Il make up è un’arte antica. Che sia un appuntamento quotidiano o un lusso per occasioni speciali, truccarsi non è mai fine a se stesso: attraverso il make up, le donne giocano con la propria identità e con il desiderio di migliorarsi. Il trucco tende ad abbellire l’immagine, a enfatizzare alcuni aspetti fisici e della personalità come: la dolcezza, la semplicità, la sensualità, l’aggressività, la risolutezza o la determinazione.
“Il make up si indossa come un abito, serve a nascondere i difetti e a valorizzare i punti di forza – spiega Maurizio Calcagno, look maker e make up artist–. Io parto dal presupposto che non esiste il difetto. Con i cosmetici adatti si valorizzano i punti di forza per incorniciare il volto. La correzione, il chiaro/scuro, il contouring, le sfumature mettono in secondo piano gli aspetti meno affascinanti. Questo è ciò che insegno presso la mia accademia”.
Maurizio Calcagno non è soltanto un truccatore professionista esperto di trucco correttivo, è un artista. Arte, colori, passione, concentrazione, attenzione e precisione caratterizzano i suoi 40 anni di carriera. “A 15 anni, mi divertivo a disegnare con gli ombretti sulla carta nella profumeria dei miei genitori, mi piacevano le tinte pastello. Un giorno avevo ricopiato, da una brochure di make up, il volto di una giapponese e le avevo truccato l’occhio. ‘Che bello! Se hai truccato la carta, trucca me, ha esclamato la collaboratrice del nostro negozio. E, seguendo anche un po’ le sue indicazioni, io l’ho truccata. Da quel giorno, ho iniziato a truccare anche le clienti della profumeria, le amiche e qualche sposa”. Il look maker racconta così i suoi esordi.
Intorno al 1980 decide di trasferirsi a Roma per frequentare il corso con Roberto Bolori all’A.R.A. l’Accademia di trucco e acconciature. “Il corso è durato quasi 5 mesi, ho avuto la fortuna di avere il mio famoso e meraviglioso insegnante dalla mia parte. Ero l’unico che veniva da lontano per seguirlo e mi coccolava un po’ più degli altri. Andavo da lui tutti i giorni dalle 7 alle 22,30. Ho imparato moltissimo, tanto che finito il corso sono rimasto nel suo studio per altri 2/3 mesi, e dopo lui mi ha scelto come sua spalla nei corsi e come dimostratore nelle aziende. Fino ad assumermi nella sua azienda che produceva i make up di Roberto Bolori. Ho girato per 5/6 anni tutta l’Italia, e poi mi sono dedicato unicamente al mio centro estetico”.
Nel 1984, Calcagno si occupa del trucco delle modelle per la prima sfilata della stilista Marella Ferrera. “Ho iniziato a lavorare con Marella prima che diventasse famosa, e così ho avuto la fortuna di truccare sua altezza reale Mafalda di Savoia, e non solo”, racconta Calcagno.
Marta Marzotto, Ornella Muti, Maria Grazia Cucinotta, Martina Colombari, Michelle Hunzinker, Dong Mei, Adriana Volpe, Aida Yespica, Eva Riccobono, Carmen Russo, Afef, Hunter Tylo, Katia Ricciarelli, la top model Mariacarla Boscono e la “cantantessa” Carmen Consoli sono alcuni volti noti truccati da lui.
Puoi dirci qualcosa dei VIP che hai truccato? Qual è stato l’occhio più facile da truccare? O un aneddoto particolare che ti ricordi?
L’occhio più facile da truccare è quello di Aida Yespica. L’incontro con Ornella Muti è stato molto emozionante e gratificante, ricordo che lei che mi disse: “Sei bravissimo”. Truccavo, poi, le figlie d’arte scelte da Marella come testimonial per la sfilata di Piazza di Spagna a Roma: Naike Rivelli, Elisabetta Ferracini, Violante Placido e Giada de Blanck: un quartetto meraviglioso. Ma i miei ricordi sono tanti, e potrei continuare a lungo…
Donne VIP o donne non famose. Con quali si lavora meglio?
Le donne non famose sono meno capricciose ed esigenti, mentre le VIP hanno un canone da seguire. Amo però Michelle Hunziker per la sua umiltà e tranquillità, mi ha chiamato svariate volte a Milano.
Quando hai di fronte una donna da truccare, qual è la prima cosa che pensi e che guardi?
Il make up si indossa come un abito, e deve adattarsi a pennello, valuto quindi diversi aspetti della cliente, studio i tratti del suo volto e la sua personalità. Ci sono donne che vogliono osare e altre che non ne hanno il coraggio, così si selezionano i cosmetici, i colori da applicare senza forzature, stravolgimenti e nel rispetto della cliente.
Il trucco muta a seconda dell’età?
La donna giovane si può permettere tutto, mentre con l’avanzare dell’età è importante scegliere la quantità di trucco adeguata, tenendo però in considerazione la personalità di chi si ha di fronte. Una donna di 70 anni con un carattere pazzesco, esplosivo e il capello blu può indossare anche un ombretto fucsia, ma questo non vale per tutte! Generalmente, la donna di classe sa fino a che punto osare. Per non evidenziare i segni del tempo, poi, bisogna evitare matite scure e ombretti metallizzati.
