Morbidi e sicuri come le carezze della mamma. Così sono i capi di abbigliamento prodotti dall’azienda italiana Filobio, fondata nel 2006 dall’imprenditrice Anna Cantarelli alla quale si unisce nel 2010 Paola Alluvione, che dopo anni di lavoro nel settore del fashion tradizionale decide di scommettere su questa piccola ma innovativa realtà italiana.

Realizzati in cotone biologico, gli abitini vestono bambini da 0 a 24 mesi. Le serigrafie sono realizzate a mano e con colori ad acqua privi di PVC, mentre le tinture sono prive di metalli pesanti e ammine aromatiche, sostanze molto tossiche soprattutto per i bambini. Il bianco non è ottenuto attraverso sbiancanti chimici ma tramite il perossido. Tutte le parti metalliche sono nichel-free. Nel fissaggio del capo, fase molto delicata della catena produttiva, è totalmente assente la formaldeide. Una tenera papera è il simbolo dell’azienda e le linee proposte sono originali e divertenti.

La collezione basic è realizzata con interlock di bio-cotone a costine, e anche i colori utilizzati  rimandano alla natura.

Spicca la fascia portabebè, una rivoluzione nella quotidianità della mamma. Lunga 5.20 mt e alta 70 cm, può essere utilizzata per trasportare bambini da 0 a tre anni. La fascia consente alla mamma di avere le mani sempre libere e, nello stretto contatto fisico che li unisce, entrambi proveranno sensazioni piacevoli e rassicuranti: il battito del cuore della mamma sarà un calmante naturale per il bimbo, il respiro del cucciolo rasserenerà la mamma che sentirà di avere tutto sotto controllo.

Anche il kit nascita è una geniale idea delle due imprenditrici. Pensato per accogliere il bambino appena nato, contiene i suoi primi indumenti. Totalmente sterile, si compone di cinque set, tutti di colore bianco naturale.

Un cotone più caldo è invece quello che costituisce la Bouclé Collection. Pensato per i primi mesi di vita, candido come il latte, è morbido e avvolgente come l’abbraccio della mamma.

Sempre alla ricerca di nuove idee e collaborazioni, quest’anno Filobio presenta a Pitti Bimbo anche la Cameo Collection, arricchita dal prezioso contributo della designer Eleonora Rispoli, creatrice degli stravagantiScarabocchi di Patipò. Interamente italiani, si tratta di capi con fibre naturali e dal design inconfondibile. La collezione è realizzata in cashmere, lana e seta, ripensati da Eleonora in un soffice e caldissimo micro jaquard. Tre i capi presentati a Pitti: la salopette con bottoncini in corno naturale, il pagliaccetto con taglio a vivo e il caratteristico cappellino da elfo, simbolo degli Scarabocchi di Patipò.

Le collezioni, disegnate in Italia ma confezionate in India, sono certificateEKO Sustainable Textile (GOTS) per gli Standard del tessile ecologico e Social Accountability 8000 per le condizioni di lavoro. Operare in simbiosi con la natura proprio attraverso la diffusione del cotone biologico è la mission dell’azienda: la produzione industriale in costante crescita pone esigenze di sostenibilità, con cui Filobio si confronta fin da suo esordio. Oltre all’attenzione per l’ecosistema e per le sue risorse, tra gli obiettivi dell’azienda c’è la tutela e il rispetto dei lavoratori delle piantagioni di cotone indiane. La sempre più diffusa delocalizzazione porta a volte alcune aziende a chiudere un occhio sulle condizioni di chi lavora in paesi così lontani e i coltivatori a volte accettano di convertirsi dalla produzione di cotone OGM al settore del biologico guadagnano in media il 20-25% in più rispetto ai contadini che decidono di restare nel comparto tradizionale. Per le due imprenditrici non è possibile prescindere da una produzione etica e solidale, attenta alla salvaguardia dell’uomo e del pianeta. I 1500 lavoratori della cooperativa presso cui viene acquistato il cotone biologico provengono da 34 villaggi di una zona molto povera dell’India centrale.

Al di là dell’indiscussa qualità dei prodotti Filobio, l’azienda e l’entusiasmo delle due imprenditrici che ne costituiscono l’anima, mostrano come sia possibile produrre capi chic e alla moda, seppure per bambini, senza dimenticare che lo stile e il fashion non potranno mai essere più importanti della salute di chi li indosserà, della tutela dei diritti di chi li produce e della salvaguardia del pianeta che condividiamo con tante altre creature.

                                                                                               Federica Grimaldi