci di stimolare le cellule staminali dermiche di chi lo usa e di contrastarne in maniera efficace l’invecchiamento.
Anche per l’applicatore Lancôme s’ispira alla regina dei fiori. Propone infatti un petalo di rosa: la parte scura serve per applicare la crema elisir, la parte dorata per effettuare il massaggio. Il petalo da massaggio si basa sull’alternanza caldo /freddo, permette di stimolare prima la microcircolazione cutanea e poi, con temperature più basse, di tonificare e ridisegnare i contorni della parte trattata.
“Da quando, nel 1935, è stata creata da Armand Petitjean, Lancôme ha proposto e perfezionato importanti innovazioni cosmetiche giungendo oggi a esplorare uno dei territori più promettenti della scienza attuale: quello delle cellule staminali e, in particolare, delle cellule staminali della pelle, dotate di uno straordinario potere rigenerante – afferma Youcef Nabi, presidente Lancôme International –. Parallelamente alle ricerche nel campo della biologia cutanea, Lancôme studia anche la biologia vegetale con l’obiettivo di scoprine e sfruttarne il potenziale straordinario”.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 1 Ott, 2012 | Benessere
A ricevere il premio è Aquae Calidae, un angolo di relax a Milano, nel cuore della città più frenetica d’Italia. Aquae Calidae, infatti, è stata eletta Migliore Urban Spa d’Italia agli Italian Spa Awards 2011.
Aquae Calidae vuole donare bellezza attraverso la liberazione della forza vitale e dell’energia interiore che ognuno di noi possiede neutralizzando lo stress quotidiano.
Il Centro mette a disposizione dei clienti locali dove le temperature e l’umidità, favorendo la negativizzazione dell’aria, rendono più facile il rilassamento.
Nel TEPIDARIUM, dalle panche al pavimento, alle pareti, tutto è piacevolmente riscaldato per favorire il più completo relax. Unici suoni percepibili: quello dell’acqua e le voci sommesse dei clienti.
In un altro ambiente vi è la presenza costante di un TRACTATOR, un’assistente che si prende cura degli ospiti e li prepara al passaggio a un ambiente più caldo aspergendoli e massaggiandoli con una soluzione di acqua madre (acqua marina raccolta nelle saline) che dona iodio e sali minerali alle cellule. A questa si aggiungono gocce di oli essenziali per favorire la penetrazione del finissimo sale che verrà poi cosparso sul corpo. “La temperatura del CALIDARIUM non è mai superiore ai 45° – spiega Lucia Russi -, questo perchè avendo cosparso la pelle con prodotti salini saranno sale e vapore a favorire la sudorazione, più del calore. In questo modo la pressione non si abbassa eccessivamente e non ci sono limiti di tempo per la sosta nell’ambiente. La sosta più lunga in calidarium permette di detossinare (l’eliminazione delle tossine attraverso i pori) di più, con una sudorazione più lunga e costante; e consente al vapore di pulire bene tutte le vie respiratorie e regolare il respiro aumentando la capacità polmonare. Una vera manna per gli asmatici”.
All’uscita, oltre all’impatto con una temperatura ambientale molto meno calda, si troverà una cornucopia che produce una cascata di ghiaccio costante (FRIGIDARIUM).
Lo sfregamento del corpo con manciate di ghiaccio favorisce un’immediata vasocostrizione che, seguendo alla vasodilatazione provocata dal caldo-umido del Calidarium, impegna i vasi sanguigni in un efficace esercizio che contribuisce ad aumentare l’elasticità delle pareti.
Essenziale per il benessere e il rilassamento è il fatto che, in tutto questo percorso, la Direzione offre solo suggerimenti: ciascuno può sentirsi libero di stabilire tempi e modalità d’uso dei locali adattandoli a se stesso e alle sensazioni che man mano prova.
Aquae Calidae nasce nel 2004, dalla visione della Dottoressa Lucia Russi che, dopo oltre 30 anni dedicati alla professione medica, ha sentito il bisogno di creare un rifugio in grado di unire benessere e ospitalità, in cui prevenire le malattie attraverso la pratica millenaria del Salus per Aquam.
Tutti i trattamenti proposti – spiega Lucia Russi – vengono effettuati con prodotti naturali, per la maggior parte già in uso nell’antica Roma.
Thalasso Terapia
Per i trattamenti Thalasso terapici si utilizzano Aqua Maris, Sali e Limo delle Terme di Margherita di Savoia.
