Esistono numerose canzoni dedicate agli alberi, forse perché gli umani vogliono assomigliare a loro: dritti, fermi, ben piantati al terreno, con la capacità di crescere e cambiare con il variare delle stagioni. O forse perché l’albero è simbolo di longevità e di saggezza. Fin dall’antichità, le foreste sono considerate luoghi sacri, santuari in cui si avverte la forza della natura.
Oggi, il benessere delle foreste e delle aree boschive è messo a dura prova dal cambiamento climatico, che impone ai fusti di adattarsi a nuove situazioni ambientali. La capacità di adattamento è legata ai sistemi genetici degli alberi e alle loro funzioni. Studi scientifici hanno dimostrato che i vegetali sono in grado di “migrare” da situazioni climatiche sfavorevoli e adattarsi in altre zone. La rapidità di spostamento delle piante è considerevole, ma inferiore a quella richiesta per far fronte al cambiamento del clima. Inoltre, gli alberi posso adeguarsi in situ, attraverso risposte evolutive genetiche, modificando la propria struttura.
Abbondanti precipitazioni, spopolamento della montagna e l’assenza di un’adeguata gestione forestale sono tra le principali cause del dissesto idrogeologico, un problema sempre più diffuso che provoca erosioni e frane. Per fronteggiare la situazione occorre una rinnovata strategia di prevenzione e riqualificazione territoriale. “Uno studio dell’Alleanza delle Cooperative Italiane dimostra che i costi dell’emergenza sono da 3 a 5 volte maggiori rispetto a quelli della prevenzione – afferma Francesco Iovino, docente di Selvicoltura presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Reggio Calabria –. Dal 2010 al 2013 il costo del dissesto è di 7,5 miliardi di euro, risorse indispensabili per attuare una reale politica di prevenzione e di buon governo del territorio”.
Le foreste costituisco un elemento essenziale del territorio e del paesaggio. “Le aree boschive hanno la funzione di proteggere il suolo, l’acqua e le infrastrutture – continua Francesco Iovino –. Funzioni ancora più importanti per il nostro Paese dove la geografia forestale coincide con quella montana. In Italia, i boschi sono una componente significativa dei territori montani”.
Un intervento positivo e attivo nella gestione delle risorse forestali è indispensabile, per garantire un’integrità ecologica delle risorse ambientali e per avere un impatto corretto sul sistema sociale ed economico. Le aree boschive forniscono sia un’identità culturale a uno Stato, sia beni materiali, il legno. In Italia, le attività legate alla filiera del legno coinvolgono circa 80 mila imprese e garantisce un saldo commerciale positivo, in quanto si tratta del secondo settore dell’industria manifatturiera italiana. “Nel nostro Paese, il settore foresta-legno dipende dall’estero per il ricavo di materia prima – riferisce Piermaria Corona, membro del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria –. L’Italia è il primo importatore europeo di legname per l’industria e il primo importatore di legna da ardere”. Nonostante ciò, il tasso di prelievo dai boschi italiani è uno dei più bassi in Europa.
Le foreste coprono un terzo delle terre emerse a livello mondiale e giocano un ruolo cruciale nel funzionamento ecologico del pianeta e dell’economia globale, per tale motivo è fondamentale l’impegno politico, scientifico e di ogni singolo cittadino per salvaguardare l’ambiente e renderlo migliore.
Simone Lucci