da ilpuntosalute | 21 Gen, 2014 | Moda
Completamente immersa nel verde della campagna toscana, l’azienda D&K Distribution Spa è stata realizzata soltanto in tre materiali: acciaio e legno per il 40% e per il 60% vetro.
Per le scrivanie e gli arredi interni, solo vernici ad acqua, in modo da evitare tinture che impieghino agenti chimici.
“Sin dal primo momento – racconta Massimo Tassinari, Amministratore Delegato di D&K Distribution Spa – abbiamo chiesto ai progettisti di avere il massimo rispetto per le normative vigenti e i concetti di eco-compatibilità ed eco-sostenibilità. Abbiamo cercato di rendere l’azienda quanto più indipendente possibile sotto il profilo dei consumi energetici; consumiamo energia, ma la produciamo anche: sul tetto, infatti, sono posizionati pannelli solari foto-voltaici. Abbiamo pure installato un impianto geotermico, chilometri di tubi dove circola l’acqua. I pannelli solari impiegati per l’utilizzo dell’acqua calda, poi, alimentano anche il riscaldamento”. In questo modo D&K conta di ridurre il proprio consumo energetico del 40%. “Vogliamo lavorare in un ambiente sano, e muoverci in un mondo in cui ci sia una buona qualità della vita”, afferma Tassinari.
Nel 2009, il primo passo per eliminare la plastica dal packaging: l’azienda consegna la propria collezione flash all’interno di un sacchetto biodegradabile prodotto con amido di mais da un’azienda tedesca. L’obiettivo è quello di evitare completamente la plastica per i 4 – 5 mila capi prodotti ogni anno. “Inoltre – aggiunge Tassinari -, per non utilizzare ingombranti scatoloni i nostri capi confezionati presso altre aziende, quando rientrano nella nostra struttura, dopo essere stati controllati e stirati, vengono quasi tutti consegnati appesi ai clienti, tramite corriere”.
Altro obiettivo importante è quello di eliminare o ridurre il consumo di carta: “Se ci contattano via mail, rispondiamo entro 24 ore, se via fax entro 72 ore”, precisa Tassinari.
Ma quando nasce D&
K Distribution Spa? Nel 2003, come giubbotteria uomo. È sorella di G&P, ed è controllata dallo stesso gruppo G&P Net Spa che detiene i marchi Geospirit e Peuterey. A D&K fanno capo Massimo Tassinari Amministratore Delegato, Roberto Coppola responsabile dell’Ufficio Stile, e alcuni soci della G&P.
D&K ha subito proposto sul mercato i marchi Dekker e Kejo. Dekker, negli anni, diventa un total look, e si susseguono i lanci dei diversi brand: Dek’her, Dekker Kid e Kejo Kid. Il nome Dekker è stato scelto da Tassinari e Coppola facendo riferimento a un sommergibile della prima Guerra Mondiale. “Ci siamo ispirati alla Marina Militare – precisa Tassinari – anche per lo stile dei nostri capi”.
Per la Primavera-Estate 2014 lo stile dell’uomo e della donna Dekker richiamano come sempre il mood militare e fanno ampio uso di materiali e lavorazioni all’avanguardia. La serie “Military” spazia dal verde acido a tutti i toni dell’arancio, da quelli più tenui del mattone, a quelli più decisi del ruggine e del tabacco, appena smorzati da sfumature sabbia. Per Dekker il verde va decisamente di moda: sia come colore, sia come stile di vita.
E per il futuro è in studio un capo con fibre naturali che ha anche caratteristiche tecniche di impermeabilità.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 20 Gen, 2014 | Moda
Morbidi e sicuri come le carezze della mamma. Così sono i capi di abbigliamento prodotti dall’azienda italiana Filobio, fondata nel 2006 dall’imprenditrice Anna Cantarelli alla quale si unisce nel 2010 Paola Alluvione, che dopo anni di lavoro nel settore del fashion tradizionale decide di scommettere su questa piccola ma innovativa realtà italiana.
Realizzati in cotone biologico, gli abitini vestono bambini da 0 a 24 mesi. Le serigrafie sono realizzate a mano e con colori ad acqua privi di PVC, mentre le tinture sono prive di metalli pesanti e ammine aromatiche, sostanze molto tossiche soprattutto per i bambini. Il bianco non è ottenuto attraverso sbiancanti chimici ma tramite il perossido. Tutte le parti metalliche sono nichel-free. Nel fissaggio del capo, fase molto delicata della catena produttiva, è totalmente assente la formaldeide. Una tenera papera è il simbolo dell’azienda e le linee proposte sono originali e divertenti.
La collezione basic è realizzata con interlock di bio-cotone a costine, e anche i colori utilizzati rimandano alla natura.
Spicca la fascia portabebè, una rivoluzione nella quotidianità della mamma. Lunga 5.20 mt e alta 70 cm, può essere utilizzata per trasportare bambini da 0 a tre anni. La fascia consente alla mamma di avere le mani sempre libere e, nello stretto contatto fisico che li unisce, entrambi proveranno sensazioni piacevoli e rassicuranti: il battito del cuore della mamma sarà un calmante naturale per il bimbo, il respiro del cucciolo rasserenerà la mamma che sentirà di avere tutto sotto controllo.
Anche il kit nascita è una geniale idea delle due imprenditrici. Pensato per accogliere il bambino appena nato, contiene i suoi primi indumenti. Totalmente sterile, si compone di cinque set, tutti di colore bianco naturale.
Un cotone più caldo è invece quello che costituisce la Bouclé Collection. Pensato per i primi mesi di vita, candido come il latte, è morbido e avvolgente come l’abbraccio della mamma.
Sempre alla ricerca di nuove idee e collaborazioni, quest’anno Filobio presenta a Pitti Bimbo anche la Cameo Collection, arricchita dal prezioso contributo della designer Eleonora Rispoli, creatrice degli stravagantiScarabocchi di Patipò. Interamente italiani, si tratta di capi con fibre naturali e dal design inconfondibile. La collezione è realizzata in cashmere, lana e seta, ripensati da Eleonora in un soffice e caldissimo micro jaquard. Tre i capi presentati a Pitti: la salopette con bottoncini in corno naturale, il pagliaccetto con taglio a vivo e il caratteristico cappellino da elfo, simbolo degli Scarabocchi di Patipò.
Le collezioni, disegnate in Italia ma confezionate in India, sono certificateEKO Sustainable Textile (GOTS) per gli Standard del tessile ecologico e Social Accountability 8000 per le condizioni di lavoro. Operare in simbiosi con la natura proprio attraverso la diffusione del cotone biologico è la mission dell’azienda: la produzione industriale in costante crescita pone esigenze di sostenibilità, con cui Filobio si confronta fin da suo esordio. Oltre all’attenzione per l’ecosistema e per le sue risorse, tra gli obiettivi dell’azienda c’è la tutela e il rispetto dei lavoratori delle piantagioni di cotone indiane. La sempre più diffusa delocalizzazione porta a volte alcune aziende a chiudere un occhio sulle condizioni di chi lavora in paesi così lontani e i coltivatori a volte accettano di convertirsi dalla produzione di cotone OGM al settore del biologico guadagnano in media il 20-25% in più rispetto ai contadini che decidono di restare nel comparto tradizionale. Per le due imprenditrici non è possibile prescindere da una produzione etica e solidale, attenta alla salvaguardia dell’uomo e del pianeta. I 1500 lavoratori della cooperativa presso cui viene acquistato il cotone biologico provengono da 34 villaggi di una zona molto povera dell’India centrale.
Al di là dell’indiscussa qualità dei prodotti Filobio, l’azienda e l’entusiasmo delle due imprenditrici che ne costituiscono l’anima, mostrano come sia possibile produrre capi chic e alla moda, seppure per bambini, senza dimenticare che lo stile e il fashion non potranno mai essere più importanti della salute di chi li indosserà, della tutela dei diritti di chi li produce e della salvaguardia del pianeta che condividiamo con tante altre creature.
Federica Grimaldi
da ilpuntosalute | 7 Gen, 2014 | Benessere
Saggia, osservatrice e amante della madre terra, nonna Giovanna è la rappresentazione del sapere antico capace di curare i mali più comuni con gli strumenti messi a disposizione dalla natura.
Che la si chiami medicina scalza o visione olistica, questa è la base della filosofia Mei, azienda erboristica italiana nata nel 1988 per volere di Adriana Titton. Una vera e propria sfida che l’imprenditrice veneta raccoglie oltre 25 anni fa ispirandosi ai rimedi di sua nonna Giovanna. “All’epoca – racconta la Titton –, venivo vista come una strega che andava in giro a raccontare stupidaggini e che con il pentolone sperimentava pozioni magiche”. Da allora è stata fatta molta strada e dal magico pentolone che ribolle di strani intrugli, oggi Mei vanta una diffusa rete di clienti in Italia e l’approdo, attraverso i suoi “rituali”, in alcune SPA italiane ed europee. Si pregia, inoltre, del contributo del professor Giuseppe Mazzocco, docente di Scienze Motorie presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Padova, Direttore scientifico della rivista MondoMei, e responsabile della formazione e ricerca Mei. Il fortunato incontro ha consentito di applicare il metodo della moderna ricerca scientifica alla tradizione erboristica italiana. Da questa collaborazione nascono i Mei Spa Rituals, rituali sinergici per viso e corpo, e il metodo Phytomassopodia®, PMP, brevetto internazionale che ha permesso alla Mei di entrare nelle più prestigiose Spa, dove aromaterapia con oli essenziali ricavati da piante selvatiche e specifiche tisane consentono di unire il relax alla cura della salute.
Un benessere che i clienti potranno, poi, proseguire anche casa con i prodotti naturali per l’autocura domestica. “Ho voluto fortemente la ‘Spa a casa tua’ che attraverso la Scuola Mei consente a chiunque si avvicini al metodo Mei di imparare a utilizzare al meglio i prodotti – chiarisce Adriana Titton –. Obiettivo della Scuola Mei, diretta dal prof. Mazzocco, è insegnare ai clienti a essere autonomi nella gestione della propria salute. Solo in questo modo è possibile fare una reale prevenzione”. Ai rituali si affiancano ipercorsi benessere, il più importante dei quali è il disintossicante. Dura 24 giorni e si basa su cinque prodotti per pulire i cinque organi principali.
“Siamo partiti con un prodotto che disintossica la pelle, con un’emulsione a base di argilla, olio di ricino, succo di limone e olio di mela che rimuove le cellule morte e assorbe i metalli pesanti – spiega Titton –. Una bevanda molto particolare disintossica l’intestino: un estratto di tarassaco e di radice di carciofo depura il fegato, fluidifica la bile, pulisce la milza, la cistifellea e riattiva le funzioni epatiche. Un olio con lecitina di soia e altri ingredienti alza il colesterolo buono, e infine un infuso a base di equiseto depura i reni. È poi necessario
seguire uno schema alimentare per tutto il periodo di trattamento. I consigli dietetici sono molto semplici e chiunque può seguirli indipendentemente dal proprio stato di salute”.
Tanti prodotti erboristici Mei sono realizzati con piante a crescita spontanea che si trovano nell’Appennino tosco emiliano. “Siamo ben oltre la scelta di utilizzare un prodotto biologico. I raccoglitori Mei selezionano solo piante cresciute spontaneamente nel proprio habitat: se non sono autoctone in Italia, vengono prelevate dal paese d’origine – spiega l’imprenditrice –. Per capire la differenza tra una pianta coltivata, seppure con metodo biologico, e una a crescita spontanea, bastano due esempi. Quando viene raccolto il mirtillo di alta montagna è piccolissimo, mentre quando lo acquistiamo dal fruttivendolo è grosso come una fragola ma soprattutto non ha il principio attivo, l’antociano. L’antociano, un potente antinfiammatorio e antibiotico, aiuta la vista e le vie urinarie. Un mirtillo coltivato, quindi senza antociano, non ha nessuna efficacia”. Lo stesso discorso vale per una pianta dalle tante proprietà curative: l’aloe. Dietro questo nome si nascondono 250 specie diverse, molte delle quali hanno esclusivamente un potere rinfrescante. Solo la varietà selvatica del Madagascar, usata dalla Mei, ha per la scienza il potere di rigenerare le cellule.
