Attenzione ai livelli elevati di colesterolo.
Alimenti “amici” e combinazioni intelligenti, per piatti gustosi e benefici per il cuore.
Alleggerire i condimenti con cotture semplici e rivoluzionarie, che riducano anche i tempi di preparazione.
Attività fisica costante e in misura personalizzata.
Associare un integratore alimentare per l’apporto quotidiano dei nutrienti che aiutano il cuore, favorendo il controllo del colesterolo e del metabolismo glucidico.
Sono le 5 “A” della prevenzione sostenibile, un approccio innovativo attraverso piccoli cambiamenti nello stile di vita, di cui sono parte integrante un’alimentazione equilibrata e l’uso appropriato degli integratori alimentari: a promuoverlo è “LopiLife, nutriamo la salute del cuore”.
La campagna si basa sulle nuove Linee Guida della Società Europea dell’Aterosclerosi e della Società Europea di Cardiologia che, nei soggetti con livelli di colesterolo borderline e che non necessitano di trattamento farmacologico, oltre a raccomandare modifiche nello stile di vita e nell’alimentazione, suggeriscono di “nutrire” la salute del cuore con integratori alimentari in grado di agire favorevolmente su alcuni fattori di rischio cardiovascolare, grazie a principi attivi naturali.
A queste caratteristiche risponde il nuovo integratore alimentare LopiGLIK, che riunisce in un’unica formulazione tre principi attivi naturali con efficacia scientificamente provata
Ogni compressa di LopiGLIK contiene:
- Berberis Aristata: contribuisce alla regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare. La berberina è una sostanza naturale, estratta dalla corteccia di Berberis aristata, arbusto spinoso originario dell’Himalaya e del Nepal appartenente alla famiglia delle Berberidaceae.
La berberina svolge diverse attività farmacologiche e contribuisce alla normale regolarità cardiovascolare.
- Riso rosso fermentato: favorisce il controllo del colesterolo nel sangue ad integrazione di una dieta adeguata
Il riso rosso fermentato è un antico componente dietetico cinese. È prodotto dalla fermentazione del riso per opera del Monascus purpureus, micete che produce diverse sostanze tra cui un pigmento rosso (da cui il nome di “lievito rosso”), e sostanze che modificano i grassi presenti nel sangue. Queste ultime sono state identificate chimicamente come “monacoline”, tra cui la monacolina K, che hanno un ruolo nella gestione dei livelli di colesterolo (Yang 2012, Shamim 2013).
- Morus alba: favorisce il metabolismo degli zuccheri. Il gelso bianco o moro bianco o Morus alba, è un albero deciduo che appartiene alla famiglia delle Moraceae, originario della Cina settentrionale e della Corea.
L’efficacia di LopiGLIK è stata valutata in uno studio scientifico (Trimarco V. et al. 2015). Rispetto al prodotto nutraceutico per il controllo del colesterolo leader di mercato si è osservato nei 23 soggetti trattati una superiore riduzione del colesterolo totale e LDL (target LDL raggiunto nel 56,5% dei pazienti contro il 21,7%) e presenta un’efficacia sovrapponibile per i trigliceridi e aumento del colesterolo buono HDL.
Ma insieme all’uso quotidiano di un integratore quali altre regole promuove LopiLife?
Una regola sostenibile è l’introduzione nella dieta di alimenti amici che consentano di mantenere stabili gli ormoni, principalmente l’insulina prodotta dal pancreas; inoltre, è importante l’attenzione alle combinazioni intelligenti e funzionali tra gli alimenti, valutando il loro effetto sui diversi organi.
“Per stare bene e guadagnare salute più a lungo possibile affrontando una sana longevità, dobbiamo imparare a riprogrammare i nostri ormoni a tavola: il primo passo è ridurre l’insulino-resistenza, il secondo passo è saper combinare gli alimenti in modo funzionale. È sbagliato sia mangiare troppi zuccheri, sia troppe proteine – afferma Sara Farnetti, Specialista in Medicina Interna e malattie del metabolismo -. La cosa giusta da fare è mantenere bassa l’insulina a ogni pasto, assumendo alimenti amici, come il cioccolato, le mandorle, e sostanze estratte dalle piante, come il cardo e il gelso bianco. Gli integratori danno maggiore efficacia benefica all’azione funzionale dei cibi che assumiamo”.
