“Il freddo, un prezioso alleato -170°, un consumo pari a 900 calorie in una seduta di tre minuti” è quel che si legge sul banner della Criosauna allo stand ‘TTSPORT’ durante Rimini Wellness 2013, nel colorato, festoso, rumoroso e dinamico evento che si svolge con cadenza annuale presso il centro fieristico di Rimini.
Si tratta di un trattamento eseguito tramite la criostimolazione corporea a temperature molto basse (-160°). La durata è di tre minuti, all’interno di capsule simili a docce solari. Questa pratica è nata alla fine degli anni ’70, in Giappone, come strumento per la cura di stati ansiosi e depressivi. In seguito sono stati riscontrati molteplici benefici fisici per il recupero da infortuni e per il trattamento delle infiammazioni. La criosauna interessa il consumo calorico ed è uno strumento molto valido in ambito sportivo e per la cura di alcune patologie dermatologiche.
Il web è ricco di bibliografia scientifica che elenca le qualità della criostimolazione e molti sono gli sportivi, di ogni nazionalità, che usano questo trattamento: l’inglese Mo Farah (oro nei 5,000 m e nei 10,000 m alle Olimpiadi di Londra 2012), Frank Ribery (stella della Bayern Monaco e della nazionale francese), l’atleta giamaicano Usain Bolt, l’americano Steve Nash, stella della NBA, la squadra di calcio inglese del Bolton Wonders e di quella rumena del Clouj.
A Treviglio, il primo centro Italiano: il Krioplanet, di Massimo De Nardi un giovane imprenditore laureato in scienze motorie.
Massimo De Nardi, da sempre interessato alle fasi di recupero del corpo post allenamento, approfondisce l’argomento nella sua tesi di specializzazione. Per lo sviluppo della ricerca, ha collaborato con il professor Giuseppe Banfi, Direttore scientifico dell’Istituto Galeazzi di Milano, e con il professore La Torre, membro della commissione giochi olimpici del CONI. Lo studio considera gli effetti post allenamento di immersioni in acque fredde e calde alternate, di una squadra giovanile di calcio. Il risultato è stato pubblicato da riviste del settore, tra cui “Minerva Medica” e “Scienza e Sport”. Durante i festeggiamenti post laurea, una fortunata coincidenza ha voluto che Massimo De Nardi venisse a contatto con un medico in procinto di aprire un poliambulatorio fornito di Criocamera e Criosauna. Dopo aver lavorato lì per un certo periodo, De Nardi ha poi aperto il suo istituto.
Krioplanet è partner del giro d’Italia: il 22 Maggio alla tappa partita da Caravaggio, è presente nell’area hospitality, dove gli atleti a fine gara possono eseguire il trattamento. L’idea nasce dal Tour de France: durante la manifestazione francese, infatti era stato allestito un camper mobile con una Criosauna per gli atleti giunti al traguardo.
La criostimolazione non si rivolge soltanto agli sportivi e, in quasi trent’anni di studi scientifici e di applicazioni in tutto il mondo, non sono state riscontrate controindicazioni fisiche. L’unico fattore cui si deve prestare attenzione è il luogo in cui è collocata: tramite un rilevatore è opportuno monitorare il livello di ossigeno presente nella camera si stoccaggio perché l’azoto liquido diventato gassoso può modificare il valore in sicurezza della quantità di “O” ed essere pericoloso per l’operatore.
Il trattamento costituisce un potente antinfiammatorio naturale. Ottimi risultati sono stati dimostrati nel trattamento di artrite, artrosi, tendinite e tendinopatie. “Una giovane donna, affetta da artrite reumatoide ha riacquistato la mobilità della mano dopo quindici sedute – riferisce Massimo De Nardi -. Uno studio, effettuato su un campione di dodici tennisti professionisti nel circuito ATP, ha confermato l’effetto antinfiammatorio e, soprattutto, la costanza della forza mantenuta tra uno sforzo e l’altro. Altri dati confortanti sono rilevati nei livelli del profilo lipidico”.
Oltre ai benefici medici-sportivi c’è anche uno spazio per l’estetica. La pelle diventa più luminosa e compatta per un processo sistematico e naturale: il cervello percepisce il freddo come un avviso di pericolo, raccoglie il segnale e, di risposta, invia una reazione fisica al corpo che, sotto questo stimolo, favorisce lo sviluppo di nuove cellule. In un tessuto danneggiato o malato come quello affetto di psoriasi, il meccanismo di protezione dal freddo crea uno strato epidermico rigenerato e rinnovato. “Dopo dodici sedute di crio, un diciottenne con seri problemi di acne ha migliorato la pelle di volto e spalle”, precisa il giovane imprenditore.
Altri casi? “Un cinquantenne, sportivo a livello agonistico ora alla quarantacinquesima seduta, ha riscontrato sia benessere fisico che miglioramento nelle prestazioni atletiche. Sono migliorati l’umore, la qualità del sonno, la pressione sanguigna e si è riscontrato anche un visibile ringiovanimento cutaneo.
Un giovane con psoriasi inversa (una forma localizzata a giunture, natiche, inguine, orecchie, attaccatura dei capelli e ombelico), dopo aver provato inutilmente tutto ciò che era sul mercato nazionale e internazionale, oggi può sedersi senza difficoltà, cosa che non gli era concessa prima di iniziare il trattamento con la criostimolazione”, conclude De Nardi.
Elena Fabbri e Clementina Speranza