È con Vitagel che Mei è conosciuta nel mondo. Il prodotto è a base di pappa reale, miele e propoli. Ha una lavorazione straordinaria: imbottigliato entro 48 ore dalla raccolta, subisce un intenso trattamento di purificazione. Dal prodotto apiario infatti viene eliminato il 70%, tra cera, impurità e corteccia. “Può essere somministrato a chiunque: al bambino appena nato per aiutarlo nella crescita, alla ragazza in anoressia per stimolare l’appetito, a chi fa il trattamento disintossicante, al ragazzo che deve sostenere un esame e ha bisogno di molta concentrazione. Se lo somministrassimo a 50 persone diverse potremmo raccontare 50 risultati diversi”, precisa Adriana Titton.
Arriva dal lontano Oriente la particolare attenzione che Mei ha per i piedi. “Siamo stati i primi nel 1969 a portare la reflessologia plantare in Italia – dichiara fiero il prof. Mazzocco, podologo da oltre 40 anni –. Abbiamo dato vita al metodo Phytomassopodia® o PMP, un sistema brevettato che consiste in una serie di manovre e di massaggi da effettuare nella zona plantare, utilizzando il Podostrigiles®, un raschietto metallico già conosciuto tremila anni fa, che permette di effettuare il trattamento in maniera efficace”.
L’azienda, in continua crescita, porta tenacemente avanti il proprio obiettivo: insegnare come prevenire le malattie attraverso uno stile di vita sano e una corretta alimentazione. Inoltre, di recente è stata annunciata la prossima apertura della Scuola per Consulenti Mei.
L’informazione relativa ai prodotti e al metodo di applicazione è presentata in modo chiaro ed è ben documentata sulla rivistaMondoMei, recapitata ogni 4 mesi a 15 mila famiglie italiane per offrire approfondimenti sull’offerta e sulla filosofia aziendale.
Passato e presente per Mei sono legati con un filo doppio. Dalla tradizione di nonna Giovanna all’utilizzo delle più moderne tecniche scientifiche e di comunicazione, dal luogo lontano dove nasce la riflessologia plantare a uno strumento di oltre tremila anni fa, ripensato alla luce dell’odierna tecnologia. “Siamo nani sulle spalle di giganti”, diceva Bacone, filosofo, sostenitore e difensore della rivoluzione scientifica proponendo il metodo induttivo fondato sull’esperienza. Guardare indietro per non scordare gli insegnamenti dei nostri avi, ma senza dimenticare l’orizzonte che abbiamo di fronte. Possiamo così sintetizzare la proposta innovativa di Mei.
Federica Grimaldi e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 10 Dic, 2013 | Moda
E’ un’azienda italiana. E’ famosa nel Team Wear. E’ spesso sponsor tecnico di moltissime società sportive, da quelle dilettantistiche fino ai più grandi club italiani e internazionali, non solo calcistici ma anche di pallavolo, basket e rugby. Si tratta di Erreà Sport S.p.a. E’Angelo Gandolfi a fondarla, nel 1988, spinto dalla sua passione per il rugby. “Quando io e mio fratello siamo entrati in azienda, abbiamo deciso di inserire il mondo del calcio nei nostri obiettivi di mercato – racconta Roberto Gandolfi, vice presidente e figlio del titolare -. Questa iniziativa è servita effettivamente al raggiungimento di una certa notorietà”.
Il volley femminile è, in ordine di tempo, l’ultimo tra gli sport a cui Erreà ha dedicato una collezione, consentendo al marchio di allargare il proprio pubblico a un’ulteriore fascia di mercato: la donna.
Nella sede storica di San Polo di Torrile, in provincia di Parma, che raggiunge oggi un’area di quasi 15 mila metri quadrati, nascono e si sviluppano tutte le fasi produttive.
Ed è proprio la produzione interna all’azienda, unita a un dipartimento grafico creativo e competente, a consentire a Erreà la realizzazione di capi e linee di abbigliamento personalizzate, create per soddisfare le differenti esigenze di clienti e società sportive.
Erreà lancia per la prima volta all’ISPO di Monaco Active Tense, la linea di punta che lavora sulla postura degli arti grazie a un esoscheletro elastico in resina naturale, studiata da osteopati e fisioterapisti.
Il brevetto assicura l’aumento della stabilità articolare e il miglioramento della funzione muscolare, con la conseguente correzione della postura. La collezione Active Tense è connotata da uno stile basico, fatta eccezione per il modello con “ossa a contrasto” effetto scheletro, creata per i più spiritosi. I materiali sono interamente certificati Oeko-Tex 100.
Questo certificato, rilasciato dall’Istituto internazionale che da più di 15 anni rappresenta un punto di riferimento a livello mondiale per la ricerca e i test nel campo dell’ecologia tessile, garantisce che i prodotti Erreà, durante l’uso, non rilasciano sostanze nocive in quantità superiori ai limiti previsti dall’ Oeko-Tex Standard 100.
Le prove dell’Oeko-Tex Standard 100 prevedono:
• ricerca di coloranti azoici
• ricerca di coloranti cancerogeni e allergenici
• rilascio di formaldeide
• ricerca di fenoli clorurati
• ricerca di benzeni e tolueni clorurati
• rilascio di metalli pesanti estraibili
• verifica di solidità del colore
• determinazione del ph dell’estratto acquoso
• ricerca dei composti organostannici (TBT e DBT)
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 3 Dic, 2013 | Benessere
Un cosmetico naturale, rispettoso dell’ambiente ed efficace quanto un prodotto industriale è conservato in un packaging glamour: a farli incontrare l’azienda italiana La Gardenia, catena di profumerie con oltre duecento punti vendita in Italia.
La nuova linea si chiama Maison-Bio, è il primo marchio privato delle profumerie ed è il risultato di una lunga ricerca. Nessuna sostanza di sintesi è presente nelle linee viso, corpo e capelli, infatti non contengono tensioattivi, petrolati, parabeni, conservanti, coloranti, siliconi e le oltre 5 mila sostanze chimiche di cui sono composti i cosmetici industriali. Vengono, invece, utilizzati esclusivamente ingredienti provenienti dalla natura, tra i tanti: olio di Argan, Rosa Mosqueta, Acido Ialunorico, Aloe Vera.
L’Aloe Vera è una pianta millenaria caratterizzata da foglie lunghe e carnose all’interno delle quali è racchiuso il prezioso gel. Sono ormai note le sue numerose proprietà cosmetiche, curative, idratanti, cicatrizzanti, antinfiammatorie e antiscottatura. Nel Gel Base di Maison Bio l’aloe è presente in una percentuale molto elevata (99%) tanto che si può utilizzare anche per le scottature, per gli eritemi, dopo un’esposizione prolungata al sole, come rinfrescante dopo barba. L’assorbimento è immediato e l’idratazione lunga e profonda.
24 prodotti, spaziano dal detergente intimo con estratti di semi di pompelmo e calendula, al deodorante, dalle creme agli esfolianti con i sali marini.
La scelta di utilizzare esclusivamente ingredienti vegetali, non testati su animali, gli stessi impiegati nei fitoterapici, rende i prodotti Maison Bio particolarmente adatti a pelli molto delicate e tendenzialmente allergiche.
La Gardenia ha affidato alla ditta di design milanese “Nascent Design” la parte creativa, estetica e pubblicitaria, e l’aspetto produttivo alla Bioearth, azienda italiana che produce cosmesi naturale e biologica, garantita e certificata dall’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale).
Ecco il regno della BIO-BELLEZZA: dove l’anima bio della natura incontra il carattere glamour della profumeria.
Federica Grimaldi e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 3 Dic, 2013 | Dermocosmesi
Un cosmetico naturale, rispettoso dell’ambiente ed efficace quanto un prodotto industriale è conservato in un packaging glamour: a farli incontrare l’azienda italiana La Gardenia, catena di profumerie con oltre duecento punti vendita in Italia.
La nuova linea si chiama Maison-Bio, è il primo marchio privato delle profumerie ed è il risultato di una lunga ricerca. Nessuna sostanza di sintesi è presente nelle linee viso, corpo e capelli, infatti non contengono tensioattivi, petrolati, parabeni, conservanti, coloranti, siliconi e le oltre 5 mila sostanze chimiche di cui sono composti i cosmetici industriali. Vengono, invece, utilizzati esclusivamente ingredienti provenienti dalla natura, tra i tanti: olio di Argan, Rosa Mosqueta, Acido Ialunorico, Aloe Vera.
L’Aloe Vera è una pianta millenaria caratterizzata da foglie lunghe e carnose all’interno delle quali è racchiuso il prezioso gel. Sono ormai note le sue numerose proprietà cosmetiche, curative, idratanti, cicatrizzanti, antinfiammatorie e antiscottatura. Nel Gel Base di Maison Bio l’aloe è presente in una percentuale molto elevata (99%) tanto che si può utilizzare anche per le scottature, per gli eritemi, dopo un’esposizione prolungata al sole, come rinfrescante dopo barba. L’assorbimento è immediato e l’idratazione lunga e profonda.
24 prodotti, spaziano dal detergente intimo con estratti di semi di pompelmo e calendula, al deodorante, dalle creme agli esfolianti con i sali marini.
La scelta di utilizzare esclusivamente ingredienti vegetali, non testati su animali, gli stessi impiegati nei fitoterapici, rende i prodotti Maison Bio particolarmente adatti a pelli molto delicate e tendenzialmente allergiche.
La Gardenia ha affidato alla ditta di design milanese “Nascent Design” la parte creativa, estetica e pubblicitaria, e l’aspetto produttivo alla Bioearth, azienda italiana che produce cosmesi naturale e biologica, garantita e certificata dall’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale).
Ecco il regno della BIO-BELLEZZA: dove l’anima bio della natura incontra il carattere glamour della profumeria.
Federica Grimaldi e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 15 Nov, 2013 | Benessere
Giornate stressanti, ritmi frenetici, poco tempo per noi stesse. Sarebbe meraviglioso chiudere gli occhi e ritrovarci immerse nella rigogliosa natura bretone. Lasciarci accarezzare dalla brezza marina che sale dalle segrete e uniche calette, nel fresco ed energizzante profumo di agrumi e di salsedine.
Da oggi è possibile. La Gardenia presenta in esclusiva la linea di ecocosmetici Britanie, prodotti biologici certificati Ecocert e Cosmebio per un benessere naturale. A idearla, Stéphanie Seznec, giovane chimica farmacosmetica innamorata della sua terra al punto da volerne racchiudere l’essenza in una linea cosmetica creata lavorando al fianco di artigiani e profumieri per selezionare le note olfattive che meglio raccontano la Bretagna e delineare tre percorsi, ognuno con la propria personalità.
Nascono così tre proposte:
GOLFE DU BORBIHAN, si ispira al luogo tanto amato dai surfisti, di cui esprime l’energia e lo spirito d’avventura attraverso le note euforizzanti del pompelmo e del cedro che si uniscono al patchouli, senza dimenticare i campi di lavanda e l’abete gigante di Morbilan.
COTE D’AMOUR, che intreccia le fragranze calde e morbide di arancia e mandarino per avvolgerci nell’atmosfera della costa bretone. Nelle profumazioni si avverte anche un sentore di canapa e l’aroma della frutta secca.
COTE DE GRANIT ROSE, le cui suggestioni trovano espressione in un mix dolce e armonizzante tra mandorla, ribes nero, geranio, carota selvaggia e legno di rosa. Una delle essenze più indicate per lottare contro lo stress e le aggressività.
Ecco cinque prodotti, disponibili in ognuna delle tre alternative delineate, unisex, proposti nel formato viaggio da 50 ml e in quello classico da 200 ml:
il sapone liquido all’alga bruna, che idrata e rivitalizza la pelle grazie al concentrato di sali minerali, oligoelementi, vitamine e aminoacidi;
uno shampoo delicato alle proteine del grano costituito da aminoacidi simili a quelli della Keratina, per restituire salute e bellezza anche allo stelo più sfruttato;
il sapone nutriente e riparatore molto ricco di latte d’asina (ne contiene il 40%), composto da un maestro saponiere nel rispetto della natura e della pelle;
una candela di cera naturale che libera gli aromi caratteristici della Bretagna, modellata da un artigiano esperto nella lavorazione della cera vegetale, da utilizzare quando si voglia creare l’atmosfera “giusta”.
