Cefalee, emicranie, stanchezza cronica, stitichezza, coliti, colon irritabile, predisposizione a candidosi, micosi, dismenorree, palpitazioni, insonnia, agitazione notturna, sovrappeso, cellulite, asma, tosse, eczemi, rinite, sono alcuni dei sintomi delle intolleranze alimentari. Ce ne parla il Dottor Piccione, laureato in scienze biologiche, dottore di ricerca in Chimica degli alimenti ed esperto in Qualità ed igiene degli alimenti e nutrizione umana.

Ultimamente nel campo dell’alimentazione si sta registrando un interesse crescente verso le cosiddette “intolleranze alimentari”, che fino a poco  tempo fa, tranne quelle per deficit enzimatico, erano ritenute infondate dal punto di vista scientifico. La più conosciuta è l’intolleranza al lattosio, causata dal deficit dell’enzima lattasi.

Il modo più corretto per definire oggi le “intolleranze alimentari” dovrebbe essere “allergie alimentari ritardate”, perché certi alimenti alterano il nostro organismo senza che noi ce ne rendiamo subito conto.

Non esiste un’univoca classificazione e definizione delle “intolleranze alimentari”, cosi come non sono ancora ben chiari i meccanismi alla base dello sviluppo di questi disturbi. La perdita della permeabilità della mucosa intestinale e le modificazioni a carico della flora intestinale sembrano essere responsabili di una serie di risposte immuni e reazioni infiammatorie tali da comportare una sintomatologia, se prolungate nel tempo. Una dieta a esclusione modificata e il ripristino della flora intestinale, quindi, possono agire positivamente sulle varie sintomatologie.