La malattia di Parkinson non ha ancora una cura risolutiva ma gli approcci terapeutici più recenti hanno evidenziato l’importanza per il clinico di operare in team e l’utilità dell’attività fisica e della riabilitazione per un più moderno e razionale approccio alla malattia. È questo il pensiero del Alfredo Berardelli, Presidente Accademia LIMPE-DISMOV; Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Sapienza Università di Roma.
Ogni anno in Italia circa 6 mila persone vengono colpite dalla malattia di Parkinson e in un caso su quattro hanno meno di 50 anni. Rimanere attivi il più a lungo possibile può prevenire il Parkinson. Le ultime evidenze scientifiche dimostrano, infatti, che chi pratica regolarmente un’attività fisica ha un rischio inferiore del 43% di sviluppare la malattia di Parkinson, mentre i parkinsoniani che continuano a praticare attività fisica e sport non solo mantengono nel tempo una migliore autonomia ma presentano anche una evoluzione più lenta e meno invalidante rispetto a quelli che conducono una vita più sedentaria. “Una prospettiva multidisciplinare nella gestione delle persone con malattia di Parkinson e le terapie farmacologiche più avanzate aiutano a gestire la malattia per lungo tempo, mentre l’attività sportiva, le terapie fisiche e riabilitative e piccoli cambiamenti nello stile di vita possono facilitare la gestione del Parkinson, la mobilità dei pazienti e quindi la loro autonomia – dichiara Berardelli –. Nelle persone con malattia di Parkinson, infatti, l’esercizio fisico può aiutare a migliorare l’equilibrio e ridurre del 70% le cadute, che sono la loro più comune causa di accesso al pronto soccorso”.
“Uno studio ha valutato, un ampio campione di pazienti italiani affetti da malattia di Parkinson, la frequenza delle cadute e i possibili parametri clinici associati o predittivi del rischio di caduta – dichiara Giovanni Abbruzzese, Presidente della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus – La ricerca si è svolta in 19 centri italiani che hanno arruolato 544 pazienti affetti da malattia di Parkinson e 301 soggetti di controllo. I risultati preliminari hanno evidenziato che il 42% dei pazienti italiani con malattia di Parkinson cade almeno una volta l’anno (media 23 cadute) rispetto al 17% dei soggetti di controllo. Numerosi fattori (età, durata e gravità di malattia, stato cognitivo, presenza di disturbi del cammino, presenza di ansia e depressione) sono associati al rischio di cadere, ma soprattutto la durata della malattia e alcuni specifici disturbi del cammino risultano essere predittivi. L’identificazione di fattori predittivi del rischio di caduta appare fondamentale al fine di programmare interventi preventivi o trattamenti riabilitativi specifici”.
Testimonial d’eccezione della Giornata della Malattia di Parkinson 2015 è il campione olimpico Jury Chechi, che ha voluto trasferire in questa iniziativa la sua esperienza di campione nello sport e nella vita.
“Sull’importanza dell’attività fisica stiamo lavorando con entusiasmo già da alcuni anni con AbbVie per sviluppare progetti che aiutano le persone con Parkinson a partecipare attivamente e consapevolmente alla cura della propria salute – dichiara Jury Chechi -. Esperienze che mi hanno consentito di verificarne i benefici e spinto a proseguire con convinzione nell’impegno in favore delle persone con Parkinson. Si può essere campioni anche nelle vite più complicate e sono sicuro che in ognuno di noi ci siano quelle risorse incredibili che possono aiutare a superare i momenti difficili con forza e determinazione”.
La cerimonia del tè è uno dei rituali più affascinanti del Giappone. Ogni gesto, ogni movimento è intriso di sacralità, per la forte connotazione spirituale che porta i partecipanti alla cerimonia alla ricerca del benessere interiore e di se stessi. Diffondere il benessere per il corpo e per l’anima è la filosofia del brand creato da Sandra Nassima, donna divertente, creativa e appassionata che definisce i suoi tè con altrettanti aggettivi: smooth, sensual, precious. Per lei l’antica cerimonia del tè è importante, così come è forte l’amore per il Giappone, per il popolo, per il loro cibo e per le loro tradizioni. “Una cosa che ripeto sempre è che la prossima volta che rinasco in questo mondo vorrei essere in Giappone. Per apprezzare bene l’antica cerimonia del tè bisogna comprendere correttamente la loro filosofia di vita”. Il forte interesse verso le tradizioni e le usanze giapponesi ha permesso a Sandra Nassima di ideare la nuova linea tè purificanti, in grado di distendere e depurare il corpo dalle tossine. Morning Sun, il tè pensato per la mattina, e Star Night, il tè della sera, sono le due proposte di Depuratèa.
Il nuovo prodotto firmato Depuravita è Depuratèa. Da dove nasce l’idea di lanciare tè depurativi? Creare diverse linee di prodotti che supportano la dieta detox con i succhi è sempre stata la mia strategia di espansione prodotto Depuravita. La linea ha 5 tipi di tè pronti per il lancio. Al momento ne abbiamo commercializzati solo due. La combinazione tè detox, Morning Sun e Star Night è nata come una risposta al trend “skinny tea”, è una versione nostra. Noi consigliamo una cura di teatox con questi due tipi di miscele, preferibilmente accompagnata dei succhi Depuravita.
Due tipologie di tè: Morning Sun e Star Night.Quali sono gli ingredienti presenti e le loro proprietà? Morning Sun è quel che ci vuole per iniziare con la giusta carica, depura dalle tossine, favorisce il risveglio dell’organismo e del metabolismo. La sua miscela combina l’azione rinvigorente e stimolante di tre erbe dalla lunga tradizione. Il Rooibos verde, particolarmente ricco di minerali e quindi energizzante. Il mitico Matè sudamericano, autentico acceleratore metabolico. Il tè verde noto per le sue innumerevoli proprietà fra cui la capacità di bruciare i grassi. In aggiunta, limone, zenzero e citronella che tonificano il sistema gastrointestinale, preparandolo alla nuova giornata. Star Night è una miscela di erbe rilassanti e disintossicanti per allontanare lo stress e rimuovere le scorie che inevitabilmente si accumulano durante il giorno. Menta nanà è una delicata varietà di menta usata dai Tuareg e dai popoli dell’Atlante. Tale ingrediente insieme a ortica e tarassaco depurano dolcemente il fegato e distendono corpo e mente, preparando al sonno. Il finocchio contribuisce a ridurre fastidiosi gonfiori intestinali, coadiuvato da avena, malva e rosa che leniscono le mucose di stomaco e intestino. Per godere di un riposo profondo e rigenerante.
Tutti gli ingredienti sono naturali e di origine biologica? Gli ingredienti, tutti puri e naturali, provengono da ogni parte del mondo. Le varietà di tè più rare sono unite a erbe e fitoelementi dalle intense virtù terapeutiche. Ogni infuso depura l’organismo e allo stesso tempo svolge specifiche e benefiche funzioni.
I tè possono essere affiancati agli altri programmi Depuravita? Sì, per avere un maggiore effetto è consigliato abbinarli ai programmi Depuravita.
Ci sono particolari controindicazioni per chi assume i tè? Assolutamente no. Naturalmente da verificare gli ingredienti per evitare problemi di intolleranza oppure di allergie.
Quali sono i progetti futuri? A marzo lanceremo una nuovissima linea di succhi, utilizzando ingredienti innovativi, ma sempre naturali. La linea è pensata per chi vuole abbinare i succhi all’alimentazione normale senza fare una dieta e supportare l’organismo. Dedichiamo una parte sul nostro sito ai corsi di life coaching con Veronica Pacella. Abbiamo notato durante le sue conferenze che, specialmente in Italia, i giovani hanno bisogno di conoscere meglio i loro reali motivi per essere, lavorare e vivere in modo salutare. L’obiettivo è aiutare ad aumentare la consapevolezza.
A quale clientela è rivolta la linea Depuratèa? La nostra clientela e molto variegata, persone del mondo professionale, intellettuali, e casalinghe che amano curarsi e seguono i nuovi trend di benessere e nutrirsi bene. Sono anche clienti molto impegnati, stressati e lavorano tanto perciò preferiscono ordinare Depuravita a casa anziché fare le centrifughe. Noi chiamiamo Depuravita il tuo piccolo lusso quotidiano.
La bevanda dorata creata con Depuratèa può diventare un vero rito quotidiano di benessere e un momento depurativo irrinunciabile. Il tè è un gesto capace di tonificare, detossinare e portare calma e relax nelle giornate più stressanti. Il benessere del corpo e dell’anima, oggi, è racchiuso in una tazza.
In uno straordinario paesaggio floreale circondato da verdeggianti colline, sorge l’antico feudo appartenuto ai principi Branciforti, acquistato nel 1906 dalla famiglia Cucurullo con lo scopo di donare un nuovo volto all’agricoltura siciliana. Francesco e Carolina, quarta generazione della famiglia, con l’aiuto del padre Salvatore promuovono e sostengono la coltivazione biologica di vigneti, uliveti e aranceti. “Dal 2000, pratichiamo l’agricoltura biologica e ci avvaliamo di certificazioni che attestano l’origine bio di uve e vini, una caratteristica apprezzata in Italia e all’estero – spiega Francesco Cucurullo, proprietario della cantina Masseria del Feudo –. La fertilizzazione avviene con concimi biologici, in particolare sfruttiamo i residui ottenuti dalla fermentazione, e per contrastare i parassiti utilizziamo zolfo, rame e prodotti di natura organica. Facciamo inerbimento con fauna biologica, il lavoro nei filari è quasi totalmente manuale e il diserbo non prevede l’uso di prodotti chimici, ma avviene con mezzi meccanici”.
La recente acquisizione di nuovi macchinari e strumenti tecnologici indica l’attenzione dell’azienda verso il progresso e l’ecosotenibilità. “Lo scorso anno, abbiamo fatto enormi investimenti per ammodernare il parco macchine – afferma Francesco Cucurullo –. Essere all’avanguardia e svolgere il lavoro con più efficienza permette di incrementare la coltivazione biologica, sostituendo i datati sistemi di lavorazione. L’installazione di pannelli solari e termici, poi, ci consente di produrre energia elettrica e acqua calda sia nell’agriturismo, sia nella cantina”.
L’anima della masseria è proprio la cantina, dove vengono trasportate le uve dopo la vendemmia per la produzione del frutto di Bacco, così era definita la bevanda alcolica nell’antica Roma. “Prima della vendemmia raccogliamo a mano 4/5 quintali di uva e la facciamo fermentare in modo spontaneo a temperatura ambiente, tale sistema è noto come: pied de cuve – specifica l’imprenditore –. È una pratica che permette lo sviluppo di lieviti indigeni, vale a dire nati dalla stessa varietà d’uva e sfruttati per innescare il processo di fermentazione”. Il pied de cuve evita all’azienda l’acquisto di lieviti, garantendo la genuinità e l’originalità del prodotto.
Dopo la vendemmia, i frutti subiscono una macerazione a freddo (8°/10°) senza fermentazione: la criomacerazione. Il processo è applicato alle uve bianche e nere, con il fine di estrarre gli aromi primari che provengo dalla vigna, regalando struttura al vino. Gli aromi sono di 3 tipi: primari, secondari e terziari. Le fragranze primarie si ricavano dalle uve, i profumi secondari provengono dalla fermentazione alcolica e i terziari si ottengono dall’invecchiamento in bottiglia.
