da ilpuntosalute | 10 Lug, 2015 | Moda
Immaginate abiti griffati dal design italiano, Armani, Versace, Max Mara, Valentino, realizzati con stoffe provenienti dal carapace del granchio, dalle proteine del latte, dalla soia e dal legno… Molti ‘tessuti eco’ vengono selezionati in uno showroom di Milano che si chiama C.L.A.S.S (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy) ed è una realtà italiana ideata da Giusy Bettoni. Si tratta di un network internazionale multi-piattaforma che presenta a designer, buyer, media e operatori del settore una vetrina di moda, e di materiali esclusivi e non convenzionali fabbricati con tecnologie smart e sostenibili.
“C.L.A.S.S propone servizi di consulenza globali di comunicazione, marketing e sviluppo prodotto. È specializzata in un nuovo modo di intendere il lusso per la moda e il tessile che offre soluzioni innovative e su misura – afferma Giusy Bettoni –. I prodotti sono pensati per ridurre l’utilizzo di petrolio e promuovere, invece, risorse sostenibili e rinnovabili”. Negli ultimi anni è aumentata la convinzione che le scelte sostenibili aggiungano valore ed esclusività all’articolo moda, anziché toglierne. “Nell’immaginario comune, il binomio moda e sostenibilità è spesso sinonimo di un prodotto privo di stile, estetica, emozione, e talvolta anche di qualità – osserva Giusy Bettoni, CEO di C.L.A.S.S –. Negli ultimi anni fortunatamente si sono fatti molti passi avanti per sfatare questo mito”.
NATURALI E ORGANICI, RIGENERATI E RICICLATI, RINNOVABILI INNOVATIVI sono le categorie di tessuti proposte da C.L.A.S.S. “I tessuti NATURALI E ORGANICI sono creati in lana, seta, cashmere, yak, cotone, lino, canapa e ortica – precisa la Bettoni –. Si tratta di tessuti pregiati e realizzati soprattutto in Italia”. Le stoffe RIGENERATE E RICICLATE sono rappresentate da poliestere riciclato (Newlife™), poliammide riciclata, cashmere, cotone, denim, seta, lana di nuova generazione come Re.Verso™ e prodotti per ridurre il carbon footprint. I tessuti RINNOVABILI INNOVATIVI sono ottenuti da nuovi biopolimeri (Ingeo™, di natura vegetale compostabili), carta, proteine del latte, soia, alghe, cellulosiche rigenerate, fibre del legno, bambù, Modal/Micromodal e fibra di carapace di granchio.
NEWLIFE™
La vera rivoluzione tessile è rappresentata da Newlife™. “Newlife™ è il risultato di un progetto sviluppato da Sinterama, un’azienda di Biella specializzata nella produzione di fili e filati di poliestere colorati – riferisce la fondatrice di C.L.A.S.S –. Una piattaforma tecnologicamente innovativa che offre una vasta gamma di fili di poliestere riciclato d’alta qualità. I filati sono prodotti attraverso il riciclo di bottiglie di plastica raccolte nel Nord Italia”. Dopo le fasi di pulizia, taglio e granulazione, le bottiglie recuperate vengono trasformate attraverso un processo meccanico nel polimero Newlife™. “Si sono svolti studi specifici (Life cycle Assesment, a cura dell’ICEA) sull’impatto di questa fibra sull’ambiente – riferisce il CEO di C.L.A.S.S –. La realizzazione di Newlife™ consente il risparmio del 60% di energia, del 94% di acqua e del 32% di CO2”. Il polimero consente una grande versatilità nella funzionalità e nelle applicazioni. È inoltre easy care e easy wear. “Armani e Valentino l’hanno sperimentato per degli abiti esclusivi, realizzati rispettivamente per la serata dei Golden Globes e della notte degli Oscar. Mentre Weekend, linea di Max Mara, l’ha incluso nelle sue collezioni a partire dall’estate 2014. Questi solo alcuni prestigiosi brand della moda italiana che utilizzano i tessuti con la fibra Newlife™ – dichiara Giusy Bettoni –. Gli stilisti italiani sono sempre più sensibili al tema dell’ecosostenibilità”.
Re.VerSo™
C.L.A.S.S propone anche tessuti della collezione Re.VerSo™. “Re.VerSo™ è il marchio identificativo di una catena d’approvvigionamento evoluta composta da Green Line, Nuova Fratelli Boretti che insieme a “trasformatori” selezionati e esclusivi come A. Stelloni Collection by Mapel per i tessuti moda, Filatura C4 per filati per il contract e Filpucci per filati da maglieria, danno vita a una collezione tessile di “re-engineered wool” che utilizza un nuovo approccio produttivo completamente integrato, tracciabile, 100% Made in Italy – afferma Giusy Bettoni –. I prodotti Re.VerSo™ sono innovativi ed esclusivi”. Le stoffe Re.VerSo™ si contraddistinguono per l’alto contenuto di materiali nobili, lane, cashmere, camel, e per la continua ricerca e innovazione su filati, disegni, colori, trattamenti speciali di finissaggio. Della collezione Re.VerSo™ fanno parte melton, tessuti a pelo, drap, loden, jersey, uniti, mélange, fantasia e stampati, con finissaggi infeltriti, lavati, calandrati, in una vasta gamma di pesi, tutti personalizzabili secondo le necessità dei clienti. Re.VerSo™ offre articoli sempre in linea con le più attuali tendenze moda. Primo esempio di utilizzo di questa piattaforma è Gucci con un cachemire Re.verso ™ per le collezioni uomo donna e bambino relative alla stagione a/i 2015 – 2016.
Bacx™ by Centro Seta
“Bacx™ by Centro Seta è la prima vera collezione di tessuti in seta di nuova generazione con composizioni innovative. I risultati sono il frutto di ricerca, processi e soluzioni eco – riferisce il CEO di C.L.A.S.S –. Centro Seta è un’azienda fiorentina che opera nell’ambito della produzione tessile, con forti connotazioni moda e creatività”.
Alla proposta di seta certificata GOTS (Global Organic Textile Standard) si aggiungono due linee sempre firmate Bacx™ by Centro Seta.
- Tessuti in mischie di seta GreenFiber™: sviluppati con un nuovo filato di seta derivato dal riutilizzo dei cascami e firmato GreenFiber™. Tessuti con un’inedita mano naturale e con un look prezioso.
- Tessuti in mischie di seta eco-high tech Newlife™: soluzioni innovative che integrano la raffinatezza e i canoni della seta tradizionale con la praticità e la versatilità del filo di nuova generazione Newlife. Una proposta sportiva per le esigenze di un consumatore più moderno.
Oggi, le aziende offrono bellezza, glamour, classe, strutture e qualità fisiche uniche a tessuti e a capi d’abbigliamento. L’innovazione è la scelta responsabile, vincente e competitiva per proporre al mercato articoli ecosostenibili e di qualità per una moda che guarda al futuro.
Simone Lucci
Giusy Bettoni è CEO e fondatore di C.L.A.S.S (Creativity lifestyle sustainable Sinergy www.classecohub.org), una piattaforma internazionale creata nel 2007, unica nel suo genere. C.L.A.S.S. mette in mostra le innovazioni e i materiali moda più esclusivi e d’eccellenza che utilizzano le tecnologie più smart e responsabili, pensati per i designer, l’industria e il business. La sua esperienza si consolida attraverso 30 anni di impegno nel sistema tessile internazionale, a partire dallo sviluppo del settore fibre–materie prime e con un approccio all’ingredient branding a 360 gradi per le più importanti organizzazioni internazionali. Negli ultimi 10 anni il target si è focalizzato sulla comunicazione di un messaggio forte e innovativo: l’innovazione responsabile nel tessile e nella moda come vantaggio competitivo chiave.
Giusy Bettoni fa parte dell’advisory board di Eco-Age, è consulente per l’innovazione responsabile per Premiere Vision, l’organizzatore leader a livello internazionale di fiere per l’industria della moda.
da ilpuntosalute | 10 Lug, 2015 | Benessere
Con l’arrivo della calda stagione estiva si assiste spesso a una corsa per preparare il corpo a fronteggiare la tanto temuta prova costume. C’è chi si chiude in palestra e chi si rifugia in diete anche improvvisate. ZUCCARI seleziona ingredienti naturali, attivi ed efficaci che permettono di rispondere a esigenze mirate per i consumatori. Nasce, infatti, Fordren®, la prima gamma di drenanti che espelle le tossine nei punti critici, aiuta a ritrovare la linea ed espelle i liquidi. Quattro i trattamenti specifici che si concentrano in pancia, cosce, gambe e glutei per contrastare la ritenzione idrica. Ogni prodotto Fordren® è formulato con estratti titolati, senza zuccheri aggiunti ed è privo di: edulcorati, coloranti, conservanti, alcool, glutine, OGM e acqua aggiunta.
Gli ingredienti presenti in tutti gli articoli Fordren® sono:
Caigua ed Equiseto per il drenaggio dei liquidi;
Artemisia per la funzione digestiva;
Vite rossa per la funzione antiossidante e per promuovere il microcircolo;
Cardo mariano per la funzione depurativa;
Fibra d’Acacia per l’equilibrio della flora batterica intestinale;
Magnesio per contribuire all’equilibrio idrosalino.
Alla formula evoluta drenante e depurativa comune a tutti i prodotti vengono aggiunti di volta in volta attivi specifici in base alla zona da drenare.
Fordren® PANCIA PIATTA regolarizza il transito intestinale grazie all’azione del Rabarbaro, da sempre utilizzato per le sue proprietà medicinali e agisce sulle funzioni digestive. Un’erba importante che favorisce la pancia piatta.
Fordren® COSCE GLUTEI & CELLULITE drena i liquidi, depura, svolge un funzione digestiva, antiossidante ed equilibra la flora batterica e il valore idrosalino. L’azione del Gambo d’Ananas, fonte di Bromelina, favorisce il drenaggio dei liquidi e contrasta gli inestetismi della cellulite.
Fordren® GAMBE & MICROCIRCOLO migliora la funzionalità del microcircolo e riduce la pesantezza delle gambe con l’intervento dell’Estratto di Mirtillo nero. Il frutto possiede un elevato contenuto di antocianosidi, favorendo l’elasticità, il tono e il rafforzamento del tessuto connettivo dei vasi sanguigni. Inoltre, il prodotto migliora il microcircolo.
Fordren® COMPLETE è adatto a chi ha più esigenze e vuole contemporaneamente agire su più fronti. Il prodotto racchiude le attività degli altri prodotti Fordren®, ma in una quantità inferiore e ideale per un multi-effetto.
Assumere il drenante è molto semplice, occorre versare 10 ml di Fordren® in 500 ml d’acqua da bere durante la giornata. Gli articoli specifici coprono 25 giorni di trattamento, mentre Fordren® complete copre 30 giorni.
Rimettersi in forma e ritrovare la linea è il primo passo verso la cura del corpo, per un fisico sano da mostrare anche sulle bianche spiaggia.
Simone Lucci
ZUCCARI nasce a Trento nel 1993 dalla volontà di Stefano Sala, appassionato di integrazione alimentare e prodotti naturali, con la moglie Katja Ravagni e con il padre Giorgio Sala. L’azienda risulta vincente grazie al suo approccio olistico, alla ricerca, alla qualità formulativa e a un marketing dinamico orientato ai bisogni del consumatore. Grazie alla rottura dei paradigmi del mercato, ZUCCARI accumula esperienza anno dopo anno fino a diventare una grande azienda europea nel settore dell’integrazione alimentare e della cosmesi naturale di alta qualità.
da ilpuntosalute | 3 Lug, 2015 | Informazioni mediche
L’invecchiamento delle popolazioni rappresenta uno dei più grandi traguardi dell’umanità, ma anche una delle maggiori sfide economiche e sociali che le società si trovano a dover fronteggiare oggi. Ciò vale in particolare per l’Italia che risulta il Paese più vecchio del mondo insieme a Giappone e Germania. Sono le Marche la regione italiana che ha la più alta aspettativa di vita e l’Ogliastra (città nell’entroterra sardo) è tra le aree della Terra con maggior concentrazione di centenari. Quali sono le abitudini di vita degli abitanti dell’Ogliastra? Famiglia, senso di appartenenza alla comunità, rispetto e valorizzazione degli anziani sono gli elementi fondamentali della vita sociale, così come l’alimentazione modesta basata soprattutto su prodotti caseari (latte e formaggio di capra), legumi, orzo e vino rosso.
