NASCE LA FONDAZIONE INSIEME PER LA VISTA

NASCE LA FONDAZIONE INSIEME PER LA VISTA

Nasce per volere della SOI (Società Oftalmologica Italiana) la Fondazione “Insieme per la vista”, una Onlus in grado di offrire sostegno e servizi a livello nazionale e internazionale al fianco dei cittadini. Si propone di raccogliere risorse per finalità di utilità sociale in  ambito oftalmologico e di promuovere le attività rivolte a soggetti diversamente abili a causa di patologie o difetti congeniti della funzione visiva.

Gli obiettivi della Fondazione sono quelli di favorire e promuovere:

  • la ricerca scientifica nel campo dell’oftalmologia e della farmaceutica a essa connessa;
  • lo studio, la promozione e la realizzazione di progetti, campagne e attività sociali legate alla tutela e salvaguardia della vista e alla sua prevenzione, controllo e cura in Italia e all’estero;
  • la collaborazione con Enti Pubblici e privati, fornendo assistenza e supporto operativo, nell’individuazione, nella promozione e nella realizzazione di progetti e campagne socio sanitarie di sensibilizzazione dell’opinione pubblica circa i rischi e le conseguenze per la salute dell’individuo legati alle patologie oculari;
  • la divulgazione della cultura della prevenzione e del controllo della vista;
  • il supporto psicologico e terapeutico e giuridico ai pazienti affetti da gravi menomazioni dell’apparato visivo in particolare per quanto riguarda le patologie che più frequentemente colpiscono i bambini e gli anziani e le patologie visive conseguenti ad infortuni sul lavoro e a incidenti stradali;
  • l’informazione, la sensibilizzazione e il recupero degli individui affetti dalle patologie più diffuse quali il glaucoma, le maculopatie, la cataratta e dalle patologie visive di carattere ereditario.

“La SOI è sempre stata protagonista nella promozione della tutela della vista – spiega Matteo Piovella Presidente della SOI – ed è per questo che ha deliberato la costituzione  di  una Fondazione, che ha esclusivamente finalità di solidarietà e utilità sociale e opera nel settore dell’assistenza socio-sanitaria, nel settore medico farmaceutico e della ricerca scientifica.

Nel perseguimento dei suoi obiettivi, la Fondazione già da quest’anno ha deciso di attivare  differenti campagne  di informazione sulla prevenzione e sulla cura delle patologie oculari dei bambini e degli anziani che sono:

  • la presenza del medico anestesista  nell’intervento della cataratta
  • la prevenzione e cura dei danni da miopia elevata
  • la prevenzione e cura dei danni visivi da diabete
  • garantire l’accesso alle cure per i pazienti affetti da maculopatia

Oggi abbiamo già attivato e condiviso con le istituzioni tutti questi progetti, ma c’è ancora molta strada da fare”.

Si può sostenere la Fondazione Insieme per la vista tramite:

  • donazione sul conto corrente dedicato “Fondazione Insieme per la Vista onlus”  IBAN: IT32 H020 0805 1190 0010 277 311, Banca Unicredit, agenzia Roma XXI Aprile
  • destinando il 5 per mille a “Fondazione Insieme per la Vista onlus” (ciò non sostituirà l’8 per mille che potrà essere continuato a devolvere allo Stato o alla Chiesa)

FONDAZIONE INSIEME PER LA VISTA onlus

codice fiscale 12506631006

www.insiemeperlavista.com

info@perlavista.it

L’HAUTE COUTURE SOLLEVA GLUTEI 

L’HAUTE COUTURE SOLLEVA GLUTEI 

Lato b, o sedere, glutei, fondo schiena, natiche: chiamatelo pure come preferite, ma sempre più diventa il protagonista assoluto del corpo.

L’estate scorsa ha impazzato tra i Vip, e in seguito tra la gente comune, la moda del selfie: postare cioè sui social network la parte anteriore del corpo, perfettamente in forma. Vip come Beyoncè, JLo, Mariah Carey e la Kardashian, mostravano invece un alto, grande e tonicissimo lato b. Anticipavano così la moda esplosa quest’estate: il belfie, postare il sedere.

Tante donne, guardandosi allo specchio e non contente per il proprio fondo schiena, pensano di rimodellarlo. Poi, quando considerano le due opzioni possibili: il riempimento con acido ialuronico, che si riassorbe in tempi brevi, o l’inserimento delle protesi, con la complessità di un intervento, il dolore, i lunghi tempi del post-operatorio e l’innaturale sensazione al tatto, magari cambiano idea.

Dopo anni di studi approfonditi e sperimentazioni si afferma una nuova tecnica chiamata B-UP!, che rialza i glutei vuoti o cadenti, per conformazione congenita, o a causa dell’età, di eccessive liposuzioni, di diete più o meno drastiche; una buona soluzione anche per le donne molto magre che hanno il sedere piatto e senza forma. I risultati sono molto naturali, il lato B diventa pieno e tonico da subito e l’effetto dura molti anni.

Si tratta di una nuova tecnica, ideata dal dottor Raoul Novelli, chirurgo plastico di Milano: un intervento semplice e veloce. “Pratico un’incisione, dai 2 ai 5 mm, sotto la parte del perizoma e passo un filo permanente Elasticum, composto da un materiale brevettato e bio-compatibile, con una tecnica a raggio, dentro la natica come fosse a cucire – spiega Novelli –, il muscolo non viene toccato, ma si agisce solo sulla parte grassa, e tirando il filo la natica si solleva.

L’intervento dura soltanto 45 minuti, l’anestesia è locale e, al massimo, se richiesta dalla paziente, inoculo una leggera sedazione. L’operazione si svolge in ambulatorio. Se è necessario, per realizzare l’adeguata rotondità, si procede con il lipofilling o si aspira con la liposcultura un po’ di grasso dai fianchi o dall’addome, e poi lo s’innesta nel polo superiore del gluteo. Terminato l’intervento c’è libertà di movimento. Nella maggior parte dei casi si torna alla vita normale dopo 3-4 giorni di convalescenza, l’unico fastidio è tenere una calza push-up, per una settimana giorno e notte, e nella seconda settimana solo di giorno. I primi risultati si vedono dopo appena sette giorni.

È consigliato evitare l’attività sportiva per due settimane. Successivamente, se il peso della persona subisce variazioni, posso aggiungere o togliere uno o più fili”.

glutei1

Il costo del sollevamento delle natiche è di 3500 euro e può variare a seconda della condizione iniziale dei glutei.

Se lo si desidera, non ci sono quindi più motivi per non postare il proprio “belfie” nelle reti sociali o per non esserne soddisfatte.

“Un fondoschiena veramente ben fatto è l’unico legame tra Arte e Natura”, affermava Oscar Wilde.

                                                  Arianna Eleonora Fiorini

Raoul Novelli. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano nel 1985, iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Milano, è chirurgo plastico dal 1998, è socio dell’ASSECE (Associazione Europea di Chirurgia Estetica) e della SIES (Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica). Da più di 20 anni esercita la libera professione come chirurgo plastico e medico estetico. Oltre alla tecnica B-UP! pratica liposuzione, laserlipolisi, addominoplastica, mastoplastica additiva e riduttiva, blefaroplastica, lifting delle braccia e del viso con fili o con tecniche tradizionali, lipofilling e tutti i trattamenti di medicina estetica per il ringiovanimento del viso e del corpo, dai fillers   al botox, dalla laserterapia estetica e vascolare ai peeling chimici. I suoi interventi non trasformano, non stravolgono, non alterano, ma migliorano l’aspetto del corpo e del viso in modo armonico e naturale.

www.raoulnovelli.it

tel. 340 1384600

SELFIE E MESSAGGI CONTRO IL TUMORE OVARICO

SELFIE E MESSAGGI CONTRO IL TUMORE OVARICO

Parte da Milano la prima tappa di “Scatti d’energia – Insieme contro il tumore ovarico”,

Foto d’autore di personaggi famosi per rompere il silenzio su questa malattia, il meno conosciuto e più insidioso dei tumori femminili, e sensibilizzare le donne sull’importanza di riconoscerne i sintomi.

Protagonisti della campagna anche i cittadini, che potranno inviare i loro selfie con messaggio attraverso la pagina Facebook (www.facebook.com/scattidenergia).

Sul sito www.scattidenergia.it le informazioni sulla campagna (promossa da ACTO onlus) e la gallery con i ritratti di celebrities e cittadini.

In Piazza Cordusio la mostra open air con i dieci ritratti di personaggi famosi che hanno accettato di farsi fotografare dal fotografo delle star Dirk Vogel mostrando un messaggio di sensibilizzazione sul tumore ovarico: attori come Anna Bonaiuto, Jane Alexander, Lucrezia Lante della Rovere e Claudio Santamaria, cantautori come Emma Marrone e Francesco Renga, personaggi televisivi come Lorella Cuccarini, Paola Perego, Marina Ripa di Meana, archistar  come Doriana e Massimiliano Fuksas, e sportivi come Elisa Di Francisca, schermitrice medaglia d’oro nel fioretto alle Olimpiadi di Londra del 2012. Dopo Milano, la mostra sarà ospitata a Napoli dal 22 al 28 ottobre 2014.

Nel 2015 sono previste altre tappe della campagna Scatti d’energia, la prima a Roma dove, oltre alla mostra fotografica itinerante, è prevista una cena di fundraising per dare la possibilità ad ACTO onlus di proseguire la sua lotta contro il tumore ovarico.

Nei pressi dell’installazione verrà distribuito gratuitamente il leaflet informativo di ACTO onlus “10 fatti che tutte le donne devono conoscere sul tumore ovarico”. I visitatori potranno, inoltre, ritirare la “Guida al Tumore Ovarico” realizzata da ACTO onlus in collaborazione con 7 società scientifiche. I ritratti dei personaggi famosi e i selfi dei cittadini, insieme a tutte le informazioni sulla campagna, saranno accessibili sul sito della campagna: www.scattidenergia.it

Per tutte le informazioni sul tumore ovarico, i Centri di cura specialistici e le iniziative di ACTO onlus: www.actoonlus.it.

Il carcinoma ovarico è il sesto tumore più diagnosticato tra le donne, colpisce circa 250 mila donne, e in Italia circa 37 mila ci convivono. Ogni anno si diagnosticano circa 5 mila nuovi casi. Secondo un’indagine promossa da ACTO onlus (Alleanza contro il Tumore Ovarico), in Italia 6 donne su 10 non conoscono questa patologia, e il 70% non sa indicarne i sintomi e gli esami a cui sottoporsi.

“Il tumore ovarico è una malattia subdola, riconoscere i sintomi è importante ma in questa neoplasia la sintomatologia è quanto mai aspecifica: dolori addominali (crampi, fitte), gonfiore addominale, cambiamento delle abitudini dell’alvo sono disturbi che possono presentarsi in molte altre patologie – spiega Sandro Pignata, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica Uro-Ginecologica all’Istituto Nazionale Tumori IRCCS, Fondazione Pascale di Napoli -. Tuttavia ogni volta che si avverte un sintomo che non è mai stato presente e che si ripete per settimane, una donna deve allertarsi e rivolgersi subito al ginecologo, che deciderà gli accertamenti del caso, prima di tutto un’ecografia che può, ma non sempre, individuare la massa ovarica. Purtroppo non abbiamo al momento test o screening attendibili di altra natura”.

Solo la diagnosi tempestiva può migliorare le probabilità di sopravvivenza: se il tumore ovarico viene diagnosticato in stadio iniziale la possibilità di sopravvivenza a 5 anni è del 75-95% mentre la percentuale scende al 25% per tumori diagnosticati in stadio molto avanzato.

“La diagnosi tempestiva cambia la prognosi perché consente una chirurgia ottimale che a sua volta influenza positivamente il dopo intervento – dichiara Nicoletta Colombo, Direttrice dell’Unità di Ginecologia Oncologica Medica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, Professoressa Associata di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e Membro del Consiglio Direttivo di ACTO onlus, Alleanza contro il Tumore Ovarico -. Negli stadi avanzati, la guarigione può essere raggiunta da circa il 30% delle pazienti. Per l’altro 70%, l’obiettivo si sposta sulla cronicizzazione della malattia: attraverso l’impiego dei farmaci più efficaci, si cerca di far convivere la paziente con il tumore il più a lungo possibile, assicurandole al tempo stesso la migliore qualità di vita”.

Grandi passi avanti sono stati fatti nel trattamento del tumore ovarico con l’arrivo delle terapie anti-angiogeniche, farmaci che bloccano la formazione dei nuovi vasi sanguigni che il tumore costruisce attorno a sé per crescere e diffondersi. Le nuove opportunità terapeutiche rendono ancora più importante l’informazione che può accelerare il cammino delle donne verso la diagnosi e la cura.