“Dopo 2 o 3 giorni di criomacerazione, inizia spontaneamente la fermentazione a 18°/24°, temperatura limite del processo per evitare la perdita dei profumi e degli aromi – spiega Cucurullo –. All’interno della vasca, la fermentazione sulle bucce ha una durata di circa 15/18 giorni. Durante questo periodo pratichiamo i rimontaggi per irrorare e mantenere all’interno del liquido la buccia, che rappresenta il nostro tesoro. Dalla buccia, infatti, si estraggono tannini, polifenoli e flavoni: sostanze che donano ricchezza, eleganza e struttura al vino”.
La fase di svinatura e di pressatura prima e la micro-ossigenazione poi, infondono carattere e corpo al vino. “A differenza dei vini bianchi, i rossi prediligono la micro-ossigenazione all’interno di vasche di cemento ricoperte da resine epossidiche, dove piccole particelle effettuano uno scambio di ossigeno, permettendo al vino di evolvere – spiega l’imprenditore –. Nelle cantine industriali, il processo avviene con l’uso di bombole, mentre noi lo pratichiamo naturalmente”.
Gambero Rosso, BIBENDA Cinque Grappoli, DuemilaVini, Enopolis e Bruxelles sono alcune onorificenze conferite al Rosso delle Rose e a Haermosa, uno Chardonnay realizzato per la prima volta nel 2001 della Masseria del Feudo. “Con orgoglio posso affermare che la Masseria del Feudo è stata tra le prime aziende in Sicilia a sperimentare lo Chardonnay – dichiara il proprietario –. Il successo del vino è dovuto alla mineralità del terreno e al clima mite che subisce forti escursioni termiche soprattutto nei mesi estivi. Nel corso degli anni, abbiamo anche ridotto l’uso del legno e delle barrique, per il 30% il vino è conservato in botti di legno da 25 hl e il restante 70% in contenitori di acciaio inox”.
La viticultura è una delle 4 filiere open air esistenti in azienda. La famiglia Cucurullo si occupa anche di: frutticultura, seminativi e turismo. “Attraverso la ristrutturazione dei vecchi prefabbricati, abbiamo dato vita a un piccolo bed and breakfast per ospitare operatori del settore, giornalisti e turisti che vogliono approfondire le loro conoscenze in merito ai sistemi di: coltivazione, potatura, difesa antiparassitaria e riduzione di fitofarmaci – riferisce Francesco Cucurullo –. La clientela ha la possibilità di assistere ai processi di produzione vitivinicola, frutticola e dei seminativi”.
Il territorio siciliano consente alla Masseria la produzione di: pesche (600 tonnellate annue), prugne (20 tonnellate annue), albicocche e nettarine coltivate con una riduzione di antiparassitari e acqua. L’olivicoltura è una coltivazione di nicchia per la produzione di olio venduto ai mercati esteri.
Nell’antico feudo si è passati da un’agricoltura estensiva, con grandi latifondi destinati a seminativa, a un’agricoltura intensiva, tecnologica e moderna per fornire alle tavole italiane ed estere vini biologici e prodotti che profumano di Sicilia.
Simone Lucci e Clementina Speranza
ILTERRITORIO: I CASTELLI NISSENI
Il territorio vitivinicolo dei “Castelli Nisseni”, in provincia di Caltanissetta, si trova su colline dove antiche masserie e vaste coltivazioni dominano il paesaggio. In questa parte della Sicilia è antica la presenza della vigna, insieme alla coltivazione dell’olivo e dei cereali, e si deve agli arabi la prima razionalizzazione del sistema di coltivazione della vite.
L’altitudine si aggira intorno ai 600 metri e il clima è continentale, con temperature medie piuttosto basse durante l’anno, e condizioni atmosferiche che determinano inverni ventilati e rigidi. Le scarse piogge si concentrano nei mesi invernali, l’estate è lunga e calda, e l’aria si mantiene secca e asciutta; questo comporta un’escursione termica, sia tra le varie stagioni che tra il giorno e la notte, una caratteristica importante poiché permette una perfetta maturazione dei grappoli.
In queste zone sono state effettuate le prime sperimentazioni di impianto in Sicilia per le varietà autoctone di tradizione e per quelle internazionali, come lo Chardonnay.
L’abile gestione della coltivazione dei vigneti ha messo in risalto le qualità del terroir.
Grazie alla particolare composizione del suolo, terreni calcareo – argillosi, e alle caratteristiche pedoclimatiche il Nero d’Avola trova qui le condizioni ottimali di coltura, rivelando in produzione un altissimo valore organolettico e un’espressione tra le più apprezzate.
Purifica la pelle, dona luce ai capelli opachi, aiuta la digestione, normalizza la glicemia, è un alleato contro l’accumulo di grassi, cura le ferite, è utile per il mal di denti, contro le punture di insetti, è un potente anticalcare, lucida i vetri, sgrassa il bucato e le stoviglie, questi sono solo alcuni degli effetti benefici e delle virtù dell’aceto.
Oggi, grazie anche alla dieta mediterranea, l’aceto si rilancia come condimento naturale dal basso contenuto calorico (3.1 Kcal per 10 ml.) capace di portare nella nostra alimentazione equilibrio e armonia, salute e benessere, secondo quanto è emerso anche durante il primo convegno internazionale sugli aspetti scientifici, storici e gastronomici dell’aceto di vino, organizzato dall’Università di Torino nel 1990. Oltre al contenuto calorico molto ridotto rende più digeribili i cibi.
Le proprietà dell’aceto sono infinite e se ne può beneficiare anche prendendone un cucchiaio a digiuno, ogni mattina.
L’aceto svolge un’azione anticancerogena preventiva e “stabilizza” le vitamine E e C. Spegne la sete, aggredisce la febbre, assale le infezioni, mitiga le infiammazioni. Imbevuta d’aceto e masticata lentamente, una zolletta di zucchero fa cessare il singhiozzo e calma la pertosse.
L’aceto, inoltre, disinfetta piccole piaghe e scottature superficiali. Libera il naso tappato dal raffreddore e la testa appesantita dall’aria viziata. Annulla le punture di insetti e rende inoffensive le morsicature delle meduse.
Per il mal di denti il segreto è far bollire uno spicchio d’aglio in un bicchiere d’aceto. Si ottiene un decotto tiepido con cui ci si sciacqua tenendolo in bocca e insistendo sul punto dolorante.
Per i capelli ogni traccia di grasso scompare usando, per sciacquarli, acqua tiepida e aceto. Li rende anche morbidi, vaporosi, lucenti e combatte il formarsi dei pidocchi.
Per tossi subdole e insistenti che solleticano la gola e impediscono il sonno, niente di più indicato che tenere sul comodino un bicchiere d’acqua dove sono stati diluiti due cucchiaini di aceto di mele.
L’aceto porta con sé, dagli antichi egizi fino a oggi, innumerevoli impieghi in molteplici ambiti, prima di essere un condimento è dunque un “promotore di salute”.
L’aroma stimola le proteine di alcuni succhi gastrici e prepara l’organismo alla corretta digestione, i sali minerali contrastano l’insufficienza biliare e facilitano l’assorbimento delle vitamine, l’acidità è affine alle sostanze acide che il nostro corpo utilizza per espellere i grassi e i carboidrati, e accelera il metabolismo.
Due le tipologie:
L’aceto classico viene realizzato tramite la fermentazione del vino. In questo lasso di tempo i batteri Acetobacter ossidano l’etanolo presente nel vino che, in presenza di aria, innestano il processo di trasformazione in acido acetico. L’aceto è ricco di minerali quali: potassio, ferro, zinco, calcio, rame e sodio.
L’aceto di mele possiede un’alta concentrazione di vitamineA, B, C, D, E, K e J.
La realizzazione dell’aceto di mele è composto da due fasi: il succo di mela viene lasciato fermentare all’interno delle botti in modo da trasformarsi in sidro. Il cambio di stato da sidro ad aceto di mele viene innescato tramite l’inserimento dei batteri Acetobacrter nelle botti.
L’aceto di mele diventa protagonista di molte ricerche che hanno dimostrato diversi benefici. È utile per:
– diminuire il gonfiore addominali,
– stimolare il metabolismo e al contempo attenuare il desiderio di dolce, il che comporta la stabilizzazione del peso,
– favorire il drenaggio delle cellule adipose, causa della pelle a buccia d’arancia,
– alleviare i dolori articolari e contrastare la formazione di calcoli,
– contrastare la proliferazione delle cellule tumorali in quanto ricco di ditriterpenoidi contenuti nella buccia delle mele,
– fare i vapori.
Filari di vite e piantagioni di mele cospargono il territorio italiano che permettono di produrre degli ottimi aceti contenenti tutte le proprietà organolettiche.
Precisione, passione ed esperienza permettono, a diverse imprese di realizzare un prodotto dal marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Un esempio di tradizione, innovazione e competenza, dal lontano 1867, è quello della famiglia PONTI.
Coltivare il gusto è per Ponti un impegno totale verso la qualità che coniuga la genuinità della natura con la tecnologia più avanzata nei processi produttivi.
Antonella Strozzi
PONTI
L’attività della famiglia Ponti comincia nel 1867 a Sizzano, in provincia di Novara, con il fondatore Giovanni Ponti, agricoltore e produttore di vino e aceto. In 150 anni dalla nascita, l’impresa si è sviluppata ed è divenuta Gruppo.
Cinque gli stabilimenti e quattro poli produttivi (Ghemme, Dosson di Casier, Anagni e Vignola) hanno la capacità di imbottigliamento giornaliera di 450 mila bottiglie su una superficie totale di 150 mila mq per un turno di lavoro di otto ore.
Coltivare il gusto significa, per Ponti, un impegno totale verso la qualità che coniuga la genuinità della natura con la tecnologia più avanzata nei processi produttivi.
Impianti iper tecnologici, automazione e innovazione sono i capisaldi della famiglia Ponti che si avvale di: robot antropomorfi per palletizzazione e depalletizzazione, raggi x per controllare il contenuto di ogni vasetto, navette-trenino senza uomo a bordo che movimentano i pallets di prodotto finito.
Il Sistema Qualità della Ponti, i cui cardini sono sicurezza alimentare, tracciabilità e rintracciabilità del lotto di produzione, copre tutti gli stabilimenti del Gruppo. Viene convalidato con le certificazioni internazionali BRC (British Retail Consortium) Global Standard, IFS (International Food Standard), Organic & Organic NOP (BIOAGRICERT), AIB International, Gost R Certification e UKR-SEPRO.
Fin dall’antica Grecia, Afrodite rappresenta l’amore, la bellezza e la lussuria. Spesso considerata vanitosa, stizzosa, permalosa e infedele, la dea faceva innamorare mortali e divinità con il suo famoso fascino e le sue doti seduttive. I cibi in grado di riaccendere la fiamma della sensualità sono noti come afrodisiaci, proprio in onore alla dea nata dalla spuma marina come ricorda Ugo Foscolo nel sonetto A Zacinto.