Un Italiano su 5, vale a dire il 21% della popolazione. Con 6 milioni di 65-74enni (10,6% della popolazione), più di 4 milioni di 75-84enni (7,6% della popolazione), oltre 1 milione e 700mila di ultra 85enni e circa 16.500 ultracentenari, quasi triplicati negli ultimi 10 anni.
Invecchiare in salute non è soltanto un obiettivo personale ma anche sociale.
In Italia l’influenza è ancora oggi la terza causa di morte per patologia infettiva dopo AIDS e tubercolosi. Ogni anno vengono colpite in media 4 milioni di persone. Negli anziani la malattia può causare complicanze tali da rendere necessario il ricovero ospedaliero, portare alla perdita dell’autosufficienza e, in casi estremi, alla morte. Sono circa 8 mila all’anno i decessi correlabili all’influenza, di cui l’80% è rappresentato da anziani. Alti tassi di mortalità si registrano anche per la polmonite pneumococcica, causa del 2% dei ricoveri ospedalieri con degenza superiore ai 10 giorni in Europa. Secondo i dati Istat, nel 2012 in Italia sono morte oltre 9.200 persone con più di 65 anni a causa dell’infezione; oltre 100 mila sono stati gli anziani dimessi per polmonite in seguito a ricovero ospedaliero. Anche l’herpes zoster, alias “Fuoco di Sant’Antonio”, è una patologia ad alto impatto sulla popolazione anziana. È destinata a soffrirne nel corso della propria vita circa 1 persona su 4, in 2 casi su 3 dopo i 50 anni. L’infezione, causata dalla riattivazione del virus della varicella contratto da bambini, colpisce ogni anno oltre 1,7 milioni di persone in Europa, circa 157 mila in Italia. Il 20-25% dei pazienti over 50 sviluppa inoltre la sua complicanza più temibile, la nevralgia post-erpetica, un dolore neuropatico talmente forte e che può perdurare per anni, tale da impedire il proseguimento di una vita normale.
da ilpuntosalute | 1 Lug, 2015 | Moda
Quando la partenza per un viaggio si avvicina, l’eccitazione e la felicità fanno sempre i conti con un incubo che colpisce donne e uomini indistintamente: lo spazio in valigia. “ASAP, un’azienda nata nel 2007 con diversi progetti che hanno tutti come filo conduttore la sostenibilità, presenta il progetto 1KNIT2WEAR, una maglia reversibile realizzata senza cuciture – afferma Lucrezia Piscicelli, store manager ASAP –. Un capo che consente di risparmiare spazio nei bagagli, perché è come viaggiare con due capi in uno”. 1KNIT2WEAR è double face, creato con due filati di colore differente. “I designer hanno volutamente scelto di dare maggiore importanza a un colore rispetto a un altro per rispecchiare il tratto distintivo della linea: la reversibilità – dichiara lo store manager–. I pattern sono personalizzabili, per fornire alla clientela un capo d’abbigliamento adatto a ogni occasione”.
La maglia 1KNIT2WEAR è prodotta tramite un unico processo di lavorazione. “Solitamente, i vestiti nascono attraverso l’assemblaggio dei vari pezzi che lo compongono – riferisce Piscicelli–. Le maglie firmate ASAP sono realizzate in un unico momento, grazie a una tecnologia innovativa giapponese messa appunto per la tessitura dei filati. I macchinari nascono 4/5 anni fa e fabbricano il prodotto in 60/90 minuti”.
Il capo è confezionato in lana. “L’azienda utilizza una lana leggerissima. Le maglie pesano meno di 200g e cucite con materiali made in Italy – chiarisce Lucia Piscicelli–. Il brand presenta la prima collezione per donna e per uomo. Modelli sia con lo scollo a V, sia a girocollo. ASAP mette anche a disposizione dei consumatori una maglia large per chi preferisce indossare capi d’abbigliamento più comodi”.
RVR LARDINI è l’ultimo progetto proposto da ASAP insieme a 1KNIT2WEAR. I capi reversibili RVR LARDINI sono realizzati con tessuti naturali da un lato e tessuti water repellent dall’altro. Una linea versatile e innovativa perfetta per chi viaggia, studiata nei minimi particolari per una riduzione dell’ingombro. I capi RVR Lardini hanno come packaging una busta che può essere utilizzata come cuscino.
Pelle Conciata al Vegetale, Natural Dye Cachemire, Recycled e 100% Natural sono le linee proposte da ASAP. “Pelle Conciata al Vegetale rappresenta i prodotti ottenuti con pellami conciati con materiali vegetali e senza l’utilizzo di cromo o sostanze chimiche – riferisce lo store manager ASAP –. Capi d’abbigliamento e accessori sicuramente meno inquinanti”. Natural Dye Cachemire raggruppa gli articoli confezionati in cachemire 100% colorato al naturale, per tale motivo il processo inquinante è ridotto. “Recycled prevede il recupero di filati e tessuti da magazzini di prestigiose aziende italiane, non più utilizzati, perché disponibili in quantità troppo limitate per una gestione produttiva industriale – specifica Piscicelli –. Stoffe e filati nuovi e di altissima qualità, la cui scarsa quantità consente di proporre sul mercato modelli unici, dove si possono abbinare colori e fantasie”. La linea Recycled si suddivide in Recycled Knit, Recycled Jersey e Recycle Fabric. “100% Natural è la linea più invernale. Maglioni e sciarpe in preziose fibre naturali, yak, cammello, cashmere non sottoposti a processi di tintura. Un progetto a basso impatto ambientale”.
Gli articoli sono realizzati in Italia al fine di salvaguardare il patrimonio delle abilità artigianali e di garantire una filiera produttiva corta. Tutto nel rispetto dell’ambiente.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 30 Giu, 2015 | Vino
C’è un’isola immersa nel verde, all’interno della quale gli ospiti possono degustare vini rigorosamente biologici, pranzare, cenare e alloggiare in una residenza che vuole ricreare l’atmosfera di casa. Qui il vino non si versa solo nei calici, è nel paesaggio ricamato di vigneti in cui perdere lo sguardo, ma è anche impiegato per trattamenti corpo e viso con cui farsi cullare nella beauty farm, abbandonandosi ai piaceri della vinoterapia e ai benefici delle proprietà contenute nell’uva. Ci troviamo a circa quaranta chilometri a sud di Perugia, nella tenuta Roccafiore.
Sostenibilità è la parola chiave per la cantina Roccafiore. Produce, infatti, solo vini biologici, con certificazione UE, ottenuti da vitigni autoctoni: Grechetto di Todi, Trebbiano Spoletino, Sangiovese, Sagrantino e Montepulciano. Per l’azienda produrre vini naturali non rappresenta, un semplice vantaggio competitivo, ma costituisce una filosofia produttiva.
Immersa nel verde delle vigne e dei boschi, tra dolci colline in cui le coltivazioni si alternano a vigneti, oliveti e seminativi, Roccafiore è una vera e propria “riserva bionaturale”, che conserva la tradizione agricola del territorio di Todi e nello stesso tempo impiega le più recenti innovazioni tecnologiche, trasformandole in ulteriori strumenti di tutela dell’ecosistema esistente. “Il rispetto della natura deve essere un imperativo a 360 gradi”, afferma con convinzione Luca Baccarelli, classe 1984, alla guida di questa realtà voluta dal padre Leonardo.
È per questo che a Roccafiore la qualità dell’ambiente è considerata un fattore produttivo al pari di terra, clima, vitigno, scelte colturali. Lo è in ogni più piccola attività che si svolge all’interno della tenuta. Roccafiore è stata, infatti, tra le prime aziende vitivinicole in Italia ad adottare la scelta del fotovoltaico, con un impianto di 3 mila metri quadri che, con i suoi 191 kwatt, consente l’autoproduzione di energia e permette anche di risparmiare emissioni per circa 90 mila Kg di CO2 all’anno (equivalenti alle emissioni di 150 voli aerei sulla tratta Roma – New York).
Le vinacce esauste, poi, vengono utilizzate per fertilizzare in modo naturale i vigneti. La sensibilità nella conservazione del territorio e della sua biodiversità si concretizza anche in altre scelte orientate a un totale rispetto dell’ambiente, come l’utilizzo di bottiglie alleggerite, l’adozione di biocarburanti per i mezzi agricoli, la riduzione di consumi idrici e il riutilizzo delle acque. Tutto ciò si integra perfettamente in un sistema in cui la viticoltura biologica ed ecosostenibile è considerata una missione. “Abbiamo creato un’azienda che rispetta l’ambiente, e per fare questo abbiamo deciso di fare scelte drastiche: applicare l’agricoltura biologica a tutte le coltivazioni – afferma con orgoglio Luca Baccarelli –. Noi accompagniamo il vino nella sua vita, e dobbiamo intervenire il meno possibile, è questa la nostra filosofia. Chi stappa una nostra bottiglia deve avere la percezione che quel prodotto nasce tutelando l’ecosistema che lo circonda. Mi sono avvicinato all’uva quando ero ancora piccolissimo, vendemmiando a 6 anni nel vigneto del nonno. A 21 anni sono entrato in Roccafiore, con la prima vinificazione. Ho approfondito le mie conoscenze studiando il panorama vinicolo a livello internazionale, un passo che ritengo decisivo per essere competitivi nel mercato globale. Il mio obiettivo è quello di una costante ricerca della qualità, e la migliore palestra per conoscere questo mondo, a mio parere, è assaggiare il vino durante la sua evoluzione, vedendolo in prospettiva. È per questo che oggi seguo ogni fase della sua produzione con lo stesso entusiasmo con cui a sei anni cercavo di staccare i grappoli dalle viti”.
Il ristorante. L’anima green di Roccafiore si respira anche all’interno del ristorante Fiorfiore, che offre i sapori dei piatti tipici della cucina umbra privilegiando prodotti a chilometro zero. Anche all’interno del centro benessere e della Spa gli ingredienti di base sono tutti naturali, la stessa vinoterapia viene operata utilizzando esclusivamente i prodotti provenienti dall’agricoltura biologica.
La cantina. I vini di Roccafiore, che si fregiano della denominazione Todi Doc, nascono in 12 ettari, situati in collina, a 380 metri sul livello del mare. In essi si uniscono la valorizzazione dei vitigni autoctoni e l’esperienza di un enologo che proviene dalla parte opposta dell’Italia, l’altoatesino Hartmann Donà. “Roccafiore è stata la prima azienda presa in consulenza – spiega Hartmann -. Quando sono arrivato e ho visto questa splendida collina, ventilata e ben esposta, ho capito che si potevano realizzare grandi vini nel rispetto della natura”.
Il vigneto è, sin dalla fondazione dell’azienda, un laboratorio a cielo aperto. Lo dimostra il vino “Prova d’Autore”, ispirato alla passione di Leonardo Baccarelli per l’arte e alle sperimentazioni dell’enologo Hartmann che si avvale di tutte le espressioni del territorio.
La cantina, che sorge tra i Monti Martani, è un edificio moderno e costituisce un omaggio all’arte. Già all’ingresso, infatti, il visitatore è accolto dall’aquila di Rolf Jacobsen, uno dei principali scultori che operano in Umbria, si incontrano poi opere di Bruno Ceccobelli, che danno ulteriore prestigio a una struttura architettonica ideale anche per l’organizzazione di eventi. All’interno, si trovano: la Sala Francesca, un moderno spazio, ampio e luminoso; la sala degustazione; l’affascinante cantina di produzione e di affinamento. E vi è poi la terrazza panoramica che si affaccia sugli spettacolari vigneti. La cantina è un puro oggetto di design, la cui architettura s’inserisce armoniosamente nel paesaggio.
A coronare l’immersione in quest’oasi verde sono le colture di seminativi, legumi e cereali, gli oliveti, e un piccolo allevamento di maialini di cinta senese. Chi giunge a Roccafiore entra in uno scenario agricolo che non è fatto solo di vigneti. In quest’angolo dell’Umbria, dove si scorge sullo sfondo il profilo della cittadina medievale di Todi, si coltivano anche due ettari di uliveto con le varietà leccino, moraiolo e frantoio. In questa vallata, la famiglia Baccarelli ha creato un microcosmo ispirato ai principi dell’agricoltura biologica e ha aperto le sue porte a tutti. Durante la bella stagione, infatti, i turisti possono prendere parte al safari in vigna, alla scoperta di Jurassic Pork. Si tratta di un avventuroso tour a bordo di fuoristrada attraverso i vigneti, con visita all’allevamento dei suini di una razza pregiata, dalle origini antiche. Un divertimento per grandi e piccini e un’occasione per fuggire dalla città e respirare gli spazi di una campagna incontaminata.