Cottura a vapore, pentola a pressione, cottura a basse temperature: il segreto dell’innovazione amica del cuore in cucina sono anche le tecniche di cottura semplici e rivoluzionarie, che possono limitare a 15-20 minuti i tempi di preparazione, e che nella campagna si esprimeranno attraverso le ricette d’autore dello chef stellato Luciano Monosilio.
“La cucina stellata è frutto di una grande ricerca di ingredienti, di alchimie che legano i cibi e di cotture che rispettano le materie prime. Lavorando su tutti questi fronti, si possono creare dei piatti che soddisfino il palato e, allo stesso tempo, che siano amici del cuore – afferma Luciano Monosilio -. Il segreto è utilizzare ingredienti freschi e di qualità, e cucinarli con tecniche e strumenti che non ne distruggano il valore nutritivo e diminuendo l’utilizzo di grassi animali e oli vegetali saturi in favore di erbe e spezie. Da questo punto di vista, un aiuto a una sana alimentazione può venire anche dai metodi di cottura semplici e rivoluzionari, come la cottura a bassa temperatura, quella a vapore o la pentola a pressione, che permettono di mantenere inalterate le proprietà organolettiche e nutritive degli alimenti, limitando l’uso di condimento e di grassi”.
Cos’è il colesterolo
Il colesterolo è un grasso prodotto dal fegato ed è presente in tutte le cellule dell’organismo. Serve per la sintesi di alcuni ormoni, gioca un ruolo fondamentale nella produzione della vitamina D, è un costituente delle membrane cellulari e di vari tessuti.
La maggior parte del colesterolo circolante viene sintetizzato all’interno del nostro organismo, e solo una piccola quota è introdotta attraverso l’alimentazione. Una persona adulta sintetizza circa 600-1000 mg di colesterolo al giorno. Alla quota di colesterolo endogeno, prodotto cioè dall’organismo, che equivale a circa il 70-80% di tutto il colesterolo, si affianca quella assunta dall’esterno (colesterolo esogeno).
Una dieta equilibrata apporta, in genere, da 200 a 300 mg di colesterolo al giorno. Il colesterolo può essere introdotto dall’esterno con alimenti quali i cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo. Il colesterolo viene introdotto anche attraverso i grassi insaturi che si ottengono aggiungendo idrogeno agli oli vegetali, tipici di molte fritture e anche delle margarine vegetali e dei grassi usati in pasticceria. I cibi di origine vegetale (frutta, verdura, cereali) non contengono colesterolo.
Perché è pericoloso
In quantità eccessive, il colesterolo diventa un formidabile nemico per l’intero apparato cardiovascolare. Infatti, il colesterolo in eccesso tende ad accumularsi sulle pareti delle arterie e nel tempo può formare una placca che restringe l’arteria e riduce il flusso di sangue. O, addirittura, quando arriva a ostruire totalmente l’arteria interessata, interrompere irreversibilmente il flusso sanguigno. Quando questo fenomeno interessa le coronarie, che portano il sangue al cuore, aumenta il pericolo di infarto, soprattutto se sono presenti altri fattori di rischio. Tale processo può, comunque, colpire qualsiasi distretto corporeo, con danni correlati all’organo interessato, frequentemente cervello (ictus) e reni, con perdita della funzionalità.
Colesterolo buono e cattivo
Il colesterolo, in quanto tale, non potrebbe circolare liberamente nel sangue. Si lega, quindi, a speciali “trasportatori”, le lipoproteine. Queste non sono tutte uguali, ma sono più o meno dense e, proprio in base alla loro densità, tendono ad uscire dai vasi o a rimanere al loro interno facilitando la formazione delle placche e, quindi, delle lesioni. Da qui la definizione di colesterolo “buono” e “cattivo”.