Nelle saline di Margherita di Savoia, le saline più grandi d’Europa, i condottieri dell’antica Roma curavano le ferite di guerra grazie alle proprietà cicatrizzanti, drenanti e antinfiammatorie di Aqua Maris e Limo.
I prodotti in questione, oltre a essere ricchi degli oligoelementi e sali minerali tipici di tutti i prodotti termali, contengono anche un protozoo, la Dunaliella Salina, che dona all’acqua il suo caratteristico colore rosato e stimola la produzione di betacarotene.
L’Aqua Maris (acqua madre) è l’acqua dell’ultima vasca nel processo di estrazione del sale. Porta questo nome proprio perché è l’acqua che genera il sale. È altamente salina e ricchissima di oligoelementi che la rendono molto drenante, ma allo stesso tempo idratante e nutriente.
Il limo è il fango che si forma sul fondo delle vasche delle saline, anch’esso altamente salino, ha proprietà drenanti, antinfiammatorie e riattivanti della microcircolazione.
Il latte d’asina
Ancora oggi viene esaltata la bellezza di Poppea, che si affidava alle straordinarie proprietà nutrienti del latte d’asina.
Sappiamo poi che Cleopatra portava con sé, ovunque andasse, un seguito di 80 asine per non rinunciare mai ai bagni nel loro latte.
È proprio ispirandosi a queste donne dalla bellezza leggendaria che viene proposta una linea di prodotti per la cura di viso e corpo a base di latte d’asina a marchio Aquae Calidae.
Si tratta di prodotti utilizzati sia per i trattamenti viso e corpo in Spa, sia come linea vendita per la cura quotidiana, in modo da avere la pelle sempre morbida ed elastica.
Gli acidi grassi contenuti nel latte d’asina ripristinano e proteggono le membrane delle cellule cutanee e svolgono un’efficace azione antiossidante. Il complesso multivitaminico A, B, C, E blocca e allontana i cataboliti del metabolismo cellulare della cute e stimola un’azione epitelio-protettrice.
Il Lisozima, un enzima dotato di proprietà antibatteriche, attenua gli stati infiammatori della cute e del cuoio capelluto.
Si tratta di prodotti indicati per tutti i tipi di pelle e particolarmente adatti alla cura di epidermidi sensibili e di soggetti allergici. Il latte d’asina viene infatti anche utilizzato in campo alimentare per soggetti allergici o intolleranti al latte vaccino oltre che per individui a stretto regime dietetico, dato che ha un bassissimo contenuto lipidico.
Altri prodotti Termali:
“Ci avvaliamo della collaborazione con Girzi Line, azienda cosmetica che basa la sua produzione sulle acque e i fanghi termali estratti a Boario Terme – afferma Lucia Russi -. Sono prodotti adatti a tutti, anche ai soggetti ipertiroidei, su cui non si può lavorare in thalasso terapia.
Di questa linea sono da segnalare i fanghi massaggiabili, in una formulazione esclusiva e d’avanguardia che rivoluziona i trattamenti a base di fango: non dovremo più applicare il fango e lasciarlo in posa per poi sciacquarlo, ma potremo massaggiarlo sul corpo per tutta la durata del trattamento fino al totale assorbimento.
In questo modo potremo potenziare gli effetti dei principi attivi contenuti nel fango con il massaggio e far sì che il fango continui la sua azione remineralizzante anche nelle ore successive al trattamento”.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 24 Lug, 2012 | Sport
Ormai lo stress è diventato come un paio di scarpe: ce n’è uno adatto a ogni occasione. Da lavoro, da parcheggio, perfino da rientro dalle vacanze. Chi vive quotidianamente la routine frenetica delle grandi metropoli ne accumula molto, spesso senza riuscire a trovare un luogo in cui rilassarsi in maniera adeguata. Un’esigenza alla quale risponde BeYoga, prima accademia dello Yoga in Italia, aperta di recente in zona Porta Romana a Milano.
Un centro in cui per tutti, compresi i meno esperti, è possibile cimentarsi nell’antica filosofia indiana, trasformandola in un’esperienza a tutto tondo, lontano dal caos degli affollati centri fitness tradizionali, nei quali lo “stress da relax” rischia di aggiungersi alla già vasta gamma di varianti citate in apertura.
Fondata da Francesca Moratti e Paola Mattei, da anni appassionate e profonde conoscitrici dell’universo Yoga, l’accademia mette a disposizione dei propri clienti 10 maestri, uno per ogni disciplina specifica, in modo da dare a chi lo desidera, la possibilità di personalizzare al meglio il proprio percorso formativo.