Per chi vuole fermarsi qualche giorno, la tenuta Roccafiore offre un resort circondato da 90 ettari di giardini, vigneti e uliveti, da scoprire passeggiando per i sentieri pedonali che restituiscono colori e atmosfere diverse in ogni stagione. Le 13 camere della residenza sono arredate con gusto e ricercatezza, ciascuna con design differenti. Ogni stanza è ispirata a un’auto prestigiosa, altra passione che la famiglia Baccarelli coltiva.
L’utilizzo di prodotti locali genuini e la ricercatezza degli accostamenti hanno permesso al Ristorante Fiorfiore di ottenere ottime recensioni dalle guide enogastronomiche italiane. “Riconoscimenti da Guida Michelin, Gambero Rosso, Ristoranti d’Italia de l’Espresso, I Ristoranti di Bibenda e I Ristoranti di Veronelli, sono giunti per il nostro ristorante – precisa Luca Baccarelli –. Molti degli ingredienti sono a chilometro zero: prodotti dell’azienda agricola Roccafiore, come vino, olio, verdure e legumi. Carni, formaggi, tartufi vengono invece acquistati in zona. A interpretarli, nel rispetto della stagionalità, è lo chef Carlo Grimaldi con un mix di ricette antiche e nuove interpretazioni”.
La ricerca del contatto con la natura raggiunge il suo culmine all’interno del Centro Benessere Roccafiore, un piccolo eden di tranquillità e di armonia psico-fisica, immerso in uno dei più spettacolari paesaggi dell’Umbria. Ingredienti principali sono gli stessi vini dell’azienda, protagonisti della vinoterapia, che sfrutta la capacità antiossidante dell’uva, con il suo alto contenuto di polifenoli. Qui si effettuano trattamenti idroterapici, massaggi olistici, terapie del colore e degli aromi che sono gli ingredienti utilizzati dalla Spa per amplificare i benefici del relax, rigenerare la vitalità, eliminare tossine e stanchezza. A questi si aggiungono la sauna romana, il massaggio terapeutico dell’acqua, il bagno di vapore, massaggi tradizionali e orientali.
“Credo che oggi il vino debba avere un approccio moderno, che unisca il rispetto della vocazione del territorio all’ascolto delle esigenze del mercato. Credo che fare i vini semplici sia la cosa più difficile. Questo impegno ci sta ripagando e oggi siamo presenti nelle carte dei vini di alcuni dei migliori ristoranti d’Italia e del mondo. È la dimostrazione che, se si lavora con serietà, nulla è impossibile”, conclude Luca Baccarella.
da ilpuntosalute | 30 Giu, 2015 | Informazioni mediche
L’acne colpisce le aree seborroiche del corpo: il volto in particolare, ma anche il torace e la regione interscapolare. Appare di solito nell’adolescenza
per risolversi solitamente entro i 25-28 anni di età, ma non sono rari i casi di acne tardiva, al di sopra dei 30 anni. Difa Cooper mette a disposizione la propria esperienza (50 anni in dermatologia) con la realizzazione di una gamma completa di farmaci e coadiuvanti cosmetici improntati non solo all’ottenimento della guarigione del paziente ma anche a permettergli una migliore qualità della vita durante la terapia, nelle finestre di sospensione della stessa, o nel trattamento di una cute a tendenza acneica.
Si distinguono diverse forme di acne, con diversa gravità: da lieve a severa-nodulocisitica, ed è importantissimo il consiglio di un Medico Dermatologo che in base al quadro clinico sappia individuare la terapia più corretta per risolvere il problema. Abbiamo approfondito l’argomento e la conoscenza dei prodotti BiRetix® con il professor Stefano Veraldi, Medico Chirurgo, Specializzato in Dermatologia e Venereologia presso l’Istituto di Clinica Dermatologica I e Dermatologia Pediatrica dell’Università di Milano.
BiRetix® è una linea di cosmetici basata su una tecnologia chiamata RetinSphere®. Di cosa si tratta e come agisce su comedoni, papule, pustole?
I prodotti della linea BiRetix sono caratterizzati da una nuova tecnologia, chiamata RetinSphere®Technology, che consiste nella combinazione di un nuovo retinoide, l’idrossipinacolone retinoato, e del retinolo in glicosfere, una nanotecnologia che garantisce un’aumentata penetrazione. L’azione di queste due molecole contribuisce a migliorare il turn over cellulare e l’esfoliazione, e previene la formazione di comedoni. Un’importante azione antiradicalica, poi, è esercitata dai componenti antiossidanti, presenti in tutti i prodotti della linea Biretix.
Riguardo alla tecnologia BIOPEP 15, potrebbe spiegarci in maniera più approfondita di cosa si tratta e come agisce?
Biopep-15 è costituito da 15 aminoacidi. In vitro, si è dimostrato attivo su 24 ceppi di P. acnes, indipendentemente da genotipo/fenotipo, provenienza geografica del ceppo ed eventuale pregressa resistenza agli antibiotici.
Il BIOPEP 15 può indurre resistenze batteriche?
Fino a oggi, non sono stati descritti casi di resistenza batterica ai prodotti della linea BiRetix. Tuttavia, la resistenza batterica nei confronti del Biopep-15 è da ritenersi puramente teorica, essendo questa molecola un antisettico e non un antibiotico.
È possibile utilizzare la linea BiRetix durante il periodo estivo?
I prodotti della linea BiRetix possono essere utilizzati anche in estate, in quanto non contengono molecole fototossiche o fotosensibilizzanti. Tuttavia, è corretto applicare questi prodotti alla sera, prima o dopo la cena, e lavando poi il viso alla mattina successiva, prima di uscire. In Italia c’è l’abitudine sbagliata di sospendere i retinoidi in estate, sarebbe utile che ogni paziente venisse consigliato da uno specialista. Il sole va preso fino alle 11 della mattina e/o dopo le 17, l’esposizione di mezza giornata invece ha un’azione pro-infiammatoria.
BiRetix® ULTRA Spray è il primo retinoide in spray. Quali sono i vantaggi?
Il BiRetix Ultra Spray è il primo retinoide in spray. La formulazione airless consente l’applicazione anche con valvola capovolta, favorendo l’applicazione sul dorso da parte del paziente stesso. Dopo la vaporizzazione, poi, non è necessario spalmare il prodotto, per cui non è necessario alcun aiuto per l’applicazione.
Esistono degli studi clinici relativi ai prodotti BiRetix?
Fino a oggi sono stati condotti sette studi clinici, di cui tre ancora in corso. In particolare, in uno studio pilota, aperto, multicentrico, la combinazione fissa di idrossipinacolone retinoato (estere sintetico dell’acido 9-cis-retinoico), retinolo in glicosfere e papaina in glicosfere in gel acquoso, è stata utilizzata per valutare l’efficacia e la tollerabilità in pazienti con acne comedonica-papulosa del volto, di gravità lieve-intermedia. Novantotto pazienti (28 maschi e 70 femmine), di età compresa tra 15 e 40 anni, sono stati trattati con il gel, una volta al giorno, per 12 settimane. La gravità dell’acne e l’efficacia del trattamento sono state valutate con il Global Acne Grading System (GAGS) e con la conta delle lesioni. Novantaquattro pazienti sono stati considerati valutabili. Sono state osservate una riduzione media del GAGS del 41% e una riduzione media delle lesioni totali del 40.8%. Il 15.3% dei pazienti ha sviluppato effetti collaterali locali (xerosi, peeling, eritema, bruciore) di gravità lieve-intermedia. Nessun paziente ha sospeso il trattamento a causa di questi effetti collaterali. Questo studio, basato su un notevole numero di pazienti valutabili, ha dimostrato che questa combinazione fissa rappresenta un’opzione efficace e sicura per il trattamento dell’acne del volto comedonica-papulosa, di gravità lieve-intermedia.
Professor STEFANO VERALDI
Tra le varie cariche:
Co-fondatore dell’Istituto Dermatologico Europeo (I.D.E.), Co-fondatore dell’Italian Acne Board (I.A.B.), Autore di 16 libri, 54 capitoli di libri, 279 articoli su riviste italiane e internazionali, 238 abstracts di congressi e 2 CD (aggiornamento: gennaio 2008).
Membro del board editoriale di Dermatology Research and Practice, Dermo Cosmo News, Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia, Hi. Tech Dermo, L’Ideale – Periodico dell’Istituto Dermatologico Europeo, Incontri Dermatologici, Journal of Acne and Related Disorders, Journal of Plastic Dermatology, Practicing Medicine, Quaderni di Dermocosmetologia Medica e Chirurgica, Wound Care Times.
da ilpuntosalute | 30 Giu, 2015 | Nutrizione
La frutta secca è amata da molti, ma tenuta lontano da chi è a dieta. Oggi, numerosi studi scientifici sostengono che l’alimento fa bene e non fa ingrassare, sfatando due dei luoghi comuni diffusi sul prodotto. La frutta secca è ricca di fibre e dona un profondo senso di sazietà e di gratificazione del palato, l’importante è mangiarla nelle giuste quantità e in sostituzione piuttosto che in aggiunta ad altri alimenti. Uno studio dimostra che il consumo di due porzioni da 30 grammi al giorno di frutta oleosa fa diminuire il colesterolo cattivo e aumenta il colesterolo buono, mentre ricerche pubblicate sul New England Journal of Medicine dimostrano che inserire nella dieta giornaliera una moderata quantità di nocciole, mandorle, noci, noccioline o pistacchi allunga la vita. L’alimento riduce del 29% il rischio di malattie cardiovascolari, e dell’11% il rischio di tumore.
INC (International Nut&driedfruitCouncil) condivide alcuni dati che aiutano a vivere un’esistenza più sana. Dopo aver analizzato più di 100 mila persone nell’arco di trent’anni, alcuni studiosi dell’Università di Harvard affermano che il consumo di frutta secca riduce la mortalità del 20% indipendentemente dalle cause. I partecipanti che hanno mangiato ogni giorno una manciata di frutta secca hanno ridotto la mortalità per cancro dell’11% rispetto a coloro che non consumavano frutta secca. “Il consumo di dell’alimento era inversamente legato alla mortalità, indipendentemente dagli altri fattori di rischio”, riferisce Ying Bao, ricercatrice della Harvard University che ha condotto la ricerca. La dottoressa Bao e dai suoi colleghi hanno svolto anche una ricerca denominata Il consumo di frutta secca e il rischio di tumore al pancreas nelle donne. Dallo studio è emerso che il consumo frequente di frutta secca è inversamente legato al rischio di tumore al pancreas nelle donne, indipendentemente da altri potenziali fattori di rischio per questa malattia come l’età, l’obesità, l’attività fisica, il fumo o il diabete.
Oltre alla frutta secca, anche quella essiccata è indicata per la prevenzione del cancro. I frutti essiccati sono salutari quanto i loro equivalenti freschi e sono ricchi di polifenoli, potenti antiossidanti che possono proteggere il DNA da danni, possono ridurre le infiammazioni e prevenire il cancro. I benefici sono attribuibili ai componenti della frutta secca, come la vitamina E, l’acido folico, il magnesio, l’arginina, gli steroli vegetali e i composti fitochimici. Inoltre, l’alimento contiene un ridotto quantitativo di acidi grassi saturi.
Come dimostrato dagli studi, è possibile prendersi cura della salute partendo dall’alimentazione. Prevenire è meglio che curare.
Simone Lucci
INC (International Nut&driedfruitCouncil) è l’organizzazione internazionale di riferimento per quanto riguarda frutta secca, frutta essiccata, salute, nutrizione, sicurezza alimentare, statistica, standard e normative internazionali. INC raggruppa quasi 700 aziende dei diversi settori della frutta secca ed essiccata, provenienti da più di 70 paesi.
da ilpuntosalute | 29 Giu, 2015 | Dermocosmesi
Cosa accade quando la matematica incontra la cosmesi? Nasce ®[aloevera]2 (Aloe vera al quadrato), cosmetici creati con una formula che non prevede l’aggiunta di acqua, ma una doppia concentrazione di Aloe vera. La linea propone 19 referenze per ogni esigenza del viso, del corpo e dell’integrazione, creata dall’azienda trentina ZUCCARI.