Questi solo alcuni dei ricercati prodotti che La Gardenia e Britanie mettono a nostra disposizione per regalarci ogni giorno una fuga rigenerante nel cuore della Bretagna.
Camilla Franchina e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 4 Nov, 2013 | Benessere
Diverse culture asiatiche credono che l’umanità discenda da uno stelo di bambù. Nel mito della creazione filippino, la leggenda narra che il primo uomo e la prima donna vennero al mondo per l’apertura di un germoglio di bambù emerso su un’isola creata dopo la battaglia tra le forze elementari (Cielo e Oceano). Nelle leggende della Malesia vi è una storia simile: un uomo che dorme sotto una pianta di bambù sogna una bellissima donna, si sveglia, spezza lo stelo del bambù e vi trova la donna. In Giappone, spesso una piccola foresta di bambù circonda i monasteri scintoisti come parte della barriera sacra contro il male. Il bambù delle Hawaii, invece, è una materializzazione corporea del dio creatore polinesiano Kane.
E’ essenzialmente dal bamboo che nasce l’ispirazione di David Jones, ideatore del brand Zao, linea francese di make up composta da ingredienti al 100% naturali, che indirizza l’universo della cosmesi verso la cura biologica della bellezza. L’idea è di un gruppo di amici, tra cui David è il più convinto e determinato, desiderosi di creare un progetto innovativo che potesse unire la cosmetica a uno stile di vita in equilibrio con la natura e lo spirito. Tre gli estratti di bambù utilizzati per i make up: la resina di bambù in polvere, l’idrolato di foglie di bambù, l’estratto del rizoma del bambù.
Tutti i cosmetici contengono polvere di bamboo e sono poi affiancati da olio di Babassu bio, gingko biloba, aloe vera, estratto di foglie di yerba maté, amido di mais e/o burro di melograno che, con la loro azione rimineralizzante, garantiscono alla pelle elasticità e idratazione. La polvere d’argento micronizzata, contenuta nei fondotinta minerali, ha un’eccellente compatibilità con la pelle e svolge un’azione naturale antibatterica. I cosmetici non sono testati sugli animali e sono totalmente esenti da parabeni, nichel derivanti petrolchimici e conservanti, cause frequenti di manifestazioni allergiche.
In perfetta linea con il contenuto, anche il packaging esterno dei prodotti Zao make-up è costituito da bamboo ed è protetto da un elegante pochette in cotone che permette di preservare lo stato originale del contenitore per lungo tempo. E’ disponibile una vasta gamma di ricariche. Grazie al sistema di ricarica, semplice e ludico, è possibile alternare facilmente nuovi prodotti e diverse nuance secondo le esigenze del momento, riducendo quindi i costi del confezionamento e, di conseguenza, i prezzi. Una possibilità per dare via libera alla creatività dei consumatori, ma soprattutto per offrire la possibilità di scegliere un prodotto che sia realmente rispettoso dell’ecosistema.
I make-up Zao sono in vendita in esclusiva in tutte le profumerie La Gardenia e godono delle certificazioni Ecocert e Cosmebio. La durata è di almeno 36 mesi. Nello specifico: 5 anni le polveri, 4 anni i prodotti in crema, 3 anni le emulsioni. Dal momento dell’apertura, 6 – 8 mesi per i fondotinta e 1 anno per i mascara.
Il bamboo, l’elemento base per Zao, rimanda alla modestia, alla semplicità e alla protezione dell’equilibrio interiore e dell’ambiente. Il nome ZAO nasce dalla fusione dei termini ZEN E TAO.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 4 Nov, 2013 | Dermocosmesi
Diverse culture asiatiche credono che l’umanità discenda da uno stelo di bambù. Nel mito della creazione filippino, la leggenda narra che il primo uomo e la prima donna vennero al mondo per l’apertura di un germoglio di bambù emerso su un’isola creata dopo la battaglia tra le forze elementari (Cielo e Oceano). Nelle leggende della Malesia vi è una storia simile: un uomo che dorme sotto una pianta di bambù sogna una bellissima donna, si sveglia, spezza lo stelo del bambù e vi trova la donna. In Giappone, spesso una piccola foresta di bambù circonda i monasteri scintoisti come parte della barriera sacra contro il male. Il bambù delle Hawaii, invece, è una materializzazione corporea del dio creatore polinesiano Kane.
E’ essenzialmente dal bamboo che nasce l’ispirazione di David Jones, ideatore del brand Zao, linea francese di make up composta da ingredienti al 100% naturali, che indirizza l’universo della cosmesi verso la cura biologica della bellezza. L’idea è di un gruppo di amici, tra cui David è il più convinto e determinato, desiderosi di creare un progetto innovativo che potesse unire la cosmetica a uno stile di vita in equilibrio con la natura e lo spirito. Tre gli estratti di bambù utilizzati per i make up: la resina di bambù in polvere, l’idrolato di foglie di bambù, l’estratto del rizoma del bambù.
Tutti i cosmetici contengono polvere di bamboo e sono poi affiancati da olio di Babassu bio, gingko biloba, aloe vera, estratto di foglie di yerba maté, amido di mais e/o burro di melograno che, con la loro azione rimineralizzante, garantiscono alla pelle elasticità e idratazione. La polvere d’argento micronizzata, contenuta nei fondotinta minerali, ha un’eccellente compatibilità con la pelle e svolge un’azione naturale antibatterica. I cosmetici non sono testati sugli animali e sono totalmente esenti da parabeni, nichel derivanti petrolchimici e conservanti, cause frequenti di manifestazioni allergiche.
In perfetta linea con il contenuto, anche il packaging esterno dei prodotti Zao make-up è costituito da bamboo ed è protetto da un elegante pochette in cotone che permette di preservare lo stato originale del contenitore per lungo tempo. E’ disponibile una vasta gamma di ricariche. Grazie al sistema di ricarica, semplice e ludico, è possibile alternare facilmente nuovi prodotti e diverse nuance secondo le esigenze del momento, riducendo quindi i costi del confezionamento e, di conseguenza, i prezzi. Una possibilità per dare via libera alla creatività dei consumatori, ma soprattutto per offrire la possibilità di scegliere un prodotto che sia realmente rispettoso dell’ecosistema.
I make-up Zao sono in vendita in esclusiva in tutte le profumerie La Gardenia e godono delle certificazioni Ecocert e Cosmebio. La durata è di almeno 36 mesi. Nello specifico: 5 anni le polveri, 4 anni i prodotti in crema, 3 anni le emulsioni. Dal momento dell’apertura, 6 – 8 mesi per i fondotinta e 1 anno per i mascara.
Il bamboo, l’elemento base per Zao, rimanda alla modestia, alla semplicità e alla protezione dell’equilibrio interiore e dell’ambiente. Il nome ZAO nasce dalla fusione dei termini ZEN E TAO.
Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 30 Ott, 2013 | Sport
Passione, concentrazione, disponibilità, disciplina, flessibilità, orientamento al risultato, ecco i punti imprescindibili di FuturFisi. Il rispetto di questi valori in ogni atleta, in ogni team, in ogni momento della giornata, in ogni sessione di allenamento, in ogni colloquio tra atleti/allenatori/ responsabili, rende il progetto vivo e particolarmente orientato alla qualità e all’efficacia.
FuturFisi è un progetto interdisciplinare della Federazione Italiana Sport Invernali pensato e strutturato per l’età giovanile. Prende il via nel Giugno del 2012, si rivolge alla fascia d’età 12-20 anni, per entrambi i sessi, e ha una durata di 4 anni (2+2). Comprende 10 discipline interfederali: sci alpino, fondo, triathlon, slittino, snowbord e freestyle, salto e combinata nordica, bob e skeleton. Il fine principale è di poter disporre, in prospettiva, di atleti competitivi a livello internazionale; si tiene conto, per questo, della crescita personale e sportiva di ciascun ragazzo. Il progetto si ispira a modelli nazionali e internazionali la cui efficacia è stata sperimentata con successo. Si basa sull’idea di identificazione, selezione, sviluppo e gestione del talento sportivo, utilizzando criteri che tengono conto non solo degli aspetti quantitativi del profilo dei giovani atleti in età dello sviluppo, ma anche di quelli qualitativi. In sintesi, si considerano le variabilità legate all’età biologica, non soltanto a quella cronologica, la storia personale e sportiva, l’ambiente socio-economico e familiare, e la tipologia dell’allenamento svolto.
L’obiettivo è quindi quello della scoperta, dell’identificazione, della selezione, dello sviluppo e della gestione del Talento sportivo.
Il progetto si fonda su alcuni punti di forza ben chiari, i gruppi di lavoro sono a base allargata e con procedure flessibili di entrata e di uscita rispetto ai raduni e all’allenamento. E’ possibile la partecipazione agli stage di allenamento federale da parte di allenatori e comitati zonali che si distinguano. Le metodologie di allenamento sono condivise e fondate su un continuo dialogo, e gli allenatori hanno competenze specifiche per le diverse età degli atleti. Il piano di lavoro è previsto a medio e lungo termine: almeno 3 anni per avere i primi risultati concreti. L’aspetto innovativo più rilevante del progetto è dato dall’interdisciplinarità. Tutti i settori ruotano attorno a comuni concetti progettuali, intellettuali, di metodo. Si tratta di sfruttare il potenziale in essere per diffondere e trasferire trasversalmente cultura, procedure e atleti.
La profonda collaborazione tra Direzione agonistica e Scuola tecnici federali per la definizione delle linee guida tecniche e metodologiche bilanciate per l’età giovanile tengono conto di un modello che ha già dimostrato il suo valore. La prevenzione e il trattamento del trauma sport specifico sono affrontati in collaborazione con il Centro ricerche e con la Commissione medica della Federazione.
FuturFisi vede la partecipazione culturale e il contributo di risorse del CONI, anche nella divisione Preparazione Olimpica guidata da Carlo Mornati.
Clementina Speranza
ULTIME NOTIZIE SUGLI ALLENAMENTI
Intanto, per la stagione 2013 – 2014, è cominciato al Passo dello Stelvio l’allenamento della squadra FuturFisi del parallelo. Agli ordini dell’allenatore Rudy Galli sono presenti tre giovani speranze quali Daniele Bagozza, Carlotta Piferi e Jonas Kofler.
Sul ghiaccio svizzero di Zermatt, sono stati impegnati per dieci giorni di allenamento due specialisti delle gobbe freestyle, Giacomo Matiz e Deborah Scanzio. Al loro fianco l’allenatore Giorgia Maurizio.
A Hintertux (Austria), si sono allenati i ragazzi FuturFisi del freesnow: Nicholas Bridgman, Emil Zulian, Emiliano Lauzi, Maria Delfina Maiocco e Valentina Barengo, con l’allenatore Alessandro Benussi.
Sulle stesse piste hanno lavorato i giovani dello sci alpino. Sono 15 in campo maschile gli atleti convocati dal direttore tecnico giovanile Alessandro Serra: Carlo Beretta, Emanuele Buzzi, Matteo De Vettori, Guglielmo Bosca, Henri Battilani, Paolo Pangrazzi, Hagen Patscheider, Michele Cortella, Andy Plank, Aaron Hofer, Alessandro Brean, Giulio Bosca, Michelangelo Tentori, Davide Cazzaniga, Federico Paini, che si allenano con il responsabile Devid Salvadori e gli allenatori Stefano Pergher e Thomas Valentini.
Stessa località anche per le ragazze di Roberto Lorenzi: Alessia Medetti, Veronica Olivieri, Nicole Agnelli, Carmen Geyr, Marta Bassino, Caroline Pichler, Federica Sosio, Jasmine Fiorano, Ida Giardini, Jessica Mazzocco, Verena Gasslitter, Roberta Melesi, Costanza Oleggini, Nicole Delago, Maria Nairz, Janina Schenk e Valentina Cillara Rossi, con gli allenatori Daniel Dorigo, Damiano Scolari e Lawrence Edwards.
da ilpuntosalute | 7 Ott, 2013 | Benessere
L’eterna giovinezza… chi non l’ha mai sognata? Secondo Rodial si può raggiungere senza affrontare lunghe battaglie, come quelle sostenute da Jack Sparrow, alla ricerca dei calici d’argento e della lacrima di sirena da bere insieme all’acqua della Fonte di giovinezza.