                                                                                                                  Clementina Speranza

UNA CAMPAGNA DI PREVENZIONE E DI INFORMAZIONE SULL’ICTUS

UNA CAMPAGNA DI PREVENZIONE E DI INFORMAZIONE SULL’ICTUS

Età, ipertensione e fibrillazione atriale costituiscono i principali fattori di rischio dell’ictus. Variegata la sintomatologia, caratterizzata da improvvisa perdita di forza a un arto, perdita di sensibilità o della visione, disturbi della parola, che s’inceppa, e talvolta comparsa di cefalea violenta.

L’ictus è la prima causa di disabilità nel mondo. È responsabile di oltre 6 milioni di decessi ogni anno, di cui 650 mila in Europa. In Italia si stimano 200 mila nuovi casi l’anno, di questi 40 mila muoiono entro i primi 12 mesi e altri 40 mila perdono l’autosufficienza. Ecco perché prende vita in Lombardia una campagna di informazione e prevenzione promossa da Rotary International con il patrocinio di Regione Lombardia. Si chiama “Stop all’ictus”, avrà la durata di due anni e vede coinvolti numerosi attori tra cui le più importanti Società scientifiche e Associazioni pazienti.

L’intenzione dei promotori è diffondere in modo capillare la comunicazione riguardante questa grave patologia cerebrovascolare (cosa fare quando arriva un ictus e come prevenirlo) a livello locale, attraverso vari strumenti quali i media televisivi, radiofonici e della carta stampata oltre ai social network,  ma soprattutto attraverso incontri diretti con i cittadini in diverse sedi (Unitre, Centri sociali, piazze, scuole, etc.).

Abbiamo iniziato a programmare tutta una serie di iniziative – precisa il Professor Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d’Urgenza dell’IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Mondino di Pavia, Rotary Club Pavia Minerva, Distretto 2050 con eventi in piazza, oppure attività che richiamino i fattori di rischio e il loro trattamento (camminate e screening dei gruppi a rischio per patologie cerebrovascolari, suddivisi per fasce d’età e per professioni più esposte all’insorgenza di ictus) o, ancora, manifestazioni non scientifiche che possano fungere da veicolo ideale per informazioni specifiche sulla patologia”.

Al termine dei due anni, si procederà a valutare le ricadute della campagna Stop all’ictus in termini di efficacia rispetto ad alcuni indicatori  prestabiliti (tempo di arrivo in ospedale, tempo di esecuzione delle indagini diagnostiche, numero dei trattamenti trombolitici ed endovascolari, miglioramento degli esiti). Si attendono significativi miglioramenti, segnale che la campagna di informazione e prevenzione ha funzionato e, magari, potrà diventare un modello esportabile di prevenzione dell’ictus in altre regioni del Paese.

A spiegare meglio cos’è l’ictus, quali sono le cause e i rimedi, e come tentare di prevenirlo, è il Dott. Giuseppe Micieli, Direttore Dipartimento di Neurologia d’Urgenza, IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Mondino, Pavia Rotary Club Pavia Minerva, Distretto 2050.

Ci può spiegare cos’è l’ictus e da cosa è causato? Quali sono i gruppi di popolazione a maggiore rischio-ictus?

L’ictus è una patologia cerebrovascolare che presenta caratteristiche molto diverse da caso a caso e consiste nella morte improvvisa di un numero elevato di neuroni, le cellule del cervello, costituenti una certa area cerebrale con conseguente perdita della funzione corrispondente. L’ictus è dovuto a cause vascolari: nella forma ischemica, che rappresenta l’80% di tutti i casi, un vaso sanguigno arterioso viene occluso parzialmente o totalmente da un coagulo di sangue (trombo); nella forma emorragica, che rappresenta il restante 20% dei casi, è provocato dalla rottura di un’arteria con conseguente raccolta di sangue, più o meno vasta, che può, (più spesso che nella forma ischemica) mettere a rischio la vita.

L’ictus, o stroke, è una patologia peculiare dell’anziano: l’incidenza aumenta, infatti, in maniera esponenziale con l’avanzare dell’età, così che, in genere dopo i 60 anni, il numero di casi cresce rapidamente, anche in correlazione alla comparsa di fattori di rischio come la fibrillazione atriale (FA), patologia cardiaca molto frequente nell’anziano. Possiamo senz’altro affermare che l’11-13% dei casi di ictus in età superiore ai 65 anni è legato alla presenza di una fibrillazione atriale. Non va peraltro dimenticato come il fattore di rischio modificabile più frequentemente associato all’ictus (si ritrova in circa il 70% dei soggetti colpiti) è rappresentato, più che dal fumo, dalla dislipidemia, dall’obesità o dall’ipertensione arteriosa. Poco nota, ma non certo trascurabile, la quota di popolazione giovane, al di sotto dei 45 anni, che viene colpita da ictus: poco meno di 10.000 casi (e i numeri sembrano in aumento) sono i soggetti colpiti nel pieno della loro vita produttiva. Nelle fasce di età più avanzate, oltre i 75 anni, la classica prevalenza dell’ictus nei soggetti di sesso femminile (prima sono più frequentemente colpiti i maschi) tende a invertirsi con prevalenza delle donne, anche se, specie nei paesi industrializzati, queste differenze vanno via via attenuandosi.

Quali sono i campanelli d’allarme che bisogna saper riconoscere?

I segni e i sintomi dell’ictus sono talora manifestazioni ritenute “comuni” e aspecifiche, e quindi non facili da riconoscere subito: per questo motivo è assolutamente necessario sensibilizzare la popolazione attraverso un’informazione adeguata. I segnali che non bisogna mai sottovalutare sono:

  • l’improvvisa mancanza di forza a una gamba o alla mano da un lato del corpo;
  • la perdita improvvisa della sensibilità o dell’equilibrio;
  • la parola che si ‘inceppa’ (non riuscire a parlare oppure non capire quel che viene detto);
  • la perdita della capacità di vedere in tutto o in una parte del campo visivo;
  • un violento mal di testa (forte come “mai sentito prima”), in genere sintomo della rottura di un aneurisma cerebrale con conseguente emorragia sub-aracnoidea.

In presenza di questi sintomi è necessario contattare subito il 118 e farsi portare tempestivamente al Pronto Soccorso dell’Ospedale dotato di Stroke Unit (unità dedicata alla cura dell’ictus cerebrale) più vicino.

Cosa fare in caso di ictus? Perché è importante intervenire tempestivamente?

Non perdere tempo è la regola numero uno. Una volta giunto all’Ospedale di riferimento, lo specialista, in questo caso il neurologo, adeguatamente allertato dal 118 valuterà la situazione con una visita clinica e con le indagini strumentali necessarie, e in particolare con una TAC cerebrale per la diagnosi differenziale tra ictus ischemico ed emorragico. Questa distinzione è fondamentale perché nel caso di ischemia, è possibile somministrare il trattamento trombolitico endovenoso per disostruire l’arteria, procedura che va tuttavia effettuata molto rapidamente, entro e non oltre le 4 ore e mezza dalla comparsa dei primi sintomi, (non mi è chiaro come si collega la frase che segue) oppure intervenire col(?) nel trattamento endovascolare (soprattutto trombectomia meccanica, ovvero frammentazione e aspirazione del coagulo che determina la chiusura del vaso). La terapia trombolitica endovenosa si effettua di solito in Pronto Soccorso o anche nella Stroke Unit, le procedure interventistiche endovascolari devono essere eseguite in strutture di neuroradiologia interventistica. In caso di emorragia si procede, in taluni casi, all’intervento chirurgico in struttura dedicata di neurochirurgia.

Intervenire tempestivamente può significare evitare gravi disabilità, perché consente il recupero completo delle funzioni cerebrali compromesse ripristinando il prima possibile il flusso sanguigno e l’ossigenazione del cervello. E spesso significa anche ridurre in modo significativo (anche del 40% rispetto a reparti non specialistici) la mortalità stessa intraospedaliera a 30 giorni, obiettivo che viene raggiunto con l’assistenza effettuata nell’ambiente specialistico delle Stroke Unit (con monitoraggio dei parametri vitali e controllo relativo delle complicanze).

Qual è il corretto stile di vita da adottare per prevenire l’ictus? Quali i consigli e le regole da seguire?

In genere si dice che tutto quel che fa bene al cuore fa bene anche al cervello. Ed è vero. Tre casi di ictus su quattro si possono evitare con la prevenzione e la diagnosi precoce dell’ipertensione e della fibrillazione atriale, che riguarda un over 55 su quattro.

Osservare corrette abitudini alimentari, evitare i comportamenti a rischio come il fumo e l’eccesso di alcool, dedicarsi all’esercizio fisico con una semplice, ma efficace, camminata a passo svelto almeno tre volte a settimana per mezz’ora, tenere sotto controllo i livelli del colesterolo, curare la pressione alta mantenendo i valori pressori attorno ai 130/80 mmHg e sottoporsi a terapie anticoagulanti se si è affetti da Fibrillazione Atriale: sono queste le regole da seguire con scrupolo per prevenire l’ictus. È molto importante anche tener d’occhio la familiarità per patologie cardiovascolari o cerebrovascolari e per i fattori di rischio (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia etc.); questa conoscenza facilita senz’altro una maggiore sensibilizzazione verso queste patologie e favorisce la messa in atto di strategie di prevenzione primaria.

I Distretti del Rotary International della Regione Lombardia promuovono la campagna di informazione e prevenzione “Stop all’ictus”: quali sono gli strumenti e le attività previste nell’ambito di questo progetto?

Vorrei precisare che il Rotary si è fatto promotore di questa iniziativa in linea con il messaggio di natura etica che da sempre gli associati intendono inviare alla popolazione, con la quale desiderano condividere non solo aspetti culturali, di conoscenza e pubblica utilità, ma anche e soprattutto quelli riguardanti la salute.

Nella campagna “Stop all’ictus” i tre Distretti rotariani della Regione Lombardia hanno aderito all’ iniziativa a suo tempo promossa dal Rotary Club Pavia Minerva, e quindi dal Distretto 2050 (Sud Lombardia), ed hanno coinvolto una serie veramente importante e numerosa di attori: lo Stroke Unit Network Lombardia (SUN Lombardia, network delle 42 Stroke Unit regionali), l’Azienda Regionale Emergenza-Urgenza (AREU 118), la Federazione Regionale dell’Ordine dei Medici, Federfarma Lombardia, la Società Italiana di Neurologia e la Società di Neuroscienze Ospedaliere, le Società di Riabilitazione SIMFER e SIRNV, le Associazioni dei pazienti (Associazione per la lotta all’Ictus Cerebrale ALICe, Associazione Italiana Afasici AITA, Associazione per la Lotta alla Trombosi AlT, ed altre non meno importanti).

La campagna, che ha ottenuto il prestigioso patrocinio della Regione Lombardia, avrà una durata di due anni. Nel corso di questo periodo intendiamo diffondere in modo pervasivo la comunicazione riguardante l’ictus (cosa fare quando arriva e come prevenirlo) a livello regionale attraverso strumenti diversificati (media televisivi, radiofonici e della carta stampata, social network), ma anche attraverso incontri diretti con i cittadini nelle sedi più disparate (Unitre, Centri sociali, Scuole etc.). Queste iniziative vedranno la partecipazione nell’organizzazione e nella gestione degli eventi di buona parte degli attori sopra indicati. A questo proposito abbiamo iniziato a programmare tutta una serie di iniziative con eventi in piazza, oppure attività che richiamino i fattori di rischio e il loro trattamento (camminate e screening dei gruppi a rischio per patologie cerebrovascolari, suddivisi per fasce d’età e per professioni più esposte all’insorgenza di ictus) o ancora manifestazioni non scientifiche che tuttavia possono fungere da veicolo ideale per informazioni specifiche sulla patologia. Ci aspettiamo di constatare, nel corso e al termine della campagna “Stop all’Ictus”, significativi miglioramenti degli indicatori prescelti per la valutazione di efficacia della campagna stessa, come il tempo di arrivo in ospedale, il tempo di esecuzione delle indagini diagnostiche, la numerosità dei trattamenti trombolitici e/o endovascolari, fino al miglioramento degli esiti. Strumenti appropriati di valutazione verranno applicati per comprendere il valore della campagna e proporla quale strumento di divulgazione eventualmente trasferibile anche ad altre realtà regionali italiane.

IL FARMACISTA COME RIFERIMENTO

IL FARMACISTA COME RIFERIMENTO

Oggi la Farmacia rappresenta il presidio sanitario a più stretto e frequente contatto con i cittadini. Circa 3 milioni di persone al giorno parlano con il farmacista per cercare un consiglio professionale, ma anche un confronto rispetto a quanto indicato dal medico. Per questi motivi è fondamentale che il farmacista faccia parte di un processo educativo verso la popolazione volto a una maggior presa di coscienza della malattia dolore da parte del cittadino. Ma non solo, la Farmacia può diventare il primo riferimento al quale rivolgersi per un consiglio professionale, il luogo dove poter essere informati e indirizzati verso terapie di supporto, anche per quello che riguarda l’età pediatrica.