I cosmetici ®[aloevera]2 sono realizzati con foglie di Aloe selezionate, che provengono da piantagioni certificate, e la raccolta avviene manualmente. I prodotti contengono il 96% di pura Aloe vera non pastorizzata, non filtrata a carboni, senza acqua aggiunta e concentrata due volte grazie al processo ReversOsmose®.
L’osmosi inversa permette di concentrare due volte l’Aloe vera, rispettando così la materia prima e il suo delicato equilibrio, senza alterare la bio-attività della materia prima. La formula ®[aloevera]2 contrasta le imperfezioni, la secchezza della cute e la fastidiosa sensazione di “pelle che tira”. ®[aloevera]2 è attenta agli intolleranti in quanto priva di glutine, oli minerali, parabeni, paraffina liquida e allergeni. La linea è adatta a tutti perché priva di OGM e arricchita con sucralosio, il dolcificante a zero calorie.
Crema Gel d’Aloe, Crema Viso Idratante e Lenitiva, Crema d’Aloe Universale, Crema Viso Anti-age, Gel Primitivo d’Aloe, Contorno Occhi Labbra Anti-age, Siero Viso Anti-age e Aloe-Oil sono alcuni cosmetici viso e corpo proposti da ZUCCARI.
Per chi ama l’effetto del gel puro d’Aloe, ma non apprezza la sensazione temporanea di “appiccicosità” che ne contraddistingue l’uso, ZUCCARI ha brevettato la Crema Gel d’Aloe. L’articolo lascia la pelle naturalmente idratata e setosa perché arricchito con Siero di Lumaca per un effetto vellutante ancora più significativo. Oligo-elementi, emollienti e vitamine A, B, E, F e PP completano la formula e la rendono adatta in ogni situazione. Il cosmetico è ottimo come idratante quotidiano, ed esercita un effetto lenitivo in caso di irritazioni e pruriti causati da pannolini, dalla depilazione e dalla rasatura. Crema Gel d’Aloe risulta anche un efficace doposole e primer per una base trucco.
Crema Viso Idratante e Lenitiva aiuta a prevenire e contrastare i segni del tempo, riattivare il microcircolo cutaneo e ottenere un immediato effetto vellutante. Il cosmetico protegge dal foto-invecchiamento, contrasta rughe e segni d’espressione, minimizza le imperfezioni e dona luminosità all’incarnato risultando un fedele alleato di bellezza ricco di acido ialuronico da Aloe, collagene e vitamine.
Crema d’Aloe Universale (viso, mani, corpo) è idratante per il viso, protettiva per le mani, emolliente per il corpo. Il cosmetico rigenera la pelle dopo un’esposizione ai raggi solari, dopo la doccia e dopo la depilazione, combattendo arrossamenti e pruriti grazie all’azione di vitamine, olio di Buriti e acido ialuronico da Aloe.
Nutrire la pelle per prevenire e contrastare i segni del tempo è possibile attraverso Crema Viso Anti-age. Giorno dopo giorno, il prodotto protegge l’epidermide dal foto-invecchiamento, contrasta rughe e segni d’espressione, minimizza le imperfezioni e dona luminosità all’incarnato, riattivando il microcircolo cutaneo e ottenere un effetto vellutante immediato. Acido ialuronico da Aloe, acido ialuronico a 3 pesi molecolari, vitamine, coenzima Q10, collagene e filtro solare sono i preziosi ingredienti che riducono le rughe.
Tutta la forza di una foglia d’Aloe è racchiusa nel Gel Primitivo d’Aloe. Il cosmetico protegge, ripara, idrata e lenisce anche la pelle più sensibile, irritata e scottata. Il gel è un ottimo doposole, contrasta punture di insetti, infiammazioni gengivali e protegge mani e piedi da screpolature e disidratazione.
Il passare degli anni è inevitabile, e Contorno Occhi Labbra Anti-age minimizza le rughe in queste zone delicate. L’intervento congiunto di acido ialuronico da Aloe, acido ialuronico a 3 pesi molecolari, vitamine, coenzima Q10 e collagene riattivano il microcircolo e donano all’epidermide un aspetto setoso.
Il primo cosmetico da applicare è Siero Viso Anti-age, adatto a tutti i tipi di pelle, da quelle più giovani a quelle più mature. Un prodotto da utilizzare da solo per un’idratazione extra in qualsiasi momento del giorno, oppure come primer perfezionatore prima del trucco e come aiuto per far penetrare i principi attivi del trattamento successivo più in profondità. Il Siero Viso Anti-age ha una formulazione senza acqua aggiunta, completamente sostituita da succo d’Aloe vera e l’acqua presente negli ingredienti è quella contenuta negli attivi e non inserita in quanto tale. Inoltre, la variazione di colore o di fragranza, che il prodotto potrebbe subire, è dovuta alla naturalezza del cosmetico.
Il segreto di bellezza per trattare cicatrici e smagliature già formate, rimediare alla disidratazione e ridurre i segni dell’acne è Aloe-oil. L’olio è realizzato con acido ialuronico da Aloe, arricchito con oli essenziali di tea tree, lavanda, camomilla e oli naturali di mandorla e jojoba.
La formula ®[aloevera]2 ZUCCARI suggerisce la soluzione ideale a ogni esigenza per far apparire la pelle radiosa, sana e ogni persona curata, mai trascurata, perché come afferma Oscar Wilde: La bellezza è una forma di genio, anzi è più alta del genio perché non richiede spiegazioni.
Simone Lucci
ZUCCARI nasce a Trento nel 1993 dalla volontà di Stefano Sala, appassionato di integrazione alimentare e prodotti naturali, con la moglie Katja Ravagni e con il padre Giorgio Sala. L’azienda risulta vincente grazie al suo approccio olistico, alla ricerca, alla qualità formulativa e a un marketing dinamico orientato ai bisogni del consumatore. Grazie alla rottura dei paradigmi del mercato, ZUCCARI accumula esperienza anno dopo anno fino a diventare una grande azienda europea nel settore dell’integrazione alimentare e della cosmesi naturale di alta qualità.
da ilpuntosalute | 22 Giu, 2015 | Arte e Design
É sempre più diffusa la tendenza di valorizzare abitazioni, appartamenti, uffici e giardini con arredi ecofriendly ricavati da materiali di recupero: sgabelli, tavoli, sedie, poltrone, pouf e divani fabbricati in sughero, un materiale vegetale che riveste il fusto e le radici delle piante legnose, rappresentano la nuova frontiera green dell’arredamento.
Livingcap srl, un’azienda vicentina nata nel 2004 con la produzione di tappi e successivamente affermatasi nel mercato per la creazione di arredi, è in grado di studiare soluzioni per ogni esigenza, di utilizzare materiali innovativi, di creare arredamenti di design e di proporre contenitori che migliorano la conservazione dei liquidi. Si tratta di progetti originali realizzati in sughero e su misura grazie al supporto dell’architetto Manuel Cason dello studio Mca & Partners.
Greencorks è la linea d’arredamento per interni ed esterni di Livingcap prodotta nel laboratorio artigianale di Vicenza: mobili dall’anima verde realizzati in sughero, un elemento durevole e riciclabile infinite volte. “La produzione degli elementi d’arredo avviene senza l’utilizzo di materiali artificiali – specifica Alessia Zanin, sales manager di Livingcap –. I collanti sono naturali come la materia prima”.
Greencorks ha creato una linea di lampade declinata in tante soluzioni: a parete, per il soffitto, da terra o per esterni, sempre con un’avvolgente forma circolare. Propone inoltre sgabelli a forma di tappo da spumante, delle dimensioni di 45 cm, ottenuti dal riciclo di chiusure in sughero; la seduta nasce dal riutilizzo di 700 tappi, e per dare vita allo sgabello più grande (65 cm) servono 2.500 tappi, per un totale di 32 kg. Dalle menti eclettiche dei designer scaturisce, anche, un tavolino a forma di tappo per botte: diametro di 60cm e 28cm di altezza.
La fabbrica veneta fornisce chiusure per bottiglie realizzate nello stabilimento di Breganze. Tappi realizzati con materiali innovativi e con le più svariate tecniche di personalizzazione. In alcuni casi, viene data una veste nuova, più prestigiosa, a chiusure classiche: un esempio è il tappo meccanico Swing. L’economico corpo in plastica del tappo è stato sostituito con un raffinato legno in sette essenze diverse combinato con una guarnizione dal colore trasparente poco invasivo. “Swing abbandona così l’immagine del tappo ‘cheap’ e diventa la chiusura ideale per prodotti di pregio – afferma il sales manager di Livingcap –. Un tappo adatto per distillati, birre e olio extravergine d’oliva”.
Fiori di sughero è il profumatore firmato Livingcap costituito da cotone greggio, granella di sughero, scaglie di legno e puri oli essenziali. “I granuli profumati di sughero sono la rigenerazione del materiale rimasto dai processi di lavorazione, successivamente macinato e profumato con manualità artigiana – spiega Alessia Zanin –. I tappi finemente incisi di Fiori di sughero sono invece recuperati dalle aziende produttrici di chiusure per bottiglie tra quelli non idonei per l’imbottigliamento”.
Il costante impegno nello studio di accessori molto particolari, con finiture originali e creative, ha l’obiettivo di fare spiccare i prodotti nel mercato. La bottiglie in acciaio 100% riciclabile sono nate appunto per questo scopo. “La linea di bottiglie d’acciaio è certamente quella più apprezzata – riferisce Alessia Zanin –. Il successo che ha riscosso è veramente notevole e ci sta dando molte soddisfazioni”.
Gli arredi Livingcap sono distribuiti prevalentemente in Italia, negli stati della CEE, in Russia, Indonesia, Africa e Nord America. Inoltre, ciascun mobile può essere acquistato on line, grazie alla sezione shop presente nel sito.
Livingcap è proiettata verso la massima tutela dell’ambiente. Creatività, versatilità, gusto estetico e la propensione per i materiali ecofriendly consentono all’azienda di proporre arredi originali e innovativi e comunicare, così, l’importanza dell’ecosostenibilità e del riciclo.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 15 Giu, 2015 | No profit
Wall of Dolls: un muro di bambole per abbattere un muro di silenzio.
WALL OF DOLLS è un’installazione con protagoniste le bambole che si trasformano nel simbolo di una femminilità troppo spesso violata. Ferragamo, Cavalli, Alberta Ferretti, Trussardi, Missoni sono alcuni tra gli stilisti che, aggiungendo creatività, hanno abbigliato le bambole e hanno dato così maggior valore a questo muro che dice “No” all’omertà e all’indifferenza. Un’opera artistica che punta al cuore, nel Centro Culturale di Via De Amicis 2, a Milano: il mondo della Moda contro la Violenza sulle Donne.
Prosegue l’iniziativa nata con Jo Squillo e la costruzione del muro. Sabato 20 giugno alle 16 porta la tua bambola.
Leggi l’articolo dell’edizione 2014 qui
da ilpuntosalute | 15 Giu, 2015 | Informazioni mediche
Una donna su dieci non sta bene quando ha le mestruazioni: emicrania, dolori addominali, flussi molto abbondanti possono costringerla a rimanere a letto uno o due giorni al mese. Questo ha un impatto molto forte non solo sul versante del benessere e della qualità di vita, ma anche sul versante economico e sociale. Ci sono donne costrette a perdere giorni di lavoro, che si sentono meno abili e più stressate, e quindi spinte a un consumo esagerato di analgesici e di assorbenti.
Per rispondere alle esigenze femminili sono nati con Teva due contraccettivi innovativi:
– uno si caratterizza per la sua composizione “naturale” e associa estradiolo a nomegestrolo,
– l’altro è rivoluzionario per la modalità di somministrazione. Si tratta del primo contraccettivo ormonale combinato (Coc) che prevede tre mesi di assunzione continua e quindi solo quattro mestruazioni all’anno. 84 compresse a base di levonorgestrel ed etinilestradiolo e 7 compresse a base di solo etinilestradiolo. Queste ultime, da assumere nei sette giorni di “interruzione” al posto del placebo, consentono di avere quattro cicli programmati in un anno e di evitare i sintomi da sospensione che possono derivare da una brusca interruzione degli ormoni. Il tutto supportato da studi clinici estensivi e dall’esperienza sul campo. La percentuale di efficacia contraccettiva è del 99% se l’assunzione è corretta; e, sospesa l’assunzione, la donna può da subito rimanere incinta.