Frutti di mare, tartufo, peperoncino, caviale sono alcuni tra i più noti alimenti considerati altamente stimolanti, eccitanti e veri doni divini. Le proprietà del caviale erano note anche dalla zarina Caterina di Russia, che aveva l’abitudine di gustare omelette al caviale e tè con vodka a colazione. Oggi, il caviale animale e vegetale è tra i più pregiati ingredienti utilizzato in cosmesi per donare bellezza e splendore alla cute.
Collagene marino, estratti botanici del Mediterraneo e Caviale vegetale, una macroalga verde detta anche Uva di Mare o Caviale Verde che vive nei fondali marini e da sempre considerata una prelibatezza dagli abitanti dell’isola giapponese di Okinawa, famosi in tutto il mondo per la loro longevità, sono le principali componenti che caratterizzano la linea cosmetica Phytovital di Bottega Verde.
Privi di cessori di formaldeide e parabeni, i prodotti proteggono il viso, donano una sensazione di giovinezza ritrovata e restituiscono luminosità e compattezza, contrastando la comparsa di segni e inestetismi cutanei soprattutto nella zona degli zigomi, nell’ovale e nel collo. La speciale composizione di ingredienti stimola la sintesi del Collagene IV e del Collagene I con una conseguente azione idratante. Il brand propone quattro referenze: il programma intensivo anti-età con estratti botanici del Mediterraneo, il trattamento viso rimodellante giorno, il concentrato illuminante occhi e il trattamento viso ricompattante notte.
Il programma intensivo è composto da 3 sieri con funzionalità differenti, da utilizzare periodicamente durante l’anno come trattamento urto. I sieri dalle funzionalità mirate vanno applicati sulla pelle detersa alla sera per un periodo di 7 giorni e massaggiati fino a completo assorbimento, durante il trattamento non è necessario utilizzare la crema viso notte. Il Siero Preparatore Rinnovatore con acido Glicolico ed estratti botanici del Mediterraneo favorisce il rinnovamento superficiale dell’epidermide. L’acido Glicolico consente il turn over cellulare e svolge un peeling leggero e graduale per liberare la pelle dalle cellule morte, rendendola più luminosa, compatta e pronta a ricevere i benefici successivi. Il prodotto non va applicato nella zona del contorno occhi e i trattamenti all’acido glicolico sono sconsigliati nei periodi di esposizione al sole. Per donare al viso un aspetto più tonico e compatto il Siero Concentrato Anti-Età con Collagene marino, Uva di mare ed estratti botanici del Mediterraneo risulta un toccasana. La presenza di Collagene marino regala turgore alla cute, mentre le Uva di mare sono un ottimo aiuto per ritardare i principali segni dell’invecchiamento cutaneo. Il Siero di Mantenimento Idratante Levigante con estratti botanici del Mediterraneo e Pentavitin®, un ingrediente che svolge un’attività protettiva-idratante, dona comfort alla pelle e una meravigliosa sensazione di morbidezza e setosità. Il siero aiuta la pelle a mantenere i risultati ottenuti nelle fasi precedenti, promuovendo un importante effetto antirughe e antietà.
Per risponde efficacemente alle esigenze della pelle matura con evidenti segni dell’età, perdita di tono e freschezza nasce il trattamento viso rimodellante giorno effetto volumizzante 3D, una crema dalla texture sofisticata che dona comfort alla pelle e attraverso la piacevole e rilassante fragranza regala una sensazione di appagante bellezza. La ricca formula rimodellante è un mix di attivi benefici derivati dal mare e selezionati per il loro effetto rimpolpante, tra cui il Collagene marino che aiuta a ridisegnare i contorni del viso, guadagnando tonicità. La macroalga ritarda i segni dell’invecchiamento cutaneo, perché aumenta l’idratazione e regala nutrimento, grazie anche all’azione degli estratti botanici di Ginestra, Pino marittimo e Lavanda italiana.
La delicata zona del contorno occhi è la prima a subire l’invecchiamento cutaneo e per tale motivo è stato formulato il concentrato illuminanteocchi per contrastare i segni di stanchezza, la perdita di tono e le rughe. La crema è un concentrato di attivi selezionati, tra cui spicca la Beautyfeye™, una vera innovazione della cosmetica che svolge un effetto tensore sulle palpebre e sulle rughe d’espressione, migliorando l’aspetto delle occhiaie con l’aiuto degli estratti botanici di Ginestra, Pino marittimo e Lavanda italiana. I pigmenti contenuti nel prodotto riflettono la luce donando un contorno occhi dall’aspetto fresco e luminoso e le micro perle contenute nel composto creano un effetto soft focus per minimizzare le imperfezioni, uniformare l’aspetto della pelle accendendo lo sguardo.
Il trattamento viso ricompattante notte effetto ristrutturante è un due in uno, che abbina l’effetto ristrutturante di una maschera notturna all’attività di una crema ricca per la notte per un’azione mirata contro invecchiamento. Il cosmetico svolge un’attività intensa durante il riposo notturno, quando la pelle è più ricettiva, donando così fin dal risveglio tonicità, compattezza e un aspetto fresco e riposato. Il concentrato di attivi ispirati ai benefici del mare e dosati specificamente lavorano sulla compattezza cutanea, il Collagene marino regala un’azione volumizzante 3D e pregiato Caviale Verde idrata, dona nutrimento e migliora le condizioni generali della pelle.
I cosmetici Phytovital forniscono nuova vitalità alla pelle grazie agli attivi provenienti dalle profondità marine, consentendo di essere stupende come Afrodite, perché proprio come scrive Foscolo …Del greco mar, da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde Col suo primo sorriso… Forse non è un caso che il segreto della bellezza arriva dal mare.
Oltre 600 mila persone in Italia soffrono di scompenso cardiaco ed è la prima causa di ospedalizzazione per gli over 65, con un’incidenza in costante aumento.
«Lo scompenso cardiaco è una malattia molto seria e sempre più diffusa soprattutto tra i pazienti sopra i 65 anni di età, ma è tuttora una patologia poco conosciuta”, afferma Salvatore Di Somma, Professore di Medicina Interna alla Sapienza-Università di Roma e Direttore di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea.
Lo scompenso cardiaco è una patologia cronica sempre più diffusa eppure ancora poco conosciuta: ci può spiegare cos’è? Da quali sintomi può essere facilmente riconosciuto e qual è l’importanza di una diagnosi tempestiva?
Lo scompenso cardiaco è l’incapacità del cuore a pompare sangue nella quantità adeguata a soddisfare le richieste dell’organismo. In pratica, un cuore scompensato è un organo che ha perso la sua forza contrattile e, di conseguenza, la capacità di assicurare la giusta quantità di ossigeno agli organi.
I sintomi più frequenti dello scompenso cardiaco sono la mancanza di fiato o dispnea, l’intolleranza crescente allo sforzo anche leggero, palpitazioni, la progressiva ritenzione di liquidi che in poco tempo provoca un aumento del peso corporeo, conseguenza della riduzione dell’urina nelle 24 ore. Nella pratica quotidiana, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia è difficile però riconoscere i sintomi specifici poiché spesso questi sono sfumati, subdoli. Un segnale molto importante è la fatica a salire le scale: se si va in affanno dopo una o due rampe, qualcosa non va. Un altro segno da non sottovalutare è il gonfiore progressivo alle caviglie. In alcuni casi invece la sintomatologia può presentarsi all’improvviso, in maniera acuta e drammatica con fame d’aria improvvisa e senso di morte imminente. La diagnosi tempestiva è fondamentale perché permette di prevenire o rallentare la malattia. Ricordiamo che lo scompenso cardiaco, che in Italia colpisce oltre 600.000 persone, è caratterizzato da un’elevata mortalità, con un’aspettativa di vita a 5 anni dal primo ricovero del 50%, e da un elevato tasso di re-ospedalizzazioni. Tale aspettativa di vita ridotta è finanche peggiore di alcune forme di cancro come quella al seno o all’intestino.
Quali sono gli unmet needs più urgenti per lo scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è una patologia in forte crescita a causa dell’incremento dell’aspettativa di vita e della cronicizzazione di molte patologie. Le priorità principali sono ridurre la mortalità e le re-ospedalizzazioni: per ottenere questi risultati occorre investire in ricerca, per introdurre soluzioni terapeutiche innovative ed efficaci; in assistenza, perché spesso questi pazienti e le loro famiglie sono soli, ed è quindi fondamentale attuare campagne d’informazione sugli stili di vita e la prevenzione.
Quali sono i principali fattori di rischio riconosciuti per lo scompenso cardiaco?
Al primo posto sicuramente la cardiopatica ischemica. Un cuore che ha subito un infarto è un cuore che è stato danneggiato e, pertanto, è scompensato. Poi, l’ipertensione arteriosa, il diabete, il fumo, l’eccesso di assunzione di alcol, il sovrappeso e l’obesità, la sedentarietà: tutti fattori di rischio che possono causare un’insufficienza della pompa cardiaca. Anche malattie delle valvole e del muscolo cardiaco e aritmie possono portare a un deficit di pompa. Particolare attenzione deve essere posta alle forme influenzali in quanto l’infezione virale può attaccare e compromettere il muscolo cardiaco determinando scompenso. Altre volte lo scompenso di cuore è conseguenza di malformazioni cardiache, cardiopatie congenite o malattie primitive del muscolo cardiaco soprattutto in bambini o giovani adulti.
Quali sono i principali ostacoli al riconoscimento tempestivo dei sintomi?
I sintomi base dello scompenso cardiaco sono: affanno, ridotta tolleranza allo sforzo anche minimo, astenia ingravescente e gonfiore delle caviglie (edema). Si tratta tuttavia di sintomi che possono comparire anche per altre patologie specie dopo i 65-70 anni e questo comporta che a volte vengano confusi con qualcos’altro. Di sicuro il paziente sottovaluta i sintomi e spesso gli stessi fattori di rischio: ad esempio molti diabetici e ipertesi non sanno di esserlo e quelli diagnosticati non sanno che queste patologie possono predisporre ad uno scompenso cardiaco. Fare attenzione ai piccoli segni e rivolgersi al medico appena sono stati individuati è l’unica arma per bloccare la progressione della malattia, ma per mettere in pratica tutto questo è necessario essere informati.
Quali sono gli stili di vita corretti per controllare i fattori di rischio e prevenire l’insorgenza dello scompenso cardiaco?
Lo stile di vita corretto si apprende sin dall’infanzia. La prevenzione sia primaria che secondaria comincia dall’alimentazione. Molti studi anche recenti dimostrano che la dieta mediterranea a base di olio extravergine di oliva, pesce azzurro, verdure e, perché, no un buon bicchiere di vino rosso migliora l’aspettativa di vita nei pazienti con scompenso cardiaco. Oltre alla qualità degli alimenti occorre controllare le quantità. Un altro tassello importante è l’attività fisica. Uno studio svedese recente evidenzia che 20 minuti al giorno di passeggiata o di bicicletta in pianura è consigliato agli scompensati cardiaci (I-II-III grado) e li aiuta a vivere meglio e più a lungo. È importante mantenere attiva la mente. Le relazioni sociali e gli interessi sono fondamentali per aiutare il cuore a stare bene. Infine è fondamentale seguire attentamente le terapie farmacologiche prescritte perché la mancata aderenza alla terapia può avere gravi conseguenze sulla patologia e sulle condizoni generali di salute.