Rodial è un’azienda cosmetica inglese con l’obiettivo di creare prodotti adatti a differenti problematiche della pelle: dalle rughe, alle macchie del tempo, fino alla cellulite. I poteri anti-age, presenti in tutti i prodotti, sono ricavati dal tannino del melograno.
Ogni cosmetico, poi, presenta agenti diversi:
nella linea viso, in Glamoxy Snake, il punto di forza è nel neuropeptide Dipeptide che, simulando il veleno di vipera, inibisce le contrazioni dei muscoli facciali;
nel Bee Venom, l’agente è la melittina, il principale componente del veleno delle api, che stimola la circolazione sanguigna locale, favorisce la produzione di collagene ed è dotata di una forte azione antiossidante;
nel Dragon’s blood (linea anti-age) viene usato il “sangue di drago”, lattice resinoso della Croton Lechleri, una pianta della foresta amazzonica: incidendone la corteccia fuoriesce una resina rosso scuro, color sangue appunto, che ha la capacità di attenuare i rossori della pelle e rigenerare le cellule.
A queste proposte si affiancano anche i fondotinta, i correttori, i lipstick e un siero ciglia che ne irrobustisce il bulbo grazie alla vitamina B5 e che, insieme al Sympeptide, permette in sole 2 settimane di avere ciglia più lunghe.
Il BB Venom, definito “il nuovo fenomeno”, è una lozione multifunzione: idrata, protegge dai raggi UV e copre le imperfezioni della pelle grazie a una texture colorata contenente il principio attivo SYN-AKE, dipeptide con un leggero effetto botox; è disponibile in 3 diverse tinte. Nella stessa gamma, c’è anche il correttore BB Venom Eye, in 2 tinte.
E Rodial ha pensato alla giovinezza anche per il corpo. Ha creato, infatti, una linea che ne corregge le imperfezioni con azioni anti-age, tonificanti e rimodellanti. In questa gamma c’è Size Zero, crema idratante snellente che diminuisce la circonferenza di cosce, addome e fianchi, grazie a un agente che favorisce la riduzione dei depositi di grasso e limita la ritenzione di liquidi. Con le stesse caratteristiche, il trattamento glutei, braccia, addome.
Per le donne che sognano un seno più generoso, Rodial propone Boob Job, che aiuta ad aumentare la dimensione delle cellule adipose grazie all’azione della Resina di Mirra.
Questi, secondo Rodial, i segreti dell’eterna giovinezza. Li potrete rivelare senza temere di essere catturate dagli spagnoli, come è accaduto a Jack Sparrow, e non dovrete rubare nessuna nave.
Emmanuelle Grau e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 7 Ott, 2013 | Dermocosmesi
L’eterna giovinezza… chi non l’ha mai sognata? Secondo Rodial si può raggiungere senza affrontare lunghe battaglie, come quelle sostenute da Jack Sparrow, alla ricerca dei calici d’argento e della lacrima di sirena da bere insieme all’acqua della Fonte di giovinezza.
Rodial è un’azienda cosmetica inglese con l’obiettivo di creare prodotti adatti a differenti problematiche della pelle: dalle rughe, alle macchie del tempo, fino alla cellulite. I poteri anti-age, presenti in tutti i prodotti, sono ricavati dal tannino del melograno.
Ogni cosmetico, poi, presenta agenti diversi:
nella linea viso, in Glamoxy Snake, il punto di forza è nel neuropeptide Dipeptide che, simulando il veleno di vipera, inibisce le contrazioni dei muscoli facciali;
nel Bee Venom, l’agente è la melittina, il principale componente del veleno delle api, che stimola la circolazione sanguigna locale, favorisce la produzione di collagene ed è dotata di una forte azione antiossidante;
nel Dragon’s blood (linea anti-age) viene usato il “sangue di drago”, lattice resinoso della Croton Lechleri, una pianta della foresta amazzonica: incidendone la corteccia fuoriesce una resina rosso scuro, color sangue appunto, che ha la capacità di attenuare i rossori della pelle e rigenerare le cellule.
A queste proposte si affiancano anche i fondotinta, i correttori, i lipstick e un siero ciglia che ne irrobustisce il bulbo grazie alla vitamina B5 e che, insieme al Sympeptide, permette in sole 2 settimane di avere ciglia più lunghe.
Il BB Venom, definito “il nuovo fenomeno”, è una lozione multifunzione: idrata, protegge dai raggi UV e copre le imperfezioni della pelle grazie a una texture colorata contenente il principio attivo SYN-AKE, dipeptide con un leggero effetto botox; è disponibile in 3 diverse tinte. Nella stessa gamma, c’è anche il correttore BB Venom Eye, in 2 tinte.
E Rodial ha pensato alla giovinezza anche per il corpo. Ha creato, infatti, una linea che ne corregge le imperfezioni con azioni anti-age, tonificanti e rimodellanti. In questa gamma c’è Size Zero, crema idratante snellente che diminuisce la circonferenza di cosce, addome e fianchi, grazie a un agente che favorisce la riduzione dei depositi di grasso e limita la ritenzione di liquidi. Con le stesse caratteristiche, il trattamento glutei, braccia, addome.
Per le donne che sognano un seno più generoso, Rodial propone Boob Job, che aiuta ad aumentare la dimensione delle cellule adipose grazie all’azione della Resina di Mirra.
Questi, secondo Rodial, i segreti dell’eterna giovinezza. Li potrete rivelare senza temere di essere catturate dagli spagnoli, come è accaduto a Jack Sparrow, e non dovrete rubare nessuna nave.
Emmanuelle Grau e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 30 Set, 2013 | Nutrizione
Nell’antichità si è sempre più affermato il valore dell’olio d’oliva come alimento-medicamento. Nell’antica Grecia, Galeno assegnava all’ olio d’oliva virtù terapeutiche nel combattere i “mali del ventre”.
Veniva poi usato nelle cure di bellezza per contrastare l’avvizzimento della pelle, sul cuoio capelluto per la prevenzione della forfora e della caduta dei capelli e, successivamente, anche per la cura delle artriti e dei reumatismi. Oggi l’olio di oliva è consigliato nella prevenzione delle malattie dell’apparato digerente, dell’invecchiamento osseo, delle malattie , dell’arteriosclerosi e di alcuni tipi di tumori.
Le proprietà benefiche dell’olio sul nostro organismo
L’olio extravergine di oliva è sempre stato considerato a metà strada tra un alimento e un medicinale. Le proprietà benefiche dell’olio di oliva derivano fondamentalmente dalla composizione dei trigliceridi e dei polifenoli in esso contenuti: ha infatti una più elevata quantità di monoinsaturi rispetto a qualunque altro grasso animale o vegetale.
In gravidanza: è bene aggiungere due cucchiai di olio extravergine di oliva al giorno alla propria dieta. Gli acidi grassi che l’olio contiene contribuiscono alla formazione delle cellule del sistema nervoso del nascituro. Usato crudo, inoltre, l’olio riduce eventuali problemi di stipsi, particolarmente fastidiosi per la gestante.
Per l’infanzia: l’olio extravergine di oliva sia per la sua digeribilità (è il grasso più affine a quello presente nel latte materno), che per la presenza di acidi grassi essenziali (indispensabili per favorire la crescita) è consigliato dai pediatri per un corretto svezzamento del bambino. Rappresenta un prodotto molto digeribile ed estremamente importante nel processo di formazione delle ossa e di sviluppo del cervello grazie al rapporto perfettamente bilanciato nel suo contenuto di acidi. Per questo anche le pappe di svezzamento, fin dal 4° – 5° mese di vita, possono essere condite con l’olio extravergine di oliva.
Per gli adulti e le persone anziane: data la capacità dell’olio di oliva di ridurre il colesterolo LDL e aumentare la frazione HDL del colesterolo totale, di diminuire la glicemia, limitare gli effetti dell’invecchiamento cellulare e prevenire malattie cardiovascolari e alcune forma tumorali.
Contenuto calorico: l’olio extravergine di oliva è un alimento molto digeribile, l’unico digeribile al 100%, contro l’olio di girasole 85%, l’olio di arachidi 81% e l’olio di mais 36%. Essendo inoltre più gustoso e saporito possiamo usarne una quantità inferiore, riducendo l’apporto calorico del piatto a tutto vantaggio della nostra linea.
Fabbisogno giornaliero: l’olio extravergine di oliva è ricco di grassi “insaturi” utili al nostro organismo anche per assimilare altre sostanze. Il nostro organismo necessita ogni giorno di una quantità di grassi “insaturi”, pari a quella contenuta in due cucchiai di olio di oliva.
Nello sport: garantisce l’apporto di sostanze nutritive tipiche di un prodotto naturale e, allo stesso tempo, ha effetti positivi sulla digestione in quanto ne riduce i tempi. Stimola la secrezione di sostanze che contrastano l’acidità gastrica, aiuta l’attività della cistifellea e la digestione dei grassi a livello intestinale.
L’olio e la salute delle donne
Secondo ricercatori americani dell’Università di Chicago, l’olio extravergine di oliva potrebbe migliorare l’efficacia della terapia per la cura del cancro al seno, impedendo l’innescarsi di resistenze farmacologiche.
Infatti l’olio extravergine di oliva, estremamente ricco di acido oleico, abbasserebbe del 46% i livelli del gene Her- 2/neu, uno dei principali oncogeni causa del carcinoma mammario, stimolando contemporaneamente il funzionamento del farmaco “Herceptin” che ha come bersaglio proprio questo oncogene.
L’acido oleico, inoltre, stimolerebbe anche la produzione della proteina p27Kip1 che agisce da freno naturale nella crescita del tumore.
Le proprietà antiossidanti dell’olio
Ricercatori della Facoltà di Scienze della Università di Oporto in Portogallo hanno pubblicato sulla rivista “Molecular Nutrition & Food Research” i risultati del loro studio riguardante le proprietà benefiche dell’olio di oliva nel proteggere il sistema cardiovascolare da infarto e ictus.
Hanno infatti individuato nell’antiossidante denominato “EDA-DHPEA” la funzione di proteggere i globuli rossi dagli attacchi di agenti ossidanti come radicali liberi e colesterolo.
Nello studio pubblicato dai ricercatori sono stati messi a confronto gli effetti di quattro polifenoli su cellule sottoposte a stress ossidativo per mezzo di un composto chimico che genera radicali liberi. L’antiossidante “EDA-DHPEA” è risultato il più efficace tra gli antiossidanti messi a confronto e ha protetto i globuli rossi anche a bassi livelli di concentrazione.
Questa interessante scoperta ha confermato il benefico influsso dell’olio d’oliva sulla salute, proprio grazie all’antiossidante “EDA-DHPEA” in esso contenuto, sottolineando come l’olio di oliva sembri contenere livelli più elevati di questo componente rispetto ad altri oli.
L’olio e il cervello
Una ricerca del Monell Center Senses Center di Philadelphia e della Northwestern University di Chicago (USA) ha dimostrato che l’olio extra-vergine d’oliva ha una qualità salutare in più oltre a quelle già note: aiuta a prevenire i disturbi di una grave malattia degenerativa come il “morbo di Alzheimer”.
Questo tipo di demenza, che in Italia fa soffrire 800mila persone, più i loro familiari, è causata, secondo gli scienziati statunitensi, dalla presenza di proteine neurotossiche chiamate ADDL, le quali danneggiano e riducono la comunicazione tra le cellule del nostro cervello, i neuroni, distruggendole progressivamente.
La ricerca individua nell’oleocantale, un composto dell’olio extravergine d’oliva, non solo ha la capacità di preservare le cellule nervose dalla naturale usura legata all’avanzare dell’età, ma anche quella di modificare dimensioni e struttura delle cellule neurotossiche, impedendo loro di penetrare nelle cellule nervose e di ostruirne le comunicazioni continue.
L’olio e la digestione
I grassi contenuti nell’olio extravergine di oliva sono utilizzati interamente dall’organismo grazie alla notevole presenza dell’acido oleico che lo rende estremamente digeribile per la sua facilità di essere sciolto dall’enzima preposto alla digestione dei grassi.