“Abbiamo pensato alle donne. Abbiamo pensato al loro mondo, alla loro energia e alle loro esigenze quotidiane. Abbiamo pensato alla loro libertà, al loro desiderio di essere sempre in movimento. Abbiamo pensato al condizionamento che il ciclo mestruale può imporre sull’abbigliamento, sulle abitudini e sui comportamenti”, sottolinea Carlo Capo, Business Unit Branded Director di Teva Italia.
Questa opzione contraccettiva di Teva è stata presentata a Bologna, nella cornice del VII Congresso nazionale della Società Italiana della Contraccezione (SIC). Il prodotto sbarca così in Italia. Era già disponibile dal 2006 negli Stati Uniti (dove in soli due anni ha guadagnato il 25% del market share) ed è stato lanciato recentemente anche in Brasile, Cile e Israele.
Da maggio 2015 è acquistabile in Austria, e presto lo sarà anche in Polonia, Slovacchia, Belgio, Germania, Francia e Romania.
“Molte donne ritengono la mestruazione ‘rassicurante’, ma avere il ciclo mestruale non rappresenta un vantaggio reale, soprattutto quando la mestruazione viene indotta dall’uso della contraccezione ormonale: la pillola mette a riposo le ovaie e la sua sospensione dà semplicemente luogo a una mestruazione ‘artificiale’ – spiega Angelo Cagnacci, professore associato di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Modena -. È stato dimostrato che prolungare l’intervallo tra i flussi mestruali indotti dalla sospensione della contraccezione ormonale non ha effetti negativi sulla salute. Anzi, aiuta a ridurre i disturbi e le patologie che trovano nella comparsa del flusso mestruale un loro meccanismo d’azione”.
“Con questa modalità di assunzione, senza pausa per tre mesi, si riduce a un solo sanguinamento trimestrale la mestruazione e questo consente di limitare il dolore associato in taluni casi alla sindrome premestruale, ma anche di determinare un beneficio in termini di anemia da carenza da ferro e una minor limitazione alla vita attiva e sportiva”, spiega il professor Annibale Volpe, past president della Società scientifica.
Grazie a Teva, abbiamo in ambito contraccettivo una scelta nuova, che consente sicurezza nel controllo delle nascite e garantisce maggiore libertà. Un prodotto che permette alle donne di cambiare in meglio le loro abitudini, superando le limitazioni dei cicli mestruali mensili.
da ilpuntosalute | 15 Giu, 2015 | Informazioni mediche
Nasce il Centro Multidisciplinare di Ricerca e Formazione per la Cura del Dolore per il trattamento del dolore acuto e cronico, che si avvale della collaborazione di due eccellenze: l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Istituto Neurologico Carlo Besta. “La creazione del Centro rappresenta un passo importante per i due Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) – commenta Giuseppe De Leo, Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. Si tratta di due eccellenze che si uniscono per affrontare al meglio gli aspetti riguardanti la Cura del Dolore, passando attraverso la ricerca e la formazione continua. La ricerca permette di verificare e innovare; la formazione continua permette di preparare medici e infermieri ad affrontare i diversi tipi di dolore, offrendo alle persone assistite cure adeguate e personalizzate con il necessario sostegno psicologico”.
L’obiettivo è ottimizzare le risorse esistenti e rafforzare le risposte terapeutiche. Responsabili del progetto, il dottor Augusto Caraceni, Direttore della Struttura Complessa di Cure Palliative, Terapia del Dolore e Riabilitazione dell’INT e il dottor Giuseppe Lauria, direttore della Neurologia III dell’Istituto Neurologico Carlo Besta. “Avere un progetto in comune sul dolore significa offrire la massima qualità di cura ai pazienti e potenziare la capacità di formazione e di ricerca – afferma Caraceni -. Con la nascita del Centro sarà possibile offrire un punto di riferimento regionale e nazionale di prestigio”.
Per la realizzazione del centro servono sostegno e risorse. Rotary Distretto 2041 ha creduto nel progetto. “Insieme contro il dolore. Il Rotary sostiene il progetto di Terapia del dolore insieme alla Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori e la Fondazione IRCSS Istituto Neurologico Carlo Besta attraverso la realizzazione del sito di crowdfunding per la raccolta di fondi on line. Ridurre o eliminare il dolore di un paziente è sempre più un dovere morale della nostra società”, precisa Walter Pera, Presidente del Rotary Club Milano Linate.
L’Istituto Neurologico “Carlo Besta” è stato fondato nel 1918 e dal 1981 è classificato come Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). Il 15 luglio 2006 è stato trasformato in Fondazione con personalità giuridica di diritto pubblico. E’ uno dei maggiori centri nazionali e internazionali per la ricerca e la cura delle patologie neurologiche.
L’Istituto Nazionale dei Tumori (INT), fondato nel 1928, è un polo di eccellenza per la diagnosi e terapia di tutte le patologie neoplastiche. E’ riferimento nazionale e internazionale per la ricerca di nuove cure attraverso il coinvolgimento diretto dei pazienti, oltre che centro specializzato nel settore della ricerca biomedica. In tal senso, INT è l’Ente attuatore della Rete Oncologica Lombarda (ROL) e coordina le strutture oncologiche pubbliche e private accreditate operanti in Regione Lombardia. Oggi l’Istituto è il maggior polo di oncologia pediatrica in Italia e il secondo in Europa, ed è il primo Centro in Italia per buon esito dei trapianti di fegato e per il corretto funzionamento degli organi impiantati come cura al tumore epatico. INT è anche centro di riferimento per i Tumori Nuroendocrini. La certificazione è stata conferita nel 2010 dall’European Neuroendocrine Tumor Society (ENETS), la più importante società scientifica europea per lo studio e la cura di queste formazioni neoplastiche, che ha giudicato l’Istituto Nazionale dei Tumori tra i migliori dieci centri in Europa in questo campo. Da febbraio 2015 INT fa parte del polo centrale universitario dell’Università di Milano, come punto di riferimento in ambito oncologico.
da ilpuntosalute | 11 Giu, 2015 | Arte e Design
Design, sicurezza, funzionalità e innovazione sono i fiori all’occhiello dell’azienda tedesca CYBEX. L’impresa produce passeggini, seggiolini auto e marsupi dal look creativo e adattabili a ogni occasione. Gli articoli sono pensati e realizzati in collaborazione con noti designer come Jeremy Scott e Lala Berlin, che creano prodotti da viaggio, cittadini e persino per le gite sulla neve. Da 20 anni CYBEX fornisce articoli per soddisfare le esigenze delle future madri e dei futuri padri, proprio come afferma Serena Cracco, Marketing Manager di CYBEX Italia.
Quando e dove nasce l’azienda CYBEX?
CYBEX nasce a Bayreuth, in Alta Baviera, nel 2005 grazie a un’intuizione di Martin Pos, fondatore CYBEX GMBH e Deputy Chief Executive Officer presso Goodbaby International Holdings Limited. In dieci anni, CYBEX diventa un marchio universalmente riconosciuto e apprezzato per il design iconico, la tecnologia innovativa, le elevate caratteristiche di sicurezza e le funzionalità intelligenti. CYBEX fornisce seggiolini auto, marsupi, fasce, passeggini e carrozzine in più di 70 nazioni, e conta su una famiglia di oltre 200 componenti che, giorno dopo giorno, collaborano per fornire al mercato i prodotti migliori.
Quali sono gli aspetti che rendono unici nel loro genere i prodotti CYBEX?
CYBEX è un marchio innovativo legato allo stile di vita e alla moda. Realizziamo prodotti per genitori che apprezzano la qualità e la cultura, scardinando i confini che spesso separano la sicurezza, il design e la funzionalità.
Il fulcro del marchio e dello sviluppo prodotto è il Principio Innovativo CYBEX D.S.F.: l’insieme di Sicurezza e qualità ineguagliate, Design unico e Funzionalità intelligenti. Questa strategia porta allo sviluppo di prodotti innovativi vincenti, come il seggiolino contro il senso di marcia Sirona.
Quanto è importante la sicurezza per CYBEX?
La sicurezza dei bambini è la nostra massima priorità. Ogni sviluppo da parte del team di esperti internazionali CYBEX è costantemente concentrato nel miglioramento della sicurezza. I prodotti raggiungono regolarmente risultati eccellenti nei test delle associazioni indipendenti di consumatori. Tutti i seggiolini auto CYBEX in commercio hanno ottenuto nei test le massime votazioni da parte delle più autorevoli associazioni europee. Alle famiglie garantiamo prodotti sicuri per il proprio bambino.
Quanto conta la sicurezza per le mamme che acquistano? Guardano più estetica e design o il fattore sicurezza?
La maggior parte dei genitori si interessano principalmente all’estetica e al prezzo, lasciando, talvolta, in secondo piano le valutazioni riguardanti la sicurezza dei seggiolini e dei passeggini.
Quali sono i test che vengono effettuati sui prodotti per testarne la qualità?
Su prodotti riguardanti il passeggio e la sicurezza auto vengono effettuati svariati test per valutarne la qualità. I più noti, sono i test ADAC, l’automobile club più importante a livello europeo, Stiftung Warentest, l’associazione consumatori tedesca e TCS Touring Club Svizzero. In Italia i passeggini Cybex vengono testati da Cercapasseggini, il principale portale di riferimento per i genitori alla ricerca di un passeggino.
Come sono eseguiti i test sui seggiolini auto?
Su ogni seggiolino auto in commercio viene effettuato un test europeo di omologazione.
Per omologare un seggiolino auto è sufficiente sottoporlo a un crash test frontale a 46km/h. I produttori che puntano a eccellere in sicurezza non si accontentano di un test che riproduce situazioni con poco riscontro nella realtà e si affidano ai ben più restrittivi test di autorevoli istituti indipendenti europei come ADAC-Associazione Consumatori Tedeschi, TCS Touring Club Svizzero e Stiftung Warentest. Gli istituti testano i prodotti su crash test frontali a velocità superiori e impatti laterali. Testano inoltre la qualità dei materiali e la presenza di sostanze potenzialmente nocive. I test ADAC vengono effettuati attraverso l’utilizzo di manichini con sensori. I prodotti vengono testati sia frontalmente, sia lateralmente a velocità più elevate rispetto al test di omologazione (test frontale 64 km/h, test laterale 46km/h).
Sui prodotti CYBEX è presente un cartellino che riporta le certificazioni riguardanti la sicurezza?
Oltre all’omologazione che per legge deve essere esposta sul seggiolino auto, su ogni seggiolino CYBEX c’è un’etichetta che riporta i risultati dei principali test di sicurezza europei.
Come nasce l’idea di trasformare i classici passeggini e seggiolini in prodotti di lusso?
Priam non è luxury, ma tutto ciò che ci vuole in un passeggino perché sia estremamente funzionale, declinato in un progetto di assoluto design. L’attenzione per l’innovazione, la sicurezza portano a sviluppare prodotti sui quali è d’obbligo ricercare il design più elegante e sofisticato. Si tratta poi di cultura aziendale, per progettare un bellissimo oggetto si ha quasi il medesimo impegno che per articoli con un’estetica discutibile. L’estetica è anche etica, perché educa al bello.
La prima collaborazione fashion è avvenuta con il brand Lala Berlin. Com’è nata questa cooperazione?
CYBEX è un’industria tedesca e Lala Berlin un Brand tedesco: è stato naturale scoprire intenzioni e gusti simili.
Successivamente è nato il progetto con l’enfant terrible della moda, Jeremy Scott. Com’è avvenuto l’incontro?
L’incontro tra Jeremy Scott e Martin Pos, il fondatore di CYBEX, è avvenuto a Los Angeles. Martin Pos ha riconosciuto nel genio dell’enfant terrible lo stesso spirito che ha ispirato la sua azienda.
Qual è stato il tema di ispirazione dei passeggini disegnati da Jeremy Scott?