Nella storia e nella cultura aziendale de La Valentina il tema della sostenibilità è stato sempre fondamentale. “La nostra sfida è nell’idea di rendere sostenibile il prodotto migliorandone le prestazioni ambientali. Tutti i nostri vini sono certificati ‘Pesticide Free’ – precisa con orgoglio Sabatino Di Properzio, titolare della cantina -. Partiamo dalla valorizzazione della tipicità dei nostri vini, ottenuta grazie all’affrancamento delle viti dai condizionamenti chimici, e proseguiamo attraverso l’innovazione nei prodotti, nei servizi, nei metodi di lavoro, nei comportamenti, nei sistemi di gestione. Una sfida che pone come priorità la tutela del consumatore, il quale deve poter scegliere anche sulla base delle qualità di sostenibilità del prodotto. Utilizziamo solo energia elettrica prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili, senza l’impiego di nessun combustibile fossile e nessuna emissione di gas serra in atmosfera”.
La Valentina nasce nel 1990 a Spoltore, sulle colline di Pescara. Nel 1994, dopo alcuni avvicendamenti, rilevano la società i fratelli Sabatino, Roberto e Andrea Di Properzio. Tra viti e cantina comincia la loro attività a stretto contatto con la natura e i suoi frutti. “Il nostro è un lavoro che permette alla vite di esprimersi e che garantisce il mantenimento della fertilità della terra – spiega Sabatino Di Properzio –. I vini di Fattori La Valentina sono prodotti dalla natura attraverso l’unicità dei terroir, che cerchiamo di rispettare anche in bottiglia”.
AUHA’ è il primo vino della cantina di Spoltore certificato ufficialmente come biologico. AUHA’ è una tipica espressione del dialetto abruzzese che significa ‘guarda qui’.
“L’espressione chiave de La Valentina è ‘non interventismo’. Sottolineo che Sabatino Di Properzio ha improntato il lavoro della sua cantina fin dall’inizio all’insegna del ‘non interventismo’, ovvero partendo dal massimo rispetto di tutto l’ecosistema nella convinzione che il vino è già ‘dentro’ al terroir – precisa Claudia Bondi, affascinante ed elegante sommelier –. L’uomo deve solo aiutarlo a venire fuori, deve proteggerlo, accudirlo, ma senza forzature, di nessun tipo: in generale, si interviene in maniera più incisiva solo quando è indispensabile per salvare le piante e i vigneti.
Il ‘non interventismo’ è in sostanza il modus che caratterizza il lavoro e la filosofia di molte cantine francesi, ci sono tanti esempi nella Champagne e in Borgogna…
Quello che comunque per La Valentina è sempre stato e sarà fondamentale è il rispetto dell’ecosistema sia in virtù di un’innata coscienza ‘green’ sia perché solamente rispettando completamente il territorio sarà possibile trarre da esso la sua vera essenza: la vocazione della cantina è quella di essere testimone del territorio di questa parte dell’Abruzzo”.
La Valentina esporta in 65 Paesi e i suoi vini sono pluripremiati in Italia e all’estero ormai da molti anni. Ha consolidato il suo status di eccellenza nell’ambito del made in Italy e dell’Abruzzo ottenendo da Slow Wine anche il riconoscimento ‘Bottiglia’, destinato alle aziende le cui etichette hanno mostrato un’ottima qualità.
“Il nostro ‘Spelt 2010’ Montepulciano d’Abruzzo ha conquistato il massimo punteggio nelle seguenti autorevoli pubblicazioni, che lo consacrano quindi di diritto nella élite dei vini del Belpaese”, precisa il produttore.
Spelt è prodotto interamente con il vitigno Montepulciano d’Abruzzo e nasce da una rigorosissima selezione attuata su circa 20 ettari vitati nell’area di Spoltore, San Valentino e Scafa. Dopo la fermentazione in acciaio, il vino è immesso in botti di rovere da 25 hl e in barriques, sia nuove sia di secondo passaggio, dove avvengono la conversione malolattica spontanea e il successivo affinamento per circa 16 mesi. Una volta effettuato l’assemblaggio finale, si passa alla sosta in botti di rovere da 25 hl, e poi un anno in bottiglia prima dell’immissione nel mercato.
Clementina Speranza
Ecco i principali riconoscimenti ottenuti da La Valentina negli ultimi anni:
Bellovedere 2008: 92/100 Wine Advocate – 90/100 Wine Spectator – Super Tre Stelle 94/100 Veronelli
Bellovedere 2007: 92/100 Wine Advocate – Super Tre Stelle 92/100 Veronelli – 93 pt. JS HK Tatler – 91 pt. Iwc
Bellovedere 2006: Due Bicchieri Gambero Rosso – Corona Vini Buoni D’Italia – Super Tre Stelle 94/100 Veronelli
Bellovedere 2005: Tre Bicchieri Gambero Rosso – Super Tre Stelle Veronelli – 94/100 Wine Advocate
Bellovedere 2004: Super Tre Stelle 93/100 Veronelli – 4 Bottiglie Espresso
Bellovedere 2003: 90/100 Wine Advocate – Super Tre Stelle 93/100 Veronelli
Binomio 2008: 92/100 Wine Spectator – 91/100 Wine Advocate – 5 Grappoli AIS – Super Tre Stelle 94/100 Veronelli – 93 pt. JS HK Tatler – 90 pt. Iwc – Due Bicchieri Gambero Rosso
Binomio 2007: 93/100 Wine Advocate – 5 Grappoli AIS – Super Tre Stelle Veronelli – 91/100 Wine Spectator
Binomio 2006: 90/100 Wine Advocate
Binomio 2005: 91/100 Wine Spectator – Super Tre Stelle Veronelli – 92/100 Wine Advocate – “Montepulciano dell’Anno” Il Mio Vino
Dal riutilizzo di divise dismesse e di capi trovati in armadi da svuotare e in mercatini dell’usato nasce Re-Pànchic (Pànchic recycled), una linea di calzature artigianali in denim e camouflage ricavate da materiali riciclati, lavati, sterilizzati e trattati uno a uno. Le Re-Pànchic sono realizzate esclusivamente nel modello Polacco, con una texture grintosa in contrasto con la semplicità delle stringhe di gros grain color burro. Il tutto in perfetta sintonia con il dna di Pànchic, un brand trevigiano che racchiude nel nome la potenza dell’ossimoro, infatti Pànchic è semplicità (pane, in Veneto) ed eleganza (chic). Qualità apprezzate dal centrocampista del Barcellona e della nazionale spagnola Andrès Iniesta, che una volta fuori dal campo da calcio e slacciati gli scarpini indossa il modello Granonda in tonalità blu cobalto, la scarpa perfetta per l’atleta che nel 2014 ha vinto il Golden Foot.
Materiali tecnici mixati ai classici, scarpe scamosciate unite a stringhe di gros grain colorato, il mondo dell’hiking portato nell’urban e sneakers ricavate da materiali di recupero rappresentano l’anima creativa e originale del brand. Gli accessori uomo, donna e bambino si distinguono per il design pulito e colorato, una tavolozza di cromie contrastanti che si uniscono in modo armonioso, dando vita un prodotto confortevole che consente di essere senza apparire, e di affrontare la vita con uno spirito serio e non triste. L’impronta fantasiosa del marchio si estende a tutte le linee Pànchic, dalla calzatura classica, alla scarpa urban, partendo dal simbolo del marchio: Original, un polacchino in crosta scamosciata con stringhe di gros grain e l’interno in pelliccia eco.
Suède, pelle, nylon, jeans sono i materiali utilizzati dagli artigiani veneti, che hanno individuato il corretto impiego, la giusta visione e l’esatto piazzamento dei materiali per esaltare l’arte manifatturiera italiana con lo scopo di raggiungere tre obiettivi: qualità, accoglienza e affidabilità. Doti fondamentali per Leonardo Dal Bello, che insieme alle sorelle Rossella e Chiara, hanno fondato l’azienda calzaturiera nel 2010 a Treviso.
Attraverso il sito internet, la fabbrica mette a disposizione degli acquirenti un esclusivo e importante strumento di personalizzazione delle calzature. La sezione My Pànchic permette di selezionare la misura, personalizzare il colore di ogni singola componente della calzatura e indicare il nome o le iniziali da incidere a laser sulla suola. L’ordine effettuato online è gestito dal reparto di produzione interno della sede di Fonte (TV) dove le My Pànchic sono create e infine spedite a casa.
Riciclo, sostenibilità e attenzione per l’ambiente sono i caratteri distintivi del marchio veneto, che attraverso i creativi e colorati accessori, esalta l’importanza di uno stile di vita rispettoso di sé e degli altri, non perdendo mai di vista la filosofia del fondatore: quando creo penso al mondo. Se quello che creo lo migliora, lo chiamo Pànchic.
La Terra vista dallo spazio è una gigantesca sfera blu per la predominanza dell’elemento acquatico. Nonostante ciò, le risorse idriche sono poco disponibili e iniquamente distribuite. E’ l’acqua, oggi, l’Oro Blu del XXI secolo.
E’ nata per questo un’innovativa tecnologia per produrre acqua potabile di altissima qualità filtrando l’umidità dall’atmosfera.
L’idea è dell’azienda svizzera, SEAS (Société de l’Eau Aérienne Suisse) che ha progettato quattro rivoluzionari brevetti del sistema AWA MODULA (Air to Water to Air), in grado di catturare l’umidità presente nell’atmosfera e trasformarla in acqua potabile, distillata e di alta qualità.
Le risorse idriche, ricavate con AWA MODULA, sono sfruttabili per molteplici utilizzi. Air to Water to Air consente di ottenere acqua potabile di elevata qualità, arricchita di sali minerali, acqua basic per agevolare l’irrigazione di serre e abbeverare gli animali, oppure acqua distillata per uso alimentare, farmaceutico, ospedaliero e industriale. La tecnologia SEAS consente di ricavare da 2.500 a 10.000 litri d’acqua al giorno, modulabili sino a centinaia di metri cubi, mantenendo l’acqua in ricircolo costante, a temperature corrette, con la garanzia di una continua sanificazione.
Oltre a produrre acqua dall’aria, il sistema opera nel massimo rispetto dell’ecosistema, in quanto garantisce il giusto equilibrio tra produzione di acqua, energia e salvaguardia dell’ambiente. A differenza delle tecnologie a osmosi inversa (desalinizzazione, depurazione delle acque, trattamento delle acque reflue, ecc.), quella di SEAS non rilascia impurità nell’ecosistema locale. “Dopo quattro anni di ricerca e sviluppo, abbiamo raggiunto un importante traguardo scientifico e tecnologico – afferma Rinaldo Bravo, Direttore Generale della startup svizzera –. Tutti i nostri sistemi possono essere alimentati con energie rinnovabili, e sfruttare l’energia impiegata nella produzione di acqua per generare gratuitamente aria fresca e riscaldamento, azzerando i costi energetici e ammortizzando il costo della macchina”.