Questo componente, inoltre, stimola la secrezione biliare aumentandone la fluidità, con il risultato di migliorare l’assorbimento dei nutrienti.
L’olio di oliva extravergine è quindi particolarmente indicato nell’alimentazione degli anziani.
L’olio come antinfiammatorio
Il biologo statunitense Gary Beauchamp, analizzando l’olio extravergine d’oliva, ha rivenuto al suo interno la presenza di un agente chimico che agisce come l’ibuprofen.
Beauchamp e il suo team hanno ribattezzato la sostanza oleocanthal e hanno scoperto che, seppure essa abbia una composizione chimica diversa, i suoi effetti sono simili a quelli del componente anti-infiammatorio non-steroidale dei farmaci contro il dolore.
Tale scoperta giustifica ancora di più il ruolo salutistico dell’olio extra vergine di oliva in quanto molti ricercatori ritengono che l’infiammazione giochi un ruolo importante in una vasta gamma di malattie croniche come l’ictus, l’infarto e il cancro al seno e ai polmoni.
L’olio e la dermatite
Ricercatori italiani dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma, dopo uno studio durato più di 30 anni, sono arrivati alla conclusione che alla base della dermatite seborroica ci sarebbe un deficit ematico di sostantze antiossidanti e di acidi grassi polinsaturi.
Tale studio, riconosciuto dal Ministero della Sanità, pone quindi l’olio extravergine di oliva come uno degli elementi più utili per un trattamento combinato dietetico, farmacologico e cosmetico di questa diffusa malattia cutanea.
L’olio e il diabete
Il primo a intuire la relazione positiva tra dieta e malattie quali diabete, bulimia, obesità, fu il medico nutrizionista italiano Lorenzo Piroddi nel 1939. Ma è solo grazie al professore americano Ancel Keys che, nel 1952, si iniziò a parlare di “dieta mediterranea”. Il professor Keys fornì le prime evidenze comparative tra soggetti americani e soggetti residenti nel bacino del Mediterraneo sul rischio di malattie dell’apparato cardiocircolatorio in relazione ai consumi alimentari.
In seguito a questi primi risultati prese avvio la famosa ricerca “Seven Countries Study”, basata sul confronto dei regimi alimentari di 12.000 persone di età compresa tra 40 e 59 anni, sparse in sette Paesi del mondo.
I risultati dell’indagine non lasciarono dubbi: la mortalità per cardiopatia ischemica (infarto) risultò molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto ad altri paesi con una dieta ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse).
A partire da questi studi si è diffuso il concetto di “dieta mediterranea” e dei suoi effetti benefici sulle persone.
Contrariamente alle tipiche indicazioni dietetiche consigliate ai pazienti effetti da diabete di tipo II, che prevedono un aumento dell’apporto di carboidrati complessi e di fibre e una diminuzione dei grassi, recenti studi hanno evidenziato un possibile effetto favorevole sulla glicemia di una dieta a più elevato contenuto di grassi totali, grazie a un aumento degli acidi grassi monoinsaturi e a una contemporanea riduzione degli acidi grassi saturi: caratteristiche tipiche della dieta mediterranea, all’interno della quale l’olio di oliva rappresenta la fonte principale dei grassi alimentari. Per queste ragioni l’olio extravergine di oliva, estremamente ricco di acidi grassi monoinsaturi, può avere effetti benefici per il trattamento dell’insulinoresistenza, generalmente associata ad obesità addominale.
L’olio e il colesterolo
L’olio extravergine di oliva contribuisce a ridurre l’eccesso di colesterolo non generando il colesterolo “cattivo” (LDL) ma favorendo, al contrario, la formazione del colesterolo “buono” (HDL).
Quest’ultimo garantisce l’integrità delle nostre arterie, le ripulisce da eventuali placche arteriosclerotiche e dallo stesso LDL, impedendo che queste sostanze aderiscano alle pareti occludendole.
Fonte: http://www.sagra.it/salute-e-benessere/salute/
Sagra è lo storico marchio del Gruppo Salov, che produce olio da oltre un secolo, una tra le poche grandi realtà del settore a mantenere salda la sua identità italiana al 100%. L’Azienda nasce dalla fusione di diverse realtà che operavano in Toscana nel settore oleario sin dalla metà dell’Ottocento ed è proprietà della famiglia Fontana da quattro generazioni. Ancora oggi l’attività di Sagra si concentra nella ricerca continua dell’eccellenza del prodotto, anche con un’attività di informazione al consumatore volta a spiegare il valore di un prodotto come l’olio, fondamentale nella nostra dieta e ricchissimo di virtù che poco conosciamo.
Il primo olio Extra Vergine di oliva a marchio Sagra nasce nel 1959. È prodotto dalla Società Farmaceutica Carlo Erba e si fa notare subito per la sua altissima qualità.
Negli anni Sessanta, infatti, l’olio Sagra è venduto esclusivamente nelle farmacie e sugli scaffali di selezionati negozi alimentari del nord Italia, per arrivare poi alla distribuzione nazionale.
Nel 1991 nasce l’olio Extra Vergine Sagra “Bassa acidità”, un prodotto che, grazie al know how dell’azienda, risponde a criteri qualitativi molto più severi di quelli previsti dalla normativa. La bassa acidità è infatti il parametro fondamentale con cui si definisce la qualità dell’olio Extra Vergine: tanto minore è l’acidità, tanto superiore è la qualità del prodotto.
240 mila mq di estensione del sito produttivo, 330 mila litri di olio confezionati ogni giorno, 5 mila controlli qualità ogni anno, questi sono alcuni dei numeri che definiscono le caratteristiche del Gruppo Salov oggi.
Il sistema qualità del Gruppo si fonda sulla gestione continua e rigorosa di tutte le fasi del processo produttivo, a partire dalla selezione attenta della migliore materia prima. Tutti i processi produttivi sono sottoposti a rigorosi controlli.
Il prodotto finito è controllato dai laboratori di analisi qualificati e all’avanguardia, interni all’azienda e certificati da Enti certificatori:
– Certificazione UNI EN ISO 9001:2008, BRC, IFS per il rispetto del sistema qualità nelle procedure aziendali
– Certificazione BIO ICEA REG CE 834/07 per la produzione di oli extra vergini biologici per l’Europa, Stati Uniti
– Certificazioni Kosher e Kashruth riconosciute dalla comunità ebraica per il rispetto dei processi secondo la religione ebraica
– Sistema di tracciabilità UNI EN ISO 22005:2008 per le aziende agroalimentari
da ilpuntosalute | 30 Lug, 2013 | Benessere
Tra Padova, Venezia, Rovigo e Vicenza, emergono un gruppo di colline di origine vulcanica: i Colli Euganei. Dalle Piccole Dolomiti, e a 1800 metri, hanno origine le acque termali che scendono a oltre 3000 metri sotto il livello del suolo e riemergono nel Bacino Euganeo. Sono definite acque minerali salso-bromo-iodiche ipertermali, ideali per trattamenti alle vie respiratorie, e per problemi vascolari e cutanei.
Il bacino dei Colli Euganei offre tutto ciò che il turista moderno, appesantito dallo stress della vita quotidiana cerca: una vacanza sana e rilassante. A Montegrotto, piccolo centro termale nel cuore dei Colli Euganei, vi è un luogo in cui è possibile beneficiare degli effetti termali e respirare aria familiare. Si tratta dell’Hotel Petrarca il più antico della città, dal 1974 di proprietà della famiglia Pastorello. In origine era presente una sola piscina termale ma, grazie alle opere di bonifica dei Pastorello, ora ce ne sono sette.
Dalle acque del Bacino Euganeo si ricava anche il Fango termale, composto di una parte solida, l’argilla, e una liquida, l’acqua ipertermale salso-bromo-iodica. La melma é sottoposta a un processo di maturazione che favorisce lo sviluppo di una flora di microrganismi con elevato potere antinfiammatorio e antiossidante, ideale per la protezione cellulare, per la riduzione dei livelli sierici di iterleuchina-1 e per i markers di riparazione cartilaginea.
All’Hotel Petrarca, oltre ai bagni nelle acque termali e ai fanghi, vi sono da tre anni le cure nelle “Grotte di Sale”, ambienti ipoallergenici interamente ricoperti di cloruro di sodio. Al loro interno é micronizzato del sale iodato, la cui azione benefica agisce nel tratto respiratorio ottenendo una profonda detersione, fluidificazione ed espulsione del muco. La cura é indicata per chi soffre di allergie, asma, infiammazioni cutanee, fibrosi cistica, artrosi, stati di stress e per la preparazione atletica. Una sessione di quaranta minuti equivale a tre giorni di mare, ed é consigliato un ciclo di sei giorni da ripetere annualmente.
L’Hotel Petrarca é uno dei pochi centri in Italia in cui si pratica la terapia craniosacrale. Una procedura biodinamica effettuata attraverso delicate manipolazioni del cranio. Lo scopo finale del trattamento è quello di ristabilire l’equilibrio fisiologico dell’organismo umano.
Il centro Termale Petrarca offre ai propri ospiti un pacchetto di cure che comprende la fisioterapia strumentale, terapie orientali, trattamenti estetici accompagnati da consulenza medico estetica gratuita. Nel periodo estivo gli esperti del centro consigliano alle clienti bendaggi anticellulite e peeling corpo, per affrontare il sole, la spiaggia e il caldo più leggeri e purificati. Si prosegue poi con il circuito Vital Center composto di Bagno di Vapore calidarium, sauna e biosauna, docce emozionali, paradiso d’acqua e spruzzi acquiferi Yin Yang.
Per la cura del corpo è importante anche l’alimentazione per questo il Ristorante dell’Hotel, oltre a proporre una vasta scelta di pietanze internazionali, offre anche dei menu speciali per chi ha particolari esigenze dovute ad allergie, intolleranze, celiachia o per chi segue un’alimentazione Vegana o Vegetariana.
L’Hotel Petrarca organizza per gli ospiti un programma di eventi: il martedì, aperitivo di benvenuto, il mercoledì, la festa Hawaiana con menu tipico e lo staff vestito a tema, il giovedì ballo, il venerdì, serata veneziana con menu a base di pesce servito da camerieri-gondolieri, e infine il sabato nuovamente ballo.
Un elenco di esperienze, cure e familiarità che ha fatto sì che l’Hotel Petrarca e gli altri due Hotel della famiglia Pastorello fossero scelti per ospitare i giocatori dell’UEFA REGIONS’ CUP 2013. I giocatori delle squadre amatoriali, provenienti da tutta Europa hanno in questo modo potuto godere dei benefici termali tra una partita e l’altra. Le regioni e nazioni interessate sono state: Veneto (ITA), Eastern Region (NIR), Quarachala (AZE), Keleti Régió (HUN), Isloch (BLR), Selección Catalana (ESP), Olimp Moscow (RUS) Yugoiztochen Region (BUL).
Importante ricordare che la stagione invernale è ideale per le cure termali, e se durante il giorno manca il tempo nessun problema: dalle 19,00 alle 23,00 l’Hotel Petrarca offre l’ingresso ridotto a chi vuole dimenticare una brutta giornata, o semplicemente rilassarsi e riposare in vista del nuovo giorno che verrà.
Elena Fabbri e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 9 Lug, 2013 | Informazioni mediche
“Federico aveva 2 anni e mezzo, era biondo con gli occhi verdi, era sano e giocava. Aveva avuto un po’ di febbre che è poi passata. 4 -5 gg dopo, si è svegliato un po’ pallido e con una lieve febbre che verso le 13 è aumentata. Decido di farlo visitare dal pediatra il quale si accorge che sul corpo gli erano spuntate delle chiazze, così lo accompagniamo al pronto soccorso, e qui peggiora sempre più.
Tutto il possibile è stato tentato, ma alle 18 mio figlio è diventato un angelo. Federico aveva contratto la meningite, anche se aveva fatto tutte le vaccinazioni previste. Nel 2009, purtroppo, non esisteva ancora quella contro il meningococco B, e ho perso mio figlio a causa di questa terribile infezione”. A raccontare questa triste storia è Ivana Silvestro, oggi Vicepresidente del Comitato Nazionale contro la Meningite.
