“Federico aveva 2 anni e mezzo, era biondo con gli occhi verdi, era sano e giocava. Aveva avuto un po’ di febbre che è poi passata. 4 -5 gg dopo, si è svegliato un po’ pallido e con una lieve febbre che verso le 13 è aumentata. Decido di farlo visitare dal pediatra il quale si accorge che sul corpo gli erano spuntate delle chiazze, così lo accompagniamo al pronto soccorso, e qui peggiora sempre più.
Tutto il possibile è stato tentato, ma alle 18 mio figlio è diventato un angelo. Federico aveva contratto la meningite, anche se aveva fatto tutte le vaccinazioni previste. Nel 2009, purtroppo, non esisteva ancora quella contro il meningococco B, e ho perso mio figlio a causa di questa terribile infezione”. A raccontare questa triste storia è Ivana Silvestro, oggi Vicepresidente del Comitato Nazionale contro la Meningite.
La meningite batterica può essere causata da tre agenti: Haemophilus influenzae tipo B, Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Neisseria meningitidis (meningococco). Contro le prime due infezioni sono da tempo disponibili strumenti vaccinali. Il meningococco si distingue in 13 sierogruppi, di cui cinque infettivi e contagiosi: A, B, C, W135 e Y. La prevalenza di ciascun sierogruppo varia nel mondo; il sierogruppo più diffuso è il B (MenB), che prevale in Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, e altri Paesi a livello globale.
La meningite meningococcica è la principale causa di morte soprattutto tra i neonati, la loro è la fascia d’età più esposta al meningococco B (MenB). Il vaccino contro il MenB è finalmente disponibile: è il risultato di oltre venti anni di ricerca d’avanguardia nello sviluppo dei vaccini presso i laboratori di Siena, ed è quindi made in Italy. Messo a punto nei laboratori di Novartis Vaccines dal team di Rino Rappuoli, viene prodotto nello stabilimento di Rosia (Siena). Protegge fin dal secondo mese di vita e rappresenta il mezzo più efficace per prevenire la malattia.
“Ogni 10 minuti, nel mondo, una persona muore di meningite meningococcica. Il meningococco può uccidere in meno di 24 ore o causare gravi disabilità permanenti. La popolazione a maggior pericolo di contagio sono i bambini piccoli, ma anche gli adolescenti sono a rischio – dichiara Rino Rappuoli, Responsabile Mondiale della Ricerca, Novartis Vaccines and Diagnostics –. Il meningococco di tipo B è tra i principali responsabili di queste infezioni.
Si tratta di una malattia particolarmente pericolosa in quanto attacca le persone sane senza alcun segnale di preavviso e può portare al decesso entro 24-48 ore. La meningite menigococcica ha una letalità tra il 9 e il 12%, ma in assenza di un trattamento antibiotico adeguato può raggiungere il 50%.
Ecco perché è molto importante che, dopo il via libera dell’Unione Europea, sia arrivata per questo nuovo vaccino anche l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco che permetterà di salvare molte vite umane e di cambiare le prospettive della lotta contro la meningite”.
La meningite da meningococco
La meningite da meningococco è un’infezione pericolosissima perché improvvisa, subdola, spesso letale o fonte di gravi complicazioni (sequele). Colpisce inaspettatamente persone sane, non dà segnali premonitori ed evolve rapidamente1. A essere colpite sono le meningi, membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, ma non solo: spesso si sviluppano complicazioni gravi e potenzialmente fatali, prima tra tutte la setticemia (infezione del sangue), ma anche endocardite o flebite. Le sequele post-infezione non sono da sottovalutare: tra chi sopravvive, possono residuare sordità, ritardo dello sviluppo psichico e fisico, paralisi cerebrale, può essere necessaria l’amputazione degli arti, conseguenze tanto più invalidanti quanto più colpiscono precocemente nell’infanzia.
Bambini e giovani a rischio
Poiché l’unico serbatoio di Neisseria meningitidis è l’uomo e il contagio avviene per via aerea (tosse, starnuti e, negli adulti, bacio profondo), il rischio aumenta laddove è più alta la concentrazione di persone e le condizioni igieniche non sono ottimali. Circa la metà dei casi di meningite meningococcica si manifesta entro i cinque anni, con un picco più alto tra i due mesi e l’anno di vita: il sistema immunitario del neonato e del bambino è infatti ancora immaturo e non in grado di difendersi dal batterio.
La seconda fascia d’età più colpita, adolescenti e giovani adulti (14-25 anni), è a rischio perché maggiormente esposta alla frequentazione di luoghi affollati e chiusi (caserme, scuole, convitti, mezzi pubblici, discoteche), o ad abitudini scorrette come il fumo (che indebolisce le difese e rende l’ambiente più favorevole alla trasmissione del batterio), o lo scambio di bicchieri e posate.
Per capire l’elevato potenziale di contagio, si deve ricordare che secondo alcune stime, il 10-20% della popolazione adulta è portatore sano (senza alcun sintomo) del meningococco a livello di naso e gola, e che il contagio avviene per via aerea. Meno dell’1% dei portatori sani svilupperà l’infezione mentre, per una persona altrimenti sana, il contatto stretto e ravvicinato con un portatore aumenta di 800 volte il rischio di contagio3.
A rischio sono anche i viaggiatori per turismo, lavoro o devozione (i pellegrinaggi alla Mecca sono l’esempio più classico). Nessuna età può dirsi quindi protetta dal contagio.
Clementina Speranza
Figura 2: Dati italiani SIMI relativi all’anno 2011
La distribuzione dei sierogruppi meningococcici in Italia nel 2011
Fig. 3: Dati italiani SIMI relativi all’anno 2011