Il doppio mento è un inestetismo che può avere diverse cause. Il grasso che si deposita nella zona tra la mandibola e il collo può essere favorito da una generale condizione di sovrappeso, oppure può essere originato da una conformazione particolare del viso (ad esempio un mento “debole”) associato a tessuti poco tonici, che tendono a cedere. L’alimentazione, la mancanza di idratazione e la perdita di definizione e tono fanno sì che i tessuti si rilassino, cambiando l’equilibrio del volto.
Le persone giovani con il doppio mento di solito presentano un viso rotondo, a “luna piena”, che tende ad accumulare adipe o liquidi. Se questa caratteristica è associata a un fisico tendente al sovrappeso, per ridurre il grasso del sottomento basterà mettersi un po’ a dieta, e così anche il viso si asciugherà naturalmente. A volte però una particolare conformazione del volto può predisporre al doppio mento anche qualora il resto del corpo sia in linea perfetta. Ridurre la ritenzione di liquidi, potrebbe aiutare a sgonfiare il viso, sottomento incluso, bisognerebbe per questo bere molta acqua, limitare il sale e le bevande alcoliche, e assumere tisane drenanti ogni giorno.
Massaggi, creme che stimolino la termogenesi e una semplice ginnastica facciale, inoltre, consentono di stimolare la muscolatura del collo e della mandibola e possono aiutare a rassodare i tessuti e bruciare i grassi accumulati.
Se i rimedi naturali non bastano, si può poi ricorrere alla chirurgia estetica.
RIDUZIONE DEL DOPPIOMENTO
“La cosiddetta pappagorgia è un connotato antiestetico molto diffuso, dato dall’accumulo di grasso nell’area mentoniera, che può essere rapidamente eliminato con una microliposuzione dell’area con apposite piccolissime cannule che aspireranno definitivamente il tessuto adiposo – spiega Raoul Novelli, medico chirurgo -. Tuttavia a volte la pelle, abituata ad essere riempita dal grasso, una volta svuotata, resta un po’ cadente sotto il mento, creando delle increspature che invecchiano il viso nel suo insieme, soprattutto se è poco tonica. Il lifting dei tessuti molli del mento con fili di sospensione risolve questa possibile conseguenza della liposuzione con un risultato fresco e piacevole, ma sempre estremamente naturale. È una tecnica mini-invasiva in anestesia locale”.
L’INTERVENTO
La fase iniziale di osservazione e disegno pre-operatorio è molto importante perché è qui che viene stabilito in che punti inserire il filo per la tensione dei tessuti molli del collo (e quindi dove anestetizzare localmente). Si procede con una piccola incisione di pochi millimetri al margine infero-posteriore del lobo di una delle due orecchie, quindi si inserisce l’ago a due punte a cui è agganciato il filo e si fa girare quest’ultimo attorno alla fascia muscolare di Lorè che sarà il punto di ancoraggio della sospensione elastica. Dopodiché ci si posiziona definendo l’angolo cervico-mandibolare, ovvero la rotondità del collo, uscendo dai punti prestabiliti durante la fase pre-operatoria fino a giungere all’altro orecchio, dove ci si aggancia all’altra fascia di Lorè e si torna indietro fino al punto di partenza. Il tutto dura circa 30 minuti.
RISULTATI
Questo intervento permette un risultato estremamente naturale in pochissimo tempo e un tempo di recupero brevissimo. Infatti, praticando solo una piccola incisione per il passaggio del filo, il recupero sarà di una settimana circa, contro il mese intero che prevede un lifting tradizionale, senza fili. I punti di uscita e ingresso del filo di sospensione non saranno più visibili dopo qualche giorno dall’intervento.
MA COS’È UN FILO DI SOSPENSIONE?
È un filo non riassorbibile di silicone ricoperto di poliestere, assolutamente tollerato dall’organismo e utilizzato da anni in chirurgia. Questo filo di sutura, anche se posizionato appena sotto il derma, è del tutto impalpabile e neanche chi ha subito l’operazione riuscirà a sentirlo già pochi giorni dopo il suo inserimento. Il filo è legato a un ago retto a due punte che farà da guida nell’inserimento e nel tiraggio dello stesso, evitando quindi di dover operare uno scollamento ulteriore dei tessuti come avviene invece per il lifting tradizionale. Lo scollamento è minimo e non causa cicatrici visibili. Inoltre si ha una doppia azione liftante: la prima è quella del filo stesso, che agganciandosi alle fasce muscolari e venendo teso agisce come in un lifting tradizionale, la seconda è la fibrosi che si forma attorno al filo diventando un vero e proprio legamento sospensivo naturale grazie all’azione dei fibroblasti. Quando un corpo estraneo viene introdotto nell’organismo, quest’ultimo produce subito nuovo tessuto per ricoprire l’elemento estraneo, quindi con l’inserimento dei fili si induce anche la produzione di nuovo collagene e di elastina, che migliorano notevolmente l’area circostante col loro effetto tensore.
DOVE SI PUO’ USARE IL FILO DI SOSPENSIONE?
Ad oggi i fili di sospensione vengono utilizzati in chirurgia estetica per sollevare i tessuti molli, quelli che anche in un corpo ben allenato e tonico non possono resistere all’azione della forza di gravità. Stiamo parlando ad esempio della struttura dermo-epidermica del lato B vicino alla piega glutea, che anche con palestra e attività fisica intensa non può essere sollevata, dato che il muscolo del gluteo può essere esercitato efficacemente nel polo superiore, ma non in quello inferiore proprio per la maggiore quantità di tessuto molle. Con il lifting con fili di sospensione si otterrà un gluteo nuovamente “alto”, con l’antiestetica piega glutea ridotta al minimo. Altra zona dove i fili hanno soppiantato il lifting tradizionale è quella del viso e ancor più del collo. Qui la pelle inizia a rilassarsi prima rispetto al resto del corpo. I fili si possono posizionare in modo da sollevare solo il terzo superiore del viso nel caso di uno sguardo appesantito, nel terzo medio per mettere in risalto gli zigomi, o nel terzo inferiore, per ridefinire la piega mandibolare, oppure in tutte e tre le zone, a seconda della necessità. Il vantaggio ulteriore rispetto al lifting tradizionale è il risultato estremamente naturale, con incisioni piccolissime e invisibili. I fili vengono utilizzati efficacemente pure per riportare alla proiezione originale il capezzolo, anche se per ora viene prediletta la tecnica classica di mastopessi.
La chirurgia plastica ed estetica si orienta sempre più verso interventi rapidi nell’esecuzione e nel recupero post-operatorio, e per questo necessita di tecniche il meno invasive possibile. In quest’ottica l’utilizzo dei fili di sospensione sta subendo un’impennata poiché unisce risultati visibili, stabili e duraturi, a tempi di recupero rapidi.
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