L’offerta varia dal Vinyasa, all’Ashtanga, senza dimenticare l’Hatha, lo Yoga gentile o quello per donne in gravidanza. “Credo moltissimo in questa iniziativa – afferma Francesca Moratti – , la nostra aspirazione è quella di creare a Milano, un centro dove potersi prendere cura di sé stessi in un ambiente rasserenante e non competitivo”.
Una sorta di habitat naturale del benessere personale, per ritrovare calma, concentrazione ed equilibrio, perfino sui tacchi a spillo.
da ilpuntosalute | 23 Lug, 2012 | Dermocosmesi
Il Mar Morto si potrebbe definire la più grande SPA del mondo. Questo mare, conosciuto nell’antichità come corroborante per la salute e come il centro termale di Cleopatra, presenta una combinazione di 21 minerali dalle efficaci proprietà curative e rigeneranti. Si trova nel cuore della grande fossa tettonica siriano-africana ed è chiuso, senza sbocchi. L’intensa evaporazione favorisce la concentrazione di minerali e fango di sedimentazione nelle sue dense acque e nelle sorgenti termali minerali che si trovano lungo le sue sponde.
Fornisce, infatti, una concentrazione di sali e minerali è del 33% mentre quella dell’oceano è soltanto del 3%.
I minerali del Mar Morto, grazie al loro rinomato effetto terapeutico sulla pelle, riducono la disidratazione e le infiammazioni, rimuovono le cellule morte e migliorano l’elasticità e la compattezza dell’epidermide. Aiutano inoltre a ridurre la dilatazione dei pori, calmano i rossori, limitano la comparsa dei segni d’espressione, esfoliano delicatamente la pelle e la nutrono in modo naturale.
Il fango nero del Mar Morto, ricco di minerali organici noti per essere assorbiti rapidamente. aiuta la circolazione sanguigna, regola il sebo e rimuove le impurità, rendendo la pelle morbida, liscia e rivitalizzata.
Da qui l’idea della giovane imprenditrice Amy Alma Kafri di dar vita alla linea di prodotti Alma K.
“Alma, oltre a essere il mio secondo nome – spiega Amy Alma Kafri, titolare dell’azienda –, significa in ebraico ‘giovane ragazza’, ‘anima’ in spagnolo, e ‘qualcosa che apporta nutrimento’ in latino”.
I prodotti Alma K sono tutti completamente naturali e offrono alla pelle l’efficacia dei principali minerali del Mar Morto:
Magnesio, che migliora il livello di idratazione della pelle, lenisce e cicatrizza, oltre a stimolare il metabolismo cutaneo
Potassio, che equilibra il livello di idratazione cutanea e mantiene sano il PH della pelle.
Calcio, che protegge le cellule della pelle, regola la produzione di sebo, equilibra e tonifica.
Bromo, che ha proprietà calmanti, lenitive e anti-infiammatorie.
Iodio, che stimola il metabolismo cutaneo e migliora il funzionamento della pelle.
Zinco, che stimola il rinnovamento della pelle, è ricco di antiossidanti e ha proprietà lenitive e cicatrizzanti.
Zolfo, che ha un naturale effetto antibatterico e contiene vitamine essenziali
Sodio, che rafforza la pelle favorendo l’assorbimento delle sostanze idratanti e migliora il metabolismo cutaneo.
Manganese, ricco di antiossidanti, che stimola la circolazione cutanea e potenzia l’elasticità.
I prodotti Alma K sono formulati con una miscela esclusiva di minerali, sali e acqua del Mar Morto ed estratti vegetali puri. Non contengono parabeni, petrolati aggiunti e oli minerali. Minima la concentrazione del fenossietanolo, utilizzato per garantire la conservazione dei prodotti.
“La produzione è a Tel Aviv, in Israele, e per essere importata in Italia è stata sottoposta a una serie di controlli chimici e burocratici. Dieci i prodotti distribuiti in esclusiva da “La Gardenia”, la seconda catena di profumerie sul mercato italiano”, afferma Fabio Pampani, Amministratore Delegato del Gruppo La Gardenia.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 20 Lug, 2012 | Nutrizione
Curcumina, Resveratrolo, Licopene e Neucleotidi sono ingredienti funzionali e altamente biodisponibili racchiusi in un integratore alimentare con 2 target chiave: l’inflammaging e l’immunosenescenza.
Si chiama NatygenDna™ e nasce dalla ricerca di molecole altamente attive nel prolungare e migliorare il benessere dell’organismo, contrastando l’invecchiamento cellulare e prevenendo i fattori di rischio delle patologie correlate all’avanzare dell’età.