Per questo prende il via a Milano il progetto Fa.&Do. Il farmacista come riferimento del cittadino con dolore, promosso dall’Associazione pazienti vivere senza dolore, con il supporto delle LloydsFarmacie del Gruppo ADMENTA e con le Farmacie affiliate. Per la prima volta, il farmacista viene ufficialmente riconosciuto come una figura cardine per la salute e il benessere dei cittadini e, quindi, inserito in un percorso formativo, costruito per il suo ruolo, su una delle tematiche oggi più attuali: la cura del dolore.

Si tratta di un progetto ambizioso che si compone di 3 parti:

formativa, rivolta a 300 farmacisti delle LloydsFarmacie;

informativa, indirizzata agli oltre 500.000 cittadini afferenti alle farmacie coinvolte e che vedrà la pianificazione di giornate dedicate, con un esperto a disposizione pronto a rispondere a domande sul tema dolore;

digitale, attraverso la quale, grazie all’impiego di strumenti tecnologici, verrà messa a disposizione dei clienti delle farmacie una serie di servizi  e di materiali di approfondimento.

Il progetto prevede anche il coinvolgimento dei medici di famiglia i cui pazienti gravitano intorno alle farmacie coinvolte.

“Sono particolarmente soddisfatta di essere riuscita ad attuare questo progetto, al quale pensavo da oltre 2 anni – afferma Marta Gentili, Presidente dell’Associazione pazienti vivere senza dolore -. Un’iniziativa necessaria, per colmare una lacuna importante: l’assenza del farmacista come figura coinvolta nel processo di cura del dolore. Non possiamo dimenticare, infine, che il farmacista è la figura di riferimento, accanto a quella del medico di famiglia, alla quale oltre il 40% degli italiani si rivolge per un consiglio in tema di salute. Quindi, chi meglio può aiutare a diffondere una cultura sul tema dolore, la conoscenza della Legge 38 e tutto quanto possa essere utile per migliorare la vita di chi soffre”.

L’iniziativa si svolgerà nei mesi di ottobre e novembre, coinvolgendo le LloydsFarmacie di Milano, Bologna e provincia, Cremona, Prato, Lissone (MB), San Giovanni Valdarno (AR), Palazzolo sull’Oglio (BS) e le Farmacie affiliate di Piacenza, Vicenza, Montegrotto Terme (PD), Campogalliano (MO), Carpi (MO), Crespellano (BO), Borgonuovo di Sasso Marconi (BO).

L’Associazione vivere senza dolore si costituisce ufficialmente nell’aprile 2010 e nasce con un gruppo di volontari attivi da tempo nel promuovere iniziative di supporto ai pazienti con dolore cronico,. È la prima Associazione a livello internazionale fondata da pazienti per pazienti che convivono ogni giorno con il dolore inutile (oltre 16 milioni di persone, solo in Italia) e che, spesso, si sentono soli e abbandonati nella loro lotta quotidiana. Scopo dell’Associazione è quello di diventare il punto di riferimento di chi soffre di dolore cronico, dando vita ad una serie di iniziative volte a informare i cittadini sulle possibilità di cura e gestione della sofferenza inutile.

Sul sito dell’Associazione www.viveresenzadolore.it, gli utenti possono trovare molte informazioni utili e mettersi in contatto, per un confronto e un dialogo continuo, sia con gli altri pazienti che con gli specialisti.

UNA NUOVA MOLECOLA PER LA DEGENERAZIONE MACULARE ANCHE PER LA FORMA UMIDA DELLA MALATTIA E RIMBORSABILE DAL SSN

UNA NUOVA MOLECOLA PER LA DEGENERAZIONE MACULARE ANCHE PER LA FORMA UMIDA DELLA MALATTIA E RIMBORSABILE DAL SSN

L’ipovisione è uno stato di riduzione permanente della funzione visiva che non permette a un determinato individuo il pieno svolgimento della sua vita di relazione, la conduzione di una normale attività lavorativa e il perseguimento delle sue esigenze e aspirazioni di vita.

Quando si è ipovedententi? 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un soggetto è ipovedente quando l’occhio migliore ha un visus compreso tra 1/20 e 3/10 (il soggetto è invece cieco quando il visus corretto dell’occhio migliore è inferiore a 1/20). Il visus (o acutezza visiva) è la visione centrale e distinta; è la capacità dell’occhio di vedere i particolari più fini dell’oggetto che sta fissando. Si misura facendo leggere lettere poste a una determinata distanza e in Italia si misura in decimi.

Che cosa vuol dire trovare un visus pari a 3/10? 

Semplicemente che quella persona legge a 3 metri di distanza i caratteri che l’individuo normale riconosce a 10 metri.

E un visus di 1/20? 

Che la persona deve avvicinarsi fino a un metro per leggere le lettere che una persona normale legge a 20 metri.

Ma questa classificazione OMS è vecchia di circa 20 anni ed è incompleta perché considera soltanto il visus, che però è solo uno dei fattori importanti per stabilire la capacità visiva di un individuo. Quando si guarda, infatti, non si percepiscono solo le caratteristiche e i particolari dell’oggetto fissato, ma si esplora anche tutto lo spazio circostante. La visione periferica, o campo visivo, è la quantità di spazio che l’occhio percepisce quando fissa qualcosa. La riduzione del campo visivo è invalidante quanto la compromissione del visus, poiché limita la capacità di controllo dello spazio, creando notevoli difficoltà negli spostamenti. Si parla pertanto di ipovisione centrale e periferica. L’ipovisione centrale non permette di riconoscere ciò che si sta fissando. Determina perdita della capacità di lettura e scrittura e di tutte le cosiddette attività fini. È la forma più frequente e la degenerazione maculare è la malattia che la determina nella maggior parte dei casi. L’ipovisione periferica consente, invece, una buona visione di ciò che si fissa, ma limita fortemente la percezione dello spazio circostante e, nella maggior parte dei casi, è determinata dal glaucoma.

La degenerazione maculare legata all’età (DMLE) si manifesta con una perdita del visus al centro del campo visivo e/o con una distorsione delle immagini, che costituiscono il sintomo premonitore più importante (riconoscibile tramite il test – o griglia – di Amsler). Segno caratteristico della malattia sono le drusen, macchie bianco-giallastre della retina che si possono osservare all’esame del fundus oculare, specie se di dimensioni superiori a 125 micron.

Si riconoscono due tipi di DMLE:

  • secca o non essudativa o atrofica “a carta geografica”;
  • umida o essudativa o neovascolare.

DMLE secca

Nella DMLE secca sono presenti depositi sottoretinici (drusen), alterazioni pigmentarie e, successivamente, perdite di epitelio pigmentoso retinico con margini ben definiti (atrofia geografica). La perdita del visus è di solito limitata, graduale e dipende dall’estensione delle lesioni a livello della macula. Per questa variante clinica non esiste alcun trattamento di efficacia provata; tuttavia, il campo visivo centrale è spesso conservato e non tutti i pazienti vanno incontro a una grave perdita del visus.

Caratteristiche della DMLE secca:

  • drusen
  • atrofia epitelio pigmentato retinico (atrofia geografica) e dei fotorecettori
  • assenza di edema maculare e di emorragie sottoretiniche

DMLE umida

Nella DMLE umida (o essudativa o neovascolare), che interessa circa il 15% dei pazienti, il visus è compromesso dalla formazione di nuovi vasi che provengono dalla coroide (lo strato vascolarizzato situato tra retina e sclera) e che proliferano all’interno della retina in corrispondenza della macula, formando delle “membrane neovascolari”. Queste membrane tendono a sanguinare e/o a trasudare liquido che si raccoglie sotto la retina. Se lasciate al loro destino le membrane tendono a formare un’estesa cicatrice al centro della retina, con conseguente perdita di visus centrale. I nuovi vasi tendono quindi a “sollevare” la retina, che può andare incontro a distacco, compromettendo la percezione e la trasmissione del segnale visivo. La maggior parte dei malati di DMLE che sviluppano cecità legale (massimo visus corretto 1/10 dall’occhio che vede meglio) presenta la forma neovascolare.

Caratteristiche della DMLE umida:

  • membrane neovascolari
  • significativa presenza di edema maculare ed emorragie sottoretiniche;
  • cicatrice centrale nelle forme più avanzate.

Una semplice visita oculistica non è sempre sufficiente per formulare una diagnosi corretta. Per confermare la diagnosi e inquadrare la malattia sono infatti necessari alcuni esami strumentali; tali accertamenti sono la tomografia ottica a coerenza (OCT), l’angiografia con fluoresceina (o fluorangiografia), eventualmente anche con verde di indocianina.

Oggi per la cura di questa patologia abbiamo a disposizione un nuovo farmaco totalmente rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale, aflibercept, che si aggiunge agli altri Vegf già presenti. Si somministra come gli altri attraverso iniezioni intravitreali. Il trattamento con aflibercept consente di ottenere risultati clinici sovrapponibili alle altre terapie disponibili con un ridotto numero di iniezioni intravitreali nel corso dell’anno: sette invece di dodici. Dopo le prime tre iniezioni, praticate a distanza di un mese l’una dall’altra, come nel caso delle terapie a base di anticorpi monoclonali, le successive iniezioni possono essere fatte ogni due mesi.

Da un’indagine GfK Eurisko emerge che circa 4 milioni di italiani over 50 (16% della popolazione 50+) non ha mai fatto una visita dall’oculista e solo il 40% ha fatto una visita nell’ultimo anno.

La ricerca ha messo in luce una generale disinformazione circa la degenerazione maculare, le sue cause e la sua gestione. Nessun malato riporta una conoscenza pregressa del problema, in genere la diagnosi arriva per tutti tardiva e come un fulmine a ciel sereno. Aggrava la situazione la poca sensibilizzazione dei malati sull’area generale delle patologie oculari.

I RISULTATI DELLA RICERCA DI GFK EURISKO SULLE CONOSCENZE DELL’HIV

I RISULTATI DELLA RICERCA DI GFK EURISKO SULLE CONOSCENZE DELL’HIV

“L’HIV non mi riguarda”. 8 italiani su 10 non si sentono a rischio di contrarre il virus perché confidano nelle proprie abitudini e comportamenti e il 90% ritiene che avere rapporti sessuali protetti sia il metodo più efficace per non contrarre l’infezione, mentre una quota residuale (circa il 17%) ritiene invece che il modo migliore per prevenire l’infezione sia non avere contatti con le persone sieropositive.

Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca GfK Eurisko, con il supporto non condizionato di Gilead, che ha coinvolto oltre mille soggetti in tutta Italia e che ha inteso indagare le conoscenze degli italiani sull’HIV, sugli strumenti di prevenzione e sulle possibilità terapeutiche, ma anche sulla percezione del rischio di contagio e sulla rappresentazione della persona con HIV nella società odierna.

Emerge un quadro contraddittorio della rappresentazione dell’HIV/AIDS oggi. Se da un lato non si sentono a rischio personale, il 60% degli italiani pensa sia comunque facile contrarre il virus dell’HIV, perché questo riguarda prevalentemente i tossicodipendenti, le persone con relazioni promiscue e gli omosessuali. Affiora qui una ulteriore contraddizione: mentre dalla ricerca risulta che solo per 2 italiani su 10 la categoria degli eterosessuali è a rischio di contagio, l’epidemiologia dimostra che tra i nuovi infetti la maggioranza relativa sono etero (oltre il 40%).

Anche il test dell’HIV rappresenta uno strumento molto importante, anche se sottovalutato, per individuare subito l’infezione e iniziare precocemente i trattamenti con antiretrovirali ma solo la metà degli intervistati (46%) lo indica come possibile strumento di prevenzione e controllo, mentre solo il 3% ritiene vi si faccia ricorso. “Non va mai sottovalutata l’importanza della diagnosi precoce dell’infezione. E’ infatti dimostrata la correlazione tra l’inizio delle terapie e l’incremento della durata della vita e la riduzione di comorbilità, perciò è importante favorire una diagnosi precoce, oltre che garantire l’accesso alle terapie antiretrovirali innovative – dichiara il Professor Andrea Antinori, Direttore Malattie Infettive all’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma -. Si stima che nel mondo solo la metà delle persone con HIV sia a conoscenza del proprio stato. In Italia, su oltre 120mila persone con diagnosi di HIV/AIDS, il 15-20% non è al corrente della propria sieropositività. Nel 2012 almeno il 50% di nuovi casi di infezione diagnosticati erano già in fase avanzata della malattia”.