La tecnologia permette di avere una fonte praticamente inesauribile di “oro blu”, esattamente dove necessita, in modo semplice e veloce, così da ridurre l’utilizzo di costose infrastrutture o di inquinanti trasporti, e sostenere le organizzazioni no-profit per fornire acqua potabile a chi è meno fortunato, e non ha i mezzi adeguati per risolvere il problema di carenza d’acqua potabile.
AWA MODULA è stata finora provata in America Latina (Messico, Perù, Ecuador), Isole Caraibiche, Nord Africa, Sud Africa, Libano ed Emirati Arabi.
Il progetto relativo alla più preziosa risorsa della vita è stato già presentato durante l’EXPO 2015.
Simone Lucci
SEAS è una società multinazionale di sviluppo ingegneristico e strategico di alto livello professionale con sede a Riva San Vitale, Ticino, Svizzera. Nata nel gennaio 2014, la start up è un’azienda a forte base tecnologica, che progetta e realizza macchine e impianti per produrre acqua potabile dall’aria di elevata qualità ad uso umano, industriale (acqua distillata), agricolo per le serre e per altri svariati impieghi. Il personale (16 dipendenti che si prevede diventeranno presto 40) è composto da ingegneri, scienziati e tecnici altamente specializzati. SEAS è attualmente presente con le sue Filiali in Italia, USA, Canada, Messico, Perù, Libano, Basile ed Emirati Arabi e sono in corso operazioni per aprire nuove sedi e uffici in Cina e Sud e Centro Africa a supporto della crescita internazionale di questa promettente e lungimirante startup.
“Aderisco Perché” è la prima campagna di sensibilizzazione sull’aderenza alle terapie rivolta ai pazienti trapiantati e alle loro famiglie. E’ promossa da AIDO, ANED, EPAC Onlus, SIN e SITO. La Campagna “Aderisco Perché” vuole essere di stimolo e motivazione ai pazienti affinché vivano con fiducia il futuro e la “nuova vita” che il trapianto d’organo ha permesso loro di iniziare, prendendo coscienza dell’importanza della corretta aderenza alla terapia dopo il trapianto.
Si propone di valorizzare l’esperienza di ogni singolo paziente trapiantato e lo fa attraverso il libro “Aderisco Perché – Storie vissute per chi ha una storia ancora tutta da vivere”, nel quale cinque protagonisti, Marianna, Francesca, Marco, Giuseppe ed Eugenio, raccontano le loro storie di vita dopo il trapianto. Il libro è pensato per aiutare i pazienti trapiantati ad aderire al percorso di cura e tornare a vivere da protagonisti la propria vita. Il libro verrà distribuito dalle Associazioni promotrici della campagna, AIDO, ANED e EpaC Onlus, oltre che dalle Società Scientifiche, direttamente ai Centri di Trapianto e ai Reparti di Nefrologia.
“L’aderenza alle terapie è estremamente importante – afferma Franco Citterio, Presidente SITO, Società Italiana Trapianti d’Organo – questo perché i pazienti dopo il trapianto d’organo devono assumere i farmaci immunosoppressivi per evitare la reazione di rigetto e lo scopo di queste terapie è proprio quello di tenere depresso il sistema immunitario. A volte il migliore dei trattamenti perde efficacia a causa della mancata aderenza, che determina problemi a livello clinico, ma anche economicopoiché genera spreco di risorse del sistema sanitario nazionale”.
In Italia si registrano: un aumento del numero di donatori d’organo, superiori del 25% rispetto alla media europea, un incremento del numero di organi trapiantati, pari a 3.135 contro i 3.068 dell’anno precedente e la diminuzione significativa del tempo di attesa per un trapianto. Ma rimane comunque di fondamentale importanza far comprendere ai pazienti e alle loro famiglie il valore della terapia post trapianto e della corretta e regolare assunzione per ottenere il successo clinico.
“La perdita dell’organo trapiantato, dovuta alla non aderenza alla terapia immunosoppressiva, è un dato che la letteratura più recente ha evidenziato ed esiste il rischio concreto che i pazienti manipolino le terapie fino ad arrivare a sospenderle – osserva Valentina Paris, Presidente ANED, Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Onlus – gli ostacoli sono due: da una parte la cronicità e la ripetitività della terapia che deve essere assunta per tutta la vita comporta una stanchezza quasi fisiologica, dall’altra il fatto che se succede una tantum di dimenticare la pasticca sembra in apparenza che non succeda niente all’organo o quanto meno dai controlli del sangue le conseguenze non sono immediatamente rilevate. Tutto questo induce il paziente a pensare che ‘forse i farmaci non servono più’. Da qui la necessità di coinvolgere emotivamente i pazienti anche attraverso iniziative come questa campagna”.
Il trapianto d’organo è un intervento chirurgico, completamente gratuito per il paziente, che consiste nella sostituzione di un organo malato, con uno sano proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore.
Per la maggior parte degli organi il prelievo avviene da donatore non-vivente, nel caso invece di trapianto di un rene o di una parte del fegato il donatore può essere vivente (si può infatti continuare a vivere con un rene solo e con solo una parte del fegato perché in grado di rigenerarsi da solo).
Vengono normalmente trapiantati i reni, il cuore, il fegato, i polmoni, il pancreas e l’intestino.
Il trapianto di cuore, fegato e polmone costituiscono degli interventi salvavita mentre il trapianto di rene rappresenta una valida alternativa terapeutica per malati che altrimenti dovrebbero sottoporsi a dialisi, una cura efficace ma per la quale ogni paziente deve sottoporsi a diverse sedute settimanali di 3-4 ore ciascuna.
Il trapianto risulta essere ad oggi l’unica opportunità di vivere o di riprendere a vivere normalmente.
In Italia attualmente qual è la situazione in merito alla raccolta delle dichiarazioni di volontà favorevoli alla donazione d’organo? Attualmente ai cittadini viene data la possibilità ma non l’obbligo di esprimere la propria volontà sulla donazione dei propri organi e tessuti a scopo trapianto post morte – risponde Vincenzo Passarelli, Presidente Nazionale AIDO, Associazione Italiana per la Donazione di Organi Tessuti e Cellule –. Quindi il sistema scelto in via transitoria non è il silenzio-assenso informato, ma il consenso o il dissenso esplicito (art. 23 legge 91/99). Oggi i cittadini possono manifestare la volontà di donare o non donare presso gli sportelli delle ASL, presso l’ufficio anagrafe dei Comuni al rilascio o al rinnovo della carta di identità, oppure tramite iscrizione all’AIDO o, infine, con una dichiarazione in carta libera portata sempre con sé. Le prime tre formule di dichiarazione di volontà vengono registrate nel sistema informativo trapianti (SIT) e sono consultabili dalle rianimazioni e dai Centri regionali trapianti. In questo momento alle ASL sono registrati 152.000 cittadini, il 90% ha deciso per il “sì”; presso i Comuni sono 107mila i cittadini registrati, il 93% dei quali ha scelto il “sì”; all’AIDO sono registrati un milione e 400 mila cittadini, che al 100% hanno scelto di donare. Noi riponiamo molte speranze nell’iniziativa dei Comuni, circa 8 mila sul territorio nazionale. Per ora sono 200 quelli aderenti, ma se il numero dovesse aumentare, come auspichiamo, questo database potrebbe diventare molto corposo.
Per gli amanti della neve la settimana bianca rappresenta relax, svago e divertimento. Prima di affrontare le piste, gli sciatori devono però sottoporsi alla fatica di trasportare l’attrezzatura sportiva dall’hotel o dal parcheggio fino agli impianti di risalita, indossando anche scomodi scarponi. Ma c’è una soluzione: per rendere il trasporto meno stressante, il giovane ingegnere milanese Sergio Pedolazzi ha ideato un piccolo trolley in plastica colorata (riciclata quello nella versione nera). Si chiama Skiddi, si aggancia alla parte terminale di tutti i modelli di sci in commercio e, grazie a due piccole ruote, permette un trasporto manuale facile e sicuro. Pesa 86 grammi ed è di dimensioni tali che, una volta raggiunti gli impianti, si può riporre in tasca o nello zaino. “Spesso il tragitto per raggiungere gli impianti sciistici è sconnesso, in salita, e trasportare l’attrezzatura mia e di mia moglie è un’operazione alquanto faticosa e pericolosa anche per chi è attorno – afferma il creatore, Sergio Pedolazzi –. Non trovando nessun prodotto in rete per risolvere l’inconveniente, ho deciso di crearlo da me”. Così, grazie alla passione per il design tecnico del giovane ingegnere e a una semplice stampante 3D domestica, è nato il primo prototipo del trolley tascabile, subito brevettato.
“Per lanciare il prodotto sul mercato ho utilizzato Kickstarter la più grande piattaforma mondiale di finanziamento collettivo di progetti creativi (crowdfunding) – riferisce Sergio Pedolazzi –. Nel marzo 2015, ho pubblicato sul sito un video di presentazione per far conoscere il progetto e consentire agli interessati di prenotare Skiddi al prezzo di 35 dollari, circa 30 euro, comprese le spese di spedizione. Il progetto, che si rivolgeva a una platea di 105 milioni di sciatori nel mondo, di cui 28 milioni in Europa e circa 20 negli Stati Uniti, ha riscosso un immediato interesse, ricevendo in un mese preordini per circa seicento pezzi. Con il denaro raccolto ho poi dato vita alla produzione industriale”.
Il trolley è prodotto in Lombardia. “Un po’ per nazionalismo, un po’ per comodità logistica abbiamo deciso di tenere la filiera produttiva tra Bergamo e Brescia – chiarisce con orgoglio Pedolazzi –. La società che stampa la materia plastica è una cooperativa sociale Airone di Pompiano, in provincia di Brescia, quotidianamente impegnata nel reinserimento sociale e lavorativo di persone con disagio fisico e psichico”. Nell’operazione Skiddi e nella campagna, un ruolo decisivo lo ha svolto D-Namic, uno degli incubatori certificati in Italia, con sedi a Brescia, Gerenzano (Varese) e in California. “Il nostro lavoro è supportare le idee migliori nella loro realizzazione, accelerando lo sviluppo e il posizionamento sul mercato – specifica Alessandro, Amministratore Delegato di D-Namic –. Per tale motivo, il crowdfunding è lo strumento più efficace, perché permette di fare prevendita, creando ‘community’ e distribuzione allo stesso tempo, investendo risorse ‘limitate’. Skiddi è il primo di una serie di progetti che intendiamo lanciare nel 2015 su Kickstarter”.
Un significativo contributo tecnologico è stato offerto da FabLab Milano, promosso dalla Fondazione Mike Bongiorno, dove Sergio ha condiviso lo sviluppo e la produzione delle ultime versioni prototipali di Skiddi.
Con l’aiuto di Skiddi, gli appassionati di sci possono finalmente dimenticare la fatica e la frustrazione del trasporto dell’attrezzatura e affrontare le candide piste in totale relax.