NatygenDna™ agisce nel “cuore della longevità”, protegge il SNA e attiva le difese cellulari, per ottimizzare lo stato di salute e raggiungere un invecchiamento di successo. Fonda le sue radici nella nutrigenomica, la scienza che studia l’interazione tra nutrizione e il DNA, ovvero come il cibo influenza i nostri geni. La nutrigenomica consente di individuare quali alimenti siano in grado di stimolare i geni della longevità in modo che le cellule siano indotte a riparare i danni subiti e possano proteggersi in modo più efficiente dagli attacchi esterni. La sola alimentazione spesso non è sufficiente a garantire l’adeguato apporto di sostanze concentrate e biodisponibili utili a combattere lo stress ossidativi e ripristinare l’equilibrio tra antiossidanti endogeni e radicali liberi.
LA CURCUMINA, il pigmento che dona il colore giallo al curry, è inserito in NatygenDna™in forma attivata e altamente biodisponibile. La curcumina attiva i meccanismi per la sopravvivenza cellulare, stimolando la produzione dei nostri sistemi di difesa contro i radicali liberi, e protegge i neuroni.
La curcumina riesce inoltre a spegnere l’interruttore dell’infiammazione; è è dunque in grado di proteggere l’inero organismo e in particolare modo le articolazionidall’infammaging, l’invecchiamento precoce dovuto a una condizione di infiammazione cronica.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 6 Giu, 2012 | Benessere, Informazioni mediche
Le sostanze contenute nel nostro sangue vanno a stimolare i processi di riparazione. Studiando il processo di cicatrizzazione legato all’azione delle piastrine sui traumi della cute è nata l’idea della Biorivitalizzazione con PRP (Platelet-Rich Plasma) sia per il viso che per il bulbo pilifero.
“In natura, il PRP è una fonte di fattori di crescita che stimolano lo sviluppo dell’osso e dei tessuti molli (cute, sottocute, tessuti miofasciali) del nostro organismo, migliorando la risposta ai danni biologici e favorendo la guarigione delle ferite. Innestato nella zona da trattare, il PRP accelera la proliferazione cellulare (specie delle staminali), favorendo i processi riparativi e la rivascolarizzazione di pelle e cuoio capelluto, oltre alla sintesi di collagene. Il tutto senza effetti collaterali, trattandosi di una sostanza naturale, derivata dall’organismo del paziente”, afferma la Dottoressa Stefania Greco, esperta in Medicina Estetica, Omeopatia, Omotossicologia e Medicine Integrate all’Ospedale San Raffaele di Milano.
Il PRP può essere utilizzato per rigenerare e, dunque ringiovanire, non solo la pelle di viso, collo, décolleté e mani, ma anche di addome e gambe. Una volta ottenuta la soluzione, lo specialista la inietta sottocute con microiniezioni distanti circa 1-2 cm l’una dall’altra.
Si ottiene subito un leggero “effetto filler” nelle zone interessate, ma i risultati più evidenti si manifestano nell’arco di un mese circa. Grazie alla stimolazione delle cellule del collagene ed elastina, la pelle appare più turgida, luminosa e compatta.
Questa tecnica, altrettanto promettente per contrastare la caduta dei capelli, costituisce valida alternativa alle tradizionali terapie mediche anti-caduta che prevedono il ricorso a farmaci (per esempio la finasteride) dai molti effetti collaterali.
Il principio della PRP HT (Platelet Rich Plasma Hair Therapy) è sempre lo stesso: i fattori di crescita presenti nelle piastrine sono in grado di stimolare l’attività delle cellule staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o in sofferenza.
È indicata in tutti gli stadi dell’alopecia androgenetica, sia maschile (interessa l’85% degli uomini) sia femminile (colpisce il 50% delle donne in menopausa e un elevato numero di donne in età fertile). La PRP HT viene inoltre impiegata con successo nei casi di alopecia areata a chiazze e nei soggetti già sottoposti ad autotrapianto di bulbi del follicolo pilifero, per favorirne un più rapido attecchimento e stimolare la crescita di eventuali bulbi silenti, migliorando il risultato chirurgico.
La seduta e i risultati
Si tratta di una metodica ambulatoriale che richiede circa 30-45 minuti. Non servono particolari analisi preparatorie, ma è sempre meglio effettuare un esame del sangue, specie se si hanno problemi di coagulazione o di funzionalità epatica.