Il 74% degli intervistati è consapevole che l’HIV non è curabile ma può essere tenuto sotto controllo con i farmaci e solo 1 su 3 (32%) ritiene che siano accessibili. “L’innovazione terapeutica ha avuto un ruolo fondamentale nel modificare il decorso clinico del paziente con HIV: da quando sono state introdotte le terapie antiretrovirali nel nostro Paese (1996), l’incidenza dell’AIDS e il numero di decessi l’anno sono progressivamente diminuiti. Oggi possiamo contare su nuove terapie monodose, più tollerabili e con meno effetti collaterali rispetto al passato, che hanno permesso di controllare la malattia nel lungo periodo, trasformando l’HIV/AIDS in malattia cronica, al pari di diabete, disturbi respiratorie e cardiopatie. Inoltre, hanno determinato un incremento anche nell’aspettativa di vita, oggi allineata alla sopravvivenza media, mentre 30 anni fa il tasso di letalità dell’AIDS era vicino al 100% (oggi si attesta al 5,7%)”, precisa il Professor Giovanni Di Perri, Professore ordinario di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Torino.

SNEAKERS A IMPATTO ZERO®, LA CHIAVE PER IL SOSTEGNO AMBIENTALE

SNEAKERS A IMPATTO ZERO®, LA CHIAVE PER IL SOSTEGNO AMBIENTALE

Riciclo ed ecosostenibilità sono parole entrate nel vocabolario della moda che si traducono nell’utilizzo di abiti e accessori totalmente green. Grandi firme hanno creato collezioni impiegando materiali biologici e riciclabili. In passerella si possono ammirare outfit che hanno l’obiettivo di ridurre l’uso di materie prime ed energia. La sostenibilità ambientale è un concetto importantissimo anche per Gianni Dalla Mora, titolare dell’azienda calzaturiera WOMSH, nata nel 2011.

scarpe“I miei genitori possedevano negozi di scarpe e io ho sempre lavorato in questo mondo – racconta Dalla Mora –. Sono un fanatico delle calzature e così ho realizzato sneakers a Impatto Zero® in collaborazione con LifeGate, quindi prodotte con energia derivante da fonti sostenibili. Un progetto a cui ha aderito anche la rockstar Vasco Rossi per la realizzazione del tour ‘Buoni o Cattivi’ nel 2004”. Impatto Zero® è un progetto che calcola, riduce e compensa le emissioni di anidride carbonica (CO2) generate dalla fabbricazione, l’impiego e i consumi dei principali elementi e risorse, la spedizione del prodotto e lo smaltimento a fine vita. “L’idea è nata in seguito alla lettura di un libro di Marco Roveda, presidente di LifeGate – spiega il titolare –. Un romanzo ricco di speranza dove si mostra come fare economia rispettando l’ambiente. Per compensare la produzione di CO2, provvedo a far piantare un albero in un parco di Roma per ogni scarpa prodotta”. Per ogni collezione realizzata, l’impresa contribuisce alla creazione di nuove aree boschive e alla salvaguardia delle aree verdi già presenti.

“WOMSH è un’impresa con un livello qualitativo e un design elevato – dichiara Gianni Dalla Mora –. La società ha lo scopo di creare un prodotto che coniughi lo stile italiano e la sostenibilità ambientale”. Le scarpe sono fabbricate totalmente in Italia, a Stra, in provincia di Venezia, nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta. “Per me il Made in Italy è molto importante sia per etica, sia per ambizione personale – spiega il dirigente –. Made in Italy significa buon gusto, buona capacità manifatturiera e attenzione ai dettagli”.

Le calzature WOMSH originali a impatto zero si identificano tramite un occhiello verde posto sulla tomaia. Sul mercato sono disponibili 4 linee: SLIP, RUNNY, BASK, SKIN. “Il brand si rivolge a ogni uomo, donna, ragazzo che si senta giovane mentalmente e nello spirito – precisa l’imprenditore –. Il marchio è rivolto a un target dallo spirito, attento, curioso, viaggiatore, urban, istruito, a una persona, insomma, che vuole comprare con consapevolezza”. Le scarpe possono essere acquistate sul sito internet o presso i punti vendita, tra i negozi più prestigiosi: Giovani a Treviso, Fiorini a Desenzano, Le Follie ad Affi (VR). Le WOMSH nascono come scarpe passaparola: World Of Mouth Shoes significa questo. Il cliente che compra le scarpe sul sito diventa promoter e può diffondere il suo codice invito per far acquistare le sneakers anche ad amici.

Le sneakers usurate possono essere riciclate. “L’azienda ritira le scarpe usate e dà in cambio un buono di 10€ per un acquisto successivo – informa Dalla Mora –. Il recupero viene svolto dall’impresa Esosport”.  Esosport, società di Opera, riutilizza poi la tomaia delle scarpe per la realizzazione di tappeti per palestre e imbottiture di palloni. Con la suola si produce invece un agglomerato di gomma usato per pavimenti anti trauma e ad assorbimento d’impatti. Pavimentazioni atossiche e resistenti alla corrosione di oli, acqua e luce, utilizzate per i parchi giochi: “I Giardini di Betty”, presenti a Milano, Opera, Firenze e Roma. “Un’iniziativa nata in onore di Betty Salvioni Meletiou, moglie del Managing Director di ESO Nicolas Meletiou – specifica il dirigente –. Un progetto a cui il titolare di Esosport tiene in modo particolare, in quanto i coniugi, entrambi maratoneti, cercavano una soluzione per riciclare le sneakers consumate dopo le gare”.

L’azienda è nata con l’idea di esportare le calzature all’estero. “Sono state attivate due agenzie nel centro nord Europa, dove vi è maggiore sensibilità per i temi ambientali – spiega l’imprenditore –. Il mercato estero è un po’ la salvezza delle imprese. Lo scopo aziendale è di inserirsi nel mercato a 360°”.

WOMSH ha un occhio sempre puntato verso l’avvenire per realizzare nuove proposte rispettose dell’ambiente. “Per il futuro si sta pensando a un prodotto più cittadino, con la portabilità e il comfort di una sneaker – annuncia Dalla Mora –. Una scarpa formale con un fondo molto morbido e flessibile. La calzatura deve essere portabile, comoda e sempre a impatto zero”.

L’impresa dimostra di saper coniugare la moda con l’aspetto green in ogni sua linea di calzature. “WOMSH non nasce con lo scopo di cambiare il mondo – afferma l’imprenditore –. Il suo fine è migliorarlo e sporcarlo di meno, sperando di sottolineare l’importanza della sostenibilità ambientale e promuovendo la diffusione di sistemi di riduzione di CO2 in tutti gli ambiti lavorativi”.

Come ha dichiarato la rockstar Vasco Rossi: Si può cambiare solo se stessi, sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione.

Simone Lucci

BELLE COME DEE CON POCHI TOCCHI DI PENNELLO

BELLE COME DEE CON POCHI TOCCHI DI PENNELLO

Una sera, Aristotele Onassis invitò Maria Callas a cena in un ristorante parigino. Per l’occasione, il soprano acquistò un cappellino tondo con la veletta, con lo scopo di attirare l’attenzione e i complimenti dell’armatore greco. “Armonia, tesoro, armonia… O ti metti un cappello più grosso, o ti tagli un pezzo di naso” fu l’affermazione di Onassis alla vista della cantante lirica che gli mostrava con aria civettuola il nuovo copricapo. Maria Callas, però, non si scompose. Oggi, la cantante lirica è ricordata come un’icona di talento, di bravura e di fascino. “Maria Callas è un esempio di come trasformare un difetto in un punto di forza. Il soprano valorizzava lo sguardo distogliendo l’attenzione dal naso – dichiara la make-up artist Silvia Ventura –. Il trucco ha la capacità di nascondere imperfezioni e valorizzare gli aspetti migliori del viso”.

Maria CallasÈ possibile apportare le giuste modifiche con poche passate di pennello. La corretta scelta di colori e una buona manualità nell’utilizzare la tecnica del contouring sono fondamentali per la buona riuscita di un make-up correttivo. “Il segreto per minimizzare i difetti consiste nel creare effetti ottici, con giochi di luci e ombre – spiega la truccatrice –. Le nuance chiare illuminano e ingrandiscono, mentre le tonalità scure riducono i volumi”. Sono metodi che si possono applicare per risolvere i difetti degli occhi e del naso. La strategia per volumizzare o ridimensionare le labbra consiste nell’applicazione di colori chiari e neutri o nel ridisegnare i contorni. Per ottenere dei risultati soddisfacenti, occorre prendersi cura della pelle acquistando prodotti di qualità, ancor prima di ricorrere al make-up. “La detersione e la pulizia svolte correttamente sono importanti – spiega la make-up artist –. Mai applicare esfolianti o detergenti aggressivi che possano sensibilizzare la pelle impedendo ai cosmetici di reagire. L’utilizzo di prodotti adatti al tipo di pelle da trattare è il primo passo per avere una cute sana”.

Trucco

In commercio sono presenti molte linee cosmetiche con basi diverse. “Il prodotto a base oleosa è di norma di composizione complessa, contiene molti ingredienti e può avere un ottimo livello di coprenza – specifica Ventura –. I cosmetici ad acqua sono definiti face and body e hanno una copertura più leggera, si possono usare sul viso e sul corpo. Le modelle li applicano anche prima degli shooting fotografici. I prodotti di bellezza in polvere hanno il vantaggio di non contenere addensanti, emulsionanti petrolati e altri elementi chimici”. Una linea cosmetica in polvere è bareMinerals, brand per cui lavora la truccatrice Silvia Ventura, un marchio che si rivolge a donne di ogni età e realizza i suoi prodotti con ingredienti esclusivamente naturali. “I prodotti in polvere bareMinerals non seccano la pelle perché non contengono talco, e durano tutta giornata grazie all’unione della polvere con il manto idrolipidico della pelle, consentendo una copertura da leggera a totale”. Il marchio fornisce una vasta gamma di prodotti di bellezza, con una particolare attenzione per i fondotinta minerali e per i pennelli, realizzati principalmente con setole naturali.

bareMinerals“Nella società odierna, alcune giovani ragazze abusano della chirurgia estetica per correggere piccoli difetti che in molti casi è possibile nascondere con il trucco – sostiene la make-up artist –. Se è possibile, evitiamo l’intervento chirurgico!”. Oggi, le industrie cosmetiche e farmacologiche realizzano prodotti di altissimo livello, che consentendo alle clienti di comprare trucchi che permettono di ottenere risultati, molto apprezzabili con pochi gesti, senza snaturare la propria immagine con la chirurgia. E, come affermava l’attrice Mae West: Non esiste al mondo una donna brutta. Il trucco quando lo si usa con arte, migliora ciò che non si possiede. Allora si può apparire belle come dee. 

Silvia Ventura nasce a Milano 38 anni fa e sin da giovane si appassiona al make-up e a tutto quello che concerne la cura della pelle. Inizialmente impegnata nell’azienda di famiglia che produce cablaggi elettrici, si diploma alla scuola di estetica B.C.M. di Milano, la prima scuola di formazione per truccatori, dove si specializza in trucco correttivo. Silvia Ventura lavora come truccatrice e consulente beauty per svariate case cosmetiche come: Dior, YSL, Lancôme, Loewe, Madina, presso profumerie e famose catene di vendita di Milano. In seguito, grazie al mondo dei Wedding planners, si appassiona al ritratto fotografico, e da qui collabora con studi fotografici. Stare nei punti vendita a diretto contatto col pubblico le consente di conoscere il mondo della bellezza femminile. Qualche anno fa inizia a collaborare con bareMinerals, marchio leader nel mercato USA, con cui lavora a tutt’oggi. 

Simone Lucci

7 CONSIGLI PER PREVENIRE L’INVECCHIAMENTO MENTALE

7 CONSIGLI PER PREVENIRE L’INVECCHIAMENTO MENTALE

Darsi da fare in modo e nella misura corretti per rimanere efficienti, nello spirito e nel fisico. Ecco alcuni utili consigli dell’Associazione non profit di neuropsicologi, Assomensana (www.assomensana.it). Semplici esercizi per tenere in allenamento le nostre funzioni mentali: attenzione, concentrazione, memorie, linguaggio, ragionamento, creatività ecc.

1. mantenere una sana alimentazione. Mangiare frutta e verdura ogni giorno, provare cibi nuovi, variare l’alimentazione;

2. bere molta acqua. Cercare di bere frequentemente (ogni ora), anche quando non si sente lo stimolo della sete;

3. fare attività fisica. E’ molto utile fare passeggiate all’aria aperta, mezz’ora al giorno per migliorare anche l’umore;

4. prendersi cura del sonno. Andare a letto allo stesso orario e solo quando si sente sonno, fare “pennichelle” di breve durata, mangiare leggero a cena;

5. ridere. Cercare sempre di pensare positivo e di circondarsi di persone solari e divertenti. Ripensare alla sera a episodi divertenti e ricordarsi le emozioni positive;

6. allenare memoria e attenzione. Leggere libri o riviste,  chiacchierare di argomenti diversi con persone amiche, esercitarsi con puzzle, cruciverba e tanti giochi di enigmistica, osservare sempre molto bene cosa ci circonda;

 7. mantenere attiva la vita sociale. Avere amici aiuta a distrarsi e a scambiarsi idee, opinioni e racconti. Ogni Comune ha più centri anziani sul territorio, prova a chiedere in Comune dove si trova quello della tua zona.

