“Come si può anche solo pensare di usare la violenza contro una donna? Da uomo e da Sindaco mi sto impegnando per fermare questa brutalità Stiamo già facendo molto, ma ora ogni uomo è chiamato a impegnarsi personalmente con un semplice atto di responsabilità civile”. È questo il pensiero di Angelo Rocchi, Sindaco del Comune di Cologno Monzese.
Contrastare con decisione il fenomeno della violenza sulle donne creando un Comitato di Uomini virtuosi che siano d’esempio per l’intera comunità. Sono le basi della Campagna #NoiFermiamoL’Indifferenza promossa da Janssen Italia, azienda farmaceutica di Johnson & Johnson, e dal Comune di Cologno Monzese in collaborazione con l’Associazione di volontariato sociale “con Noi e Dopo di Noi” Onlus.
La Campagna prevede il coinvolgimento di un rappresentante maschile per ogni categoria professionale di Cologno Monzese (tassisti, forze dell’ordine, docenti, dirigenti scolastici, farmacisti, medici, sportivi, commercianti, avvocati). Per aderire all’iniziativa contattare il numero 02.25308353 o scrivere a noindifferenza@comune.colognomonzese.mi.it). Un impegno personale a presentare e attivare azioni di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere.
“Con la Campagna #NoiFermiamoL’Indifferenza abbiamo deciso di fare un passo in più: esporci in prima persona, insieme al Sindaco Rocchi, per dire davvero basta a violenze e soprusi. La speranza è che tanti altri uomini si uniscano a noi per costituire un gruppo compatto che possa aiutare concretamente le donne vittime di abusi. Crediamo fermamente, infatti, che non si debba insegnare alle donne a difendersi, bensì insegnare agli uomini a non essere violenti”.
Una realtà che non accenna a diminuire. Nel 2016 in Italia le donne uccise per mano di un uomo, famigliare o compagno, sono state 120. Negli ultimi dieci anni sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9 per cento) in famiglia. Per non parlare, poi, delle violenze sessuali che in Italia fanno registrare 11 denunce al giorno, 4mila l’anno, anche se a livello europeo il tragico primato va al Regno Unito (35mila), alla Germania (29mila) e alla Francia (circa 20mila).
Oltre cento donne ogni anno vengono uccise in Italia da uomini, quasi sempre loro compagni o mariti. Migliaia quelle aggredite, picchiate, perseguitate, sfregiate. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, nel corso della propria vita hanno subito almeno una forma di abuso.
Il progetto intende arrivare alla creazione di un Comitato di Uomini uniti dietro un deciso NO! alla violenza di genere. Far nascere una rete di uomini sotto il claim #NoiFermiamoL’Indifferenza, che da attori passivi diventeranno parte attiva, compatti contro questo terribile fenomeno sociale che provoca danni non solo fisici, ma anche e soprattutto psicologici. I più difficili da superare e accettare.
“La Campagna riprende anche il Progetto Artemisia, che in questi sei anni di attività ha aiutato 77 donne e si sviluppa in due filoni principali: lo sportello di ascolto, ideato per offrire un aiuto concreto alle donne vittime di abusi e la promozione di cultura sul tema della violenza di genere, attraverso iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e percorsi di educazione e prevenzione rivolti alle giovani generazioni, uomini e donne di domani”, precisa Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia.
Progetto Artemisia è stato ideato e promosso a partire dal 2011 dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Cologno Monzese (MI), con il contributo non condizionato di Janssen Italia. Prevede una serie di iniziative per contrastare e prevenire il grave fenomeno della violenza sulle donne. L’obiettivo è promuovere un radicale cambiamento socio-culturale sul tema della violenza di genere. Si sviluppa su due filoni principali: lo “Sportello Artemisia”, pensato per offrire uno spazio di ascolto alle donne vittime di abusi, e la promozione di cultura sul tema della violenza di genere attraverso momenti di sensibilizzazione e percorsi di educazione e prevenzione rivolti alle giovani generazioni.
Per quanto riguarda lo Sportello (attivo su appuntamento al 339 1894966 tutti i martedì e giovedì), in questi anni ha già aiutato 77 donne, offrendo loro informazioni, consulenze legali e sostegno psicologico. Impiegate, operaie, insegnanti, dai 25 ai 65 anni, con gradi d’istruzione e storie personali diverse. Dopo il primo contatto, grazie al lavoro di un’equipe multidisciplinare (psicologhe, pedagogiste e avvocati), si procede con una risposta individualizzata e mirata (orientamento e invio ai servizi, presa in carico legale ecc…). In molti casi si promuovono percorsi di sostegno psicologico pensati per dare voce al disagio di queste donne, portandole ad affrontare un percorso di rielaborazione del proprio vissuto, spesso tragico, e di emancipazione da una posizione passiva e di impotenza.
L’obiettivo è ridurre l’isolamento vissuto da chi si trova in una situazione di conflittualità relazionale, conclamata violenza o di maltrattamento e far prendere loro coscienza della propria situazione, così che non possa ripetersi. Tutto questo, ovviamente, garantendo la massima riservatezza e segretezza. Nel percorso di aiuto, la collaborazione con i medici, i farmacisti e la rete sociale del territorio (associazioni, servizi) risulta fondamentale: circa la metà delle telefonate allo Sportello arriva in seguito al consiglio di un medico o grazie alle locandine esposte all’interno delle farmacie e delle associazioni di Cologno Monzese.
Per quanto concerne le attività di sensibilizzazione, il Comune promuove interventi culturali sul territorio e percorsi di prevenzione alla violenza. Ne sono un esempio la serata “Non solo a Marzo”, organizzata in occasione della Giornata della Donna (8 marzo) per far riflettere sulla parità di genere e sul ruolo della donna attraverso performance musicali e teatrali. E ancora, la mostra “La mia ferita la mia forza” del 19 novembre 2016, un ulteriore esempio di come l’arte possa porre l’attenzione su questa tematica, che ha visto protagoniste le opere dell’artista Pinuccia Mazzocco, ispirate al libro di Lucia Annibali “Io ci sono. La mia storia di non amore”. Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), invece, sono stati coinvolti i ragazzi dell’Istituto Leonardo da Vinci di Cologno Monzese, protagonisti per un giorno nella promozione di una mattinata per riflettere, discutere e confrontarsi sul tema della violenza contro le donne.
“Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima. Il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola come una trappola da sacrificio. È, quindi, venuto il momento di cantare una esequie al passato”
È affidato a queste rime della poetessa Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – 1° novembre 2009), il significato più profondo del “Progetto Artemisia” che trae il suo nome dalla pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi, vittima di stupro, insultata e diffamata nel corso del processo contro il suo violentatore, infine, ritenuto colpevole dai giudici.