La meningite batterica può essere causata da tre agenti: Haemophilus influenzae tipo B, Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Neisseria meningitidis (meningococco). Contro le prime due infezioni sono da tempo disponibili strumenti vaccinali. Il meningococco si distingue in 13 sierogruppi, di cui cinque infettivi e contagiosi: A, B, C, W135 e Y. La prevalenza di ciascun sierogruppo varia nel mondo; il sierogruppo più diffuso è il B (MenB), che prevale in Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, e altri Paesi a livello globale.
La meningite meningococcica è la principale causa di morte soprattutto tra i neonati, la loro è la fascia d’età più esposta al meningococco B (MenB). Il vaccino contro il MenB è finalmente disponibile: è il risultato di oltre venti anni di ricerca d’avanguardia nello sviluppo dei vaccini presso i laboratori di Siena, ed è quindi made in Italy. Messo a punto nei laboratori di Novartis Vaccines dal team di Rino Rappuoli, viene prodotto nello stabilimento di Rosia (Siena). Protegge fin dal secondo mese di vita e rappresenta il mezzo più efficace per prevenire la malattia.
“Ogni 10 minuti, nel mondo, una persona muore di meningite meningococcica. Il meningococco può uccidere in meno di 24 ore o causare gravi disabilità permanenti. La popolazione a maggior pericolo di contagio sono i bambini piccoli, ma anche gli adolescenti sono a rischio – dichiara Rino Rappuoli, Responsabile Mondiale della Ricerca, Novartis Vaccines and Diagnostics –. Il meningococco di tipo B è tra i principali responsabili di queste infezioni.
Si tratta di una malattia particolarmente pericolosa in quanto attacca le persone sane senza alcun segnale di preavviso e può portare al decesso entro 24-48 ore. La meningite menigococcica ha una letalità tra il 9 e il 12%, ma in assenza di un trattamento antibiotico adeguato può raggiungere il 50%.
Ecco perché è molto importante che, dopo il via libera dell’Unione Europea, sia arrivata per questo nuovo vaccino anche l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco che permetterà di salvare molte vite umane e di cambiare le prospettive della lotta contro la meningite”.
La meningite da meningococco
La meningite da meningococco è un’infezione pericolosissima perché improvvisa, subdola, spesso letale o fonte di gravi complicazioni (sequele). Colpisce inaspettatamente persone sane, non dà segnali premonitori ed evolve rapidamente1. A essere colpite sono le meningi, membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, ma non solo: spesso si sviluppano complicazioni gravi e potenzialmente fatali, prima tra tutte la setticemia (infezione del sangue), ma anche endocardite o flebite. Le sequele post-infezione non sono da sottovalutare: tra chi sopravvive, possono residuare sordità, ritardo dello sviluppo psichico e fisico, paralisi cerebrale, può essere necessaria l’amputazione degli arti, conseguenze tanto più invalidanti quanto più colpiscono precocemente nell’infanzia.
Bambini e giovani a rischio
Poiché l’unico serbatoio di Neisseria meningitidis è l’uomo e il contagio avviene per via aerea (tosse, starnuti e, negli adulti, bacio profondo), il rischio aumenta laddove è più alta la concentrazione di persone e le condizioni igieniche non sono ottimali. Circa la metà dei casi di meningite meningococcica si manifesta entro i cinque anni, con un picco più alto tra i due mesi e l’anno di vita: il sistema immunitario del neonato e del bambino è infatti ancora immaturo e non in grado di difendersi dal batterio.
La seconda fascia d’età più colpita, adolescenti e giovani adulti (14-25 anni), è a rischio perché maggiormente esposta alla frequentazione di luoghi affollati e chiusi (caserme, scuole, convitti, mezzi pubblici, discoteche), o ad abitudini scorrette come il fumo (che indebolisce le difese e rende l’ambiente più favorevole alla trasmissione del batterio), o lo scambio di bicchieri e posate.
Per capire l’elevato potenziale di contagio, si deve ricordare che secondo alcune stime, il 10-20% della popolazione adulta è portatore sano (senza alcun sintomo) del meningococco a livello di naso e gola, e che il contagio avviene per via aerea. Meno dell’1% dei portatori sani svilupperà l’infezione mentre, per una persona altrimenti sana, il contatto stretto e ravvicinato con un portatore aumenta di 800 volte il rischio di contagio3.
A rischio sono anche i viaggiatori per turismo, lavoro o devozione (i pellegrinaggi alla Mecca sono l’esempio più classico). Nessuna età può dirsi quindi protetta dal contagio.
Clementina Speranza
Figura 2: Dati italiani SIMI relativi all’anno 2011
La distribuzione dei sierogruppi meningococcici in Italia nel 2011
Fig. 3: Dati italiani SIMI relativi all’anno 2011
da ilpuntosalute | 1 Lug, 2013 | Sport
Esiste un nuovo modo divertente di fare fitness. Freddy ha inventato il DancYng: un concentrato di più discipline che unisce sport, danza e canto. Puro movimento a ritmo di musica, e non più sudore né sacrificio.
L’idea del fondatore del marchio, Carlo Freddy, nasce così: “Ero in aereo, direzione Berlino, e guardando un video senza audio, mi sono chiesto: perché non esiste nessuna lezione di fitness in cui, oltre a seguire i movimenti dell’istruttore, si possa anche cantare? Del resto cantare è una delle massime forme di liberazione e di svago e rappresenta leggerezza e ilarità”.
DancYng è un’esperienza socializzante che permette di scaricare lo stress, fare attività fisica e liberare la mente dai pensieri negativi. La penombra che caratterizza questa danza ha lo scopo di rafforzare la coesione del gruppo che si muove all’unisono e di accentuarne la percezione sensoriale. Per enfatizzare il senso di appartenenza a una community, Freddy ha creato appositamente per DancYng una specifica capsule collection che presenta un outfit monocromatico con dettagli che si illuminano al buio; una particolarità che rende ancora più unica questa divertente disciplina.
In linea con la filosofia del brand “The Art of Movement”, Freddy propone una totalizzante riscoperta dei sensi volta a raggiungere uno stato di benessere psicofisico. Per l’anteprima mondiale del progetto, Freddy ritorna a Rimini in occasione della Fiera del Wellness: in un grandissimo padiglione, di oltre 6 mila metri quadrati, i protagonisti di “Amici” (il programma di Maria De Filippi) si esibiscono con le coreografie ideate da Giulio e Paolo Evangelista, due veri e propri guru del fitness. Collaborano al progetto due nomi di spicco: Rossella Brescia e Joaquin Cortèz.
Testimonial del marchio Freddy a RIMINIWELLNESS, l’attrice Claudia Gerini, da sempre amante della danza: dalla classica, a quella moderna, al tip tap.
Il brand inoltre continua la collezione dell’active wear e, per la primavera, propone Push Up WR.Up, nelle versioni pantalone lungo, shorts e due nuove lunghezze, 3/4 e 7/8, che, grazie alle particolati cuciture e ai giochi di tagli, modellano e contengono glutei e cosce mettendo in evidenza la “best shape”, e garantiscono un fit perfetto. Sono disponibili in diversi colori alla moda, e il materiale utilizzato, un jersey in cotone studiato per ottenere massimo contenimento ed estrema elasticità, ha una vestibilità aderente ma comoda che consente di indossarli tutti i giorni. Per il fitness e l’allenamento c’è un nuovo modello: WR.UP sport.
La fascia elastica posizionata sul girovita migliora l’aderenza e garantisce un ulteriore effetto modellante, la conformazione del cavallo induce una tensione verso l’alto, la membrana in silicone, inserita all’interno, avvolge i glutei e le cosce esaltandone le forme. WR.UP sport diventerà un alleato indispensabile per tutte le sedute di training permettendo alla donna che lo indossa di sentirsi comoda e libera nei movimenti. Questo modello realizzato in D.I.W.O., materiale brevettato da Freddy che agevola l’evaporazione del sudore, mantiene la pelle protetta e asciutta.
Il pantalone push up ha riscosso così tanto successo che, il prossimo anno, Freddy aprirà in America numerosi monomarca che lo venderanno in esclusiva.
Monica Berretti e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 19 Giu, 2013 | Benessere
“Il freddo, un prezioso alleato -170°, un consumo pari a 900 calorie in una seduta di tre minuti” è quel che si legge sul banner della Criosauna allo stand ‘TTSPORT’ durante Rimini Wellness 2013, nel colorato, festoso, rumoroso e dinamico evento che si svolge con cadenza annuale presso il centro fieristico di Rimini.
Si tratta di un trattamento eseguito tramite la criostimolazione corporea a temperature molto basse (-160°). La durata è di tre minuti, all’interno di capsule simili a docce solari. Questa pratica è nata alla fine degli anni ’70, in Giappone, come strumento per la cura di stati ansiosi e depressivi. In seguito sono stati riscontrati molteplici benefici fisici per il recupero da infortuni e per il trattamento delle infiammazioni. La criosauna interessa il consumo calorico ed è uno strumento molto valido in ambito sportivo e per la cura di alcune patologie dermatologiche.
Il web è ricco di bibliografia scientifica che elenca le qualità della criostimolazione e molti sono gli sportivi, di ogni nazionalità, che usano questo trattamento: l’inglese Mo Farah (oro nei 5,000 m e nei 10,000 m alle Olimpiadi di Londra 2012), Frank Ribery (stella della Bayern Monaco e della nazionale francese), l’atleta giamaicano Usain Bolt, l’americano Steve Nash, stella della NBA, la squadra di calcio inglese del Bolton Wonders e di quella rumena del Clouj.
A Treviglio, il primo centro Italiano: il Krioplanet, di Massimo De Nardi un giovane imprenditore laureato in scienze motorie.
Massimo De Nardi, da sempre interessato alle fasi di recupero del corpo post allenamento, approfondisce l’argomento nella sua tesi di specializzazione. Per lo sviluppo della ricerca, ha collaborato con il professor Giuseppe Banfi, Direttore scientifico dell’Istituto Galeazzi di Milano, e con il professore La Torre, membro della commissione giochi olimpici del CONI. Lo studio considera gli effetti post allenamento di immersioni in acque fredde e calde alternate, di una squadra giovanile di calcio. Il risultato è stato pubblicato da riviste del settore, tra cui “Minerva Medica” e “Scienza e Sport”. Durante i festeggiamenti post laurea, una fortunata coincidenza ha voluto che Massimo De Nardi venisse a contatto con un medico in procinto di aprire un poliambulatorio fornito di Criocamera e Criosauna. Dopo aver lavorato lì per un certo periodo, De Nardi ha poi aperto il suo istituto.
Krioplanet è partner del giro d’Italia: il 22 Maggio alla tappa partita da Caravaggio, è presente nell’area hospitality, dove gli atleti a fine gara possono eseguire il trattamento. L’idea nasce dal Tour de France: durante la manifestazione francese, infatti era stato allestito un camper mobile con una Criosauna per gli atleti giunti al traguardo.
La criostimolazione non si rivolge soltanto agli sportivi e, in quasi trent’anni di studi scientifici e di applicazioni in tutto il mondo, non sono state riscontrate controindicazioni fisiche. L’unico fattore cui si deve prestare attenzione è il luogo in cui è collocata: tramite un rilevatore è opportuno monitorare il livello di ossigeno presente nella camera si stoccaggio perché l’azoto liquido diventato gassoso può modificare il valore in sicurezza della quantità di “O” ed essere pericoloso per l’operatore.
Il trattamento costituisce un potente antinfiammatorio naturale. Ottimi risultati sono stati dimostrati nel trattamento di artrite, artrosi, tendinite e tendinopatie. “Una giovane donna, affetta da artrite reumatoide ha riacquistato la mobilità della mano dopo quindici sedute – riferisce Massimo De Nardi -. Uno studio, effettuato su un campione di dodici tennisti professionisti nel circuito ATP, ha confermato l’effetto antinfiammatorio e, soprattutto, la costanza della forza mantenuta tra uno sforzo e l’altro. Altri dati confortanti sono rilevati nei livelli del profilo lipidico”.