Lo stilista si è ispirato a disegni personalissimi di “Street Food”, dei characters allegri basati sulla tradizione americana. Il designer americano ha creato per CYBEX una collezione colorata, vivace e unica che rispecchia perfettamente l’uomo che l’ha disegnata. Pizza e altri classici del fast-food sono trasformati in irresistibili e divertenti personaggi che danzano su passeggini, seggiolini auto e marsupi.
Quali sono le caratteristiche principali del passeggino Cybex by Jeremy Scott?
Il versatile Callisto è un passeggino di lusso che riunisce design, funzionalità e confortevolezza. Le esclusive sospensioni rotazionali e il manico unico rendono molto pratico e maneggevole il passeggino. La cappottina XXL offre un ottimo riparo dalla pioggia, dal vento e dal sole (ha la protezione solare UVP 50+). Abbinato a uno dei premiati seggiolini gruppo 0 + CYBEX si trasforma in un pratico sistema da viaggio.
Cos’è il premio Red Dot Design vinto per il passeggino Callisto?
Il Red dot design award è uno dei più prestigiosi premi del design mondiale. Molti dei prodotti CYBEX hanno vinto questo premio. Nel 2010, il passeggino Callisto ha ricevuto tale riconoscimento.
I prodotti CYBEX hanno vinto altri premi? Quali?I prodotti CYBEX hanno ricevuto molti riconoscimenti sia a livello interazionale, sia a livello locale. Tra i più famosi Auto Bild.de, TCS, ADAC, OAMTC, Stiftung Warentest, Best Buy Which.
Qual è lo scopo dell’azienda CYBEX?
La filosofia di CYBEX è il principio D.S.F.: Design, Safety e Fashion. Il Design è chiaro e iconico. Inoltre, i prodotti CYBEX soddisfano i più elevati standard di Sicurezza e di qualità, il tutto unito a Funzionalità intelligenti.
Progetti futuri? Ci saranno altre collaborazioni con designer di fama mondiale?
CYBEX è un’azienda dinamica e in continua espansione, basti pensare alla fusione avvenuta nel gennaio 2014 con GoodbabyInternational HoldingsLtd, produzione e tecnologia a livello mondiale, un esperto nella distribuzione asiatica. Le nuove collaborazioni e le novità del brand sono state presentate alla famosa fiera Kind+Jugend di Colonia che si tiene ogni anno a settembre, ma non vogliamo darvi anticipazioni per rovinarvi la sorpresa.
Il vero lusso per CYBEX sono i figli che rappresentato il punto di partenza della filosofia stessa dell’azienda. “I figli sono un meraviglioso arricchimento delle nostre vite – riferisce Martin Pos, fondatore di CYBEX –. Ci siamo assunti l’impegno di aiutarvi a mantenere il vostro stile di vita ricco di divertimento e cultura anche quando diventate genitori. Ci riterremo pertanto molto onorati se i nostri prodotti potranno aiutare a integrare i vostri figli nel prosieguo del vostro viaggio personale, condividendo con loro tutta la sua ricchezza e le meraviglie. Dopo tutto la vita non finisce quando diventiamo genitori, è soltanto l’inizio…”.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 11 Giu, 2015 | Bio
Se per alcuni storici i Giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico, rappresentano una leggenda, il verde pensile allestito sui tetti di taluni padiglioni EXPO sono una realtà grazie a Harpo, azienda triestina che offre prodotti e soluzioni a problemi d’ingegneria civile e ambientale.
La tendenza roof garden (giardino pensile) si afferma anche in Italia come fenomeno metropolitano, con lo scopo di valorizzare le città e tutelare la biodiversità. L’EXPO raffigura la consacrazione di questa moda. Corea del Sud, Turmekistan, Kazakistan, Belgio, Qatar e Oman sono alcuni dei padiglioni optato per i tetti green. Sui padiglioni di tanti Paesi svettano, infatti, alberi e crescono fiori creando giardini dall’atmosfera fiabesca.
La Corea del Sud realizza una distesa di sedum per rendere omaggio alla macchia mediterranea. Il sedum, infatti, appartiene alla famiglia delle Crassulaceae, vasto gruppo di piante succulenti originarie dell’Europa meridionale, del Messico e anche dell’Africa centrale. Il genere comprende un numero molto elevato di specie, circa 450. Sia i fusti che le foglie del Sedum sono carnosi e hanno la funzione di immagazzinare acqua. Le foglie sono opposte e disposte alternativamente lungo il fusto e ricoperte da una sostanza cerosa o da una leggera peluria. I fiori sono per lo più a forma di stella e di dimensioni molto diverse ma per lo più piccoli, a seconda della specie.
Un giardino di rose iceberg e arbustive, margherite, sedum, piante di ciliegio vialetti pedonali compongono il roof garden del Turmekistan.
Il padiglione del Kazakistan è ricoperto da arbusti che ricordano la steppa caucasica, mentre un rivestimento a prato verde con oasi green su tre torrioni, che abbracciano una cupola vetrata, valorizza il padiglione del Belgio.
Il Qatar possiede un enorme giardino pensile a prato popolato di festuca, pianta erbacea molto diffusa in tutta Europa, mixata a piante odorose.
In cima alla struttura dell’Oman sono riprodotte architetture tipiche del sultanato arricchite da prati verdi e piante erbacee profumate.
Anche i padiglioni Mac Donald’s, New Holland e Open Theatre si avvalgono di allestimenti green.
I progetti presentati a Expo confermano il crescente successo delle coperture ecosostenibili. I tetti verdi migliorano il microclima, rinfrescano gli interni d’estate e li riscaldano d’inverno, riducono la diffusione delle polveri sottili e consentono un maggior risparmio energetico grazie a sistemi di drenaggio intelligenti e all’utilizzo di particolari terricci ricchi di minerali. L’unione dei due elementi consente di ridurre al minimo la manutenzione attraverso il graduale rilascio dell’acqua piovana. I roof garden permettono una maggior durata dell’impermeabilizzazione del tetto perché il manto impermeabile viene protetto dall’escursione termica giornaliera, dal gelo, dai raggi UV e da ogni danneggiamento meccanico.
I costi del giardino pensile sono contenuti rispetto ai benefici offerti. Circa 70 euro a metro quadrato per solo prato verde, tra 100 e 120 euro a metro quadrato per prato verde e piccole piante, circa 200 euro a metro quadrato per prato verde e arbusti. Inoltre, il Ministero dell’Ambiente, tramite il Comitato per lo sviluppo del verde urbano, introduce la possibilità di ricevere incentivi fiscali fino al 65% per coloro che decidono di trasformare i lastrici solari e le terrazze condominiali in giardini pensili.
I roof garden rappresentano una soluzione ottimale per risparmiare energia e grazie all’impatto estetico incrementano il valore dell’immobile. Oggi è possibile creare un piccola oasi in cima alla propria abitazione e godere della bellezza di una meraviglia moderna ed ecosostenibile.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 9 Giu, 2015 | Bio, Sport
Tre cristalli di neve tatuati sul braccio rappresentano le sue passioni: le distese innevate e i suoi tre bambini. Un tatuaggio dopo la nascita di ogni figlio, il primo nel 2007, anche per coprire una cicatrice. Il grande slalomista Giorgio Rocca ha lasciato le piste ma non dimentica il suo amore per l’aria libera e la natura.
“Ho vissuto e vivo di natura. È difficile oggi essere ecologisti, ma cerco di esserlo il più possibile anche per dare un esempio ai miei figli”, precisa Rocca.
Praticando lo sci, Giorgio Rocca è stato spesso obbligato a indossare materiali sintetici per questioni tecniche, oggi però evita i pile e le tute con tessuti acrilici. “A me piacciono le fibre naturali, il cotone, la lana. E tutto questo cerco di trasmetterlo ai miei bambini ai quali regalo giocattoli di legno piuttosto che in plastica”. Vivere in armonia con i ritmi della natura per lui è possibile: per Rocca la qualità della vita è stare bene, evitare lo stress dell’auto, abitare vicino al posto in cui lavora, e avere tempo da dedicare alle cose a cui tiene davvero.
“Il massimo sarebbe vivere dove non c’è inquinamento, in una casa il più possibile bio, tutta in legno, dove non si spreca carburante… La qualità della vita è fatta anche di piccole cose: è importante mangiare cibi sani, incide sul proprio benessere – spiega Rocca –. È importante anche come si mangia, gustare i cibi con calma evitando di pensare a tutt’altro”.
Di lui in molti hanno scritto, parecchi lo hanno intervistato. Tanto è stato detto del campione ma poco dell’uomo Rocca, e pochissimo del nuovo Giorgio, nato quando ha lasciato l’agonismo. Il nuovo Giorgio non è più soltanto un ragazzo sportivo, è ormai un uomo che si occupa dei propri figli e s’impegna particolarmente nel lavoro. Continua a fare il carabiniere, ma si dedica a tanti progetti: collabora con la F.I.S.I., fa l’imprenditore, e vuole sfruttare l’esperienza dei suoi anni da campione nel miglior modo possibile.
Lo hanno definito poco sorridente. “Sono molto controllato, ho sempre avuto paura d’esser giudicato in maniera sbagliata dai giornalisti, e quindi nelle interviste mi apro realmente solo con pochi”, chiarisce Rocca. Chi lo conosce bene, però, lo considera divertente, sorridente e carismatico.
Oggi il suo look è cambiato. Non più capelli cortissimi, ma lunghi riccioli che incorniciano il volto; gli occhiali da vista modaioli con montatura in celluloide, poi, gli danno un aspetto nuovo. Anche l’abbigliamento è diverso: giacca in fustagno e trench impermeabile.
“Se dovessi scrivere un’autobiografia, parlerei di cose che pochi sanno, che in pochi conoscono bene – racconta Rocca –. Scriverei degli alti e bassi legati agli infortuni e a come il superamento di questi mi ha fatto diventare più forte sia come atleta che come uomo. Dopo un infortunio si ritorna a essere uno dei tanti, e si riemerge solo puntando sulla forza del carattere.
Un atleta, poi, è abituato a primeggiare, e lo sport tante cose non le insegna. Non t’insegna la quotidianità, non ti insegna a rapportarti con la gente in maniera rilassata, non competitiva, non t’insegna a stare con gli altri senza cercare la vittoria in ogni momento del giorno”.
Lui, che parecchie volte è salito sul podio e vanta ben 11 vittorie, oggi, a 35 anni, dopo essere divenuto padre, mette lo sci al 2° posto, perché al 1°, ovviamente, stanno i suoi bambini. Al 3° posto, poi, c’è il lavoro.
La scuola di sci Eleven by Giorgio Rocca ha questo nome per ricordare le sue 11 vittorie. Si tratta di una scuola speciale, con maestri formati da lui e con atleti che hanno gareggiato con successo.
La Giorgio Rocca Ski Academy è un’accademia di perfezionamento che permette a sciatori di buon livello di esercitarsi insieme a Rocca nelle piste di Livigno, di Coumayeur, della Val Gardena e di Cortina. “Scio con gli allievi per due giorni, affiancato da un atleta che ha gareggiato insieme a me per la coppa del mondo – spiega Rocca –. Durante la giornata si fanno delle riprese video e la sera le esaminiamo insieme, così gli allievi hanno un confronto visivo e io posso spiegare meglio come lavorare sui difetti.
Quando gareggiavo, ho ideato insieme al mio allenatore una tecnica legata all’ipnosi che aiuta a gestire le emozioni, a controllare le energie e sfruttarle al meglio. Stringendo i bastoncini, ad esempio, riuscivo a isolarmi dalla realtà, era come se entrassi in un tunnel, per concentrarmi solo su quello che stavo facendo. Senza lasciarmi influenzare da persone, pensieri o insicurezze. Questo non è semplice da trasferire, ma è ciò che vorrei insegnare. Mi piacerebbe, poi, trasmettere la capacità di guardarsi intorno e di capire quanto siamo fortunati a praticare uno sport che ci immerge in una natura meravigliosa quale è quella della montagna”.
Un’altra esperienza lavorativa di Rocca è la collaborazione con la Federazione Italiana Sport Invernali e con la scuola Tecnici Federali, nella quale si occupa della formazione di nuovi maestri e di allenatori di sci alpino appartenenti a club nazionali e internazionali. In Svizzera, poi, ha un’attività in cui promuove, sia per la farmaceutica che per lo sport, prodotti utilizzati da lui stesso nel corso della propria carriera.