Attivi o iperattivi? Meglio “proattivi”, ovvero impegnati a investire le proprie risorse per il futuro di corpo e mente, con il traguardo di una sana longevità. Ne danno prova gli specialisti che sostengono questo nuovo progetto per assicurarsi forma e benessere a lungo e che fanno parte di Assomensana.

Pronti al via i corsi di Ginnastica Mentale. “I nostri programmi si terranno in 12 città italiane. Grazie alla rete di affiliati all’Associazione, quest’anno è possibile partecipare ai corsi per il mantenimento in salute di mente e cervello da nord a sud, dalla Val d’Aosta e dal Piemonte alla Puglia, dalla Toscana al Trentino, dalla Lombardia all’Umbria, dalla Liguria all’Abruzzoriferisce Giuseppe Alfredo Iannoccari , presidente di Assomensana . Quindi i numerosi italiani che hanno ricevuto il loro identikit mentale in occasione della SPIM, ma anche quanti desiderano affinare le capacità intellettive avranno a disposizione più sedi per frequentare i corsi di allenamento mentale e avere così pratiche concrete per correggere o migliorare le funzioni cognitive. Ormai sono oltre 5.000 le persone che hanno preso parte con grande soddisfazione e ottimi risultati alle sessioni di Ginnastica MentaleÒ”.

Ma in pratica, come si svolgono le lezioni? Gruppi di 15 iscritti si ritrovano per 20 incontri a cadenza settimanale, durante i quali si allenano con esercizi di attenzione, logica, creatività, linguaggio, velocità di riflessi, concentrazione ecc., seguendo il programma di allenamento targato Assomensana. “Le persone che mantengono il cervello allenato vivono meglio precisa Iannoccari , presentano meno ‘acciacchi’ di memoria e altri deficit cognitivi e godono di una migliore qualità di vita. Lo testimoniano anche le ricerche scientifiche”.

L’aspettativa e il gradimento del pubblico verso la possibilità di intervenire sulla mente in modo soft ma scientifico sono emersi durante la SPIM che quest’anno ha superato i “numeri” delle scorse edizioni. “Dal 22 al 27 settembre scorsi, sotto l’insegna di Assomensana, sono stati coinvolti, in oltre 100 città italiane, più di 160 specialisti che hanno soddisfatto le richieste di check up provenienti da migliaia di cittadini precisa il neuropsicologo -. L’età media dei partecipanti è di circa 63 anni e, tenuto conto del numero di richieste, molti esperti dell’Associazione hanno voluto pianificare le visite oltre la settimana prevista, per dare l’opportunità a tutti di ricevere informazioni sullo stato di salute delle proprie abilità mentali. Tra le persone che si sono sottoposte a check-up, una minima parte presentava un decadimento cognitivo accentuato, tanto che è stato loro suggerito un invio alle strutture sanitarie preposte alla valutazione di malattie neurodegenerative, mentre la maggior parte della popolazione ha mostrato livelli di funzionamento mentale rientranti nella norma, per età e scolarità”. L’evento, giunto ormai al settimo anno, si è confermato come un appuntamento atteso, tanto che in molti hanno iniziato a contattare il centralino di Assomensana già nei mesi di giugno e luglio per prenotarsi per tempo. “Alla SPIM si accede per capire come acquisire salute e contrastare il fenomeno dell’invecchiamento mentale – chiarisce Iannoccari –. I nostri specialisti hanno sottoposto ogni individuo a una batteria di test, composta da circa 10 prove cliniche, tarate e standardizzate, normalmente utilizzate in ambulatorio neuropsicologico. Al termine della verifica, lo specialista ha riferito al soggetto ciò che era emerso dai test e ha consegnato un breve decalogo, tratto dal sito Assomensana, con i suggerimenti per mantenere la mente in forma a tutte le età”.

LA FABBRICA DELL’ARIA PULITA

LA FABBRICA DELL’ARIA PULITA

aria1Vi siete soffermati a pensare cosa si fa  fin dalla nascita, per la maggior parte del tempo, e durante l’intero arco della vita? No, non è dormire ma respirare.

Respirare correttamente e respirare aria pura è la vita stessa, è salute, benessere, equilibrio.

Si può vivere settimane senza cibo e qualche giorno senza bere, ma è impossibile vivere senza respirare.

Purtroppo oggigiorno riempire i polmoni di aria incontaminata è diventato difficile, a meno che si viva in cima alle montagne o in riva al mare, e date le necessità quotidiane è qualcosa che succede raramente.

Per mantenere la salute ci si sforza di seguire una dieta sana e  praticare sport, ma l’inquinamento domestico provocato da muffe e sostanze inquinanti, continua a causare molti disturbi: allergie, asma, e persino tumori.

L’inventiva di un’azienda manifatturiera italiana, Sabiana Spa, è riuscita a risolvere il problema dell’inquinamento ambientale indoor. E’ nato, infatti, Crystall, un filtro elettronico che integra in un unico apparato le funzionalità di depurazione e di climatizzazione degli ambienti.

Elimina anche particelle inferiori a 0,4 micron: batteri, funghi, polvere, fibre e fumo di tabacco. Oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche, il filtro Crystall si è dimostrato in grado di diminuire sostanzialmente e anche debellare la proliferazione di microorganismi inquinanti che danneggiano la salute. La qualità dell’aria raggiunge così i più alti livelli. Il filtro Crystall misura solo 8 cm in altezza, si può installare sui sistemi prodotti dall’azienda e anche sulla maggior parte diegli impianti di condizionamento disponibili sul mercato.

la struttura a moduli di questo filtro e la semplicità di montaggio fanno sì che il prezzo sia concorrenziale rispetto ad altri filtri. La manutenzione è minima in quanto si lava facilmente, e il tempo di durata è illimitato.

L’uso di questi filtri, della categoria Femec, consente un ricambio totale dell’aria in un tempo dimezzato rispetto a quello necessario usando apparati non muniti di questo tipo di filtro. I filtri Crystall, a piastre brevettate, consentono un risparmio energetico pari al 50-60% rispetto ad altri condizionatori tecnologicamente avanzati.

Sabiana Spa nasce nel 1929, grazie alla collaborazione tra l’ingegnere Franco Binaghi e l’imprenditore Benvenuto Anatrella.

La sede centrale è a Corbetta, località vicina a Milano. L’azienda, inoltre, nel 2009 e nel 2012, apre due nuove filiali a Magenta: una produce ventiloconvettori e unità per il trattamento dell’aria, mentre l’altra si occupa di logistica e distribuzione dei manufatti.

L’impresa produce elementi per il riscaldamento, per il condizionamento degli ambienti di lavoro e del tempo libero: ventilconvettori, aerotermi, termostrisce radianti, unità di trattamento dell’aria e canne fumarie in acciaio inossidabile.

Sabiana ha realizzato gli impianti di climatizzazione dei palazzetti del ghiaccio in costruzione per le Olimpiadi invernali del 2018 nella Corea del Sud. Industrie automobilistiche della portata di Rolls-Royce, Porsche, BMW e Ferrari utilizzano nei propri ambienti i sistemi dell’azienda lombarda.

L’impresa ha deciso di mantenere la totalità della produzione in Italia come garanzia della qualità dei suoi manufatti, e coniuga i nobili valori della storia e della tradizione imprenditoriale italiana con la modernità, la bellezza del design e l’innovazione: vere espressioni del Made in Italy.

                                                       Arianna Eleonora Fiorini

CHAMPAGNE PER MANTENERE GIOVANE LA PELLE

CHAMPAGNE PER MANTENERE GIOVANE LA PELLE

Joséphine de Beauharnais, moglie di Napoleone Bonaparte, manteneva la sua pelle fine e argentea con bagni di Champagne. Sarah Bernhardt assicurava di trarre dallo champagne la sua forza e la sua energia. Marlène Dietrich lo esigeva in ognuno dei suoi contratti. Raquel Welch strofinava con questo elisir il suo seno, assicurato per più di un milione di dollari. Marilyn Monroe e Brigitte Bardot non bevevano altro.
E lo champagne vino della seduzione e della femminilità, è ancora oggi protagonista. A scriverne una nuova storia, bella e frizzante, è Pascale Baudin de Saint Quentin. Baronessa e cugina di secondo grado di Joséphine de Beauharnais, trascorre una parte della sua infanzia in Guyana, insieme alla nonna inventrice di filtri e pomate di bellezza che custodivano un ingrediente segreto. Quale? Un vino frizzante dei vigneti della regione Champagne – Ardenne, un vero e proprio “elisir di giovinezza”.
Pascale partecipa alla creazione di tali ricette e ne constata i benefici sulla pelle. Poi, durante un viaggio nella regione Champagne – Ardenne, incontra dei ricercatori che studiano le virtù terapeutiche dello Champagne e ne confermano le eccezionali proprietà per l’epidermide. La prova scientifica c’era.
Pascale decide allora di creare L’Alta Cosmesi di Aÿsse. Aÿsse come Aÿ, il villaggio d’origine dei vigneti “Champenois” della regione Champagne – Ardenne.
Tre le varietà dei  vitigni che  compongono lo Champagne: Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Contrariamente ad altri vini che sono “mono-cépage”, prodotti dunque con la stessa varietà d’uva, lo Champagne  deriva da un assemblaggio: ogni varietà, quindi, apporta la propria ricchezza di sali minerali, oligo-elementi e vitamine, e ciò porta a un’alta concentrazione di tali  elementi nel vino. Si compongono di potenti antiossidanti e rigeneranti cellulari come flavonoidi, acidi organici e vitamine, che attivano la sintesi del collagene e i naturali meccanismi di difesa della pelle. Nella preparazione dei prodotti cosmetici,  a questi si aggiunge un cocktail di minerali che rinforzano il metabolismo cellulare e rallentano l’invecchiamento cutaneo.

Per permettere alla pelle di godere pienamente del potere benefico dei vigneti dello Champagne, per consentirle di attivare i suoi meccanismi di difesa e rallentare l’invecchiamento, l’estratto dei vigneti della regione Champagne – Ardenne è completato da un estratto di foglia di vite ricco di polifenoli, e da un estratto di semi d’uva concentrato di acidi grassi essenziali. Per potenziarne ulteriormente l’efficacia, alcuni prodotti contengono ginseng, tè verde, caffè, lenticchie, ravanello, ortica bianca, mela verde, albicocca, sambuco, aloe, ed estratto vegetale di radice di maca, altamente stimolante per il turnover della pelle.

Della linea Aÿsse fanno parte 16 prodotti: 10 dedicati al viso, con la scritta in oro sulla confezione, e 6 per il corpo, con la scritta in argento. Tutti riportano lo stemma del casato de Beauharnais. In Italia, i prodotti sono in vendita presso le Profumerie La Gardenia, in esclusiva.

UN TUFFO NEL RELAX IN SARDEGNA

UN TUFFO NEL RELAX IN SARDEGNA

Immaginate un museo d’arte contemporanea sommerso nel fondale marino, una Sirena realizzata dallo scultore Pietro Longu, ristoranti affacciati sul mare dove il pesce ha un sapore diverso, un nuovo lungomare di ben cinquemila metri quadrati e un grande evento dell’estate: il Golfo Aranci Music Festival.

Siamo in Sardegna, località Golfo Aranci.

Golfo Aranci svela il suo fascino un po’ alla volta, con discrezione. Rapisce e conquista con veri e propri paradisi naturali, accessibili via terra o via mare, che offrono uno spettacolo unico e scorci mozzafiato. L’allegra e colorata macchia mediterranea fa da scenografia alle acque cristalline di un mare tra i più belli al mondo. La costa propone un ventaglio di spiagge dalla sabbia finissima e chiara che offrono orientamenti geografici opposti, creando un sistema che sa proteggere sia dal vento di Maestrale sia dallo Scirocco.

6647È sorprendente la bellezza di alcuni dei luoghi più incontaminati della Gallura: Cala Moresca, Figarolo, Capo Figari, Molara e Tavolara. Lo spettacolo, poi, continua sott’acqua. I fondali che sono un pozzo delle meraviglie, un acquario affascinante con rocce ideali per le esplorazioni dove si ammirano spugne, gorgonie, stelle di mare, ricci, aragoste, astici e cicale, per continuare con ricciole, murene e cernie, senza dimenticare gli ospiti più speciali: i delfini, protagonisti di un indimenticabile show con Luigi Aiello e Paolo Porcelli, alias “Marco del Mare” e la loro barca.