Oltre ai benefici medici-sportivi c’è anche uno spazio per l’estetica. La pelle diventa più luminosa e compatta per un processo sistematico e naturale: il cervello percepisce il freddo come un avviso di pericolo, raccoglie il segnale e, di risposta, invia una reazione fisica al corpo che, sotto questo stimolo, favorisce lo sviluppo di nuove cellule. In un tessuto danneggiato o malato come quello affetto di psoriasi, il meccanismo di protezione dal freddo crea uno strato epidermico rigenerato e rinnovato. “Dopo dodici sedute di crio, un diciottenne con seri problemi di acne ha migliorato la pelle di volto e spalle”, precisa il giovane imprenditore.
Altri casi? “Un cinquantenne, sportivo a livello agonistico ora alla quarantacinquesima seduta, ha riscontrato sia benessere fisico che miglioramento nelle prestazioni atletiche. Sono migliorati l’umore, la qualità del sonno, la pressione sanguigna e si è riscontrato anche un visibile ringiovanimento cutaneo.
Un giovane con psoriasi inversa (una forma localizzata a giunture, natiche, inguine, orecchie, attaccatura dei capelli e ombelico), dopo aver provato inutilmente tutto ciò che era sul mercato nazionale e internazionale, oggi può sedersi senza difficoltà, cosa che non gli era concessa prima di iniziare il trattamento con la criostimolazione”, conclude De Nardi.
Elena Fabbri e Clementina Speranza
da ilpuntosalute | 4 Giu, 2013 | Dermocosmesi
La rosacea, detta anche couperose, è una malattia cronica caratterizzata da arrossamenti, vere e proprie fiammate e irritazioni, che generalmente si manifestano sul viso. Può insorgere in qualsiasi momento dopo i 30 anni su guance, naso, mento e fronte, e può avere un andamento discontinuo. Nei casi più gravi è presente anche su collo, torace, cuoio capelluto e orecchie. “Gli arrossamenti sono provocati da stimoli diversi: UV, caldo, freddo, emozioni intense, assunzione di alcolici o anche semplice assunzione di bevande calde – riferisce la dermatologa Adele Sparavigna, Presidente dell’Istituto di Ricerche Cliniche e Bioingegneria Derming –. La rosacea provoca arrossamenti persistenti causati da vasi sanguigni dilatati, e di conseguenza maggiormente visibili. Responsabile del fenomeno è una sovraespressione del VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) che favorisce la vasodilatazione e la permeabilità dei vasi sanguigni rendendoli fragili. Secondo i più recenti dati pubblicati sulla rivista Annals of Dermatology and Venereology, questa patologia affligge milioni di persone al mondo con una prevalenza tra l’1 e il 20% della popolazione americana ed europea. In Italia, si stima, colpisca almeno il 10% della popolazione. È piu diffusa nelle donne, anche a causa degli squilibri ormonali, però i casi clinici più gravi si riscontrano tra gli uomini”.
In generale, la rosacea non costituisce un problema particolarmente rilevante dal punto di vista clinico, ma è importante nel vissuto di chi ne è colpito da un punto di vista estetico e per le ricadute sull’autostima che, secondo l’americana National Rosacea Society, riguardano tre soggetti su quattro.
La gravità della patologia può variare notevolmente nei diversi soggetti, e il trattamento deve essere adattato dal medico per ogni singolo caso, anche se va detto che i farmaci non sono risolutivi e possono essere assunti solo per brevi periodi.
Le persone colpite da rosacea hanno la pelle molto sensibile, che reagisce in modo sproporzionato agli stimoli, e quindi ha bisogno di una protezione particolare. Per rispondere a questa esigenza, i ricercatori Bioderma hanno messo a punto un brevetto Rosactiv®. Nascono così delle creme che con i loro principi attivi (ginkgo biloba, estratto di te verde e semi di soia) sono in grado di inibire la sintesi del VEGF, fattore responsabile della comparsa del rossore, e di svolgere un’azione biologica antinfiammatoria. “Creme utili sia per proteggere la pelle dalle aggressioni ambientali, sia per mascherare il rossore del volto”, conclude la dermatologa.
da ilpuntosalute | 9 Mag, 2013 | Benessere
Un difetto dell’anima non può essere corretto, ma un difetto del corpo, se corretto, può migliorare l’anima, scriveva così Jean Cocteau. A riprendere il concetto è oggi il Dottor Diego Dedola, Medico Chirurgo, Specialista in Chirugia Generale Medicina Estetica e Laser Estetici, che ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Genova nel 2003 e ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Medico Chirurgo nella stessa Università nel 2004. Adesso lavora a Milano, Genova, Savona e Torino.
Chiediamo al dottor Dedola di spiegarci gli effetti e l’impiego dei diversi tipi di laser.
Laser per l’epilazione.
Con i laser medicali, in una zona di 1 cm², in cui ci sono circa 20 bulbi piliferi, per arrivare a un risultato del 95% sono necessarie circa 4-6 sedute, con una frequenza tra i 25 e 40 gg., che muta in relazione alla zona da trattare. Si possono trattare tutte le zone (volto, corpo, arti) e tutti i peli (chiari, scuri, sottili e spessi) tranne quelli bianchi, perché il laser non li riconosce.
Definirla depilazione definitiva ritengo sia impreciso, perché non vengono eliminati tutti i peli, ma circa il 95%. È corretto, invece, parlare di depilazione permanente, anche se in alcuni casi può esservi una ricomparsa dei peli. Ad esempio, a una donna di 40 anni che effettua un ciclo di depilazione per cui bastano 4-5 sedute, al momento della menopausa (53-55anni), possono ripresentarsi i peli nelle zone trattate. Ciò non significa che il laser non abbia funzionato ma che la variazione ormonale ha favorito la crescita.
Per l’epilazione si usa un Laser medicale che può essere utilizzato solo da medici (dermatologo, chirurgo plastico, chirurgo generale). La luce pulsata non è paragonabile a quelle di 2° e 3° livello, che hanno costi inferiori ma non producono risultati o possono provocare danni. Rivolgersi a medici altamente specializzati anziché a centri estetici garantisce una sicurezza del risultato e quasi inesistenti danni collaterali; ovviamente, però, si affronteranno costi maggiori.
Si consideri che gli operatori abbinano alla conoscenza della teoria un lungo periodo di pratica: i tempi di apprendimento per un laserista sono di 3-4 anni.
Il laser funziona bene fino al fototipo 4-5 (magrebino, siciliano) poi non più, perché il target della luce del laser è la melanina che sta all’interno del bulbo pilifero. Il fatto che il laser però riconosca la melanina anche nella cute può causare ipopigmentazioni nelle persone scure di pelle. Sta all’operatore esperto operare su un fototipo max 5 e diminuire la potenza erogata, procedimento che richiederà qualche seduta in più.
Il laser vascolare elimina gli inestetismi vascolari del volto, del tronco e degli arti inferiori. È specialistico per vene, capillari, angiomi, teleangectasie.
Elimina i capillari perché “vede” l’emoglobina e la denatura. Il sangue, da rosso vivo, diventa marrone scuro perché i macrofagi, le cellule spazzine vanno a mangiarsi la meta-emoglobina denaturata e la depositano nella milza, in modo che sia poi espulsa attraverso le vie urinarie.
Sono necessari 40 giorni per vedere i risultati sulla zona trattata, la cute sarà arrossata e sarà necessaria una terapia antibiotico atopica. Tutto si risolve in un mese circa.
Laser per l’eliminazione lentigo solari o lentigo senili. Si tratta delle classiche macchie su volto, collo e mani che di solito compaiono dopo i 40 anni a causa dall’invecchiamento, delle lampade ultraviolette edella prolungata foto esposizione. Si utilizza la luce pulsata e sono necessarie 2 sedute, a distanza di 30 giorni una dall’altra. La cute nuova sarà di una gradazione cromatica leggermente più chiara, si consiglia per questo di utilizzare la protezione 50 sulle zone trattate e di esporsi al sole almeno dopo 2 mesi dal trattamento.
Il Laser vascolare utilizza lo stesso macchinario del laser per l’epilazione, vengono però usati 2 manipoli diversi, con 2 fonti diverse, uno utilizza la luce pulsata (IPL), l’altro Nd –Yag cambiando parametri settati e filtri.
Il laser per la lassità cutanea ripristina la tonicità cutanea stimolando la sintesi di elastina e collagene.
Si possono utilizzare diversi laser: infrarosso frazionato, il thermage o la radiofrequenza quadripolare che stimola in profondità il collagene e lo fa salire in superficie.
L’infrarosso frazionato
L’effetto termico del manipolo non produce surriscaldamento o bruciore cutaneo in quanto è accompagnato da un sistema di raffreddamento per contatto che garantisce il massimo comfort al paziente.
Questa apparecchiatura agisce sul derma profondo (livello ipodermico): una volta posizionata sulla cute, crea una propagazione termica di luce infrarossa frazionata volta a denaturare e contrarre le molecole di collagene.
Attraverso questi processi è possibile rimodellare le zone caratterizzate da lassità, perdita di elasticità e tono cutaneo conseguenza dell’invecchiamento e della forza di gravità.
Il trattamento ha una durata variabile, che dipende dall’estensione dell’area trattata.
Per un risultato ottimale sono necessarie da 5 a 6 sedute, a circa 30 giorni l’una dall’altra.
Il Thermage è un apparecchio a radiofrequenza monopolare, denominato ThermaCool Tc System™ e approvato dall’americana FDA (Food and Drug Administration). Emette un flusso di calore controllato stimolando i fibroblasti a produrre collagene. Grazie a questa sollecitazione, le fibre “si accorciano” e la pelle “risale”, con un visibile effetto rassodante. Il tutto in una sola seduta.
Il risultato è visibile, in media, a circa 45 giorni dall’applicazione. E può migliorare con gradualità sino a sei – otto mesi dalla procedura, mantenendosi in genere per 24-30 mesi. La durata degli effetti dipende da diversi fattori soggettivi: età, condizioni della pelle, spessore del derma e del connettivo, tendenza al cedimento delle fasce muscolari, proprietà delle proteine elastiche e del collagene, esposizione al sole, variazioni di peso, stress ossidativo, quantità e qualità delle ore di riposo, alimentazione. Trascorso questo periodo, i tessuti tornano lentamente alle condizioni iniziali. Lo Specialista può allora procedere con una nuova seduta di Thermage, senza alcun rischio, e così via per i successivi anni.
Dopo la seduta, può verificarsi, seppur molto di rado, un modesto arrossamento della pelle, destinato a scomparire in poche ore. Ancora più rara la comparsa di un edema intorno alla mandibola, che può durare 2/3 giorni e scompare senza lasciar traccia. A fine trattamento, è possibile riprendere le proprie attività quotidiane, truccarsi, esporsi ai raggi solari o sottoporsi a una seduta di lampada abbronzante UVA.
La radiofrequenza quadripolare è una tecnologia piuttosto recente per il ringiovanimento e per ottenere un effetto lifting del viso. Si percepirà un leggero calore sulla pelle perché utilizza l’effetto delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza che agiscono direttamente nel derma.
Le onde generate con la radiofrequenza producono energia termica che scalda i filamenti del collagene (responsabile dell’elasticità della pelle) i quali si contraggono restituendo l’effetto tensorio di lifting.
I risultati sono temporanei, con il tempo tutto torna come prima, effettuando altre sedute per stimolare la produzione di collagene gli effetti, però, dureranno più a lungo.
Solitamente per ottenere risultati ottimali è necessaria una serie di 3-5 trattamenti. La radiofrequenza viene utilizzata per la riduzione di rughe sottili, borse sotto gli occhi, zampe di gallina, occhiaie, cicatrici da acne e gli altri segni che lo scorrere del tempo provoca sul viso.
Il Laser CO2 frazionato attenua rughe, cicatrici postacneiche e postraumatiche, cheloidi, smagliature.
Va a levigare e a creare dei microtraumi superficiali sull’epidermide e sul derma. Crea ponti tra cute traumatizzata e cute sana e favorisce così un ricambio cellulare.
Nel caso di cicatrice da acne, riesce a levigare e ripristinare il tessuto.
Nel caso delle smagliature, riesce a restringerle e a livellarle. Se la smagliatura è molto vecchia e la pelle presenta molto collagene si può ottenere un buon livellamento. Altri elementi che influiscono nel risultato dipendono da:
idratazione della cute
quantità di tessuto adiposo
esposizione alla luce nel corso degli anni
alimentazione
attività fisica svolta nel corso degli anni
grasso e lassità.