Simone Lucci
Nato nel 1983,Sergio Pedolazzisi cimenta fin da piccolo nel laboratorio del padre come “piccolo maker” e dimostra una grande attitudine per la tecnologia e l’innovazione. Laureato all’Università degli Studi di Pavia, lavora come ingegnere civile in una multinazionale in campo edile. Nel 2012, grazie alle competenze tecniche acquisite durante gli studi e alla passione per lo sci, concepisce l’idea di Skiddi. Lo sviluppo definitivo del progetto avviene un paio di anni dopo, in seguito all’acquisto di una stampante 3d open-source, che gli consente di definire le linee e il design caratteristici del prodotto. Nel 2014, Sergio deposita il brevetto di invenzione di Skiddi e viene premiato nel concorso DesignWinMake.
La macchina fotografica Canon 70D digitale è l’inseparabile compagna di avventura di Maria Elena Udali, fotografa nata nel 1987 ad Aosta. E Fantasia d’Inverno è la mostra dedicata ai paesaggi e alle figure invernali di La Thuile, immortalati dopo la più grande nevicata della scorsa stagione.
La lune et le chapeau, le jardin d’hiver, les petites pommes de pin e la nez vers le haut sono alcuni nomi degli evocativi e suggestivi scatti innevati creati in stampa digitale in esacromia su vinile polimerico opaco, plastificato.
Nell’estate 2014 a La Thuile, in occasione del Festival annuale del Buen Vivir, Maria Elena Udali presenta presso il Bio Hotel Chalet Eden una collezione fotografica in collaborazione con l’artista valdostana Marina Torchio dal titolo Principio Vegetale. Il cotone di La Thuile, Black, Wite, Blond e Natura spinosa sono le fotografie presentate durante il festival per celebrare la profonda identità del territorio, il cui fascino risiede proprio nell’essenzialità dei suoi elementi naturali.
Il 23 Dicembre a La Thuile alle ore 18.00 presso la piazzetta coperta della farmacia del paese, l’artista inaugurerà la mostra fotografica. In esposizione Fantasia d’Inverno e Principio Vegetale per tutte le vacanze natalizie e fino all’ultimo giorno delle gare di Coppa del Mondo di Sci alpino femminile, il 21 febbraio 2015.
Bella, bionda, intraprendente, carismatica e determinata confessa il suo amore e il rispetto per natura e arte. “La macchina fotografica da cui non mi separo mai è una vecchia Minolta ancora a rullino regalatami dal papà di una mia amica – racconta Maria Elena Udali –. Il mio interesse per il territorio della Valle d’Aosta nasce seguendo i seminari di Oliviero Toscani dedicati alla valorizzazione del territorio valdostano e del Forte di Bard, anche se la grande passione per l’arte e per la fotografia nasce intorno ai 16 anni”.
Nel 2007, a New York, l’artista si iscrive al suo primo corso all’interno dell’Istituto d’Arte Fotografica “International Center of Photography”. Nel 2010, durante gli studi universitari in Francia, partecipa e vince il terzo premio per il concorso dei 30 anni dalla nascita dell’istituto Universitario Savoiardo Belle Combette di Chambéry, presentando una fotografia dal titolo Université de Savoie, depuis 30 ans toujours la même merde. Nel 2011 si trasferisce a Shangahi dove lavora per la galleria d’arte fotografica M97 Gallery, terza galleria d’arte fotografica d’importanza in Cina. Nell’autunno 2015 la Galleria Leroy & Brother espone le sue opere a Milano nella galleria di Arte contemporanea “Spazioborgogno”. Le sue opere, in collaborazione con Leroy & Brothers sono tutt’ora esposte in fiere del calibro dell’international fine art fair Paris Photo di Parigi e Los Angeles, the Basel Fair di Miami, Shanghai art fair festival ed Hong Kong Art fair.
Il Natale è vicino e la crisi di panico da regalo inizia a farsi sentire. Se avete amici, parenti, mariti appassionati di sport e non sapete come fare colpo, Gentleman 20 è un libro decisamente adatto perché racconta, con testi e immagini, una storia di calcio e fair play lunga vent’anni dal 1996 al 2015. I proventi delle vendite andranno a beneficio della Fondazione Pupi, impegnata sul fronte dei diritti dell’infanzia, di cui Javier Zanetti è presidente.
Curato dai giornalisti Stefano Gramegna e Gabriele Tacchini, il volume ospita i testi di alcuni esperti in calcio (David Messina, Massimo Caputi, Marco Civoli, Filippo Grassia, Mino Taveri) e molte foto che descrivono e drammatizzano quattro lustri di fasti sportivi, rivisitando le imprese e le gesta di grandi atleti che, prima di essere tali, sono e sono stati uomini corretti e consapevoli. Gentleman 20 contiene memorabili scatti tra cui: la posa plastica di Gianluigi Buffon e la grinta agonistica di capitan Paolo Maldini; la storica fotografia in cui Javier Zanetti, appena acquistato dall’Inter, posa con Valentin Angelillo e Sebàstian Rambert; l’istantanea che immortala l’incontenibile gioia di Fabio Grosso subito dopo aver marcato il penalty decisivo nella finale con la Francia nei Mondiali del 2006.
Il libro nasce per festeggiare i vent’anni dalla nascita del Premio Gentleman Fair Play Awards – Una storia lunga vent’anni… ideato da Gianfranco Fasan e Federico Aloisi.
Nel 1996, il premio viene assegnato per la prima volta al giocatore di Milan e Inter maggiormente distintesi per Fair Play, correttezza e professionalità in campo e fuori dal campo. Da allora il Gentleman Fair Play Awards, con il patrocinio di tutte le massime Istituzioni sportive, si è allargato a tutto il Calcio professionistico e ha visto sfilare sul palco delle premiazioni gli sportivi del calcio italiano e mondiale più meritevoli, da Del Piero a Pirlo, da Ronaldo a Figo, da Maldini a Kakà. Dal 2014 a Javier Zanetti è stata conferita la Presidenza onoraria del Premio Gentleman.
Un gruppo di donne curvy e un susseguirsi di scatti in bianco e nero, firmati dal fotografo moda Stefano Bidini, sono i protagonisti del Calendario Beautiful Curvy 2016, progettato e fortemente voluto da Barbara Christmann, redattrice e corrispondente moda di testate internazionali.
Obiettivo? Contribuire a divulgare un messaggio “sociale”, sostenere un concetto di benessere legato alla capacità di stare bene nel proprio corpo, in salute. E supportare l’emisfero femminile a comprendere che ciò che davvero conta è l’amore per se stesse, al di là della forma che lo contiene.
Le ragazze che posano per il calendario portano da una tg 44 alla 52, hanno un’età compresa tra i 20 e i 40 anni, tutte di nazionalità italiana, provenienti da ogni area geografica hanno peculiarità differenti: altezze, colori e forme. Sono state selezionate tramite un casting online sul sito internet omonimo.
Il Calendario Beautiful Curvy 2016 mostra un’altra realtà, dove accettazione e valorizzazione rappresentano due aspetti imprescindibili. È scaricabile gratuitamente o acquistabile su ordinazione sull’omonimo Blog www.beautifulcurvy.com. Un contenitore volto a supportare, consigliare e comunicare un mondo curvy a 360°. “Sono felice di essere diventata un punto di riferimento e d’appoggio per molte donne di cui comprendo i problemi essendo anch’io una donna incarne“, puntualizza Barbara Chrismann.
Barbara Chrismann, ideatrice del progetto ormai giunta alla quarta edizione, cerca di fotografare le donne che rappresentano, attualmente, quasi la metà della popolazione femminile italiana. “L’obiettivo è volto ad accorciare le distanze tra donna e concetto di modella – precisa Barbara Christmann –, ho rapprensentato un concetto di bellezza più veritiera. Le modelle curvy sono donne più vicine alla realtà e rappresentano quindi una bellezza più veritiera se vogliamo; donne che non creano distanza, che non rappresentano un’ideale da raggiungere, bensì una conferma, una sorta di specchio. La vicinanza consente accoglienza e implica benessere soprattutto psicologico, evitando così di proporre modelli che con il benessere hanno ben poco a che fare.
Il numero sempre più crescente di ragazze giovanissime che associano la magrezza ‘scheletrica’ alla bellezza la dice lunga e inquadra in un’ottica più ampia il problema legato agli stereotipi di bellezza imposto dal sistema”.
Purtroppo il mondo della moda e dello spettacolo hanno contribuito a generare questo fraintendimento: un mondo legato più all’immagine. “Tanto interesse all’esteriorità ha generato una mancanza di equilibrio – sottolinea la giornalista -. Siamo fatti di più aspetti: corpo, mente, emozioni… Dare valenza unicamente al fisico implica ridurre l’essere umano, amputarlo, togliergli una gran parte delle sue peculiarità. La ricerca ossessiva al raggiungimento di una taglia, l’identificarsi in un numero diventa un pensiero martellante che porta ad annullarsi. E l’obiettivo di uno stereotipo, volto alla perfezione amputa l’essere umano e lo priva delle sue peculiarità. Vivere in una società totalmente rivolta all’esterno ha creato solo distorsione”.
Il set diventa dinamico, lontane dalle icone del Fashion System le modelle sono valorizzate dagli accorgimenti di Make-up Artists di Aegyptia Milano Make-up e da Sebastiano Attardo, Hair Stylist di note Celebrities e fondatore dei Saloni Imago.
“Le ragazze erano molto felici di partecipare e non vedevano l’ora di salire sul set per giocare a fare le modelle, anche solo per un giorno – racconta divertita la giornalista -. Nel video si percepiscono gioia ed entusiasmo. Sembrano tornate bambine, felici di mostrarsi per quello che sono e felici di essere trattate con la stessa cura che solitamente si riserva alle modelle tradizionali”.
Ha fotografato i volti più noti della politica, dell’industria, dello spettacolo, della cultura, dello sport, della moda. Ha lavorato per gli stilisti più noti dell’ultimo mezzo secolo. Davanti al suo obiettivo hanno posato da Giorgio Armani a Indro Montanelli, da Bill Gates a Carlo Bo, da Miuccia Prada a Charlotte Rampling. È stato il ritrattista di Giovanni Agnelli negli ultimi dieci anni e uno dei più grandi ritrattisti a livello internazionale. È stato il ritrattista di Giovanni Agnelli negli ultimi dieci anni, e può considerarsi uno dei più grandi ritrattisti a livello internazionale.
Appassionato, curioso e instancabile, lui è Bob Krieger, autore di copertine del Time, corrispondente del New York Times Magazine. Davanti al suo obiettivo hanno posato da Giorgio Armani a Indro Montanelli, da Bill Gates a Carlo Bo, da Miuccia Prada a Charlotte Rampling, è stato il ritrattista di Giovanni Agnelli negli ultimi anni della sua vita e può considerarsi uno dei più grandi ritrattisti a livello internazionale.
Nato ad Alessandria d’Egitto, ha ereditato il rigore del carattere dal padre prussiano e la vena artistica dalla madre, appartenente ai Cammarano. Una famiglia di attori, librettisti, artisti, tra cui il pittore Giuseppe Cammarano, suo trisavolo, autore di parte degli affreschi della Reggia di Caserta, di Palazzo Reale e del Teatro San Carlo di Napoli, Patrimonio dell’Unesco.
A Bob Krieger va il Prix Champagne de la Joie de Vivre 2015, il riconoscimento che il Comité Champagne attribuisce a personalità che incarnano lo spirito della gioia di vivere e della passione.