Al largo della terza spiaggia, c’è il MuMart, il Museo Marittimo d’Arte, dove fauna e flora marina si combinano con le opere d’arte ancorate sul fondo, le installazioni di quattordici artisti contemporanei di fama internazionale (Angi, Boero, Bricalli, Cardillo, Carloni, Chapalain, Ciccobelli, Cogorno, Kosice, Mustica, Nussbuam, Patterson, Polesello, Sturla) raffiguranti soggetti legati al mondo marino e sistemate seguendo una forma elicoidale che ricorda la conchiglia. Uno scenario da visitare, oltre che facendo diving o snorkeling, a bordo del sottomarino Mizar, lo “yellow submarine” che grazie agli oblò presenti sul fondo e alle pareti di vetro rende la visita al MuMart ancora più emozionante.

Si può ammirare La Sirena in bronzo che emerge dalle acque due volte al giorno, ammaliando pescatori e visitatori con la voce soave di Maria Giovanna Cherchi sulle note di “Procurade e moderare”, un canto di buon auspicio in lingua sarda. Un appuntamento quotidiano imperdibile, soprattutto la sera, quando i colori intensi del tramonto si riflettono nel mare.

Quest’estate però ci sarà anche una Sirena in carne e ossa che si esibirà ogni giorno, allietando gli eventi dell’estate golfarancin. E un evento renderà l’atmosfera ancora più frizzante: il Golfo Aranci Music Festival, primo festival internazionale di musica dance realizzato in Sardegna.

Due settimane, dall’1 al 14 agosto, per vedere sul nuovo lungomare gli artisti più famosi e rappresentativi dei migliori club italiani ed europei, presentati da vocalist italiani come Gaty, voce ufficiale di Bob Sinclair in Italia, e Isa B. Tra i nomi da non perdere, Dj italiani di fama internazionale tra cui: Jt Vannelli, Alex Gaudino, Mario Fargetta, Albertino, Dj From Mars e alcuni special guest internazionali come Little Louie Vega e Taboo, il Dj e cantante di The Black Eyed Peace.

Un meraviglioso angolo di Sardegna che questa estate propone ai turisti eventi e iniziative davvero speciali.

In questa straordinaria cornice è situato l’Hotel Gabbiano Azzurro. Tra i servizi studiati su misura per gli ospiti ci sono la spiaggia privata, il Blu Restaurant à la carte con vista mozzafiato sul golfo, e un mare poco profondo perfetto per i bambini.

Si tratta di un 4 stelle, aperto da aprile a ottobre, con 80 camere, 54 dipendenti, 23 mila presenze nell’anno 2013 (+5% rispetto al 2012) delle quali l’80% di provenienza estera: in cima alla classifica i turisti tedeschi, inglesi e in generale europei, anche se non mancano arrivi pure da altri continenti.

L’albergo è da 40 anni la casa della Famiglia Da Tome. Sergio Da Tome, il direttore, lo gestisce con il fratello Marco, il figlio Tullio e la moglie Antonella si assicura personalmente che ogni cliente sia accolto con il massimo della considerazione.

8904Chi viene all’Hotel Gabbiano Azzurro trova il posto ideale per godere il mare in completo relax, potendo trascorrere la giornata nella sua spiaggia privata oppure scegliere una spiaggia diversa ogni giorno. Al Comune di Golfo Aranci appartengono, infatti, 16 spiagge, moltissime delle quali raggiungibili a piedi: la Prima, la Seconda, la Terza, la Quarta e la Quinta spiaggia, Baia Caddinas, S’Abba e Sa Pedra, Spiaggia Bianca, Cala Sassari, Terrata, Sos Aranzos, Cala Moresca, Cala Greca, Cala Spada, Cala Sabina e Marinella.

La storia dell’hotel Gabbiano Azzurro ha inizio nel 1969, quando Tullio Da Tome decide di acquistare all’asta l’immobile (allo stato di rustico) costruito dalla Regione Sardegna per realizzare un albergo. La sua prematura scomparsa costringe la famiglia Da Tome ad affidare per qualche anno la gestione a terzi, finché nel 1975 Sergio (il secondogenito dei 5 figli di Tullio) riprende in mano le sorti dell’albergo, affiancato negli anni a seguire nella proprietà e nella gestione dal fratello minore Marco, mentre la moglie Antonella, e in seguito il figlio Tullio, si occuperanno del marketing

DALLA NATURA AI 400 PUNTI VENDITA

DALLA NATURA AI 400 PUNTI VENDITA

C’è la linea all’olio di oliva, alle mandorle dolci, all’Argan, all’Aloe vera, ai sali del Mar Morto, e poi ancora ci sono gli estratti da fiori e frutta: iris, gelsomino, violetta, rosa, cocco, pesca, solo per citare alcuni tra i 300 principi attivi naturali che costituiscono il prezioso patrimonio di ingredienti dei cosmetici proposti da Bottega Verde, in cui la filosofia bio-responsabile dei laboratori e la natura sono al primo posto.

Brevetti esclusivi e innovazioni nati nel laboratorio di Ricerca & Sviluppo Bottega Verde coniugano in modo bio-responsabile l’utilizzo di principi attivi di origine naturale con le più avanzate tecnologie. Ogni processo viene controllato, e gli stabilimenti di produzione sono certificati col Sistema di Qualità ISO 9001/2000, dalle prestigiose Università di Milano e Pavia, che da sempre collaborano con Bottega Verde e si fanno garanti della qualità dei prodotti certificati presso i loro laboratori. Dall’ideazione dei cosmetici alla formulazione, dai test clinici alla ricerca del naming fino al packaging (con carta riciclata), tutto viene creato internamente all’azienda.

Bottega Verde nasce nel 1972 come erboristeria in Toscana, a Pienza piccola cittadina tra colline, vigneti e campi di grano. Nel 1996 il primo punto vendita della catena di negozi monomarca che oggi vanta 400 negozi in Italia e all’estero. Luoghi in cui concedersi il piacere di provare un prodotto, apprezzarne il profumo e conoscerne i benefici con l’aiuto delle consulenti di bellezza.

shapeimage_6Si spazia dall’olio di mandorle dolci che dona morbidezza alla pelle ed è adatto anche ai bambini per la sua formula delicata, al burro corpo con olio  d’Oliva extravergine che nutre e tonifica la pelle di tutte le età dopo il bagno o la doccia.

C’è poi l’idratante viso all’Aloe vera, per una  pelle  dissetata  tutto il giorno, visibilmente più  luminosa, distesa, uniforme, grazie alle straordinarie proprietà emollienti, idratanti e lenitive del  succo di Aloe vera. Questa crema leggera e deliziosamente profumata, arricchita con burro di Karitè, olio di mandorle dolci e Miele, è un vero  concentrato di benessere  anche per le pelli più delicate, un piacere da concedersi fin dal mattino per risvegliare i sensi e regalarsi un’idratazione prolungata. L’Aloe Vera è la pianta utilizzata da secoli per preservare la salute e accrescere la bellezza; essa, infatti, può sopravvivere senza pioggia anche per diversi mesi perché accumula l’acqua nelle sue spesse foglie e poi la trattiene richiudendo i pori, e pertanto non secca.  La sua grande capacità di conservazione dell’acqua permette all’Aloe Vera di ridonare l’idratazione ideale anche alla nostra pelle.

Fragranze delicate, profumazioni intense, trattamenti viso e corpo che lasciano la pelle morbida e luminosa… Prodotti che ti fanno sognare il sole meraviglioso e gli splendidi doni della natura.

                                                                 Clementina Speranza

I RIMEDI PER LO STRESS

I RIMEDI PER LO STRESS

Pianto, panico, deficit dell’attenzione, dall’ufficio ai mondiali di calcio, lo stress può avere conseguenze invalidanti sul piano professionale.

Lo stress e i relativi squilibri emozionali possono colpire chiunque, a prescindere da sesso, età e professione, come accaduto, ad esempio alla nazionale di calcio del Brasile, il cui CT si è visto costretto a convocare una psicologa per seguire i suoi calciatori in seguito ad alcune reazioni emotive violente. Tale squilibrio emotivo, infatti, si è rivelato determinante ed ha compromesso in maniera decisiva le prestazioni della squadra, sconfitta in semifinale 7 a 1 dalla Germania.

Stress e squilibri emozionali: anche nella vita capita di perdere 7-1. Di fronte a situazioni complesse che presentano ostacoli apparentemente di difficile soluzione, la nostra mente viene sottoposta a uno sforzo imprevisto e impegnativo che genera tensione e scatena reazioni regolative neurologiche, locomotorie, ormonali e immunologiche, al fine di ripristinare un equilibrio.

“Lo stress è un insieme di sintomi di risposta a delle sollecitazioni che scatenano reazioni di attacco o fuga. L’importante è tenere tale risposta nei giusti livelli (eustress), evitando che lo stress si trasformi in distress, ovvero quello stato che ci impedisce di occuparci di ciò che abbiamo di fronte, bloccandoci o mandandoci nel panico – precisa Max Formisano, formatore professionista fondatore della Max Formisano Training, formazione per public speaker e trainer eccellenti (www.maxformisano.it) e creatore del modello della Crescita Personale Semplificata® –. L’eustress, al contrario, ci permette di affrontare problemi, situazioni impegnative e inattese, attraverso un’iniziale attivazione ansiosa, che permette di essere più vigili, attivi e reattivi. L’eustress, che in un primo momento può sembrare uno stato negativo in quanto altera e minaccia il nostro equilibrio, può diventare un vero e proprio alleato, spingendoci a dare il massimo e a ottenere risultati dei quali non pensavamo di essere capaci. La vera criticità subentra quando questo degenera in distress invalidante. Per fronteggiare simili situazioni, è necessario orientarsi alla creazione di strategie utili, cercando, ove possibile, di intervenire in anticipo rispetto al manifestarsi della fase acuta”.

Per riuscire in questo intento può essere utile:

1. riconoscere i sintomi dello stress (esaurimento, aumento o diminuzione dell’appetito, mal di testa, crisi di pianto, insonnia, reazioni psico-somatiche, mancanza di concentrazione, ecc.);

 2. essere consapevoli di quali siano le situazioni che ci causano stress;

 3. imparare alcune tecniche di rilassamento (meditazione, visualizzazioni, respirazione);

 4. aumentare il senso di autoefficacia nel controllare la nostra reazione agli avvenimenti esterni (considera sempre che gli eventi e le altre persone non causano un determinato comportamento o una specifica emozione in noi: siamo sempre noi ad interagire con l’ambiente innescando o meno alcuni meccanismi);

 5. limitare le attività a cui ci si dedica. Identifica l’essenziale in modo selettivo e invalida o delega il resto, così da evitare di sentirti sempre carico di lavoro;

 6. concentrarsi su un problema alla volta e ricordare che non esistono fallimenti per chi sa imparare la lezione;

 7. porsi obbiettivi sfidanti, ma che siano raggiungibili, evitando, così, frustrazione e senso di inadeguatezza;

 9. essere coscienti che nel mondo reale il “tutto e subito” non funziona. La resilienza, il perseverare per ciò che si desidera nonostante le difficoltà, è un ottimo antidoto allo stress;

 10. usare lo Stress. Se non riesci a liberartene, prova ad usare la situazione stressante in un modo produttivo;

 11. fare una corretta e costante attività fisica, seguire un’alimentazione sana e dormire sufficientemente, con un ritmo regolare di sonno/veglia;

 12. liberarsi dal pensiero costante di ciò che fa star male, per pochi secondi al giorno; poi per qualche minuto, fino ad incrementare il sollievo durante la giornata;

 13. evitare medicine, alcool, alimentazione scorretta che, solo apparentemente, risolvono il problema.

 IN MEDIA RES COMUNICAZIONE SRL

The beauty and the pregnancy

The beauty and the pregnancy

Nasce oggi un nuovo trattamento di bellezza specifico per le donne in gravidanza proposto dal giovane brand B by Limoni.
La linea ideata prevede prodotti specifici in grado di mantenere il corpo tonico ed elastico e di concedere loro un trattamento di benessere.
La linea B Fit Zone comprende un gel rinfrescante specifico per le gambe, una gamma di prodotti fit zone per la cura del corpo, un olio tonificante e rielasticizzante per mantenere il corpo in forma e un thalasso scrub per il corpo.
Tutto questo nasce dall’esigenza di presentare alle donne prodotti che siano efficaci e che abbiano un vantaggio competitivo sul prezzo.
Il marchio B by Limoni è diventato noto in poco tempo, conquistando una posizione importante nel mercato della bellezza e del benessere. Questo è sottolineato dalla collaborazione esclusiva con Milano Fashion Week, come Official Make Up.
I prodotti della linea per la gravidanza sono disponibili presso i punti vendita e i corner Limoni e nelle profumerie La Gardenia.