“La seduta inizia con il prelievo di 60-70 ml di sangue venoso – spiega la Dottoressa Greco -. Le provette vengono immesse in una centrifuga che, in pochi minuti, separa le componenti del sangue e permette di ottenere una massa gelatinosa, il plasma ricco di piastrine (PRP), fonte di fattori di crescita”.
Due i metodi per l’applicazione: con la siringa o con un rullo composto da aghi che provocano tanti microfori superficiali. “Preferisco utilizzare la siringa perché il siero PRP viene iniettato in profondità, al livello del derma e si ha la certezza che non venga disperso in superficie – continua la Dottoressa Greco -. Quando si agisce sul cuoio capelluto, dopo aver anestetizzato la zona da trattare, lo specialista inietta la soluzione ottenuta, per poi procedere al massaggio che ne favorisce la distribuzione. Non è richiesta convalescenza: il paziente può riprendere immediatamente le attività abituali. I primi risultati cominciano a comparire dopo circa 1-2 mesi dalla prima seduta. Nei casi di diradamenti più seri il trattamento si ripete dopo 2-3 mesi. In generale, per il mantenimento basta un ‘richiamo’ una volta l’anno”.
L’iter per il viso e le altre parti del corpo è il medesimo. “Possiamo parlare di trattamento curativo, perché serve a rinnovare il tourn over delle cellule e a migliorare la texture della pelle, ma i risultati non sono immediati come con filler, botulino o laser – chiarisce la Dottoressa Greco -. A questa terapia si può associare la biorivitalizzazione con acido ialuronico, con vitamine e proteine per idratare, nutrire in profondità e potenziare l’effetto curativo del trattamento PRP. Queste sostanze iniettate nel derma stimolano fisiologicamente la produzione di collagene e acido ialuronico che con il tempo (cronoaging) e con il fotodanneggiamento (fotoaging) e che già dopo i 30 anni cominciano a ridursi quantitativamente”.
Clementina Speranza
Dottoressa Stefania Greco
stefania.greco@hotmail.com
+39 340 3048985
da ilpuntosalute | 24 Nov, 2011 | Nutrizione
L’Unione Europea ha concesso l’autorizzazione definitiva alla commercializzazione di MISURA Stevia®, il dolcificante naturale che è privo di calorie, è 300 volte più dolce dello zucchero, non viene assimilato dall’organismo, non dà apporto nutritivo e viene eliminato naturalmente.
MISURA Stevia® deriva da estratti puri della stevia, pianta originaria del Sud America che è utilizzata da secoli dagli indiani Guaranì del Paraguay, viene diffusamente consumata da oltre 30 anni anche in Giappone, dove è conosciuta per la sua dolcezza, ed è già presente in Francia grazie a una speciale deroga della UE fin da inizio 2010.
L’estrazione di questa sostanza naturale avviene attraverso un processo di infusione delle foglie essiccate, simile all’infusione del tè. La sostanza viene poi purificata (97% di purezza), disidratata e infine ridotta in polvere.
“I dolcificanti naturali di nuova generazione costituiscono un’interessante alternativa allo zucchero perché hanno un potere calorico inferiore – afferma Giuseppe Fatati, Presidente della Fondazione ADI –. I prodotti a base di stevia, o meglio dello stevioside contenuto negli estratti delle foglie, sono di origine naturale proprio come lo zucchero, ma danno un apporto calorico nullo a fronte di un potere dolcificante pari a 300 volte quello del saccarosio. Sono favorevole alle innovazioni che contribuiscono a far vivere meglio e in maniera più salubre. I tempi relativamente lunghi con cui EFSA e Unione Europea hanno dato il via libera alla stevia sono peraltro garanzia di una ricerca accurata, confermano la sicurezza della stevia e ampliano la gamma e le possibilità di scelta di prodotti di questo tipo offerti ai consumatori”.
Una vera “rivoluzione dolce” in un mercato, quello dei dolcificanti, caratterizzato da una staticità ormai decennale. Il dolcificante è prodotto da Merisant e distribuito in Italia da D&C. Merisant da Pure Circle, azienda leader al mondo nella produzione di stevia, si occupa di tutta la filiera dalla coltivazione delle piante fino al prodotto finito, garantendo in questo modo altissima qualità.
Hugues Pitre, Vice-Presidente e Amministratore Delegato EMEA di Merisant, ha dichiarato: “In Francia abbiamo già raggiunto una quota di mercato superiore al 65%, Merisant è particolarmente orgogliosa di portare MISURA Stevia® sul mercato italiano, grazie all’accordo con D&C, azienda bolognese già responsabile della distribuzione dei prodotti dolcificanti a marchio MISURA”.
Clementina Speranza