Può essere a lupetto, a serafino, con la scollatura a barchetta, girocollo, V-neck e con allacciatura a polo. È come se fosse una tela da plasmare o un foglio bianco da riempire, da interpretare di volta in volta in modo diverso. C’è la T-Shirt souvenir tipo “I love NY”, ci sono quelle dei cartoons Disneiani o made in Japan, quelle con le foto dei miti del cinema: da Marilyn Monroe a Brigitte Bardot. Ci sono le girocollo in tinta unita che consegnano alla storia toraci muscolosi e sguardi tenebrosi come quelli di Jeams Dean e Marlon Brando. C’è la T-Shirt bianca che Fonzie portava sotto il giubbino nero di pelle. Ci sono quelle per pin up, con gli angeli di Fiorucci, e quelle con nome e foto dei gruppi musicali preferiti. Ci sono quelle del calcio, un tempo in lana cotta. Poi le T-Shirt di lusso. La Cocodrile shirt di Hermes da 70 mila euro, dove tecniche innovative di lavorazione del pellame hanno trasformato la rigidità del coccodrillo in una consistenza chiffon. E quella commissionata da un indiano più che facoltoso: completamente d’oro, del valore di 230 mila dollari, dal peso di 12 chili, realizzata da una squadra di quindici orafi che ci ha lavorato 16 ore al giorno.
La T-Shirt, che ha compiuto 100 anni nel 2013, nel tempo è divenuta un megafono mediatico: da manifesto ideologico di designer e aziende a espressione esclusiva di trend di stagione, fino a diventare un esclusivo gioiello. L’intramontabile e iconico capo a forma di T viene celebrato in un volume che ne ripercorre le origini e l’evoluzione. Si tratta di I Love T-Shirt: Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di Tedito nel 2014 da Fashion Illustrated con la collaborazione di COTTON USA
Il marchio registrato COTTON USA è stato lanciato da Cotton Council International (CCI) nel 1989 e contraddistingue prodotti di elevata qualità realizzati con almeno il 95% di cotone, di cui per lo meno il 50% deve essere americano. (CCI) è stata fondata nel 1956 come estensione internazionale del National Council of America (NCCA), per diffondere su vasta scala i prodotti realizzati con cotone americano nei mercati d’oltreoceano.
Il periodo della semina va da febbraio a giugno, a secondo delle diverse zone, dopo e 2 mesi spuntano i fiori che in 3 giorni si trasformano da bianco a rosso. Semi e fibre di cotone crescono all’interno di questi fiori, che dopo 50 giorni sbocciano e portano alla luce le fibre, che vengono poi separate dai semi.
Gli Stati Uniti sono il maggiore esportatore di cotone (circa il 30% delle esportazioni mondiali), ed è del 13% la percentuale di cotone nel mondo prodotto dagli USA. Numerose aziende tessili utilizzano già il marchio COTTON USA e abbracciano le attività e le iniziative di global sourcing a supporto del business. Fruit of the Loom, Quiksilver, Brooks Brothers, Esquel e tante ancora le ditte che hanno scelto di realizzare collezioni in cotone americano, identificate chiaramente dal brand COTTON USA. Tra le italiane: Original Marines, Zucchi, Bassetti, Borgo Tessile, solo per citarne alcune.
Non c’è sfilata, collezione stilistica o brand che non inserisca una T-Shirt nelle proprie collezioni. “Non ha confine – afferma l’autrice del libro Cristina Taccani a proposito della T-shirt – . Incapace d’involuzione non rimane imbrigliata nella restrittiva definizione d’indumento o nell’erroneo susseguirsi di aggettivi dedicati: sportiva, facile, comoda, concentra in sé il ruolo di protagonista e non perde l’occasione per tradursi anche ai profani. La T-Shirt, nuovo contenuto e contenitore, libera spazi alla fantasia, imprimendo messaggi veloci, che volano sul web”.
Tre le versioni sul significato del prefisso T avanti a Shirt, tutte spiegate nel libro I Love T-Shirt: Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T, distribuito presso le librerie Rizzoli e nella Libreria della Moda di Milano, disponibile per l’acquisto online sul sito della Libreria della Moda www.libreriadellamoda.it.
Clementina Speranza