Il Comité Champagne è un organismo creato dalla legge francese del 12 aprile 1941 e rappresenta tutte le Maison e i viticoltori della Champagne, la regione vitivinicola francese che si estende a circa 150 km a est di Parigi. Il Bureau du Champagne in Italia è parte di una rete di uffici di rappresentanza del Comité Champagne attivi nei principali mercati del mondo.
“Il percorso di Bob Krieger ricorda molto da vicino quello dello Champagne per la capacità di evolversi nel tempo, anche profondamente, mantenendo sempre un carattere e uno stile unici”, queste le parole di Domenico Avolio, Direttore del Bureau du Champagne in Italia. Il “Prix Champagne de la Joie è attribuito dal 2013 dal Bureau du Champagne in Italia, che rappresenta ufficialmente nel nostro Paese il Comité
Champagne.
Krieger ama le sfide che il suo lavoro gli procura ogni giorno, dai memorabili scatti di moda ai ritratti dal tocco inconfondibile, e il premio è proprio dedicato a quanti incarnano con stile, eleganza e ottimismo lo spirito dello Champagne.
Due le opere esposte durante la serata a Palazzo Parigi a Milano. Uno scatto che immortala Krieger al lavoro, durante un servizio fotografico a New York nel 1969, e l’ultima sua creazione: Joie de Vivre, un’opera creata in onore del premio a lui assegnato.
Il “Prix Champagne de la Joie de Vivre” è quindi un tributo offerto da tutta la comunità champenoise a una personalità che incarna lo spirito dello Champagne, in occasione di una cerimonia ufficiale che si svolge nel mese di dicembre a Milano. In Italia hanno già ricevuto questo riconoscimento Malika Ayane e Roy Paci. Nella rosa dei premiati dalla rete di Ambasciate dello Champagne presenti in 15 Paesi del mondo e di cui il Bureau è parte, vi sono tra gli altri personaggi di rilievo internazionale:
Richard Young (fotografo), Regno Unito – 2013
David Garrett (violinista), Germania – 2013
Claude Nobs (fondatore del festival di Montreaux), Svizzera – 2012
Il Prix per tradizione è simboleggiato dalla consegna di una rara bottiglia di Champagne in formato magnum con un’etichetta che non è in alcun modo commercializzata. Si tratta infatti dello Champagne elaborato dallo stesso Comité nei propri vigneti.
Vini e Natale è un binomio che funziona, non solo al momento del pranzo di Natale o durante il cenone della Vigilia. Vini, distillati, liquori sono un perfetto regalo natalizio da trovare sotto l’albero e far scartare agli eno – appassionati.
L’Amarone Bosan della Gerardo Cesari è un vino che per Natale si propone in una veste festiva e gioiosa, una raffinata confezione in legno laccato che custodisce le tre annate più importanti di Amarone Bosan: 1997, 1998 e 2000. Tre vendemmie che racchiudono la qualità, la storia e l’esperienza di 80 anni di vita della Gerardo Cesari. Il Bosan è un Amarone che fa tesoro della tradizione produttiva e interpretarla in chiave moderna, che rispecchia la personalità della Gerardo Cesari, azienda storica nata nel 1936 in continua evoluzione, legata a filo doppio con la storia e il successo dell’Amarone. Equilibrio, eleganza, struttura, morbidezza e freschezza descrivono al meglio il vino rappresentativo della cantina Gerardo Cesari di Cavaion Veronese.
In occasione della festività la Distillerie Berta ha prodotto la grappa SoloPerGian. SoloPerGian è anche il nome della Fondazione no-profit nata nel 2015 a pochi mesi dalla prematura scomparsa di Gianfranco Berta, co-titolare dell’azienda. Il ricavato dalla vendita di ciascuna bottiglia serve a finanziare corsi di formazione e borse di studio per la salvaguardia dei mestieri ancora legati al mondo contadino e artigiano ma anche dei prodotti in via di estinzione, per contribuire allo sviluppo rurale del territorio astigiano.
Una bottiglia speciale da tre litri è la proposta di Natale firmata dalla cantina Terenzi. La cantina di Scansano propone il Cru più prezioso in una speciale edizione: custodito in una cassetta in legno personalizzata con l’inconfondibile logo della cantina. Il Madrechiesa Riserva 2012 si presenta in un’inedita versione che rappresenta il regalo ideale per gli amanti del buon vino e un perfetto abbinamento con i piatti della tradizione natalizia.
Sotto l’albero di Natale, AIS Veneto propone il vino più generoso dell’anno: Alba Vitæ, la magnum dedicata alla tutela dei bambini in difficoltà. Il vino è realizzato con uve merlot con un piccolo apporto di cabernet franc. Un vino importante che diventa un regalo dal doppio valore: un prodotto di qualità dedicato agli appassionati e un simbolo tangibile di impegno sociale. L’intero ricavato 2015 della vendita di Alba Vitæ verrà devoluto al Centro Missionario Diocesano di Padova, per sostenere l’attività missionaria della Mochongoi Catholic Parish in Kenya, nel distretto di Nyhaururu. In tale zona, i sacerdoti padovani si occupano di accogliere bambini con varie forme di disagio e disabilità nel centro St. Martin, una realtà di grande importanza per questo territorio tristemente noto per gli scontri post elettorali del 2007.
Un vino viene valorizzato grazie al processo di ossigenazione: la prima avviene quando si travasa il vino nel decanter, la seconda quando lo si versa nel bicchiere. iFavine consiglia agli un regalo tecnologico e originale: iSommelier, il primo “decanter intelligente” che permette di presentare al meglio un vino importante, magari di vendemmie rare e preziose, senza dover attendere i tempi della decantazione naturale.
Con iSommelier, infatti, un minuto di ossigenazione di un vino di qualunque annata corrisponde a un’ora di decantazione tradizionale, senza che le sue caratteristiche organolettiche vengano minimamente alterate. Questo il funzionamento: il vino viene versato nella caraffa e sul display si impostano le informazioni dell’etichetta (ad esempio, annata e tipologia). Con una prima fase di filtrazione dell’aria dall’ambiente circostante, vengono separati l’ozono e gli altri gas, eliminando potenziali fattori negativi come la polvere, l’inquinamento e gli odori, che potrebbero compromettere il vino. L’ossigeno viene poi insufflato nella caraffa dal basso verso l’alto, in modo che l’ossigenazione avvenga in modo omogeneo. Inoltre, una wine cloud connessa alla base e alla caraffa, calibra il processo in base ai parametri suggeriti dal produttore o alla scelta dell’utente. Si tratta di una novità estremamente valida sotto il profilo della tecnologia, della sostenibilità ambientale, dell’efficienza e delle modalità di fruizione per gli utenti. iFavine è l’innovativo gruppo internazionale guidato dall’imprenditore cinese Eric Li, nato a Bordeaux nel 2013.
Piemonte, Toscana, Veneto, Alto Adige, Sicilia, Puglia, Friuli… da nord a sud il nostro Paese offre una infinita serie di eccellenze enologiche con cui brindare. Che sia spumante, fermo, bianco o rosso… nei calici scegliamo comunque il vino italiano per brindare ad un 2016 ricco di soddisfazione.
A Natale, un regalo per il rito di bellezza risulta una vera festa per la pelle e per i sensi. Prodotti naturali e green sono un toccasana per il benessere di lei e di lui.
Melograno e polvere di stelle è l’edizione limitata dedicata alla bellezza delle donne. Bagnodoccia, latte corpo e crema mani sono i prodotti alla fragranza della frutta d’inverno: melograno, cannella e… polvere di stelle, per illuminare la pelle di lei con magici glitter dorati. E per un piccolo e dolce pensiero Bottega Verde ha creato la pallina di Natale nettari d’inverno, un burro corpo nutriente, ricco e cremoso che rende la pelle morbida e profumata.
L’azienda toscana vuole stupire anche lui con nuovi accessori e originali confezioni: una confezione da appendere all’albero e da aprire la mattina di Natale per regalarsi una rasatura senza stress è la bustina regalo legno marino. La busta contiene il balsamo dopobarba rinfrescante con minerali. Blu di spezie è un’avvolgente fragranza caratterizzata da guizzi di frutta e agrumi, un cuore caldo e intenso di spezie e legni, aromi di Vetiver e Sandalo. Il cofanetto nero d’ambra è composto da Eau de toilette e shampo-doccia. I cosmetici sono caratterizzati da una fragranza agli agrumi di Sicilia che si sposa con gli effluvi delle mele settembrine maturare nei vigneti di Toscana e la brezza marina si mischia ai caldi accordi caramellati e alle spezie ambrate. Queste sono solo alcune idee regalo di Bottega Verde, un brand fondato a Pienza dalla famiglia Lavino nel 1972. Oggi il brand formula, produce e distribuisce i propri prodotti attraverso la prima catena di cosmetica monomarca in Italia.
Per ragazze e donne sempre “di corsa”, nasce il trio di “Manizer” by The Balm, una Christmas limited edition di illuminanti champagne, rosa e golden-bronze e che enfatizza la bellezza e sottolinea i tratti del viso, adattandosi a qualsiasi colore di incarnato. La palette contiene 3 illuminanti multitasking, luminosi e allo stesso tempo ideali per ombreggiare il viso. Per tutte le amanti dei trucchi nasce un unico prodotto che contiene i Best Seller di the Balm: 4 ombretti coordinati, 3 blush universali, 1 terra matte, 1 illuminante color champagne, un rossetto rosso in crema e una crema lip & Cheek color nude. Queste sono le idee regalo di The Balm, una linea di cosmetici nata in America dalla mente dinamica e giovane di Marissa Shipman, appassionata di make up. Tutti i prodotti del brand sono creati con i migliori ingredienti e sono privi di parabeni e oli, per garantire un aspetto sempre naturale.
Il Natale è alle porte e la corsa ai regali è ufficialmente iniziata. In tanti desiderano sorprendere parenti, amici, fidanzati con doni originali e alla moda, e rendere magica la candida notte del 25 dicembre.
Per gli amanti dei gioielli artigianali e per chi non si prende troppo sul serio, Le Pulci propone simpatici ciondoli dipinti a mano, realizzati in due varianti: argento e argento/oro. Cento i modelli disponibili che si possono montare su bracciali, collane e cordini. Il brand nasce da un’idea di Stefano Dossola nel 2008.I prodotti sono legati al mondo degli animali e in particolare ai cani. I preziosi sono pensati per uomo e donna. Sono realizzati a mano nel cuore delle cinque vie di Milano e distribuiti in oltre 150 negozi in Italia.
Fiocchi di neve, alberelli addobbati, doni preziosi in argento e smaltida indossare o da regalare. C’è tutto questo nella collezione natalizia Cheers di Misis. Collane, orecchini e bracciali con zirconi, quarzo e altre pietre naturali sono alcune brillanti e preziose idee regalo dell’azienda vicentina fondata da Bruno e Maria Ester Piaserico, nel 1986. Oggi, Misis continua a proporre gioielli in argento grazie anche al supporto dei figli, Claudia e Alberto, che hanno esteso le vendita nei mercati europei, americani e asiatici.