UN RAGGIO DI NATURA SULLA PROPRIA PELLE

UN RAGGIO DI NATURA SULLA PROPRIA PELLE

Nomadismo, normalità e farmer style. Questi i trend del momento, ed è così che oggi le persone si vogliono sentire. La città incontra la campagna e di conseguenza ne adotta gli aspetti fondamentali. Sulle passerelle negli ultimi due anni abbiamo visto vagonate di tweed e hiking boots, Burberry Prorsum ha terminato la sfilata SS 14 facendo indossare, a una splendida Cara Delevingne, un enorme plaid dai toni campestri.

Lidewij Edelkoort, inserita dal Times come una dei 25 esperti di moda più influenti del mondo, già nel 2008, aveva detto che “la fattoria” sarebbe stata il nostro futuro.

Con l’industrializzazione e l’era tecnologica, l’uomo ha ora bisogno di un ritorno alle origini, alla manodopera e al contatto diretto con la terra. Da qui cambia ogni aspetto della vita umana. Si dà più importanza a ciò che mangiamo e alle teorie alimentari che prediligono una dieta ricca di fibre e vegetali, piuttosto che l’abuso di carni rosse e latte vaccino. I mercati a km zero sono l’ultima moda per la casalinga chic e la lavoratrice salutista. Cura, anche, nella scelta dei prodotti per la detersione della casa: si scelgono detergenti biodegradabili anche se più costosi. Si tende a vestirsi no-logo e con tessuti organici che non risultino nocivi né per l’uomo, né per l’ambiente. Le auto elettriche si stanno imponendo nel settore automobilistico e chi aveva rilegato in cantina la propria bicicletta, è oggi fiero di utilizzarla per domare il traffico cittadino. Di pari passo a questa tendenzaeco-friendly si sviluppa l’uso di una cosmesi naturale, che preservi la nostra pelle e la nutra nel profondo. BareMinerals è la risposta a questa esigenza. “Un’autorità nel settore del minerale nell’industria della cosmesi e bellezza”, come ama sottolineare Leslie Blodgett, creatrice e presidente esecutivo di Bare Escentuals.

L’azienda nasce, aprendo la prima boutique di bellezza nel 1976, in America. Nel 1994 inizia, nel giro di poco tempo, a farsi conoscere grazie al passaparola dalle giovani appassionate di cosmesi fino a essere utilizzato dai più famosi make-up artist che partecipano alle sfilate. Da questa linea di prodotti è nata una vera e propria comunità. “Bare Escentuals – racconta Leslie Blodgett – è nata quando abbiamo chiesto alle donne di pensare a un make-up che avrebbe potuto veramente cambiare il modo in cui consideravano se stesse e la loro pelle. Le abbiamo incoraggiate a un cambiamento, a mettere da parte il vecchio modo di pensare per provare un prodotto talmente unico e superiore che potesse toccarle nel profondo”. In 30 anni di attività Bare Escentuals ha aperto più di 110 boutique in tutto il mondo e i preziosi cosmetici minerali sono disponibili in esclusiva negli store Sephora.

Tutti i prodotti bareMinerals provengono dai minerali, ma non tutti i minerali sono uguali. Bare Escentuals, infatti, paragona le qualità delle sue materie prime ai diamanti più pregiati. I componenti che bareMinerals utilizza maggiormente sono: l’amido di mais, la vitamina C ed E, olio di semi di Jojoba e olio di Ylang Ylang pressato a freddo oltre agli estratti di foglie di aloe vera, camomilla e radice di liquirizia. Ingredienti puri e puliti che conferiscono un colorito naturale, dall’effetto acqua e sapone ma che assicurano la copertura a lunga tenuta che ogni donna desidera. Basta ad additivi chimici e sostanze nocive di cui la pelle non ha bisogno, stop anche a conservanti, borotalco, fragranze leganti e riempitivi.

BareMinerlas offre una vasta linea di cosmetici: il fondotinta Original e il fondotinta Matte opaco spf15, che assicurano una coprenza ideale, senza appesantire la pelle. La Polvere di finitura minerale e il Primer prime time, che elimina i segni di una pelle secca, le piccole righe, l’untuosità in eccesso e minimizza i pori per una perfetta applicazione del fondotinta. Touch Up Veil spf15, una cipria a base di minerali solidi contenenti un complesso minerale: alghe marine che nutrono e distendono le rughe. Correttori in diverse tonalità e la terra abbronzante Bronzer Ready, basta un colpo di pennello per strutturare e riscaldare l’incarnato, per un look luminoso, liscio e tonificato, con una difesa antiossidante. Grande importanza anche allo sguardo, con gli ombretti anallergici e in grado di ridurre i gonfiori. Le 3 matite eyeliner Lasting line, complete di sfumino e temperino. Tre tipologie diverse di mascara, per ogni esigenza e una vasta gamma di pennelli, in setole naturali, ideali per l’applicazione di questi cosmetici.

Nuova è la linea di rossetti marvelous Moxie, sedici tonalità vibranti, un’idratazione duratura e labbra rimpolpate.

Le fasi di applicazione sono semplici e si racchiudono in 3 gesti: girare, picchiettare e applicare!

Se si vuole imparare a utilizzare al meglio questi prodotti di fondamentale importanza è rivolgersi a Umberto Spinelli, truccatore italiano che oggi svolge il ruolo di Sales & Education Manager Italy per bareMinerals.

La formula esclusiva bareMinerals è la combinazione perfetta tra make-up e trattamento. Ogni carnagione e ogni età possono beneficiare dei risultati che bareMinerals sa offrire, con estrema naturalità.

“La bellezza salverà il mondo”, affermava il principe Miŝkin di Dostoevskij. E i milioni di donne che si affidano al marchio bareMinerals sono un’inesauribile fonte d’ispirazione per Bare Escentuals, che è sempre al loro ascolto per aiutarle a sentirsi belle e sicure di sé grazie con prodotti innovativi e irresistibili.

                                                                              Elisa Ghiringhelli

UN RAGGIO DI NATURA SULLA PROPRIA PELLE

UN RAGGIO DI NATURA SULLA PROPRIA PELLE

Nomadismo, normalità e farmer style. Questi i trend del momento, ed è così che oggi le persone si vogliono sentire. La città incontra la campagna e di conseguenza ne adotta gli aspetti fondamentali. Sulle passerelle negli ultimi due anni abbiamo visto vagonate di tweed e hiking boots, Burberry Prorsum ha terminato la sfilata SS 14 facendo indossare, a una splendida Cara Delevingne, un enorme plaid dai toni campestri.

Lidewij Edelkoort, inserita dal Times come una dei 25 esperti di moda più influenti del mondo, già nel 2008, aveva detto che “la fattoria” sarebbe stata il nostro futuro.

Con l’industrializzazione e l’era tecnologica, l’uomo ha ora bisogno di un ritorno alle origini, alla manodopera e al contatto diretto con la terra. Da qui cambia ogni aspetto della vita umana. Si dà più importanza a ciò che mangiamo e alle teorie alimentari che prediligono una dieta ricca di fibre e vegetali, piuttosto che l’abuso di carni rosse e latte vaccino. I mercati a km zero sono l’ultima moda per la casalinga chic e la lavoratrice salutista. Cura, anche, nella scelta dei prodotti per la detersione della casa: si scelgono detergenti biodegradabili anche se più costosi. Si tende a vestirsi no-logo e con tessuti organici che non risultino nocivi né per l’uomo, né per l’ambiente. Le auto elettriche si stanno imponendo nel settore automobilistico e chi aveva rilegato in cantina la propria bicicletta, è oggi fiero di utilizzarla per domare il traffico cittadino. Di pari passo a questa tendenza eco-friendly si sviluppa l’uso di una cosmesi naturale, che preservi la nostra pelle e la nutra nel profondo. BareMinerals è la risposta a questa esigenza. “Un’autorità nel settore del minerale nell’industria della cosmesi e bellezza”, come ama sottolineare Leslie Blodgett, creatrice e presidente esecutivo di Bare Escentuals.

L’azienda nasce, aprendo la prima boutique di bellezza nel 1976, in America. Nel 1994 inizia, nel giro di poco tempo, a farsi conoscere grazie al passaparola dalle giovani appassionate di cosmesi fino a essere utilizzato dai più famosi make-up artist che partecipano alle sfilate. Da questa linea di prodotti è nata una vera e propria comunità. “Bare Escentuals – racconta Leslie Blodgett – è nata quando abbiamo chiesto alle donne di pensare a un make-up che avrebbe potuto veramente cambiare il modo in cui consideravano se stesse e la loro pelle. Le abbiamo incoraggiate a un cambiamento, a mettere da parte il vecchio modo di pensare per provare un prodotto talmente unico e superiore che potesse toccarle nel profondo”. In 30 anni di attività Bare Escentuals ha aperto più di 110 boutique in tutto il mondo e i preziosi cosmetici minerali sono disponibili in esclusiva negli store Sephora.

Tutti i prodotti bareMinerals provengono dai minerali, ma non tutti i minerali sono uguali. Bare Escentuals, infatti, paragona le qualità delle sue materie prime ai diamanti più pregiati. I componenti che bareMinerals utilizza maggiormente sono: l’amido di mais, la vitamina C ed E, olio di semi di Jojoba e olio di Ylang Ylang pressato a freddo oltre agli estratti di foglie di aloe vera, camomilla e radice di liquirizia. Ingredienti puri e puliti che conferiscono un colorito naturale, dall’effetto acqua e sapone ma che assicurano la copertura a lunga tenuta che ogni donna desidera. Basta ad additivi chimici e sostanze nocive di cui la pelle non ha bisogno, stop anche a conservanti, borotalco, fragranze leganti e riempitivi.

BareMinerlas offre una vasta linea di cosmetici: il fondotinta Original e il fondotinta Matte opaco spf15, che assicurano una coprenza ideale, senza appesantire la pelle. La Polvere di finitura minerale e il Primer prime time, che elimina i segni di una pelle secca, le piccole righe, l’untuosità in eccesso e minimizza i pori per una perfetta applicazione del fondotinta. Touch Up Veil spf15, una cipria a base di minerali solidi contenenti un complesso minerale: alghe marine che nutrono e distendono le rughe. Correttori in diverse tonalità e la terra abbronzante Bronzer Ready, basta un colpo di pennello per strutturare e riscaldare l’incarnato, per un look luminoso, liscio e tonificato, con una difesa antiossidante. Grande importanza anche allo sguardo, con gli ombretti anallergici e in grado di ridurre i gonfiori. Le 3 matite eyeliner Lasting line, complete di sfumino e temperino. Tre tipologie diverse di mascara, per ogni esigenza e una vasta gamma di pennelli, in setole naturali, ideali per l’applicazione di questi cosmetici.

Nuova è la linea di rossetti marvelous Moxie, sedici tonalità vibranti, un’idratazione duratura e labbra rimpolpate.
Le fasi di applicazione sono semplici e si racchiudono in 3 gesti: girare, picchiettare e applicare!
Se si vuole imparare a utilizzare al meglio questi prodotti di fondamentale importanza è rivolgersi a Umberto Spinelli, truccatore italiano che oggi svolge il ruolo di Sales & Education Manager Italy per bareMinerals.
La formula esclusiva bareMinerals è la combinazione perfetta tra make-up e trattamento. Ogni carnagione e ogni età possono beneficiare dei risultati che bareMinerals sa offrire, con estrema naturalità.
“La bellezza salverà il mondo”, affermava il principe Miŝkin di Dostoevskij. E i milioni di donne che si affidano al marchio bareMinerals sono un’inesauribile fonte d’ispirazione per Bare Escentuals, che è sempre al loro ascolto per aiutarle a sentirsi belle e sicure di sé grazie con prodotti innovativi e irresistibili.

                                                                              Elisa Ghiringhelli

I COLORI DELLA SALUTE

I COLORI DELLA SALUTE

Rosso, giallo e nero sono i primi tre colori impiegati per decorare le caverne dalle popolazioni primitive, ad Altamura in Spagna.

Gli Assiro babilonesi ne aumentano la gamma per ornare gli abiti-tunica, e l’evoluzione nella moda arriva oggi a un punto in cui un colore identifica uno stilista e un momento storico: il rosso di Valentino, l’arancione di Hermes, il blu di Giorgio Armani. Ci sono poi il rosso Ferrari e il giallo Lamborghini, nel mondo dei motori. Colore anche nel design con i vasi di Venini, i giochi di trasparenze negli oggetti di Lalique, i divani multicolor di Roche Bobois.

I colori portano alla mente dell’individuo emozioni legate a ricordi, sensazioni e percezioni, inoltre hanno un effetto riequilibrante sull’unità corpo-mente. Vengono tecniche terapeutiche,

L’applicazione del colore con fini terapeutici, ampiamente dimostrati, basa il suo sapere anche su conoscenze e filosofie millenarie come la Medicina Tradizionale Cinese e Indiana.