HDL – Il colesterolo buono
È definito così perché si lega alle HDL (High Density Lipoprotein, o lipoproteine ad alta densità), che hanno il compito di trasportarlo fuori dai vasi sanguigni verso il fegato, dove viene eliminato. Le HDL sono quindi una sorta di “spazzino” dei vasi sanguigni ed hanno azione protettiva per le arterie.
LDL – Il colesterolo cattivo
Viaggia con le LDL (Low Density Lipoprotein, o lipoproteine a bassa densità) che lo trasportano ai vari tessuti lasciando che si accumuli nei vasi sanguigni dove ci sono lesioni. Si forma così la placca dell’aterosclerosi. Elevati valori di trigliceridi nel sangue possono favorirne la sintesi e quindi vanno anch’essi tenuti sotto controllo.
Il valore del colesterolo totale è “desiderabile” quando non supera i 200 mg/dL.
Il colesterolo LDL o cattivo non dovrebbe superare i 135 mg/dL nella persona sana ma nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolari (ipertensione, diabete, obesità, fumo) dovrebbero essere inferiori a 100 mg/dL e inferiori a 70 mg/dL nei soggetti che hanno già avuto eventi cardiovascolari.
Il colesterolo HDL o buono non deve mai scendere sotto i 30-40 mg/dL.
La glicemia
La glicemia è la concentrazione di glucosio (zucchero) nel sangue. Il glucosio è la forma in cui devono essere trasformati gli altri zuccheri per poter essere utilizzati dal nostro organismo ed è quindi l’unico zucchero presente nel nostro sangue. L’assorbimento del glucosio è favorito dall’insulina, un ormone rilasciato dal pancreas. Una quantità eccessiva di zucchero causa un superlavoro per il pancreas per produrre l’insulina necessaria a normalizzare la concentrazione ematica di glucosio, ponendo l’organismo in una situazione di squilibrio e quindi di sofferenza. Nel tempo il pancreas si “affatica” e le cellule diventano meno sensibili all’insulina, per cui ne occorrono quantitativi maggiori per assicurare una normale concentrazione di glucosio nel sangue, compresa tra i 65-110 mg/dL. Un valore compreso tra i 110-125 mg/dL suggerisce il sospetto di alterata glicemia a digiuno (IFG). Mentre valori superiori a 125 mg/dL permettono di fare diagnosi di diabete qualora tale condizione si verificasse nuovamente ad una seconda misurazione.
“Dopo i 40 anni è importante tenere sotto controllo il colesterolo perché è uno dei segni della sindrome metabolica, una condizione clinica nella quale interventi diagnostici e terapeutici, nutrizionali e nutraceutici tempestivi influenzano positivamente l’aspettativa di vita e riducono notevolmente la spesa sanitaria – precisa Sara Farnetti –. La sindrome metabolica aumenta l’incidenza di cancro, diabete, malattie cardiovascolari, malattie del sistema nervoso centrale, osteoporosi. Questa sindrome è “silenziosa”, il paziente spesso non avverte disturbi particolari, e spesso la scopre per puro caso effettuando alcuni esami del sangue. In realtà, la sindrome metabolica è ben evidente perché è sempre presente: l’aumento della circonferenza della vita che documenta una obesità localizzata nella zona addominale. Nello specifico, le misure considerate a rischio sono superiori ai 94 centimetri per gli uomini e 80 per le donne. Per la diagnosi di sindrome metabolica devono essere anche presenti due dei seguenti criteri:
- aumento dei trigliceridi nel sangue (oltre 150 mg/dl);
- riduzione del colesterolo HDL “buono” al di sotto dei 40 mg/dl nelle donne e dei 50 mg/dl negli uomini;
- pressione alta (valori superiori agli 85 mmHg di minima e ai 130 mmHg di massima);
- glicemia elevata a digiuno (valori superiori ai 100 mg/dl) o diagnosi di diabete.
Da tutto questo è facile intuire che non è importante il colesterolo di per sé come malattia ma in quanto considerato e inquadrato all’interno della sindrome metabolica”.