I viticoltori dopo una lunga giornata di lavoro in campagna arrivano in cantina con trattori e camioncini carichi di grappoli di Nero d’Avola, Catarratto, Grillo.

L’enologo Francesco Rigirello, dopo l’attento controllo sulla qualità delle uve, esegue delle analisi chimiche per indirizzarle verso il miglior processo di vinificazione che viene eseguito insieme al consulente enologo Vincenzo Leone.

La diraspatrice è in funzione e separa il raspo dagli acini. I raspi, poi, finiranno in campagna come fertilizzante, le vinacce, invece, in distilleria per produrre la grappa.

Tutto questo avviene a Terre di Giafar sotto la supervisione di Antonino Spezia, presidente della cooperativa agricola che è affiancato dall’energica moglie Monia, Direttrice della cantina.

Gli stabilimenti sorgono all’interno del centro urbano di Paceco, un territorio viticolo in provincia di Trapani. La cantina dispone di tecnologie all’avanguardia per la lavorazione delle uve, la fermentazione dei mosti e l’affinamento dei vini. I moderni serbatoi in acciaio inox e le tradizionali vasche di cemento, inoltre, consentono la realizzazione di pregiati vini che vengono lasciati affinare in barriques nei sotterranei.

Terre di Giafar lavora principalmente uve provenienti da vitigni autoctoni e il bianco di Nera uno dei vini più rinomati realizzati dall’azienda siciliana. Un vino dal colore bianco, ma che al palato evoca i tipici aromi delle uve rosse. “Ad occhi chiusi si avvertono i profumi e gli aromi del Nero D’avola – precisa Antonino Spezia, detto Nino –. L’enologo ha poi deciso di rendere il prodotto più brioso rendendolo più gradevole al palato dei giovani proponendo un vino leggermente mosso.

Portata in cantina all’interno di cassette in modo che non ci sia contatto con il mosto, l’uva integra è schiacciata delicatamente e attraverso l’utilizzo del primo pressato, di color bianco. Durante il processo di vinificazione la particolarità è quella di allontanare subito le bucce di nero d’Avola per non dare colore al vino. Il mosto ottenuto fermenta a temperatura bassa (15/16 gradi) – spiega Nino Spezia –. Nasce in questo modo il bianco di Nero d’Avola, un vino che attualmente si può definire elegante e di moda”.

Punta di diamante della cantina è il Grillo con uva tardiva, prodotto con frutti lasciati appassire in pianta e raccolti a mano a fine settembre e in certe annate anche a ottobre. “Quando giungono in cantina, le uve devono essere perfettamente integre, sane e non ammuffite per essere lavorate in pressa a bassa temperatura, ottenendo un mosto molto zuccherino che ci consente di ottenere un vino che ricorda molto i passiti, da abbinare con formaggi e prodotti tipici siciliani – precisa il Presidente della Cooperativa –. Il prodotto ottenuto dalla vendemmia tardiva grazie al colore, ai profumi e al gusto è molto apprezzato. In passato, era frequente creare vini con uve tardive, oggi molte cantine hanno abbandonato tale produzione per due motivi: la resa del vino è molto bassa, e non tutti gli anni si può vinificare, perché ci sono annate piovose e il frutto ammuffisce in pianta”.

Attualmente, Terre di Giafar produce, anche, due linee di vini in bottiglia: una linea élite che presenta un packaging ricercato e vini monovarietali quali Nero d’Avola, Syrah, Merlot, Grillo, Catarratto, e una linea presentata in una veste coloratissima con blend aromatici come Nero d’Avola/Merlot, Catarratto/Inzolia, Grillo/Zibibbo.

La scelta aziendale è di puntare per lo più sui vitigni storici tipici della Sicilia per valorizzare le produzioni regionali e tipiche dell’isola.

La Società Cooperativa Agricola “Terre di Giafar” nasce nel 2008 per volontà di 14 imprenditori trapanesi decisi a conferire la propria produzione secondo i crismi della mutualità sottraendosi così alla speculazione degli operatori privati del trapanese. Credendo negli stessi principi e con i medesimi obiettivi altri soci hanno successivamente aderito all’iniziativa cosicché la superficie totale coltivata a vigneto ammonta ad oggi a circa 200 Ha.

La Cooperativa prende in affitto dal Tribunale di Trapani la struttura confiscata alla mafia di una storica cantina sociale del comprensorio. Con il sostegno della magistratura è stato così possibile impedire che l’ennesima struttura confiscata andasse alla deriva preda del vandalismo e dell’incuria.

Nella logica imprenditoriale gli stessi fondatori si sono dati un ordinamento interno scegliendo tra i Soci fondatori tanto il proprio Presidente nella figura del Dott. Agr. Antonino Spezia che i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione.

La mission è quella di “fondere” in un unico corpo e in un’unica anima tutte le singole aziende conferitrici abbattendo i costi di gestioni tipici delle piccole imprese realizzando un reddito pro capite competitivo con gli operatori privati del settore.

La struttura, sorta nel 1967 è oggi totalmente ristrutturata e arricchita delle più moderne e tecnologicamente avanzate attrezzature per la lavorazione delle uve ha una capacità di stoccaggio pari a 60 mila quintali di uva. Il conferimento totale degli attuali soci della Cooperativa, però ammonta a circa 10 mila quintali di uva altamente selezionata e che permette la produzione di vini di alto pregio.

La cantina è dotata anche di una linea di imbottigliamento quasi interamente meccanizzata che permette di produrre 2.500 bottiglie all’ora. La Cooperativa, oltre a imbottigliare i propri vini, offre il servizio di imbottigliamento per aziende terze differenziando così l’attività e aumentando gli introiti che vengono poi ripartiti tra i soci.

Clementina Speranza, Simone Lucci