Seta, raso, pizzo, legno per le borse artigianali create da Ilaria Ricci e da Rita Cordini, sua madre, in uno scambio incessante di idee. Il nome del brand è infatti “Cordini Rita by Ilaria Ricci”.
Ilaria e Rita non si basano su disegni, partono dalla scelta dei materiali. “Ogni tessuto ci ispira la borsa che poi andremo a realizzare. Iniziamo direttamente dalla materia prima, dall’anima di quella che poi diventerà la borsa – precisa Ilaria Ricci –. La nostra è una continua ricerca di tessuti e materiali, nuovi e tradizionali. Amiamo i pizzi e i broccati. Nel corso di questi pochi anni, dalla nostra nascita ad oggi, abbiamo fatto veramente tanti esperimenti. Il materiale più stravagante, nonché nostra particolarità, è il filato lavorato a mano che regala alla borsa una soffice morbidezza a effetto seta. Si chiama Ecofur e richiama la pelliccia. La sua composizione, in cotone e poliestere, gli conferisce lucentezza e leggerezza.
Passiamo poi allo studio degli accessori: manici, chiusure e ogni altro dettaglio di metalleria. In questa fase, abbiamo già le idee molto chiare e sappiamo come sarà la nostra borsa. Poi si passa alla costruzione, alla realizzazione del modello fisico; questa è la fase in cui si perfezionano gli ultimi dettagli”. Le borse vengono lavorate una per una, tagliate a mano, cucite a macchina (non quelle industriali) e poi rifinite a mano. “Ogni procedimento è nelle nostre mani o in quelle degli artigiani italiani della nostra zona”.
20 – 30 ore per realizzare una borsa. “Non vi è un tempo specifico, dipende dalla borsa. Dipende dai particolari, dalle rifiniture richieste, dal tessuto. E i tessuti che noi utilizziamo comportano tutti un certo grado di difficoltà perché non hanno una loro rigidità e non rimangono rifiniti al taglio. Il pizzo macramè è uno dei tessuti più difficoltosi per la realizzazione di borse strutturate. Ma posso dire lo stesso della seta, che è molto sottile”.
E per il futuro? “Il mio sogno è quello di realizzare una borsa in pizzo ricamato a mano, un tessuto veramente pregiato e particolare non solo per la lavorazione lunga e difficoltosa ma anche perché viene interamente creato a mano. Fantastico!”, risponde con entusiasmo Ilaria Ricci.
La filosofia aziendale è ‘cruelty free’. “Utilizziamo l’eco-pelle come valido sostituto alla vera pelle – precisa Ilaria Ricci –. La tecnologia consente di realizzare un materiale, al tatto è simile alla pelle, che si può produrre con un minore impatto ambientale rispetto a qualche anno fa ed è resistente e di ottima qualità.
I tessuti e l’ecopelle da noi utilizzati provengono da aziende italiane che producono interamente in Italia. Collaboriamo con manifatture milanesi e della zona di Como, che possiedono un importante know how interno tramandato da generazioni. Le nostre materie prime sono di ottima qualità e vengono realizzate con processi a basso impatto ambientale. Con l’anteprima PE 2017 siamo andate oltre confine e, per la borsa ‘Soray’ abbiamo utilizzato un tessuto belga”.
L’azienda nasce nel piccolo borgo di Volpara, immerso nelle colline dell’Oltrepò pavese. Il laboratorio Cordini Rita by Ilaria Ricci è immerso nel silenzio creativo della natura. Qui si respira l’aria ‘di una volta’, il tempo qui si è fermato, e ogni borsa è lavorata singolarmente. “Per noi la tecnologia più importante è costituita dalla nostra testa e dalle nostre mani: passione, lavoro e ingegno, caratteristiche del genio creativo italiano”, spiega Ilaria Ricci.
Ufficialmente l’azienda nasce nel 2015 con la realizzazione della prima vera collezione di borse e l’inserimento nello showroom multimarca di Montenapoleone 1, che ha creduto e crede nel loro progetto. “La vera origine però risale a qualche anno prima, quando, in un momento particolare della mia vita, decido di costruire qualcosa di mio, qualcosa che mi possa soddisfare pienamente; così, con l’appoggio di mia madre, do inizio alla nostra impresa. Partiamo da autodidatte alla realizzazione delle nostre prime borsette e, poco dopo, nel gennaio 2014, veniamo selezionate da Cris Egger per partecipare al suo evento fuorisalone a Pitti, a Firenze. Il primo evento ufficiale a contatto con gli addetti al settore, che hanno dato subito pareri positivi. E dopo questo incoraggiamento, abbiamo continuato la nostra avventura, migliorandoci sempre di più”.
“Il legame che unisce la donna alla sua borsa è una relazione estremamente complicata da definire. Un amore intenso le avvicina: la borsa diventa la compagna della donna, la sostiene, la consola e la rende sicura di se stessa”, conclude Ilaria Ricci e aggiunge: “Le nostre borse possiedono un’anima”.