Più grasso c’è e meno risponde la macchina.
Per quanto riguarda le smagliature non ci sono dati certi. Non si può dire che si cancellino, ma si possono attenuare del 40-50%.
Laser chirurgico CO2. È un laser ablativo e fa le veci dell’elettro bisturi perché è più preciso e non occorrono poi punti di sutura. Asporta lesioni verrucose, condilomi, nevi e fibromi cutanei (penduli e molli), senza esiti cicatriziali.
Laser a luce pulsata o il laser frazionato, sono utilizzati per il Fotoringiovanimento cutaneo. Si tratta di stimolazioni della cute non ablative, non invasive e senza sanguinamento. Le cellule vengono stimolate in maniera più rapida al ricambio cellulare. Le sedute vanno ripetute ogni 2 mesi per il laser frazionato, e ogni 15 giorni per il fotoringionavimento laser a luce pulsata.
d.dedola@newmedinstitute.it
Phone : +39 334 2466 861
da ilpuntosalute | 11 Apr, 2013 | Nutrizione
Negli ultimi mesi primaverili, in vista delle vacanze estive, un elevato numero di persone decide di sottoporsi a una dieta dimagrante. Sicuramente c’è solo l’imbarazzo della scelta. Da quella dissociata alla Dukan, che ora va per la maggiore, alla Scarsdale, dal programma Weightwatchers alla dieta-punti.
La cosa che disorienta maggiormente è il fatto che certi alimenti permessi o consigliati in alcune diete siano del tutto proibiti in altre, come, ad esempio, il caffè o i latticini. Eppure tutte le diete danno dei risultati più o meno efficaci e duraturi. Calandomi nei panni di chi, come me, è costretto a spendere una vita con un occhio costante all’ago della bilancia, posso, in veste di dietista, affermare un unico principio che ritengo veramente valido per perdere peso: quello di saper ascoltare i due stimoli interni della fame e della sazietà.
L’organismo umano è una struttura dinamica complessa in cui materia ed energia entrano ed escono secondo un principio che tende a mantenere in equilibrio tale bilancio. In realtà sono diversi i fattori che devono essere tenuti sotto controllo continuo, ad esempio il tasso di zuccheri nel sangue, la quantità d’acqua presente nel corpo, la salinità e così via. Per fortuna ogni organismo è dotato di sistemi in grado di avvisarlo, qualora le soglie inferiori e superiori vengano superate, attraverso i vari stimoli provenienti dall’interno del corpo come quello della fame, della sete o della minzione.
FATTORI CHE INFLUENZANO IL FABBISOGNO ENERGETICO
Il nostro corpo richiede quantità e qualità diverse di alimenti per poter funzionare al meglio in vari momenti a seconda dell’età, della temperatura, della massa corporea e dell’attività svolta.
Prendiamo dunque in esame un fattore per volta.
È evidente che durante la crescita o in gravidanza il fabbisogno alimentare, soprattutto proteico, aumenti, poiché è necessario costruire nuovi tessuti, mentre a crescita ultimata ci sarà una minore richiesta di principi nutritivi.
Il nostro corpo deve mantenersi entro una temperatura costante di circa 37°C. Se la temperatura dell’ambiente nel quale ci troviamo è bassa il nostro corpo deve bruciare di più per produrre il calore necessario al mantenimento di tale valore. Se la temperatura esterna tuttavia diventa eccessiva, sarà necessario raffreddare il corpo per lo stesso motivo e dunque si consumerà una certa quota di energia per la produzione di sudore. La trasformazione dell’energia chimica in calore causa un notevole consumo energetico proprio come per quegli elettrodomestici che convertono l’energia elettrica in energia termica (forno elettrico, stufa, lavatrice, ferro da stiro, ecc.).
La massa corporea influisce sul fabbisogno alimentare in quanto più numerose sono le cellule da mantenere e più elementi nutritivi dovranno essere introdotti per garantire a tutte un buon funzionamento. Volendo fare un parallelismo, potremmo dire che più sono i membri di una certa famiglia maggiori saranno i consumi.
Oltre alla riduzione delle calorie introdotte, un altro sistema per consumare energia è produrre del lavoro attraverso attività di movimento. Un po’ come l’automobile che consuma benzina solo se si sposta. Non è sufficiente non fare rifornimento. Se si vuole dimagrire bisogna consumare e più ci si muove più si consuma.
In realtà ci sarebbe un altro sistema per bruciare più in fretta i grassi. Infatti, per determinare qualsiasi combustione, oltre al combustibile è necessaria un’altra sostanza detta comburente, senza la quale la reazione chimica non può aver luogo. Questo elemento è l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo e dunque più se ne introduce e più rapidamente si bruciano i grassi. Proprio per questo la ginnastica aerobica è d’aiuto in un programma di dimagrimento.
SEGNALI PER IL CONTROLLO DEL PESO
A tutti credo sia noto il concetto di termostato. Si tratta di un dispositivo presente in alcuni apparecchi elettrici che, posizionato su un certo valore, c’informa accendendosi o spegnendosi che l’intervallo di temperatura entro il quale deve restare è arrivato ai limiti estremi. Analogamente lo stimolo della fame c’informa che abbiamo esaurito le risorse energetiche immediatamente disponibili presenti nel sangue. Pertanto, se vogliamo continuare a svolgere del lavoro, sarà necessario introdurre nuovi alimenti oppure l’organismo sarà costretto ad intaccare le riserve energetiche presenti sotto forma di grasso. Lo stimolo della sazietà, al contrario, ci dice che la quantità di cibo introdotta è sufficiente e tutto che viene assunto in più sarà trasformato in grasso di riserva.
Facciamo un esempio grafico:
Calo di peso Peso costante Aumento di peso
È evidente che se ci si trova vicino alla soglia inferiore sarà possibile introdurre una quantità di cibo maggiore senza pericolo d’ingrassare rispetto al caso in cui ci si trovi vicino alla soglia superiore.
Naturalmente tutte le considerazioni finora fatte non prendono in esame casi patologici in cui sussistano disfunzioni metaboliche, ormonali o altri fattori, magari ereditari, che impediscono il mantenimento di un corretto equilibrio ponderale.
Entrambi i segnali si avvertono a livello dello stomaco. Quello della fame, se non viene interrotto con l’introduzione di cibo, ha una durata di circa 20 minuti e può essere alleviato massaggiando lo stomaco che si trova in uno stato di contrazione muscolare. Il segnale di sazietà è dato da un eccessivo riempimento dello stomaco e dalla tensione delle sue pareti.
LA SCELTA DEGLI ALIMENTI E IL RAPPORTO COL CIBO
La vera differenza tra una dieta e l’altra non sta tanto nell’efficacia del dimagrimento, bensì nel suggerire un certo tipo di alimenti da privilegiare per non intossicare l’organismo. Il primo posto spetta senza dubbio all’acqua che, oltre a essere priva di calorie, favorisce la depurazione, diluisce i succhi gastrici diminuendo lo stimolo della fame, dà turgore alle cellule donando luminosità alla pelle, consente il trasporto dei principi nutritivi alle cellule e facilita le funzioni intestinali. Al secondo posto troviamo le verdure, ricche di acqua, sali minerali e vitamine, con un ridotto contenuto calorico, che favoriscono il ricambio intestinale grazie alle fibre di cellulosa che non siamo in grado di assimilare. Seguono tutti i prodotti di origine vegetale come la frutta e i cereali integrali, i legumi, gli oli e tutti quei cibi semplici che non hanno subito lunghi processi di lavorazione e di trasformazione legata alla cottura. Tra i cibi proteici sono da preferire il pesce e le carni magre, mentre sono da consumare con moderazione latticini e uova poiché contengono maggiori quantità di grassi. Dolci, salumi, fritti, grassi animali, caffè e un eccesso di sale da cucina sarebbero invece i nostri principali nemici, creati apposta per indurci in tentazione.
Purtroppo, quando ci si trova in sovrappeso, la causa è quasi sempre da ricercare in un errato rapporto che si è venuto a stabilire con il cibo. In genere i bambini sanno regolare benissimo i loro bisogni alimentari ma, soprattutto nelle generazioni passate, era diffusa la credenza che n bambino grasso fosse sinonimo di salute e così si tendeva a somministrare una quantità di cibo superiore al necessario. Oppure venivano utilizzati i dolci per premiare il bambino che, anche da adulto, avrebbe continuato ad associare al dolce una certa forma di gratificazione. In questo caso, l’eliminazione di un comportamento alimentare scorretto va ad intaccare la sfera psicologica e questo complica le cose.
Dove la scelta degli alimenti è lasciata al caso o, ancora peggio, è legata alla pubblicità, si fa magari un uso eccessivo di bevande gassate, patatine, caramelle, merendine, pizze e snack più o meno dannosi.
È importante dunque educare i ragazzi, fin da piccoli, a una corretta igiene alimentare facendo in modo che questa diventi un’abitudine di vita.
QUALCHE CONSIGLIO PRATICO
Tenendo presenti le poche regole citate, direi che ognuno potrebbe essere in grado di prescriversi una dieta su misura che tenga conto dei propri gusti e che rispetti il più possibile le necessità individuali riguardo alla distribuzione dei pasti nell’arco della giornata.
È comunque sempre consigliabile consumare un pasto leggero alla sera, perché di notte le attività, in genere, sono ridotte al minimo. È opportuno inoltre non saltare i pasti e mantenere dei cicli di assunzione ad orari il più possibile costanti. Un organismo abituato a consumare poco, pian piano ridurrà il suo metabolismo al minimo, diminuendo la respirazione o il ritmo circolatorio.
Ritagliatevi uno spazio progressivamente più lungo per svolgere ogni giorno, magari prima di coricarvi, un po’ di ginnastica. Tenetevi in movimento e respirate correttamente.
Mettete nel carrello della spesa soli gli alimenti giusti e ricordatevi che dopo uno strappo non è il caso di mollare tutto, ma si può riprendere a mangiare correttamente. Dimenticatevi la bilancia e cercate solo di star bene con voi stessi.
Se volete dimagrire, non fatelo per gli altri, ma solo per voi e fatevi i complimenti ogni vota che riuscite a vincere una tentazione. Cercate di associare lo stimolo della fame con qualcosa che vi fa molto piacere: non solo vi aiuterà a sopportarlo meglio, ma addirittura spererete di avvertirlo.
Disseminate tutti i punti più insidiosi della casa, come il frigorifero o la dispensa, con delle vostre foto in cui vi vedete grassi e dedicate il tempo che trascorrereste in cucina alla lettura di un libro, all’ascolto di musica o alla cura della vostra persona.
Cercate di distrarvi, di uscire e di trovarvi mille occupazioni, affinché la dieta non diventi il vostro pensiero fisso.
Siate ligi almeno per le prime due settimane che, rivoluzionando il comportamento alimentare, sono le più difficili. Superato questo periodo, vi sembrerà tutto molto più semplice. Più lungo sarà il tempo necessario per conquistare il vostro peso forma, più difficile sarà riacquistare peso.
Non scoraggiatevi se una persona magrissima vi dice che mangia tantissimo. Sicuramente sarà una persona super-attiva o molto nervosa o, semplicemente, vegetariana. Purtroppo o per fortuna non tutti siamo uguali, ma solo chi ha provato sa quanto sia difficile e faticoso dover rinunciare a ciò che piace. Io lo so e sono con voi.
CONCLUDENDO
Per dimagrire non è necessario attenersi scrupolosamente a tabelle e schemi di alimentazione pre- confezionati. Per assurdo sarebbe possibile calare di peso anche mangiando solo dolci, ma il nostro organismo ha bisogno di tutti i principi nutritivi in proporzioni bilanciate, per cui è giusto seguire un regime alimentare variato, ma controllato dal punto di vista delle quantità. Se poi siete degli appassionati di calcoli, procuratevi una tabella dietetica dettagliata e in poco tempo imparerete il valore energetico dei principali alimenti, diventando le migliori sentinelle del vostro peso.
Franca Ceccato
Dottore in Scienze Biologiche e Dietista