Le Mary Jane, i tacchi a spillo e le cosiddette “Manolos” sono le calzature che tornano alla memoria quando si sente nominare il re spagnolo delle scarpe Manolo Blahnik. Le sue creazioni sono nelle vetrine più cool, ai piedi di star internazionali e, anche, nella serie televisiva cult Sex and the City, dove la giornalista Carrie Bradshaw passeggia per le vie di Manhattan sfoggiando scarpe che hanno fatto sognare un’intera generazione di fashion victim. Creazioni uniche che hanno dettato tendenza per anni, decretando il successo a livello mondiale di numerosi designer.
Per consentire a tutte le shoes addicted di continuare a sognare, il cultore dei tacchi a spillo è approdato a Milano con la mostra The Art of Shoes a Palazzo Morando fino il 9 aprile 2017, dove racconta la sua storia con 80 disegni e 212 modelli della propria collezione privata, ciascuno dei quali possiede un nome.
La mostra è un vero omaggio all’Italia con tracce di opere barocche, coralli siciliani, sculture greco-romane e qualche riferimento a “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Tutte le creazioni sono, infatti, made in Italy, realizzate a Parbiagio con tessuti naturali. Broccato, satin, taffetà e cashmere sono i tessuti utilizzati del designer che dimostrano la sua attenzione ai dettagli. Due sezioni che compongono la mostra sono dedicate ai materiali, alla natura e alle creazioni “botaniche”, con sandali rampicanti, intrecci floreali, e modelli che risentono di influenze geografiche e ambientali. Africa, Russia, Giappone, Spagna, fino all’Inghilterra e a Londra, dove Blahnik vive, sono i Paesi che lo hanno inspirato.
Il signore dei tacchi a spillo rende omaggio, anche, ai suoi miti, da Alessandro Magno a Brigitte Bardot. Ad alcune delle scarpe più bizzarre da lui create negli anni e all’architettura, con tacchi scultura e creazioni svettanti. Nell’esposizione si possono ammirare gli schizzi preparatori della prima scarpa prodotta da Manolo Blahnik nel 1971, fino alle ultime eccentriche calzature nate in collaborazione con il marchio Vetements e la popstar Rihanna, e poi ancora la selezione di scarpe ideate in esclusiva nel 2006 per il film di Sofia Coppola Marie Antoniette.
Oltre alle creazioni del couturier spagnolo, all’esposizione si possono ammirare calzature antiche provenienti dalle collezioni delle Civiche Raccolte Storiche dei Musei milanesi. Una scelta che sottolinea che nel corso della storia la scarpa non rappresenta solo un accessorio, ma anche un oggetto d’arte: passato e futuro convivono e si esaltano a vicenda, in un magico interscambio. Capita, così, che una pianella dell’800 sia esposta vicino a un tacco 12 di Blahnik perché entrambe sono realizzate con lo stesso, identico materiale.
Con la sua prima mostra italiana, Manolo Blahnik festeggia 46 anni di carriera. Perché proprio Milano? “Perché è stata la mia casa, un posto magico che mi ha ispirato anche grazie a due donne, due indimenticate amiche: Anna Piaggi e Franca Sozzani”, afferma il couturier spagnolo.
Simone Lucci