“L’esperienza che mi ha creato più emozione nella mia vita agonistica è quella del giuramento durante i Giochi Olimpici Invernali di Torino, nel 2006 – ricorda Rocca –. Avevo il cuore in gola, come non mi era mai successo durante una gara, non tanto per quello che ho letto e giurato davanti a milioni di persone, ma per l’orgoglio di sentirmi vero portatore della bandiera italiana.
Da bambino non immaginavo di poter diventare un campione: non ero un fuori classe, c’erano ragazzini molto più bravi di me. La volontà e l’impegno, però, mi hanno aiutato. Io sono un atleta costruito, sono arrivato al successo con tanto, tanto lavoro. Tutto si può fare, tutto si può avere, l’importante è crederci”.
da ilpuntosalute | 3 Giu, 2015 | Informazioni mediche
Con l’estate aumentano le occasioni di esposizione non protetta ai raggi UV del sole, principale fattore di rischio. Ma durante tutto l’anno il crescente uso di lampade abbronzanti e di lettini solari espone la popolazione, soprattutto i più giovani, ai raggi UV artificiali, considerati cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e, in Italia, vietati ai minorenni.
Per accendere i riflettori sul rischio melanoma e sull’importanza di una corretta esposizione al sole, IMI (Intergruppo Melanoma Italiano), con il patrocinio del Ministero della Salute e dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica hanno dato vita a “Il Sole per amico”, una campagna nazionale di prevenzione primaria del melanoma. Madrina della campagna è Licia Colò che interpreta anche uno spot di sensibilizzazione in onda su network televisivi e radiofonici nazionali.
Licia Colò, viaggiatrice esperta di latitudini “rischiose” e mamma di una bambina spiega che si sente vicina ai messaggi di questa campagna, anche perché al sole si scotta facilmente a causa del suo fototipo. “Proteggere noi e i nostri figli è una questione di conoscenza e di buone abitudini. Se in passato sono stata poco attenta, oggi proteggo me stessa e mia figlia con creme ad alta protezione, cappello e occhiali da sole”.
Qual è il suo rapporto con il sole?
Per me sole significa vita; io che adoro i Paesi Scandinavi ad esempio, ma non potrei pensare di vivere lì per il poco sole che c’è per sei mesi l’anno. Adoro prendere un po’ di sole e abbronzarmi leggermente e mi espongo soprattutto in primavera quando i raggi UV sono meno intensi e più gradevoli. D’estate avverto che il sole mi procura dei fastidi, la mia pelle brucia, dopo la prima esposizione compare subito l’eritema. Quindi, nei mesi più caldi, mi riparo il più possibile all’ombra e comunque proteggo la pelle. Ho chiesto spesso al mio dermatologo il motivo di questa reazione cutanea ai raggi solari e mi ha risposto che la pelle ha buona memoria. Negli anni mi sono accorta di averla trascurata molto: non mi proteggevo quando ero al sole, la cute iniziava a spellarsi dopo qualche giorno e l’abbronzatura scompariva in poco tempo. Adesso ho capito che il segreto è proteggersi sempre con prodotti adatti, indossare anche una maglietta leggera, il cappello e gli occhiali. Non ho più fastidi, non mi spello più e l’abbronzatura dura molto a lungo. Ma soprattutto non rischio la vita e del sole prendo solo i benefici.
Lei ha viaggia molto nel mondo e si trova spesso in situazioni nelle quali era esposta ai raggi solari, anche in zone tropicali e per molte ore.
Quali sono le strategie che utilizza per proteggere la sua pelle molto chiara e sensibile?
Sono sincera, fino a qualche anno fa non prestavo attenzione a particolari situazioni di pericolo per la mia pelle: da sempre soffro molto il caldo e quando il sole era troppo forte mi limitavo a indossare il cappello, ma non ero molto attenta rispetto all’uso di creme con filtro solare. Con il passare del tempo ho cambiato però le mie abitudini, ho iniziato ad informarmi e sono diventata molto più consapevole. Oggi mi proteggo sempre con creme ad alta protezione e, naturalmente, continuo ad indossare il cappello e gli occhiali da sole. Sono molto attenta anche a proteggere la mia bambina. Con i più piccoli al mare è un po’ più difficile: si bagnano continuamente, bisogna essere costanti, applicare e riapplicare più volte il solare e non esporsi nelle ore più calde. Accortezze da usare anche se si va in montagna.
Perché ha deciso di sostenere la campagna “Il Sole per amico”?
Mi sento particolarmente vicina ai messaggi di questa campagna, anche perché al sole mi scotto facilmente a causa del mio fototipo chiaro. Il sole è bellissimo e fa bene alla nostra salute ma può essere anche causa di molti problemi, il più importante dei quali è senza dubbio il melanoma, il più pericoloso dei tumori cutanei. Quasi vent’anni fa mi trovavo in Australia per motivi di lavoro e ricordo di avere visto sulle spiagge persone e cartelli che facevano circolare avvisi del tipo “attenzione, proteggete la pelle dal sole”, oppure “non esponetevi al sole senza adeguata protezione”. Per me, che arrivavo dall’Italia, si trattava di una novità: a quei tempi non si parlava di prevenzione, gli stessi medici non parlavano dei rischi legati ad una esposizione eccessiva e non adeguatamente protetta. Oggi io stessa ho maggiore consapevolezza del problema e penso che questa campagna sia una grande opportunità per diffondere, tra la popolazione, una corretta informazione su come godersi il sole senza danneggiare la pelle e rischiare la vita. Il tema mi riguarda molto da vicino anche per la mia personale familiarità per i tumori cutanei, tanto che ogni anno mi sottopongo a uno screening accurato dei nei dal dermatologo. Trovo, inoltre, che la campagna “Il Sole per amico” sia davvero ben fatta, non allarmistica ma intelligente, come dovrebbero essere tutte le campagne che riguardano la prevenzione primaria. Il sole non è un nemico, è un amico al quale avvicinarsi con buon senso.
Secondo lei quanto sono informati i cittadini su questo tema?
In genere la popolazione è poco informata su questi temi: io stessa prima di alcune vicende familiari sapevo poco di melanoma e non mi rendevo ben conto di come il sole, preso senza adeguata protezione, possa nuocere alla pelle. Il melanoma è subdolo, si mimetizza su una pelle che non è mai omogenea, s’insinua e non ce ne accorgiamo. Non ci rendiamo conto del problema perché siamo molto “visivi” nei confronti del pericolo: se vediamo un treno avvicinarsi siamo consapevoli del pericolo e ci allontaniamo, ma il tumore della pelle (se non hai un occhio esperto o sensibilizzato) è difficilmente riconoscibile e, quindi, non temuto. Esiste anche un fattore culturale che può giocare un ruolo importante: il sole è legato all’idea di salute e di bellezza, essere abbronzati è sano, non c’è dubbio. Quel che manca è l’informazione corretta: l’abbronzatura è bella se protetta, perché, oltre a donarci un bell’aspetto, non mette in pericolo la salute della nostra pelle. Proteggersi dai raggi solari e proteggere i nostri figli sin da piccoli è una questione di conoscenza oltre che di buone abitudini. I media potrebbero avere un ruolo cruciale nella comunicazione e nella diffusione di queste informazioni e si dovrebbe investire di più in campagne come questa perché il melanoma continua ad aumentare a dismisura specie tra i giovani, con costi altissimi dal punto di vista economico ma, soprattutto, di vite umane.
La campagna “Il sole per amico” ha tra i suoi obiettivi anche quello di ridurre o evitare esposizioni ambientali dannose per la salute, sottolinea i rischi prodotti dall’eccessiva esposizione ultravioletta solare e artificiale.
da ilpuntosalute | 29 Mag, 2015 | Bio
Esistono numerose canzoni dedicate agli alberi, forse perché gli umani vogliono assomigliare a loro: dritti, fermi, ben piantati al terreno, con la capacità di crescere e cambiare con il variare delle stagioni. O forse perché l’albero è simbolo di longevità e di saggezza. Fin dall’antichità, le foreste sono considerate luoghi sacri, santuari in cui si avverte la forza della natura.
Oggi, il benessere delle foreste e delle aree boschive è messo a dura prova dal cambiamento climatico, che impone ai fusti di adattarsi a nuove situazioni ambientali. La capacità di adattamento è legata ai sistemi genetici degli alberi e alle loro funzioni. Studi scientifici hanno dimostrato che i vegetali sono in grado di “migrare” da situazioni climatiche sfavorevoli e adattarsi in altre zone. La rapidità di spostamento delle piante è considerevole, ma inferiore a quella richiesta per far fronte al cambiamento del clima. Inoltre, gli alberi posso adeguarsi in situ, attraverso risposte evolutive genetiche, modificando la propria struttura.
Abbondanti precipitazioni, spopolamento della montagna e l’assenza di un’adeguata gestione forestale sono tra le principali cause del dissesto idrogeologico, un problema sempre più diffuso che provoca erosioni e frane. Per fronteggiare la situazione occorre una rinnovata strategia di prevenzione e riqualificazione territoriale. “Uno studio dell’Alleanza delle Cooperative Italiane dimostra che i costi dell’emergenza sono da 3 a 5 volte maggiori rispetto a quelli della prevenzione – afferma Francesco Iovino, docente di Selvicoltura presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Reggio Calabria –. Dal 2010 al 2013 il costo del dissesto è di 7,5 miliardi di euro, risorse indispensabili per attuare una reale politica di prevenzione e di buon governo del territorio”.
Le foreste costituisco un elemento essenziale del territorio e del paesaggio. “Le aree boschive hanno la funzione di proteggere il suolo, l’acqua e le infrastrutture – continua Francesco Iovino –. Funzioni ancora più importanti per il nostro Paese dove la geografia forestale coincide con quella montana. In Italia, i boschi sono una componente significativa dei territori montani”.
Un intervento positivo e attivo nella gestione delle risorse forestali è indispensabile, per garantire un’integrità ecologica delle risorse ambientali e per avere un impatto corretto sul sistema sociale ed economico. Le aree boschive forniscono sia un’identità culturale a uno Stato, sia beni materiali, il legno. In Italia, le attività legate alla filiera del legno coinvolgono circa 80 mila imprese e garantisce un saldo commerciale positivo, in quanto si tratta del secondo settore dell’industria manifatturiera italiana. “Nel nostro Paese, il settore foresta-legno dipende dall’estero per il ricavo di materia prima – riferisce Piermaria Corona, membro del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria –. L’Italia è il primo importatore europeo di legname per l’industria e il primo importatore di legna da ardere”. Nonostante ciò, il tasso di prelievo dai boschi italiani è uno dei più bassi in Europa.
Le foreste coprono un terzo delle terre emerse a livello mondiale e giocano un ruolo cruciale nel funzionamento ecologico del pianeta e dell’economia globale, per tale motivo è fondamentale l’impegno politico, scientifico e di ogni singolo cittadino per salvaguardare l’ambiente e renderlo migliore.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 27 Mag, 2015 | No profit
Dalla collaborazione di Save the Children con le profumerie Limoni e La Gardenia nasce il progetto Vie d’Uscita, un’iniziativa volta al sostegno delle moltissime ragazze vittime di tratta nel nostro Paese. Giovani trasferite o attirate in Italia per essere sfruttate sessualmente, coinvolte in attività illegali o rese vittime di matrimoni precoci.
Sostenuto dal 2012 da un’importante campagna, “Vie d’Uscita” prevede il coinvolgimento di oltre 400 coraggiose giovani donne inserite in attività di sensibilizzazione, informativa socio-sanitaria e legale. Alcune vittime hanno intrapreso un percorso di emancipazione da situazioni di sfruttamento. In questi giorni, inizia la campagna di charity e sensibilizzazione il cui storico slogan, ‘La vita di ogni donna merita di essere bella’, è affiancato da una nuova esortazione a tutte le donne: ‘NON VOLTARTI’. Un invito all’azione per non vivere nell’indifferenza il fenomeno della tratta e dello sfruttamento, un forte richiamo a valutare con consapevolezza la realtà. Dal 10 giugno è possibile contribuire al progetto con donazioni libere o l’acquisto di una Donor Card del valore di cinque euro presso i punti vendita Limoni e La Gardenia distribuiti su tutto il territorio nazionale. “Il nostro obiettivo consiste nel proporre maggiori occasioni di riflessione alle nostre clienti e ricavare proventi per superare quanto raccolto nei primi tre anni del progetto: oltre 200 mila euro – riferisce Fabio Pampani, AD della società che gestisce le Profumerie Limoni e La Gardenia –. Il programma di sensibilizzazione parte nei prossimi giorni e si conclude a dicembre. Per testimoniare la reale possibilità di reinserimento delle giovani, offriamo la possibilità a una delle ragazze coinvolte nel progetto di recupero, di iniziare un periodo di stage presso uno dei nostri punti vendita”.
