Le lacrime sono un elemento fondamentale per la salute dell’occhio: è proprio lo strato di lacrime, il film lacrimale, a rivestire e proteggere la superficie oculare e la superficie interna delle palpebre. Durante il giorno un adulto produce mediamente 1-2 microlitri di lacrime al minuto. La costante produzione di lacrime è necessaria perché almeno un terzo del liquido prodotto evapora, e l’ammiccamento, che si ripete per almeno cinque volte al minuto, ha il compito di ripristinare il film lacrimale.

“Le lacrime sono fondamentali per la salute dell’occhio – precisa il Professor Stefano Bonini, Direttore della Cattedra di Oftalmologia del Campus Bio-Medico di Roma –. Distribuendosi sulla superficie oculare grazie all’ammiccamento delle palpebre, consentono infatti di mantenere lubrificato l’occhio. È sempre grazie al film lacrimale che l’occhio viene protetto da eventuali sostanze estranee e che la cornea riceve le necessarie sostanze nutritive. Per questi motivi occorre prestare sempre maggior attenzione alla comparsa dei sintomi tipici della patologia dell’occhio secco, affinché lo specialista possa intervenire tempestivamente e nel modo più appropriato, ripristinando la stabilità della pellicola lacrimale che deve sempre avere una componente acquosa, una grassa e una mucosa. Proprio per questo sono attualmente in sviluppo nuovi trattamenti che nel futuro potranno consentire di rispondere meglio ai bisogni non ancora completamente soddisfatti di molti pazienti”.

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Nuove ricerche infatti si stanno sviluppando in ambito oftalmologico. “Si sta lavorando per individuare nuovi trattamenti. In particolare la Lubricina, un lubrificante naturalmente presente nell’organismo – riferisce Eugenio Aringhieri, CEO Gruppo Dompé –. Un ulteriore segnale di come la ricerca possa aprire percorsi terapeutici finora inesplorati”.

La sindrome dell’occhio secco può manifestarsi con sintomi e intensità molto diversi; i più comuni comprendono: bruciore, arrossamenti, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, fastidio alla luce, difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio e, nei casi più severi, dolore e vista appannata.

Tra i fattori di rischio più frequenti:

  • nel sesso femminile alcuni ormoni concorrono alla produzione di lacrime; una variazione nei livelli ormonali può quindi portare a una riduzione della produzione di lacrime naturali. Per questo motivo, la comparsa della sindrome dell’occhio secco è più frequente nella donna, specialmente nelle fasi in cui si sviluppano profonde modificazioni del profilo ormonale: durante la gravidanza, la menopausa o, ancora, in postmenopausa, periodo in cui di frequente sono somministrate delle terapie estrogeniche;
  • età avanzata: gli anziani sono più esposti alla patologia, in quanto con il tempo può verificarsi una progressiva atrofizzazione delle ghiandole lacrimali, con una conseguente minor produzione di lacrime;
  • farmaci e terapie: alcuni trattamenti come la radioterapia e diversi medicinali possono influire sulla comparsa del disturbo. Per questo occorre prestare particolare attenzione alla salute oculare in caso di trattamento con ormoni, medicinali immunosoppressori (ad esempio per patologie autoimmuni), antidepressivi e colliri;
  • condizioni ambientali: l’esposizione protratta in ambienti con aria condizionata, lo smog, il fumo di sigaretta e i climi particolarmente asciutti, soleggiati o ventosi possono indurre secchezza oculare;
  • frequente utilizzo di videoterminali, smartphone e tablet: la permanenza prolungata di fronte a pc, smartphone e tablet può aumentare il rischio di comparsa della sindrome dell’occhio secco a causa della costante attenzione visiva rivolta al monitor, associata alla diminuzione della frequenza dell’ammiccamento;
  • uso frequente e prolungato di lenti a contatto, che possono contribuire all’evaporazione delle lacrime causando secchezza e irritazione oculare;
  • chirurgia refrattiva: si ipotizza che la riduzione della sensibilità corneale sia alla base della riduzione dell’ammiccamento e della secrezione lacrimale in pazienti che si sono sottoposti a un intervento di correzione di vizi di refrazione quali, ad esempio, la miopia.

La sindrome dell’occhio secco, infine, può comparire come manifestazione oculare di alcune malattie autoimmuni, quali ad esempio la sindrome di Sjogren, il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la sclerodermia, la psoriasi.