“Gli specialisti endocrinologi, occupandosi di diabete, malattie della tiroide, osteoporosi, patologie andrologiche e del metabolismo, oltre al maggior numero di malattie rare, sono responsabili della salute di milioni di italiani – spiega Vincenzo Toscano, Presidente AME Professore Ordinario di Endocrinologia alla Università Sapienza Roma -. Si tratta di malattie generalmente a carattere cronico per le quali non si riesce però a soddisfare al 100%, nei tempi stabiliti, le richieste di visita o di altre prestazioni correlate alle patologie stesse. Lunghe liste d’attesa: si calcola infatti che sono 84 i giorni d’attesa nel Lazio per una visita differibile, con tempo massimo di attesa previsto di 30 giorni, 67 a Caserta, 57 a Torino all’Ospedale Mauriziano, e 35 in Puglia, solo per citare alcuni casi. Le prestazioni endocrinologiche si collocano tra le maglie nere, con un terzo posto, dopo le liste d’attesa per prestazioni cardiologiche e di chirurgia vascolare. L’assistenza endocrinologica omnicomprensiva, oltre alle prime visite per le quali sono ben codificate le tempistiche di erogazione, si fa carico dei controlli che in molti casi potrebbero essere gestiti dal medico di medicina generale, che dovrebbe diventare la figura di riferimento per la gestione delle cronicità in rapporto a un piano specifico che in tutta Italia sta trovando applicazione”.

In particolare sono le malattie della tiroide e il diabete ad affollare i reparti. “I disturbi funzionali della tiroide sono patologie ad elevata prevalenza, ne è colpito il 5-7% della popolazione femminile; è facile comprendere come la condivisione di linee guida che evitino il ricorso ad esami superflui nei pazienti affetti da queste patologie possa avere un impatto favorevole sul contenimento della spesa sanitaria”, afferma Andrea Frasoldati, Servizio di Endocrinologia-Arcispedale S. Maria Nuova-Reggio Emilia.

“Secondo le rilevazioni Health Search, piattaforma di ricerca di SIMG, le malattie della tiroide sono uno dei più frequenti motivi di visita dell’ambulatorio del medico di famiglia insieme al diabete con una media di circa 7 visite/anno per paziente per tale patologia – dichiara Claudio Cricelli, Presidente SIMG, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie -. Poter studiare insieme percorsi assistenziali articolati che permettano una presa in carico del paziente con un percorso di cura definito in termini di controlli, sia ambulatoriali che diagnostici, nei diversi set assistenziali dal territorio all’ospedale per acuti diventa essenziale. Il corretto approccio di presa in carico deve essere il presupposto per l’appropriatezza prescrittiva”.

“Sono 4-5 milioni le persone colpite da osteoporosi, patologia severa ma scarsamente considerata come è testimoniato dal 60% di abbandono della terapia nei primi tre anni di cura – precisa Fabio Vescini, Azienda Ospedaliero-Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine. Il rischio osteoporosi è sottovalutato anche nelle Breast e Prostate Unit dove non è presente la figura dell’endocrinologo anche se è ormai noto il legame tra l’adozione di terapie oncologiche basate sulla deprivazione ormonale e l’impatto sulla salute dell’osso”.

Assistere con appropriatezza e portare benefici alle persone con malattie endocrinologiche favorendo la qualità di vita nel lavoro e nella vita sociale, anche con l’impiego di innovazioni tecnologiche, sono gli obiettivi di AME, Associazione Medici Endocrinologi. Di questi temi si è discusso il 9 novembre nel Congresso Nazionale AME, a Roma. “AME vuole essere propositiva anche con la promozione di progetti che vadano a utilizzare nuove tecnologie di comunicazione fra ospedale e territorio – afferma il Presidente Vincenzo Toscano – . Per fare questo però abbiamo bisogno dei giovani nati in epoca informatica e di qui l’X-FACTOR per scoprire i giovani endocrinologi più talentuosi che si dedichino a queste nuove modalità di comunicazione e entrino a far parte del Gruppo G-AME, costituito da endocrinologi under 40 e con la passione per digitale e nuove tecnologie che hanno voglia di mettersi in gioco e raccogliere la sfida che la tecnologia dei nostri tempi mette a disposizione”.