Nell’aria si respira qualcosa di magico. Il sole estivo inizia a fare capolino all’orizzonte e non è facile resistere al richiamo del mare, delle onde e della spiaggia. Le strade, i borghi e le piazze si trasformano in un palcoscenico a cielo aperto e il mare diventa il luogo d’incontro per consumare aperitivi.

“In occasione della stagione estiva, l’azienda propone una linea di blend aromatici – afferma Antonino Spezia, presidente della Cooperativa Agricola Terre di Giafar –. Bevande fresche, realizzate principalmente con vini bianchi e pensate per aperitivi e wine bar. Nero d’Avola/Merlot, Catarratto/Inzolia e Grillo/Zibibbo sono i tagli aromatici maggiormente richiesti e che, bevuti a temperature intorno ai 12°C, attraggono il target più giovane”.

Il bianco di Nero d’Avola è la novità presentata dalla cantina. “L’uva integra è portata in cantina all’interno delle cassette, in modo che non ci sia contatto con il mosto – riferisce Antonino Spezia, detto Nino –. È schiacciata delicatamente e attraverso l’utilizzo del secondo pressato, di color bianco, viene poi fermentata a temperatura bassa (15/16 gradi per esaltare gli aromi della varietà), mentre il vino rosso viene fermentato intorno ai 22-25 gradi. Nasce in questo modo il bianco di Nero d’Avola”. Il Nero d’Avola vinificato in bianco offre così la possibilità di degustare i tipici aromi delle uve Nero d’Avola in un vino bianco di gradevole beva.

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LA STORIA

“Il nome Terre di Giafar è un tributo alla contrada Misiligiàfari – spiega il presidente –. Significa: manzil di Giafar, letteralmente luogo di sosta in cui si scende da cavallo. In passato, durante la dominazione araba in Sicilia, la contrada era appartenuta all’emiro Giafar”. Si tratta di una zona particolarmente vocata alla produzione di vino, che si trova nel cuore della provincia più vitata d’Italia: Trapani.

La struttura è sorta nel 1967. “L’architettura è tra le più antiche di Trapani – precisa Spezia –. Oggi la cantina, totalmente rinnovata e arricchita con moderne attrezzature tecnologiche, ha una capacità di stoccaggio pari a 60 mila quintali di uva”. Nel 2008, nasce la Società Cooperativa Agricola “Terre di Giafar” per volontà di 14 imprenditori trapanesi. “La cantina è stata sottratta all’usura, alla speculazione e alla mafia – racconta il presidente della Cooperativa Agricola –. Ora, l’azienda è rappresentata da un garante nominato dal Tribunale di Trapani per far rivivere una cantina che costituisce un bene del territorio”. Il sostegno della magistratura, inoltre, ha salvato la struttura dal vandalismo e dall’incuria.

I fondatori si sono dati un ordinamento interno e hanno scelto i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione che ha a capo il presidente Antonino Spezia. Lo scopo della cantina è di “fondere” in un unico corpo le singole aziende conferitrici e abbattere i costi di gestione tipici delle piccole imprese, per realizzare un reddito pro capite competitivo con gli operatori privati del settore.

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LA PRODUZIONE

“A bordo di trattori, l’uva è trasportata in azienda e viene pesata su una bilancia collegata elettronicamente a un computer interno alla cantina, che indica il peso lordo – precisa Nino –. Dopo la pesatura, con un braccio elettronico si preleva un campione d’uva per calcolarne il grado Babo, il grado zuccherino che permette di stabilire la tipologia di lavorazione”. L’uva è poi scaricata in tre vasconi, chiamati tramogge di scarico, che hanno il compito di spostarla e passarla all’interno diraspa-pigiatrici che separano gli acini dai raspi. “I raspi vengono eliminati da un nastro trasportatore – spiega Antonino Spezia –. Poi, in base alla tipologia d’uva, si decide il processo di lavorazione. “La fermentazione è l’unico passaggio lavorativo che differenzia il vino bianco, dal vino rosso – chiarisce il presidente Spezia –. Per ottenere il vino rosso è fondamentale far macerare il mosto insieme alle bucce: sono quest’ultime che conferiscono la tipica colorazione”.