Lettere, simboli e numeri in oro, brillanti e pietre preziose per personalizzare i cinturini degli orologi, sono proposti da TIMEAPP MILANO, giovaneazienda 100% milanese, nata nel 2012 dall’idea di due amici Stefano Dossola e Fabio De Maglie.TIMEAPP MILANO è distribuito in: Italia, Francia, Svizzera, USA e Giappone.I preziosi sono facilmente applicabili e interscambiabili su cinturini metallici, in oro, in pelle e in cuoio. Le cover sonorealizzate interamente a mano in oro bianco, giallo, rosa e disponibili su richiesta.
Per i più piccini,Tatanatura riporta dal passato un caro oggetto al brand: la scatola di latta, e la trasforma in Natural Box.Decorata con un pentagramma sul coperchio, Natural Box può essere riutilizzata per giochi e accessori che accompagnano la crescita dei bambini. Basic, termico, baby, classico, rattle e cosmes sono le differenti combinazioni di Natural Box, un accessorio di qualità e che tutela l’ambiente. Un’idea originale nata dalla passione per i bambini, per l’ambiente e per l’artigianato italiano. Passioni di una famiglia delle Marche composta da Serena la mamma, da Enrico il babbo, e da Mirko (di 5 anni) il collaudatore dei prodotti.
Fare un regalo, a volte non è semplice, soprattutto quando si tratta di moda perché occorre destreggiarsi tra brand, stili, taglie e colori. Come evitare un regalo poco apprezzato? Con Snoblesse, la gift card multimarca che permette di regalare la moda senza sbagliare. Un cofanetto custodisce la card, è possibile ordinarlo sul sito www.snoblesse.com o ritirarlo gratuitamente presso i negozi partner. Si ricarica la gift card online, con una cifra minima di 150€, per poi consegnarla al destinatario. Trussardi, Brooks Brothers, Pal Zileri, Fratelli Rossetti sono alcuni dei brand selezionati per utilizzare la gift card. Snoblesse è una nuovissima idea, frutto diGyorgy Konda e Gilberto Genga.
Natale è anche sinonimo di deliziosi manicaretti, prelibati dolci e buon vino. Durante le festività il cibo acquisisce una sua forma artistica e ornamentale, diventando parte stessa dell’arredo. Il tutto crea nuove suggestioni e una magica atmosfera.
Nuove proposte che rendono più dolce l’ambiente in cui vivere le feste sono realizzate da Balocco. Il Panettone e il Pandoro in latta Balocco sono delle golose specialità racchiuse negli esclusivi contenitori in latta pratici e con decorazioni in rilievo, caratterizzati da quattro nuove grafiche a tema: Christmas Vintage, Giocattoli, City e Fruit. Gli esclusivi contenitori trasformano i dolci simbolo della tradizione del Natale in un gradito regalo.
Il Mandorlato® BaloccoIncartato a Mano è il grande classico della pasticceria. Un dolce soffice cucinato con latte fresco italiano arricchito con uvetta, canditi e guarnito con la glassa alle nocciole lavorata secondo la ricetta inventata da Balocco negli anni ’50, con mandorle intere e fiocchi di zucchero. I dolci da forno sono le specialità dell’azienda dolciaria Balocco, nata a Fossano nel 1927.
iFavine consiglia agli eno-appassionati un regalo tecnologico e originale: iSommelier, il primo “decanter intelligente” che permette di presentare al meglio un vino importante, magari di vendemmie rare e preziose, senza dover attendere i tempi della decantazione naturale. iFavine è l’innovativo gruppo internazionale guidato dall’imprenditore cinese Eric Li, nato a Bordeaux nel 2013.
In occasione della festività, la grappa SoloPerGian realizzata da Distillerie Berta è un prodotto ideale da far trovare sotto l’albero di Natale. SoloPerGian è anche il nome della Fondazione no-profit nata nel 2015 a pochi mesi dalla prematura scomparsa di Gianfranco Berta, co-titolare dell’azienda. Il ricavato dalla vendita di ciascuna bottiglia serve a finanziare corsi di formazione e borse di studio per la salvaguardia dei mestieri ancora legati al mondo contadino e artigiano ma anche dei prodotti in via di estinzione, per contribuire allo sviluppo rurale del territorio astigiano.
Una bottiglia speciale da tre litri dedicata agli eno – appassionati è la proposta di Natale firmata dalla cantina Terenzi. La cantina di Scansano propone il Cru più prezioso in una speciale edizione: custodito in una semplice cassetta in legno personalizzata con l’inconfondibile logo della cantina. Il Madrechiesa Riserva 2012 si presenta in un’inedita versione che rappresenta il regalo ideale per gli amanti del buon vino e un perfetto abbinamento con i piatti della tradizione natalizia.
Consigliato anche dalle regole di bon ton, il cioccolato può essere un pensiero natalizio molto raffinato. Santa Klaus è il cioccolato che Gabriele Maiolani, artista cioccolatiere di Odilla Chocolat propone unicamente durante le feste natalizie. “…solo dall’Immacolata a Capodanno, ecco questa meraviglia: finissimo guscio di cioccolato fondente con una ciliegina (con il nocciolo, occhio) sotto spirito avvolta in morbida crema gianduia e rum agricolo della Martinica…”. Così Roberto Perrone descrive la squisita prelibatezza nel libro: Manuale del viaggiatore goloso.
Tra i prodotti della tradizione si trovano, anche, il Godò, la pralina dal duplice volto che dentro un finissimo strato di cioccolato cela un inaspettato ripieno di crema delle nocciole del Piemonte. Il Nocciolino, una prelibatezza creata con la nocciola Tonda Gentile Trilobata avvolta in un sottile strato di cioccolato e un cremoso e morbido ripieno. E il Giandujotto dove le favolose nocciole di Cortemilia si uniscono al pregiato cacao: il Criollo del Perù. Queste sono le proposte di Odilla Chocolat, l’azienda cioccolatiera di Torino che nasce nel 2001 dalla trasformazione di un laboratorio di porcellane in una deliziosa bottega artigianale del cioccolato. La fondatrice è Odilla Bastoni, una decoratrice di porcellane di Limoges che alla fine degli anni ’90 decide, su suggerimento del Mâitre Andrè Saudavet, di prendere in considerazione l’idea di abbinare alla vendita di porcellane il cioccolato. Il successo è immediato e clamoroso. Le prelibatezze sono caratterizzate dagli abbinamenti fuori dal comune e dalla ricercatezza. Le creazioni seguono la stagionalità degli ingredienti e le interpretazioni di cioccolato, spezie e frutta rendono ogni prodotto inconfondibile. Attualmente Odilla Chocolat ha un monomarca a Torino e a Milano.
Sotto l’incantesimo del Natale e per una scintillante fine dell’anno è gioioso attendere lo scoccare della mezzanotte davanti a una cascata di dolci prelibatezze. Ladurée, infatti, ha pensato a una confezione decorata con un orologio e il famoso personaggio di MademoisellePierrot che aspetta la mezzanotte con impazienza. Coffret “Pierrot” è una scatola da poter riempire con macaron in edizione limitata, in foglia d’oro e d’argento. In occasione delle festività, il brand ha realizzato anche due gusci di macaron con ripieno color avorio aromatizzato alla Vaniglia di Tahiti.
La storia del macaron Ladurée nasce con Pierre Desfontaines che verso la metà del XIX secolo ebbe l’idea di unire i gusci di meringa con un ripieno di cioccolato fuso e panna. Et voilà, i macaron come li conosciamo oggi, con farciture tradizionali al cioccolato, alla vaniglia fino a farciture più insolite, come la rosa o la menta. Spesso, i dolci vengono decorati “a tema”, ispirandosi a film, libri o fenomeni di costume di oggi. Dal 28 aprile 2010 un pezzo di storia parigina ha messo radici nel cuore di Milano, in via Spadari 6, aprendo al pubblico, Ladurée, boutique francese famosa in tutto il mondo per i pasticcini più amati dalla regina Marie Antoinette. Piccoli gioielli dell’arte dolciaria d’Oltralpe, le loro origini sono incerte ma molti specialisti giurano che a inventarli furono i raffinati pasticceri italiani giunti a Parigi al seguito di Caterina de’ Medici. Con il loro guscio croccante e il ripieno morbido e colorato hanno sedotto re e regine, ma anche attrici (Barbara Streisand li ha lodati spesso) e di recente anche due ragazzine particolari: Malia e Sasha Obama, figlie del Presidente degli Stati Uniti.
La violenza sulle donne assume molteplici forme e modalità: fisica, psicologica ed economica. Gli abusi coinvolgono le donne indistintamente, non esiste un profilo-tipo di chi subisce la ferocia degli aggressori. Per contrastare la violenza, il Comune di Milano, la Fondazione Giorgio Pardi Edite l’Associazione Cramum, patrocinati dall’Istituto Balassi-Accademia d’Ungheria in Roma, presentano la mostra VÌOLA di Andi Kacziba, nata in Ungheria nel 1974 e dal 1997 vive e lavora a Milano.
Dal 10 al 20 dicembre, l’artista accoglierà i visitatori in un giardino segreto fatto di corde e ceramiche, creato all’interno della chiesa barocca di San Sisto, oggi sede dello Studio Museo Francesco Messina, nel cuore di Milano. Il giardino di Andi non è un luogo in cui rifugiarsi e fuggire dal mondo, è piuttosto lo spazio in cui avere il coraggio di vedere sé e il Mondo per quello che sono, per ricomporli e farli funzionare nel modo migliore.
La carriera artistica come modella e fotografa consento ad Andi Kacziba di riflettere sulle problematiche legate alla donna e ai conflitti del corpo e della mente. “La nostra società è violenta anche nell’immagine in cui rappresenta sé e le donne – afferma l’artista ungherese –. L’ossessione per l’infinita giovinezza e bellezza si scontra con il tempo biologico. Sempre più donne sono portate a vivere il dramma della mancata o negata maternità”.
Per non soccombere, le vittime di violenza si piegano e modificano se stesse, fino quasi all’annientamento. Come ricorda il curatore della mostra Sabino Maria Frassà, il quasi è la chiave di lettura della mostra. “Dalla violenza e dall’inalienabile dolore ci si può risollevare e crescere – riferisce il curatore –. Secondo Kacziba, l’elemento generativo dell’esistenza umana è la forza di non piegarsi, di reagire ed essere diversi”.
L’arte di Andi Kacziba è l’invito a dire basta alla violenza e a rompere le barriere del silenzio per tutelare i diritti delle donne. E come afferma Kofi Annan: la violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani.
Per info: www.cramum.it o info@cramum.org (Visita gratuita. Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00 Lunedi chiuso)
Simone Lucci
Associazione Cramum Cramum è un’associazione che promuove e supporta i migliori giovani artisti che operano in Italia a prescindere dalla loro origine. L’obiettivo ultimo è mettere nelle condizioni questi talenti di vivere della propria arte. www.cramum.it | www.facebook.com/cramum/
Fondazione Giorgio Pardi La Fondazione Giorgio Pardi lavora dal 2008 per migliorare la qualità della vita delle nuove generazioni. La Fondazione è un ente non-profit che combatte la fuga di cervelli e sostiene i migliori giovani in Italia. “Sapere, Saper Fare, Saper Essere. Gli italiani devono imparare a superare le divergenze e fare squadra per affrontare con successo un mondo sempre più complesso.” www.amanutricresci.com