Qual è la donna più difficile da truccare?
Non c’è. È chiaro che trovo più stimolante truccare la donna meno bella e renderla affascinate, intrigante: è una soddisfazione incredibile.
E il trucco per lui?
Molto richiesto, e quasi preteso dalle spose. Per shooting fotografici e show televisivi, il make up correttivo è quello più adatto. Il fondotinta in gel, in polvere, la terra priva di brillantini e non shining correggono gli inestetismi senza definire eccessivamente i tratti del volto.
Da che cosa parti per decidere come truccare una persona?
Dal dialogo: parlo molto con le donne per capire chi sono e qual è il loro temperamento. È una strategia che adotto spesso con le spose; mentre dialogo, immagino 2 o 3 colori differenti che valorizzano il volto e la personalità. Decido così mentalmente le soluzioni migliori per soddisfare la richiesta della cliente.
Da quale zona parti per truccare un viso?
Ci sono degli step da seguire. La base è il primo passaggio che comprende l’utilizzo di: primer, correttore, fondotinta e cipria per rendere il trucco opaco. Una buona base rappresenta i ¾ del make up. Poi: matita, ombretti, eyeliner e mascara per l’occhio, la zona più importante e difficile perché gli ombretti devono essere ben amalgamati e sfumati, senza trascurare le sopracciglia, sempre ben definite e curate indipendentemente dallo spessore. Fard e rossetto vengono per ultimi.
Di solito che cosa vuole una donna da un make up, e che cosa vuoi tu?
La donna vuole essere più bella, giovane e affascinate, mentre io voglio colorare, far sorridere, donare carica, energia e sicurezza.
Meglio un trucco naturale o colorato?
Il make up ti cambia. Un trucco naturale non provoca grandi stravolgimenti, definisce leggermente il volto, mentre il make up deciso e colorato esalta i punti di forza. Durante i corsi di self-make up, insegno alle clienti come truccarsi e specifico le zone da evidenziare e da nascondere per valorizzare il viso. Un segreto per la buona riuscita è non sporcarsi durante il trucco.
Ogni donna ha dei colori naturali: occhi, incarnato e a volte anche capelli. Il make up segue questi colori o va in contrasto?
È fondamentale rispettare il cromatismo della cliente.
A quale cosmetico una donna non deve mai rinunciare, oltre alle creme idratanti?
Il mascara. Non esiste un trucco senza mascara.
Quanto conta la qualità dei prodotti per un trucco ben riuscito?
Tantissimo. In un ombretto è importante valutare la scrivenza, la stesura e la pigmentazione. Il cosmetico deve rimanere sulla palpebra e non cadere sotto gli occhi. Il fondotinta deve uniformare l’incarnato con una quantità minima, senza creare spessori e inserirsi nelle rughe. I pigmenti fanno la differenza. Il mascara va scelto in base al pennello, esistono mascara ottimi che curvano maggiormente e donano un effetto siliconico, mentre per l’eyeliner è importante la tenuta, ed è ancor meglio se è waterproof, per evitare sbavature. Sono sconsigliati eyeliner e matite che contengano una quantità eccessiva d’alcool, per impedire le irritazioni.
Cosa pensi dei cosmetici naturali?
I cosmetici biologici, naturali e a base di erbe, sono di grande tendenza, ma non differiscono molto dai prodotti tradizionali: al loro interno sono contenuti elementi chimici e conservanti, altrimenti l’articolo avrebbe una durata di circa 15 giorni. É fondamentale acquistare i cosmetici di un’azienda seria, che effettui analisi e utilizzi materie prime senza allergeni. Ancor meglio se si tratta di trucchi a base minerale, i migliori in commercio.
Quali sono le professionalità con cui un truccatore collabora nella sua quotidianità?
Fotografi, hairstylist, stilisti, etc.
Come vedi l’inserimento di un truccatore in un’équipe composta da medici e psicologi quando vi sia una percezione negativa della propria immagine?
Sarebbe un valido aiuto in molti casi. Ad esempio, per curare acne e punti neri, che tendono a scomparire quando il paziente è psicologicamente più tranquillo. Ho collaborato con i medici proponendo, tramite un tutorial, lezioni di trucco alle pazienti oncologiche dell’Ospedale Cannizzaro di Catania. Ho anche tenuto un corso di trucco artistico per aiutare le ragazze che soffrono di anoressia ad accettare il loro corpo. Molto utile è poi il make up camouflage che nasconde le cicatrici, gli angiomi e le cosiddette voglie di vino. Il trucco dona sicurezza.
Il make up rende più felici?
Quando una donna è truccata, vestita e pettinata bene le si stampa il sorriso sul volto: è una reazione che noto sempre con le spose. Non c’è sensazione migliore che sentirsi dire da una cliente “Mi sento bella”. Qualche anno fa, ho truccato una donna non vedente, è stato molto emozionante. Terminata la seduta di make up, lei mi disse “Mi fai sentire bella. Per la prima volta mi stai facendo venir voglia di vedermi”. Ero felice.
Creativo ed estroso, sensibile e con un grande cuore, Maurizio Calcagno, con i suoi pennelli, riesce a trasformare ogni donna in un’opera d’arte.
Clementina Speranza e Simone Lucci