Due i principi fondamentali della prima, (MTC): lo Yin con polarità negativa e lo Yang di polarità positiva. Indivisibili, formano il Qi o Tutto, che è simbolizzato dal Tao: un cerchio diviso in due da una linea sinuosa, in cui la parte bianca corrisponde allo Yin e quella nera allo Yang. L’universo basa il suo movimento su queste due forze opposte, risente di un’azione reciproca e antagonista che influisce su ogni cosa.

Inoltre la MTC presenta la teoria dei 5 elementi: legno, fuoco, terra, metallo e acqua che si influenzano e regolano tra loro in cicli di produzione e inibizione, con la finalità di mantenere l’equilibrio interno del corpo-mente. Ogni elemento è associato a un organo e a un viscere, possiede un colore regolatore.

La stessa MTC applica determinati colori sui punti di Agopuntura e su quelli auricolari.

La Medicina Tradizionale Indiana (MTI), afferma che nel corpo sono presenti due correnti: una con polarità negativa, Ida, e una positiva Pingala, che scendono lateralmente all’asse della colonna vertebrale. Tra le due si muove una terza energia, Sushumna, che la medicina occidentale denomina midollo spinale. Allineati verticalmente sulla linea mediana superficiale anteriore e posteriore del corpo, già dalla nascita, sono presenti i 7 chakra maggiori o ruote energetiche. Ogni chakra è una sorta di porta che trasmette al corpo un determinato tipo di informazione, come ad esempio la frequenza di un colore.

Il rosso, che trasporta la più alta energia, si associa al primo chakra o Basale, denominato Muladhara in sanscrito, antica lingua dell’India. Corrisponde all’elemento fuoco nella MTC, ed è il colore Yang per eccellenza. Simbolizza il sole, l’estate, il Sud e la felicità. Rappresenta gli dei della guerra, l’aggressività, la passione e l’allegria, l’uomo e l’oro, ma anche la forza del corpo fisico; stimola la produzione del sangue e riscalda il corpo umano. Il suo colore complementare è il verde.

L’arancione corrisponde al secondo chakra o Sacrale, chiamato Swadhisthana, la polarità è Yang. Rappresenta il sol nascente, la crescita, la gioia e la serenità.

È simbolo di sensualità, stimola la respirazione profonda ed è consigliato nel trattamento della depressione, dell’introversione eccessiva, dell’asma e dei reumatismi. Il suo colore complementare è il blu.

Il giallo è collegato al terzo chakra, o del Plesso,  situato appunto nel plesso solare, Manipura. Secondo i cinesi è il grande controllore del sistema nervoso, è un colore di natura Yang e si divide in due tonalità: quella chiara è il simbolo dell’intelletto, della fede e della bontà, mentre quella più scura indica furbizia, gelosia e avarizia. Rappresenta la razionalità, l’intelletto, l’emisfero cerebrale sinistro e il potere dato dalla sensazione di dominio. Si impiega in caso di problemi digestivi e di comportamento come: arroganza, iper-criticità, alterigia, prepotenza. Lo complementa il viola.

Il verde è il colore terapeutico Yin per il quarto chakra: Anahata, situato nella zona cardiaca, rappresenta la Natura della quale è il colore basico, corrisponde all’elemento legno. Rilassa, tranquillizza, aiuta a riflettere; disintossica, combatte le infiammazioni fluidificando i ristagni e di conseguenza decongestiona.

È il colore dell’armonia, si associa alla vita, alla primavera e al risveglio della natura.

Si applica in caso di mal di testa, di febbre e di dolori nevralgici. Rosso il suo complementare.

Il blu si associa al quinto chakra: Vishudda, ed è posto al centro della gola. Per la Tradizione Cinese è di natura Yin e corrisponde all’elemento legno come il verde. È il colore della grande profondità, dell’essenza del femminile. Rappresenta l’empatia con il cosmo, il desiderio di aprirci a esso attraverso la comunicazione con il mondo circostante. È il colore dell’intelletto, della verità, della prudenza e della fedeltà. Ha proprietà calmanti, antisettiche, astringenti e anestetizzanti. È terapeutico per l’eccesso di calore e per i sintomi dolorosi in generale, armonizza l’umore. Si complementa con l’arancione.

L’indaco corrisponde al sesto chakra: Ajna, è situato al centro della fronte e denominato terzo occhio. È un colore Yin, molto profondo, composto da blu e viola, e in lui si fondono alcune proprietà di entrambi i colori. Aumenta la percezione sottile, coadiuva nell’osservazione critica la realtà che ci circonda. Indicato in caso di ossessioni, emotività eccessiva, isteria, epilessia, ipocondria e allucinazioni. Aiuta nelle pratiche meditative e rappresenta la capacità intuitiva; controlla la parte inferiore del cervello, gli occhi e l’ipofisi. Grande anestetico, ha una potente azione purificatrice del sangue. L’ arancione-pesca è il  suo complementare.

Il viola, è il colore del settimo chakra: Sahasrara, denominato anche La Corona, di natura è Yin.

È la nuance della parte destra del cervello, rappresenta la capacità percettiva, quella sintetica e intuitiva, l’obiettivo da conseguire e la realizzazione dei desideri. Possiede la più alta frequenza, e ciò gli permette portare la sua vibrazione al sistema nervoso centrale superiore; riequilibra le eccitazioni nervose e circolatorie, è indicato quindi nelle nevrosi, nevralgie, e infiammazioni dei nervi. Si usa per il trattamento di crampi, per stimolare la circolazione venosa, per l’epilessia, la meningite e i tumori.

La terapia con i colori viene applicata anche attraverso lacromopuntura, può essere associata ad altre tecniche terapeutiche naturali e ortodosse, complementandone e potenziandone l’effetto. Previene la manifestazione dei disturbi della salute, coadiuva nel trattamento terapeutico, ed è priva di effetti collaterali.

È una tecnica metodologica riequilibrante dell’unità corpo-mente, che applica i colori attraverso l’uso di una luce contenuta in una penna: il colore necessario viene proporzionato da dischietti colorati, i quali sono composti da gel kodak, e si inseriscono nelle punte in cristallo. Queste sono intercambiabili e hanno forme diverse a seconda delle zone di applicazione: su chakra o su punti diagopuntura auricolare.

Zuccari propone al mercato diversi modelli di penne con efficacia comprovata:

  1. il set C 800, per neofiti, dotato di 7 filtri polarizzati e lampada a luce incandescente;

  2. il set professionale C8000, con 7 filtri in gelatina Kodak inseribili a baionetta, punta in cristallo di rocca e affinamento della focalizzazione, il tutto in una completa custodia in legno;

  3. la C9000X, realizzata interamente in lega leggera, con le caratteristiche sopra esposte, in più una lampadina allo xeno ad altissima efficienza;

  4. il kit completo C9000X, e inoltre dischi in gelatina, punte di diverse misure, lampadine.

  5. A tutti i modelli è affiancato il compendio di cromopuntura.

Stefano Sala fonda la Zuccari nel 1993. L’impresa trentina  si presenta in un mercato estremamente competitivo, riesce comunque a romperne i paradigmi grazie a una visione olistica che la porta  a ricercare, a innovare formule e creare così articoli di qualità superiore.

L’azienda dal 1996 collabora con Andrea Ferrari, laureato in Ingegneria elettronica e specializzato negli Stati Uniti in Intelligenza Artificiale, ritenuto dagli addetti ai lavori uno dei tecnici di punta italiani in bio-elettronica.

Ferrari, dall’età di 13 anni, studia arti marziali e ha così un contatto diretto con le filosofie orientali. Tra le sue molteplici attività, vi è l’insegnamento della cromopuntura.

                                                       Arianna Eleonora Fiorini

I PREZIOSI OLI ESTRATTI DAL PESCE

I PREZIOSI OLI ESTRATTI DAL PESCE

Gli acidi grassi polinsaturi Omega-3, come quelli di origine marina EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), sono acidi grassi essenziali, in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli e devono quindi essere assunti con la dieta o attraverso una specifica supplementazione. Questa famiglia di nutrienti influenza processi fisiologici fondamentali per il mantenimento dello stato di salute.“Tre/quattro etti di pesce al giorno corrispondono a circa 1grammo di Omega 3, dose che si consiglia di assumere ogni giorno”, afferma Aldo Pietro Maggioni, Responsabile Centro Studi ANMCO. Esistono così integratori alimentari e i farmaci che contengono una più alta concentrazione del principio attivo: superiore all’85%. E da pochi giorni è disponibile in farmacia il primo farmaco generico a base di Omega 3, acidi grassi polinsaturi che riducono signifiticamente il rischio di un secondo intervento cardiovascolare e diminuiscono l’eccesso di trigliceridi.

Questo aspetto è di grande importanza, in quanto studi clinici hanno dimostrato che la prevenzione cardiovascolare è prodotta con Omega-3 in concentrazione superiore all’85%.

Grazie a un innovativo processo di produzione, nel farmaco non sono presenti conservanti, e il principio attivo proviene da pesce azzurro di specie non a rischio di estinzione e poco soggette al bioaccumulo di sostanze nocive come il mercurio. Per estrarre e purificare l’olio di pesce non vengono usati solventi organici ed è garantita un’efficace rimozione dei potenziali contaminanti.

Il farmaco è indicato per:

  1. Ipertrigliceridemia: riduzione dei livelli elevati di trigliceridi quando la risposta alle diete e ad altre misure non farmacologiche da sole si sia dimostrata insufficiente; il trattamento deve essere sempre associato ad adeguato regime dietetico

  2. Prevenzione secondaria nel paziente con pregresso infarto miocardico: in associazione ad altre misure terapeutiche, quando appropriate, è indicato per ridurre il rischio di mortalità

Il Servizio Sanitario Nazionale concede, attraverso le note 13 e 94 dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), la somministrazione gratuita degli Omega-3 in caso di: ipertrigliceridemia familiare, iperlipemia familiare combinata, ipertrigliceridemia con insufficienza renale moderata e grave e in prevenzione secondaria entro un anno dall’infarto del miocardio.

Il più ampio studio sugli effetti della supplementazione con Omega-3 in pazienti a rischio cardiovascolare elevato è il GISSI-Prevenzione, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet, condotto in Italia su più di 11 mila pazienti sopravvissuti a un infarto miocardico. Al termine del periodo di studio, il trattamento con Omega-3 ha comportato la riduzione del 20% dell’incidenza della mortalità per infarto del miocardio e del 40% della morte improvvisa. Lo studio GISSI-Prevenzione ha inoltre rilevato una riduzione della concentrazione dei trigliceridi nel sangue del 3,4% nei soggetti che hanno ricevuto una supplementazione con Omega-3.

Il successivo studio GISSI-HF, sempre pubblicato sulla rivista The Lancet, ha invece investigato i benefici del trattamento con Omega-3 in pazienti con scompenso cardiaco cronico, e i risultati sono stati una riduzione della mortalità totale del 9% e una riduzione della mortalità cardiovascolare e delle ospedalizzazioni cardiovascolari del 8% in pazienti ad alto rischio. Nonostante queste evidenze, l’AIFA non ha ancora recepito l’indicazione degli Omega-3 nella prevenzione cardiovascolare in pazienti con scompenso cardiaco.

“Grazie ai dati dell’Osservatorio Epidemiologico cardiovascolare – messi a punto con la collaborazione fra l’Istituto Superiore Sanità e l’Associazione Nazionale Medici cardiologi Ospedalieri (ANMCO) e la Fondazione per il Tuo Cuore – e presentati al recente congresso Nazionale ANMCO, è stato possibile scattare la fotografia del rischio cardiovascolare della popolazione italiana – riferisce Michele Gulizia, Presidente ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri –. I risultati sono poco lusinghieri: 9 italiani su 10 bocciati in stile di vita. Negli ultimi 10 anni il rischio cardiovascolare globale si è ridotto del 6% negli uomini e del 15% nelle donne, e il numero degli infarti e degli ictus è rimasto stabile grazie ad una maggiore consapevolezza e aderenza alle terapie in grado di controllare l’ipertensione e le altre patologie cardiovascolari. Ma 30 milioni di italiani presentano fattori di rischio, che sommati moltiplicano esponenzialmente il rischio cardiovascolare, rappresentati principalmente da cattiva alimentazione, ipercolesterolemia, sovrappeso e obesità, un cattivo stile di vita e sedentarietà. Bisogna quindi migliorare l’alimentazione con una cucina che prediliga il consumo di pesce, di verdura e frutta, limitando alcolici, dolci e salumi e, contemporaneamente, aumentare il tempo dedicato allo sport, ma anche più semplicemente al movimento, come ad esempio una camminata a passo sostenuto fatta regolarmente più volte alla settimana”.

                                                                         Clementina Speranza