Il vino rosso è posto in fermentini di macerazione, mentre il bianco è pressato. Come funziona la pressa? “All’interno della pressa è presente un polmone in lattice che preme dolcemente sull’acino facendo uscire il mosto – specifica il presidente della Cooperativa Agricola –. Tale tecnica enologica si chiama pressatura soffice”. La macerazione e la fermentazione avvengono contemporaneamente e sempre a temperatura controllata, in periodi di tempo che variano da un minimo di 10 giorni, a un massimo di 15/20 dì.

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“I silos interni ed esterni della cantina sono comandati digitalmente da un pannello che controlla la temperatura e le doppie bande refrigeranti permettono di mantenerla stabile – spiega Nino Spezia –. All’interno dei silos avviene la tecnica del rimontaggio, che consiste nel pompaggio di mosto liquido da una valvola posta nella parte inferiore della vasca, e la parte solida che si crea con le bucce dell’uva (cappello) viene poi irrorata dall’alto. Durante il periodo di macerazione, due operai vanno di vasca in vasca a effettuare i rimontaggi per assicurare un’omogeneità del prodotto”. Terminata la macerazione, si procede alla svinatura, la separazione della parte liquida da quella solida. La massa liquida è trasportata in altri silos, mentre la parte solida viene schiacciata.

Inizialmente, vengono imbottigliati i vini bianchi e successivamente i rossi. La cantina è dotata di una linea di imbottigliamento quasi interamente meccanizzata che permette di produrre 2.500 bottiglie all’ora. L’imbottigliamento avviene con una macchina industriale semi manuale: bottiglie sterilizzate e lavate con vapore, posizionate su una banda che scorre, vengono riempite e tappate. Successivamente, le bottiglie entrano nell’incapsulatrice; la capsula è il sigillo di garanzia posto su ciascuna di esse. “Sopra ogni capsula è riportato il logo, che ci permette di essere riconosciuti in tutto il mondo e che consente agli enti di controllo di risalire a noi – chiarisce Antonino Spezia –. Senza capsula non ci è consentito imbottigliare”. Si passa infine all’etichettatura. “L’etichetta costituisce una sorta di carta d’identità del vino, in quanto contiene tutti gli elementi necessari per identificare il prodotto a cui si riferisce – precisa il presidente della Cooperativa Agricola –. L’etichetta può essere doppia, oppure unica, come quella che utilizziamo noi”.

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Oltre a realizzare i propri vini, la Cooperativa, offre il un servizio produttivo e d’imbottigliamento per aziende terze differenziando così l’attività e aumentando gli introiti che vengono poi ripartiti tra i soci.

I VINI

La scelta aziendale è di puntare più sui vitigni storici tipici siciliani e poco sui vitigni internazionali, con lo scopo di valorizzare le produzioni autoctone. Punta di diamante della cantina è il Grillo vendemmia tardiva ottenuto raccogliendo a mano uve Grillo appassite in pianta e successivamente vinificate con accorgimenti simili a quelli utilizzati per i vini passiti.

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Attualmente la Cantina offre due linee di vini in bottiglia: una linea “élite”, che presenta un packaging ricercato, e vini monovarietali quali Nero d’Avola, Syrah e Merlot come rossi, e Grillo, Catarratto e Grillo vendemmia tardiva come bianchi, e una linea base, presentata in una veste coloratissima, costituita da blend aromatici quali Nero d’Avola/Merlot come rosso, e Catarratto/Inzolia e Grillo/Zibibbo come bianchi, e, inoltre, la particolarità di un Nero d’Avola vinificato in bianco.

La cantina Terre di Giafar fornisce prodotti aromatici, fruttati, intensi, robusti e di carattere. Prodotti che esaltano “il gusto di Sicilia” in ogni stagione. Come afferma Mario Soldati: Il vino è la poesia della terra.

Clementina Speranza e Simone Lucci