Anche i social network sosterranno l’iniziativa con #NonVoltarti, un’azione di engagement su Facebook, Twitter e Instagram che invita le utenti a sostituire la loro immagine-profilo con una foto che le ritragga, appunto, di profilo. La campagna di sensibilizzazione proseguirà inoltre con “letture di vita”: un ciclo di incontri in alcune profumerie Limoni e La Gardenia, durante i quali i racconti di ragazze salvate da Vie di Uscita saranno i veri protagonisti. Testi letti e interpretati da Rossella Brescia, testimonial del progetto. “Sono felice di essere la madrina dell’iniziativa Vie d’Uscita – afferma Rossella Brescia –. Credo fermamente nella forza e nel coraggio delle donne, nella loro capacità di risollevarsi anche nelle situazioni più difficili”.
Di fronte a un problema mai voltarsi dall’altra parte, ma esprimere il sostegno e l’aiuto necessario per sconfiggere l’indifferenza.
Simone Lucci
da ilpuntosalute | 25 Mag, 2015 | Vino
Nell’aria si respira qualcosa di magico. Il sole estivo inizia a fare capolino all’orizzonte e non è facile resistere al richiamo del mare, delle onde e della spiaggia. Le strade, i borghi e le piazze si trasformano in un palcoscenico a cielo aperto e il mare diventa il luogo d’incontro per consumare aperitivi.
“In occasione della stagione estiva, l’azienda propone una linea di blend aromatici – afferma Antonino Spezia, presidente della Cooperativa Agricola Terre di Giafar –. Bevande fresche, realizzate principalmente con vini bianchi e pensate per aperitivi e wine bar. Nero d’Avola/Merlot, Catarratto/Inzolia e Grillo/Zibibbo sono i tagli aromatici maggiormente richiesti e che, bevuti a temperature intorno ai 12°C, attraggono il target più giovane”.
Il bianco di Nero d’Avola è la novità presentata dalla cantina. “L’uva integra è portata in cantina all’interno delle cassette, in modo che non ci sia contatto con il mosto – riferisce Antonino Spezia, detto Nino –. È schiacciata delicatamente e attraverso l’utilizzo del secondo pressato, di color bianco, viene poi fermentata a temperatura bassa (15/16 gradi per esaltare gli aromi della varietà), mentre il vino rosso viene fermentato intorno ai 22-25 gradi. Nasce in questo modo il bianco di Nero d’Avola”. Il Nero d’Avola vinificato in bianco offre così la possibilità di degustare i tipici aromi delle uve Nero d’Avola in un vino bianco di gradevole beva.
LA STORIA
“Il nome Terre di Giafar è un tributo alla contrada Misiligiàfari – spiega il presidente –. Significa: manzil di Giafar, letteralmente luogo di sosta in cui si scende da cavallo. In passato, durante la dominazione araba in Sicilia, la contrada era appartenuta all’emiro Giafar”. Si tratta di una zona particolarmente vocata alla produzione di vino, che si trova nel cuore della provincia più vitata d’Italia: Trapani.
La struttura è sorta nel 1967. “L’architettura è tra le più antiche di Trapani – precisa Spezia –. Oggi la cantina, totalmente rinnovata e arricchita con moderne attrezzature tecnologiche, ha una capacità di stoccaggio pari a 60 mila quintali di uva”. Nel 2008, nasce la Società Cooperativa Agricola “Terre di Giafar” per volontà di 14 imprenditori trapanesi. “La cantina è stata sottratta all’usura, alla speculazione e alla mafia – racconta il presidente della Cooperativa Agricola –. Ora, l’azienda è rappresentata da un garante nominato dal Tribunale di Trapani per far rivivere una cantina che costituisce un bene del territorio”. Il sostegno della magistratura, inoltre, ha salvato la struttura dal vandalismo e dall’incuria.
I fondatori si sono dati un ordinamento interno e hanno scelto i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione che ha a capo il presidente Antonino Spezia. Lo scopo della cantina è di “fondere” in un unico corpo le singole aziende conferitrici e abbattere i costi di gestione tipici delle piccole imprese, per realizzare un reddito pro capite competitivo con gli operatori privati del settore.
LA PRODUZIONE
“A bordo di trattori, l’uva è trasportata in azienda e viene pesata su una bilancia collegata elettronicamente a un computer interno alla cantina, che indica il peso lordo – precisa Nino –. Dopo la pesatura, con un braccio elettronico si preleva un campione d’uva per calcolarne il grado Babo, il grado zuccherino che permette di stabilire la tipologia di lavorazione”. L’uva è poi scaricata in tre vasconi, chiamati tramogge di scarico, che hanno il compito di spostarla e passarla all’interno diraspa-pigiatrici che separano gli acini dai raspi. “I raspi vengono eliminati da un nastro trasportatore – spiega Antonino Spezia –. Poi, in base alla tipologia d’uva, si decide il processo di lavorazione. “La fermentazione è l’unico passaggio lavorativo che differenzia il vino bianco, dal vino rosso – chiarisce il presidente Spezia –. Per ottenere il vino rosso è fondamentale far macerare il mosto insieme alle bucce: sono quest’ultime che conferiscono la tipica colorazione”.
Il vino rosso è posto in fermentini di macerazione, mentre il bianco è pressato. Come funziona la pressa? “All’interno della pressa è presente un polmone in lattice che preme dolcemente sull’acino facendo uscire il mosto – specifica il presidente della Cooperativa Agricola –. Tale tecnica enologica si chiama pressatura soffice”. La macerazione e la fermentazione avvengono contemporaneamente e sempre a temperatura controllata, in periodi di tempo che variano da un minimo di 10 giorni, a un massimo di 15/20 dì.
“I silos interni ed esterni della cantina sono comandati digitalmente da un pannello che controlla la temperatura e le doppie bande refrigeranti permettono di mantenerla stabile – spiega Nino Spezia –. All’interno dei silos avviene la tecnica del rimontaggio, che consiste nel pompaggio di mosto liquido da una valvola posta nella parte inferiore della vasca, e la parte solida che si crea con le bucce dell’uva (cappello) viene poi irrorata dall’alto. Durante il periodo di macerazione, due operai vanno di vasca in vasca a effettuare i rimontaggi per assicurare un’omogeneità del prodotto”. Terminata la macerazione, si procede alla svinatura, la separazione della parte liquida da quella solida. La massa liquida è trasportata in altri silos, mentre la parte solida viene schiacciata.
Inizialmente, vengono imbottigliati i vini bianchi e successivamente i rossi. La cantina è dotata di una linea di imbottigliamento quasi interamente meccanizzata che permette di produrre 2.500 bottiglie all’ora. L’imbottigliamento avviene con una macchina industriale semi manuale: bottiglie sterilizzate e lavate con vapore, posizionate su una banda che scorre, vengono riempite e tappate. Successivamente, le bottiglie entrano nell’incapsulatrice; la capsula è il sigillo di garanzia posto su ciascuna di esse. “Sopra ogni capsula è riportato il logo, che ci permette di essere riconosciuti in tutto il mondo e che consente agli enti di controllo di risalire a noi – chiarisce Antonino Spezia –. Senza capsula non ci è consentito imbottigliare”. Si passa infine all’etichettatura. “L’etichetta costituisce una sorta di carta d’identità del vino, in quanto contiene tutti gli elementi necessari per identificare il prodotto a cui si riferisce – precisa il presidente della Cooperativa Agricola –. L’etichetta può essere doppia, oppure unica, come quella che utilizziamo noi”.
Oltre a realizzare i propri vini, la Cooperativa, offre il un servizio produttivo e d’imbottigliamento per aziende terze differenziando così l’attività e aumentando gli introiti che vengono poi ripartiti tra i soci.
I VINI
La scelta aziendale è di puntare più sui vitigni storici tipici siciliani e poco sui vitigni internazionali, con lo scopo di valorizzare le produzioni autoctone. Punta di diamante della cantina è il Grillo vendemmia tardiva ottenuto raccogliendo a mano uve Grillo appassite in pianta e successivamente vinificate con accorgimenti simili a quelli utilizzati per i vini passiti.
Attualmente la Cantina offre due linee di vini in bottiglia: una linea “élite”, che presenta un packaging ricercato, e vini monovarietali quali Nero d’Avola, Syrah e Merlot come rossi, e Grillo, Catarratto e Grillo vendemmia tardiva come bianchi, e una linea base, presentata in una veste coloratissima, costituita da blend aromatici quali Nero d’Avola/Merlot come rosso, e Catarratto/Inzolia e Grillo/Zibibbo come bianchi, e, inoltre, la particolarità di un Nero d’Avola vinificato in bianco.
La cantina Terre di Giafar fornisce prodotti aromatici, fruttati, intensi, robusti e di carattere. Prodotti che esaltano “il gusto di Sicilia” in ogni stagione. Come afferma Mario Soldati: Il vino è la poesia della terra.
Clementina Speranza e Simone Lucci
da ilpuntosalute | 18 Mag, 2015 | Informazioni mediche
Una collezione di certificazioni, un accorgimento particolare caratterizza il packaging e un’attenzione ai non vedenti: l’azienda è l’italianissima
KoLinPHARMA.
KoLinPHARMA ha infatti ottenuto per i suoi prodotti certificazioni tutt’altro che frequenti nel settore nutraceutico: anzitutto quelle che si riferiscono alla qualità e alla sicurezza alimentare, come la ISO 9001 e la ISO 22000 (quest’ultima rappresenta il più elevato standard procedurale nella Sicurezza Alimentare che un’azienda possa impiegare), quindi la certificazione Halal, la Kosher, la certificazione per la celiachia e la certificazione ‘milk free’, in corso di rilascio. I prodotti dell’azienda saranno così:
– privi di glutine e possono essere assunti da celiaci
– non contengono sodio, possono essere assunti da ipertesi
– non contengono lattosio e derivati del latte
– possono essere assunti da vegetariani e vegani
Passando ai particolari accorgimenti che caratterizzano il packaging dei prodotti KoLinPHARMA, tutto il materiale cartaceo dell’azienda e gli astucci dei diversi integratori nutraceutici sono fabbricati con carta o cartoncino 100% riciclati, certificati ‘Forest Stewardship Council’, principale meccanismo di garanzia sull’origine del legno e della carta. Le confezioni dei prodotti KoLinPHARMA riportano in caratteri Braille anche la data di scadenza (non limitandosi quindi a indicare principio attivo e dosaggio). Sono dotati anche di un QR code (anche questo localizzabile con rilievi in Braille) che rinvia direttamente, attraverso qualunque smartphone, a un ‘foglietto illustrativo’ riservato a chi non può leggere. Una voce sintetizzata descrive all’utente caratteristiche, indicazioni d’impiego e modalità d’uso del prodotto: per evitare errori di somministrazione, ma anche per eliminare una notevole difficoltà e un considerevole elemento di discriminazione nei confronti dei non vedenti. Per la conformità di legge del braille sui prodotti l’azienda ha ricevuto la certificazione anche dall’UCI (Unione Italiana dei Cechi e degli Ipovedenti).
KoLinPHARMA ha poi rilevato che è sistematicamente trascurato, soprattutto nei confronti dei non vedenti, il diritto a esser certi che la confezione di farmaci o di integratori sia sigillata, e non sia mai stata aperta in precedenza. Per questo la nuova azienda ha collaborato con un importante partner nell’ideazione di una chiusura “tamper evident” brevettata per tutti i propri astucci. Grazie a questo accorgimento, l’apertura di ciascuna confezione sarà inevitabilmente attestata non solo da un apposito campo cromatico (subito evidente per chi sia in possesso delle facoltà visive), ma anche da una netta punta di cartoncino, percepibile al tatto, che consentirà anche ai non vedenti di esser sicuri che quel prodotto è stato aperto o ha subito manomissioni.