Il miele ha una storia antichissima. Le prime api compaiono da 50 a 25 milioni di anni fa e dopo numerosi studi si pensava di aver scoperto tutto sull’importanza del prezioso insetto e dei molteplici benefici dell’antico alimento nutraceutico. Non è così, infatti lo straordinario prodotto continua a stupire perché i polifenoli contenuti nel miele riducono il danno al DNA indotto dai pesticidi. È questo l’ultimo importante risultato emerso da uno studio diretto da Renata Alleva con il supporto di Conapi, il Consorzio che riunisce oltre 600 apicoltori in tutta Italia.

“Siamo soddisfatti di aver sostenuto la ricerca perché rappresenta un’ulteriore prova dell’importanza delle api per la nostra vita e per il nostro pianeta – dichiara Diego Pagani, presidente Conapi –. Le api sono responsabili di almeno 70 delle 100 principali colture agricole, e fondamentali per il mantenimento della biodiversità e della ricchezza alimentare”.

La qualità dell’ambiente e dei prodotti alimentari è importante nel determinare lo stato di salute dell’uomo. È possibile affermare che gran parte delle patologie comuni hanno una causa riconducibile a una esposizione ambientale, dove la tipologia di alimenti e la modalità con cui vengono prodotti possono fare la differenza.

Nell’agricoltura intensiva, i pesticidi sono ampiamente utilizzati, provocando la perdita della biodiversità e l’estinzione di specie indispensabili per la sopravvivenza dell’uomo. Un esempio è la moria delle api causata dell’utilizzo di fitofarmaci, che sono tossici anche per l’uomo. L’esposizione cronica a tali prodotti è stata associata a patologie metaboliche, endocrine, neurogenerative e tumorali.

Pesticidi.

“La ricerca ha stabilito che una dieta ricca di polifenoli protegge l’organismo da alcune patologie – afferma Diego Pagani –. Il miele è un elemento eccellente perché i polifenoli al suo interno riducono i danni al DNA indotti dai pesticidi”. Il miele, infatti, svolge azioni antinfiammatorie, antimicrobiche, lenitive, lassative, nutrienti, depurative, mineralizza le ossa e previene i tumori. A conferire al nettare degli dei la funzione nutraceutica sono: gli acidi fenolici, i flavonoidi, gli enzimi, i carotenoidi, gli acidi organici, gli amminoacidi, le proteine, l’α- tocoferolo e le vitamine.

Nella prima fase dello studio, sono state analizzate quattro varietà di miele acacia, castagno, bosco e arancio. Ciascuna tipologia è stata scelta per il contenuto polifenolico e per il potere antiossidante. Il miele di bosco è risultato il più ricco in polifenoli e con il più alto potere antiossidante, pertanto è stato selezionato e testato su un modello cellulare. L’esposizione delle cellule a due pesticidi, comunemente usati in agricoltura convenzionale, clorpirifos e glifosate, induceva la formazione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS), riduzione dell’attività di riparazione con conseguente formazione di lesioni al DNA. Si è osservato che, l’aggiunta di polifenoli estratti dal miele inibisce la formazione di ROS, attiva i sistemi di riparazione e ripara il danno al DNA.

miele

Sulla base dei risultati ottenuti, l’effetto del miele è stato studiato su una popolazione esposta a pesticidi residente in Val di Non, in prossimità di aree agricole a coltivazione intensiva di mele. In differenti periodi dell’anno, i soggetti presentavano elevati livelli di residui urinari di clorpirifos e una diminuzione dell’attività di riparazione del DNA, caratteristiche visibili sia nei periodi di bassa che di alta esposizione. L’assunzione per 10 giorni del miele di bosco biologico ha determinato un aumento dell’attività di riparazione con conseguente riduzione del danno.

Anche in condizioni ambientali sfavorevoli, lo studio dimostra che l’alimentazione può essere d’aiuto a contrastare i danni indotti dall’ambiente e in dosi corrette il miele risulta un dolcificante naturale con un effetto salutare superiore rispetto ad altri zuccheri.

Consumare miele rappresenta un toccasana per il nostro benessere e in futuro chissà quali altri segreti ci svelerà.

Simone Lucci

Conapi nasce nel 1979 a Monterenzio, in provincia di Bologna, come Cooperativa Apistica Valle dell’Idice. Un progetto realizzato da 9 giovani che hanno deciso di avvicinarsi all’affascinante mondo dell’apicoltura. Nel 1985, l’associazione si unisce ad altre 6 cooperative e fonda il Consorzio Nazionale Apicoltori, la più importante cooperativa di apicoltori in Italia e una delle più importanti nel mondo. Gli apicoltori di Conapi sono coltivatori di biodiversità e lavorano insieme alle api, creando le condizioni che permettono agli insetti di produrre mieli, pollini e prodotti apistici buoni e puliti. La Cooperativa rappresenta un modello completo di filiera del miele: dalla scelta dei territori, alla produzione in apiario, fino al confezionamento e alla commercializzazione del prodotto finito. Sono oltre 600 gli apicoltori e più di 75 mila gli alveari in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, da cui provengono mediamente oltre 2.500 tonnellate di miele.

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